Voglio andare avanti ma non so che fare nella vita.
Buonasera,
sono un ragazzo di 19 anni e mezzo che dopo numerosi dubbi e ripensamenti ha deciso di lasciare la facoltà di Psicologia. Non mi metterò a parlare dei miei genitori che sono giustamente preoccupati di quello che farò durante questi mesi di pausa, specie se considero il fatto che ho passato le ultime due settimane rinchiuso in casa a giocare davanti al computer, da solo o con i miei amici.
Credo sia doveroso spiegare il motivo che mi ha portato a lasciare la facoltà.
In anzitutto io mi sono iscritto perché ero convinto che frequentare la scuola mi sarebbe stato d'aiuto per superare la depressione che mi porto dietro da un po' di anni, inoltre mi sono reso conto che io non ho mai avuto un interesse sincero per la materia ma che tutte le cose che ho appreso prima di frequentare l'università non le avevo imparate per un desiderio di aiutare gli altri, di ricerca o per trovare un lavoro inerente a questo campo di studi ma solo per superare un problema che mi attanaglia da sempre.
Ora come ora non so che cosa posso fare, la cosa migliore sarebbe quella di cercare un lavoro e di capire quello che io voglio fare nella vita. Il problema è che sebbene io apprezzi le materie scientifiche e ogni tanto dedico del tempo alla musica io non mi ci vedo in nessuna professione. È come se io non abbia la voglia di rimanere a fare la stessa professione per tutta la vita e come se nulla possieda un vero e proprio senso di esistere anche perché mi sembra di capire che la vita non ha un senso vero e proprio.
Il mio problema principale è che ho sempre desiderato sentirmi speciale rispetto a gli altri, se questo non succedeva io mi sentivo una nullità, una persona vuota.
La ricerca della fama seguiva questo schema che ho appena codificato:
1) Se trovo qualcosa che mi piace il mio interesse non dura più di una settimana. Continuo solo se trovo un modo per diventare famoso o conosciuto in quel campo;
2) Se il processo per diventare famoso è troppo lungo e/o se non vedo progressi tangibili a breve termine rinuncio a quell'attività e passo ad altro;
3) Se per un motivo o per l'altro io divento famoso il mio vuoto non se ne va ma ho bisogno di accumulare altri successi;
4) Infine la fama non deve essere negativa, quella non la considero fama. Io punto a quello che mi rende benvoluto dalle persone.
Questo mio obiettivo ha avuto notevoli ripercussioni all'interno di tutti gli ambiti della mia vita.
In anzitutto sulle attività che io ho fatto o che faccio tutt'ora: musica, sport, editing video, scrittura, videogiochi, internet e l'aspetto fisico.
Dell'ultima cosa che ho detto io non ne parlerò per non rendere il testo troppo lungo, vi dico che non sono né brutto né particolarmente attraente, né in soprappeso né troppo magro.
Per quanto riguarda la musica io ho imparato le basi della materia alla fine delle elementari, quando mi sono trovato un libro di musica sottomano e poco a poco ho imparato le basi. Da lì ho cominciato a scrivere i primi brani e ho iniziato a suonare la tastiera. Ricordo che a un certo punto delle medie ho cominciato a tirarmela perché ero più bravo rispetto agli altri in musica, nonostante ciò mi ridimensionai fortemente quando scoprii che non ero il più bravo di tutti. Da quando scoprii questa cosa, coltivai questo interesse a un livello più privato. Nei momento di crisi io usavo la musica per fuggire dalla realtà e crearne una mia con le mie musiche. Vi ricordo che quando io non riesco a impormi come il migliore (o fra i migliori) all'interno di un gruppo, competizione, ambito d'interesse ecc... tendo ad andarmene via e/o fantasticare su me stesso che vive delle avventure dove egli è il protagonista.
Ora sono ancora bravo, sia a suonare che a comporre ma dopo aver scoperto che la musica non è in grado di risolvere il mio problema, non riesco a trovare un motivo valido per continuare.
Quando ero più piccolo mi piaceva l'idea di essere uno sportivo che partecipa e vince le competizione, non importa lo sport, mi bastava arrivare a una buona posizione. L'unico problema è che io ero mediocre in tutti gli sport. Non facevo particolarmente schifo ma allo stesso tempo erano in molti che mi stracciavano, sopratutto a calcio. Quando ancora facevo nuoto io mi ricordo di aver chiesto più volte di poter essere ammesso a nuoto agonistico, fino ai quindici anni credo, ma non mi hanno mai fatto provare poiché non mi reputavano adatto a questo livello. Verso la fine delle scuole medie mi sono reso conto che io non avevo speranza per diventare un campione in uno sport famoso, quindi ho provato a diventare bravo in quelli poco conosciuti, senza troppi risultati poiché poco conosciuti. L'unico risultato che ho ottenuto è stato quello di arrivare secondo a una competizione scolastica contro altri cinquanta alunni all'interno di uno sport che nessuno conosceva. Molti sono stati i fattori che mi hanno portato a questo risultato: sono stato l'unico a informarsi riguardo a questo sport, conoscevo estremamente bene la zona dove si è tenuta la gara dato che andavo in quel posto tutti i giorni per giocare e ho dato tutte le mie energie verso il podio. Se avessi avuto una migliore forma fisica sarei arrivato primo, poco male.
Ora come ora mi sono reso conto che non ha senso cercare di partecipare alle competizioni solo per vincere ma le prime cose da tenere in mente quando si fa sport dovrebbero essere la salute e il divertimento. Il mio problema è che non riesco a iniziare a correre tre volte a settimana dato che non trovo la motivazione per cominciare.
Prima ho scritto che quando io non riesco a impormi come il migliore tendo ad andarmene via e/o fantasticare su me stesso; questo succedeva quando io andavo su Internet per fuggire dalla realtà, in particolare mi dirigevo su Youtube a guardare video divertenti. Notando come fosse possibile diventare famosi su questo sito, ho provato a creare i miei video, sia per rendere concrete le mie fantasie sia per cercare di acquisire un po' di fama su Internet. Il mio percorso non stava andando male, il problema è che io ho commesso un errore ovvero quello di dire a un mio compagno di classe che avevo un canale su Youtube. Non l'avessi mai fatto, dopo pochi mesi erano in molti a prendermi in giro e pure il preside della scuola era venuto a conoscenza dei miei video! Così ho aspettato che finisse l'anno scolastico e a malincuore ho deciso di chiudere il mio canale con la scusa che avevo bisogno di prendermi una pausa da quel sito.
Ho provato a ricominciare con Youtube ma proprio non riesco a riprendere come un tempo. Mi sono reso conto che ora come ora ho altro a cui pensare e non posso permettermi di temporeggiare all'interno di questo sito che è in grado di riempire questo vuoto con le risate.
Per quanto riguarda la scrittura parto subito col dire che non mi ha mai entusiasmato. Nonostante ciò mi sono dedicato ad essa per due ragioni: cercare soluzione al mio problema psicologico e cercare di vivere nella fantasia.
Ora approfondirò il secondo punto.
Più indietro ho detto che quando io non riesco a impormi come il migliore tendo ad andarmene via e/o fantasticare su me stesso, in questo caso ho provato a scrivere la mia autobiografia romanzata su quello che stavo vivendo in quel periodo aggiungendo le avventure immaginarie che vivevo con i miei amici immaginari provenienti dai miei videogiochi o cartoni animati preferiti. Più avanti con gli anni, dopo almeno tre anni di progettazione, mi sono reso conto di diverse cose: in anzitutto non potevo pubblicare l'opera sennò avrei avuto problemi con il copyright ma sopratutto una parte di me diceva che non ha senso perdere tempo a fantasticare qualcosa che non esiste ma piuttosto cercare di vivere nella realtà.
L'unico problema è che io ho sempre vissuto nella realtà per cercare di essere speciale, migliore rispetto agli altri. E se non riesco a farlo né qui e se non ha senso esserlo nell'immaginario io provo un forte senso di vuoto che io non riesco a riempire. Mi sono reso conto che non importa quanti successi otterrò in vita mia, se c'è qualcosa di più alto a cui posso ambire io non sarò contento e se sarò il più forte in una cosa, vorrò esserlo in un'altra. E una parte di me pensa che questo ragionamento non funziona, che non renderà la mia vita felice.
Questo è vero ma allo stesso tempo non so più che cosa devo fare, cosa posso fare per essere felice se il raggiungimento della fama non porta alla felicità. Non ho la benché minima idea di che cosa possa mettermi in pace con me stesso e riempire quel vuoto che ho da sempre almeno da che ho memoria.
Ammetto anche che le mie amicizie, sia reali che virtuali, sono di comodo, per raggiungere o soddisfare secondi fini. Così cerco di essere gentile con gli altri e se posso ottenere qualcosa di esplicito o implicito lo raggiungo senza essere sgamato. Ricordo di aver tradito alcune persone a cui volevo bene per poter essere accettato da gente che non mi rispettava ma che era più popolare. Per fortuna sono ancora amico di queste ma ho paura di cadere di nuovo in questo errore. Una parte di me dice che questo atteggiamento verso il prossimo è sbagliato ma allo stesso tempo penso che non ha senso fare qualcosa che non porta a nulla o a qualcosa che sento come distante. Anche perché se io non faccio nulla mi autodefinisco un fallito.
Questo contrasto interno che ho mi porta a bloccarmi e a non fare nulla dalla mattina alla sera. Addirittura non ho ancora iniziato a cercare lavoro per due ragioni: io mi ero sempre sentito speciale, non è che io possa sentirmi sprecato per il lavoro? Inoltre all'interno del lavoro dovrò stare a contatto con le persone e considerato quello che ho scritto nei due paragrafi precedenti io ho paura di stare con gli altri dato che non sono in grado di trovare il giusto mix fra dominio e condiscendenza.
Potreste gentilmente essere in grado di darmi una mano o almeno di potermi dare qualche consiglio?
Vi ringrazio in anticipo, spero di non essere stato ripetitivo o incomprensibile.
Anonimo