Mio padre mi mette ansia

Inviata da Giulia · 22 ott 2024 Terapia familiare

Ciao a tutti, sono una ragazza di 25 anni e voglio condividere con voi il comportamento di mio padre che oltre a mettermi ansia mi mette tanto nervosismo addosso.
Io al giorno d’oggi sono sicura al 99% che lui soffra di depressione o che abbia qualche disturbo dell’umore, perché altrimenti non si spiega: lui sbuffa in continuazione, lo vedi stare sul divano e muovere la testa a mo di negazione, ma senza un motivo apparente, con la mano in fronte.
Quando poi gli chiediamo cosa ha fatto lui dice sempre niente.
Tante volte mi arrabbio e gli dico di parlare se ha problemi, ma lui dice che sta bene e che non è niente.
Mette ansia e nervoso perché tante volte io da figlia penso di essere sbagliata o che ho fatto qualcosa di male.
Mia mamma ormai se ne frega altamente perché dice che è così e che non si può cambiare.
Non vuole andare da psicologi/psichiatri nonostante io vada in terapia da anni.
È un continuo borbottare, magari prima facevo finta di niente ma più passa il tempo e più non lo sopporto.
Rompe l’equilibrio famigliare, perché se le cose vanno bene poi con il suo atteggiamento ci innervosiamo tutti.
Poi altri giorni sta bene e non fa così, ma la maggior parte dei casi borbotta e basta.
Si lamenta di stupidaggini, fa problemi su tutto: anche un ritardo di un autobus per esempio per lui è un problemone.
Fa passare cavolate come delle vere e proprie tragedie.
Quindi a me indirettamente viene l’ansia (soffro già di ansia di mio), è lui che me la mette.
A volte succede che mio fratello magari dorme e non risponde al telefono, mio padre chiama me per chiedermi se so perché mio fratello non risponde.
Così mi fa allarmare, lo sa che sono ansiosa è una situazione pesante

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Miglior risposta 25 OTT 2024

Buongiorno gentile Giulia, posso capire quanto sia difficile vivere in un ambiente familiare in cui il comportamento di un genitore contribuisce a creare tensioni e ansia. Da ciò che descrivi, sembra che il tuo papà mostri segnali di malessere emotivo, e questa situazione ha un impatto non solo su di lui, ma anche su di te e sul resto della famiglia. È comune che chi soffre, anche inconsciamente, possa influire sull’equilibrio emotivo degli altri membri della famiglia, specialmente quando le sue preoccupazioni e stati d’animo si esprimono attraverso borbottii, sbuffi e atteggiamenti negativi.

Da quanto racconti, sembra che tuo padre abbia difficoltà ad ammettere la propria sofferenza o che non voglia condividere i suoi stati d’animo. A volte, persone che provano disagio, ansia o malesseri simili tendono a minimizzare, negare o a non voler cercare aiuto, spesso per timore di affrontare la situazione o per il desiderio di apparire forti agli occhi dei familiari.

È comprensibile che il suo atteggiamento possa farti sentire preoccupata o come se stessi sbagliando qualcosa, soprattutto se soffri già di ansia. In queste situazioni, può essere utile ricordare che il suo comportamento non dipende da te o da qualcosa che hai fatto. È molto probabile che tuo padre non sia consapevole di quanto il suo atteggiamento stia incidendo su di te, o che non sappia come gestire diversamente il proprio malessere.
È importante cercare di proteggere il tuo benessere emotivo quando lui manifesta questi comportamenti. Ricorda che la sua ansia e i suoi modi non sono una tua responsabilità, anche se può essere difficile separarsi emotivamente.

Potresti trovare utile provare a parlare con lui in momenti in cui si sente più tranquillo. Potresti condividere come ti fa sentire il suo comportamento, senza accusarlo, ma esprimendo che questo ti provoca ansia e stress. Ad esempio, potresti dire: “Papà, quando ti vedo preoccupato o in difficoltà mi sento molto ansiosa anche io, e non so come aiutarti.”

Anche parlare di questo tema in terapia potrebbe offrirti ulteriori strumenti per gestire l’ansia che la situazione familiare ti trasmette. Potresti anche trovare sostegno in altre persone della tua famiglia o amici fidati, in modo da sentirti meno isolata.

Distinguere i momenti di contatto è fondamentale, quando lui manifesta comportamenti che ti mettono ansia o tensione, può aiutarti fare un passo indietro mentalmente e ricordare che quei momenti non definiscono il valore del tuo rapporto con lui. Potrebbe aiutarti a coltivare momenti positivi, anche semplici, che possano rafforzare un contatto più sereno con lui.

È normale che desideri un ambiente familiare equilibrato e rilassato, ma se lui non è aperto all’idea di un supporto professionale, l’aspetto su cui puoi lavorare maggiormente è quello della tua reazione a questi comportamenti. La terapia può aiutarti a rafforzare la tua capacità di gestire queste emozioni e di mantenere l’equilibrio che cerchi, anche in un contesto che può risultare stressante.

Spero che questi suggerimenti possano esserti utili. Se dovessi avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandoti di superare al più presto questo momento di difficoltà, porgo un cordiale saluto.
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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2 NOV 2024

Gentilissima Giulia,

La ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza riguardo al comportamento di suo padre. È evidente che la situazione familiare le sta causando non solo ansia, ma anche una certa frustrazione. Comprendo quanto possa essere difficile affrontare un clima di tensione e malessere emotivo in famiglia.

Il comportamento di suo padre, come da lei descritto, potrebbe effettivamente suggerire una forma di disagio emotivo, e la sua mancanza di comunicazione al riguardo può rendere le cose ancora più complicate. È naturale sentirsi sopraffatti quando ci si trova in una situazione in cui le emozioni altrui influenzano il proprio stato d’animo.

È importante ricordare che il suo benessere è prioritario. Pur non potendo cambiare il comportamento di suo padre, può essere utile adottare strategie per proteggere la sua stabilità emotiva. Potrebbe essere opportuno considerare di affrontare la situazione con lui in un momento di maggiore serenità, esprimendo le sue preoccupazioni in modo aperto e onesto, senza accusarlo, ma cercando di capire le sue difficoltà.

Inoltre, dato che è già in un percorso terapeutico, sarebbe utile approfondire queste dinamiche con il suo terapeuta. Potrebbe lavorare su come gestire l’ansia che deriva dal comportamento di suo padre e su come stabilire confini che le permettano di mantenere il proprio equilibrio emotivo.

Se desidera, possiamo esplorare ulteriormente queste dinamiche e lavorare insieme per trovare modalità efficaci di affrontare la situazione. È fondamentale che lei si senta supportata e in grado di esprimere le proprie necessità emotive.
Mi trova a Bergamo, ma ricevo anche online.

Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti o fissare un colloquio.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Sara Cutrale.

Dott.ssa Sara Cutrale Psicologo a Bergamo

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2 NOV 2024

Gentile Giulia,
è comprensibile che gli atteggiamenti e i comportamenti di suo padre, oltre ad incrementare una sua quota di ansia probabilmente generalizzata, le causino frustrazione e rabbia facendola sentire impotente rispetto alla possibilità di essere di aiuto a suo padre e/o trovare una qualsiasi altra soluzione al problema.
Intanto, se lei è in psicoterapia individuale può portare questo tema al suo terapeuta e lavorare con lui sulla acquisizione di una comunicazione più efficace che possa far prolungare e governare il dialogo con suo padre quando alle sue domande lui risponde telegraficamente che sta bene e non ha niente.
Poi, con calma potrebbe ragionare con sua madre e suo fratello sia per avere supporto che per cercare di trovare insieme a loro una modalità comune atta a smuovere suo padre dalla sua chiusura e impermeabilità o addirittura per proporre una psicoterapia di famiglia.
Inoltre, sempre nel contesto della psicoterapia individuale e considerando che il suo benessere psicofisico è prioritario, oltre alla comunicazione efficace potrebbe acquisire (tramite la mindfulness o il training autogeno) tecniche di gestione della rabbia e dello stress conseguenti agli atteggiamenti di suo padre.
Infine, anche se non è dato sapere se lei studia o lavora, potrebbe provare a ridurre le ore che trascorre in casa in queste dinamiche disfunzionali e/o accelerare il suo percorso per una indipendenza economica e psicologica in vista della sua autorealizzazione personale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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29 OTT 2024

La convivenza con una persona che non sta bene, che soffre e per la quale la vita è un peso e una fatica non è certo facile. Lei però ha 25 anni, nel pieno della giovinezza aperta alla vita. La questione piuttosto ha a che fare con la separazione dal malumore di suo padre, ovvero per quale motivo le induce a tal punto ansia?

Dott. Andrea Alliata Psicologo a Milano

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28 OTT 2024

Ciao Giulia,
Mi dispiace per la situazione che stai vivendo, immagino quanta pressione tu possa sentire, al tempo stesso mi sembra anche di percepire il tuo forte desiderio di fare qualcosa per aiutare tuo padre e la frustrazione che deriva dal fatto che lui nega qualsiasi aiuto (ovvero rivolgersi ad uno specialista).
Purtroppo su questo non puoi fare molto di più di quello che stai facendo , ovvero prenderti TU cura della tua salute mentale.
Purtroppo quando a non star bene è un componente del nucleo familiare a farne i conti inevitabilmente è tutto il sistema e questo ha un forte impatto sul nostro equilibrio e benessere mentale.
Proverei a far capire a tuo padre, con tono calmo, come ti senti quando lui si lamenta per tutto, aggiungendo che il tuo desiderio è quello di aiutarlo e che desideri il suo benessere.
Cercando però di tenere sempre a mente che tu non sei responsabile del suo malessere (o del suo benessere) e delle sue scelte (di non curarsi).
Hai scelto di farlo TU per tutti, è già moltissimo.
Ti abbraccio, per qualsiasi cosa resto a tua disposizione,
Dott.ssa Valentina Monaco

Dott.ssa Valentina Monaco Psicologo a Roma

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27 OTT 2024

Cara Giulia

Capisco quanto la situazione con tuo padre possa crearti ansia. Il suo comportamento potrebbe riflettere una sofferenza che lui stesso non sa come esprimere, ma che influisce negativamente sull’ambiente familiare e sul tuo benessere.
Per proteggerti emotivamente, puoi provare a creare uno “spazio interiore” di calma, dove distaccarti dalla sua ansia senza assorbirla. Lavorare con un terapeuta può aiutarti a distinguere meglio la tua ansia da quella degli altri, rafforzando i tuoi confini emotivi.

Ti invito, infine, ad avvicinarti a pratiche come la meditazione o la respirazione profonda che potrebbero offrirti un sostegno concreto per rimanere più centrata anche nei momenti di tensione.
Dott.ssa Alessia De Lucia

Dott.ssa Alessia De Lucia Psicologo a Castelnovo ne' Monti

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25 OTT 2024

Cara Giulia,
Purtroppo non è possibile agire sul benessere di una terza persona se non è essa stessa a decidere di farlo.

Capisco che questo sia molto frustrante perché la condizione di tuo padre va ad impattare profondamente sull'intera famiglia. Mi chiedo però se voi abbiate già provato a rendere consapevole papà dei suoi comportamenti anziché chiedere "Che hai?"

Intanto, tu puoi iniziare un percorso per avere delle strategie utili al fronteggiamento della situazione e per acquisire una modalità di comunicazione più efficace con papà.

Un caro saluto.

Dott.ssa Fabiana Navarro Psicologo a Centurano

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25 OTT 2024

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Inoltre ritengo essenziale che voi possiate liberamente e senza giudizio scambiarvi pareri ed opinioni circa la situazione riscontrata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Dott. Francesco Damiano Logiudice Psicologo a Roma

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23 OTT 2024

Buonasera Gentile Giulia.
Immagino che la situazione non sia semplice. È assolutamente comprensibile il suo malessere alla luce del contesto in cui vive. Sarebbe utile un approfondimento.
Da quello che riporta sembra che il comportamento di suo padre interferisca con la regolazione dei suoi stati interni. Si potrebbe pensare ad un percorso in cui può essere aiutata non tanto a poter cambiare il papà ma piuttosto a renderla più attrezzata nel gestire queste situazioni. Questo le consentirebbe di poter strutturare un confine più definito tra lei e il comportamento di suo padre e prendere decisioni che le consentono di pensare ad una progettualità futura che possa essere più tutelante per il suo benessere psicologico.
Il mio suggerimento è di condividere, come ha fatto con noi, il suo pensiero con il professionista che la sta seguendo. Sono sicuro che sarà un ottimo spunto su cui lavorare insieme.

Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Cordiali Saluti.

Dott. Matteo Musetti Psicologo a Monza

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23 OTT 2024

Sembra che la attitudine di suo padre stia influenzando profondamente non solo il suo benessere, ma anche l’armonia della sua famiglia ed è comprensibile sentirsi ansiosi o nervosi quando si vive in un ambiente dove le emozioni di una persona possono sembrare così pesanti e ingombranti.
Il rifiuto di suo padre di riconoscere i suoi problemi e di cercare aiuto può rendere la situazione ancora più complicata. È difficile vedere un genitore che sembra lottare con qualcosa di serio e sentirsi impotenti di fronte a questo. Le sue preoccupazioni sono valide e meritano attenzione.
Il comportamento di borbottare e di reagire in modo eccessivo a situazioni quotidiane potrebbe essere un modo per esprimere un malessere più profondo. È naturale che questo le faccia sentire ansia, soprattutto se già sta affrontando questa difficoltà. Cercare di mantenere la calma e non prendere su di sé il suo malessere è fondamentale, anche se è più facile a dirsi che a farsi.
Le suggerirei di considerare di parlare con un professionista della salute mentale per ricevere supporto e strategie su come gestire questa situazione. Potrebbe anche essere utile, quando suo padre è in un momento più tranquillo, esprimergli come il suo comportamento la fa sentire. Anche se non sempre risponderà come spera, comunicare i suoi sentimenti può aiutarla a sentirsi meglio e a chiarire la sua posizione.
Infine, è essenziale prendersi cura di sé stessa. La sua salute mentale è importante, e stabilire dei confini può aiutarla a mantenere un equilibrio più sano nella sua vita.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Cordiali saluti.

Camilla Persico Psicologo a Carrara

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23 OTT 2024

Cara utente, grazie per aver condiviso con noi la sua storia. La sua ansia e preoccupazione per suo padre sono perfettamente logiche e comprensibili. Purtroppo un limite della psicologia è che non si può obbligare le persone a farsi visitare e questo può far sentire ancora più impotenti.
Dalle sue parole la situazione sembra gravarle molto sulla sua ansia. Ha accennato al fatto che va in terapia, pertanto la inviterei a parlare di questo suo malessere anche con il suo/a terapeuta qualora non l'avesse già fatto.
Riguardo al suo sentirsi in colpa la inviterei a non addossarsi tutta la responsabilità della situazione. Non conoscendo suo padre non posso azzardare a dire di chi sia la colpa maggiore, ma da un certo punto di vista in queste situazioni tutti hanno, anche se piccola, una dose di responsabilità. Tuttavia questo non la deve preoccupare o farla sentire ulteriormente in colpa in quanto si capisce dal suo racconto che le importa molto di suo padre. Le consiglierei di provare ad esserli vicino quando e possibile e ascoltarlo qualora ce ne fosse l'occasione. Se si vuole aiutare qualcuno si parte sempre dall'ascoltarlo, così da capire meglio la situazione e sapere come agire.
Se questa situazione le crea molta ansia, allora provi lavori su quest'ansia.
Spero che la sua situazione possa migliorare col tempo.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Dottor Massimo Morgione Psicologo a Torino

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23 OTT 2024

Cara Giulia,
la ringrazio per aver postato qui il suo quesito.
Suo padre fa parte della rete familiare e come tale, così come tutti gli altri componenti apporta un contributo nella creazione di dinamiche familiari. Anche lei, sua madre e suo fratello contribuite a queste dinamiche, sia con i vostri comportamenti, sia con le vostre "risposte" ai comportamenti del papà. Credo possa essere utile individuare queste dinamiche e nello specifico come lei risponde di fronte a ciò che di suo padre la infastidisce.
Potrebbe essere altrettanto importante mettere dei sani confini tra sè e suo padre apprendendo strategie di comunicazione assertiva, che la facciano sentire più forte e meno impotente nelle situazioni che ha descritto.
La aspetto volentieri, anche in videoconsulenza,se volesse lavorarci.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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23 OTT 2024

Lavorare sui confini.
Lei non ha responsabilità sulla salute di suo padre, deve farlo lui da se, o al massimo occuparsene la sua mamma.
Lei invece ha responsabilità verso la sua salute mentale. La sua ansia le dice qualcosa,
la scopra nella stanza delle paroleZ

Se ha piacere la aspetto in studio o online.

Saluti

Dott.ssa Barbara Durand

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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23 OTT 2024

Gentile Giulia, dalla sua richiesta non si evince l'età di Suo padre, età che potrebbe far propendere per eventuali patologie organiche di tipo demenziale o arteriosclerotico; accertamenti preventivi di tipo medico comunque possono sempre essere opportuni. Mi sembra tuttavia di intuire che i comportamenti che descrive di suo padre siano una sua caratteristica e che siano ormai sicuramente una componente del sistema relazionale familiare. Sicuramente l'atteggiamento di suo padre può far pensare ad un carattere particolarmente ansioso e pessimista e comunque per quanto la riguarda tale comportamento di insoddisfazione senza alcuna spiegazione genera nella relazione con lui estrema incertezza, più o meno accentuata negli altri partecipanti al sistema relazionale. Nel Suo caso, da come riferisce, ha reagito con notevoli problemi ansiosi che l'hanno portata in terapia. La sua situazione mi fa pensare alla teoria dell'attaccamento e al tipo di attaccamento ansioso, quello cioè che si crea quando la figura di riferimento non da risposte chiare, anzi presenta risposte incostanti di accoglimento, o addirittura come nel suo caso manifesta comportamenti di disapprovazione a livello sopratutto non verbale senza specificare però cosa disapprova in particolare. Questo per le sue caratteristiche personali avrebbero portato Lei nel sistema a reagire anche in età adulta ad un estremo bisogno di approvazione.
Considerata la sua età bene ha fatto ad iniziare una psicoterapia individuale ed in genere non considero vantaggioso interferire in un rapporto psicoterapeutico.
Io individuerei nella sua richiesta un'altra necessità, quella di un miglioramento della comunicazione sopratutto a livello emotivo con i suoi familiari e se ci fosse l'opportunità e la volontà da parte del sistema familiare sarebbe possibile e utile.

Dott. Gabriele Leardi Psicologo a Roma

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23 OTT 2024

Per noi corretta comprensione della situazione, quest’ultima necessità di essere approfondita.

Suo padre si è sempre comportato così oppure da un certo momento in poi?
È successo qualche evento che lo ha portato a sviluppare questi comportamenti?
Che giustificazione porta a questi suoi comportamenti?

Queste domande sono un primo spunto su cui inizia la riflessione.

Prova a spiegargli delicatamente con calma, che questi suoi comportamenti le provocano ansia

Se suo padre non vuole andare in terapia, nessuno lo può costringere.

Tuttavia, potete convincerlo, magari con la giustificazione che volete fare una terapia familiare ed essendo lui parte della famiglia, è coinvolto.

Resto a disposizione, se ha necessità, mi contatti


Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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23 OTT 2024

Gentile Giulia,
Ti consiglio di parlare con la tua psicologa di come questo stato di malessere di tuo padre condiziona te.
Chiediti, perché ti provoca questa rabbia? Come ti fa sentire il non poterlo aiutare?
Se non puoi agire cambiamenti su di lui, puoi provare a trovare con la tua terapeuta un modo per gestire la sensazione di ansia e pesantezza che lui genera in te.

Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi

Dott.ssa Claudia Cianchi Psicologo a Roma

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23 OTT 2024

Ciao! Capisco quanto possa essere difficile e frustrante affrontare la situazione con tuo padre. È evidente che il suo comportamento influisce sul tuo stato d'animo e su quello dell'intera famiglia. La situazione è complessa e ci sono diversi aspetti da considerare.

Comunica i tuoi sentimenti: È importante che tu esprima a tuo padre come ti fa sentire il suo comportamento. Potresti provare a farlo in un momento tranquillo, quando non sembra essere sopraffatto da emozioni negative. Fagli sapere che ti preoccupi per lui e che il suo atteggiamento ti colpisce.

Riconosci il tuo limite: È difficile aiutare qualcuno che non è disposto a ricevere aiuto. Accettare che non puoi cambiare tuo padre o forzarlo a cercare aiuto può essere un passo importante. Concentrati su cosa puoi fare per prenderti cura di te stessa in questa situazione.

Sostegno esterno: Poiché stai già andando in terapia, potrebbe essere utile parlarne con il tuo terapeuta. Potrebbe avere suggerimenti utili su come affrontare la situazione o su come gestire l’ansia che deriva dal comportamento di tuo padre.

Stabilisci dei confini: Se il comportamento di tuo padre ti causa ansia, prova a stabilire dei confini. Ad esempio, potresti dirgli che non sei in grado di rispondere a domande che ti mettono a disagio, oppure allontanarti fisicamente quando i suoi atteggiamenti diventano troppo pesanti.

Sostegno familiare: Se possibile, coinvolgi il tuo fratello e tua madre nella discussione. Potreste affrontare il problema insieme, anche se tua madre sembra accettare la situazione. A volte, avere più voci che condividono lo stesso messaggio può fare la differenza.

In sintesi, la situazione è complessa e richiede attenzione e sensibilità. L'importante è prendersi cura di te stessa prima di tutto, poiché non puoi aiutare gli altri se non stai bene. Spero che tu possa trovare un modo per gestire questa situazione e alleviare un po' del peso che senti.

Dott. Fabrizio Toti Psicologo a Todi

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23 OTT 2024

Cara Giulia,

La situazione che descrive è davvero difficile e può creare molta tensione in casa. Vivere con una persona che ha un comportamento instabile e negativo, soprattutto se è un genitore, può influenzare profondamente il benessere emotivo di chi gli sta vicino. È comprensibile che le reazioni di suo padre la facciano sentire ansiosa e nervosa, specialmente se questo atteggiamento si ripete nel tempo e sembra contagiare l'equilibrio dell'intera famiglia.

Il fatto che suo padre rifiuti di cercare aiuto e insista nel dire che va tutto bene rende ancora più complicato affrontare la situazione. A volte, chi soffre di disturbi dell'umore può avere difficoltà a riconoscere di avere un problema, o può sentirsi incapace di chiedere sostegno.

Considerando che lei è già in terapia, potrebbe essere utile parlare di questi aspetti con il suo terapeuta per capire come proteggere il suo benessere emotivo e limitare l'impatto che il comportamento di suo padre ha su di lei. Inoltre, cercare di mantenere un dialogo aperto e calmo con sua madre e suo fratello potrebbe aiutarvi a sostenervi a vicenda e a trovare strategie comuni per gestire i momenti di difficoltà. Anche se è frustrante vedere una persona cara rifiutare aiuto, è importante che lei possa prendersi cura di sé stessa in questa situazione, senza sentirsi responsabile per il comportamento di suo padre.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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