Buongiorno, ho 40 anni e da un po’ di tempo non sopporto più mia madre. Viviamo insieme da circa 10 anni, mio padre è mancato 5 anni fa ma la mia famiglia è stata una famiglia “unita” solo sulla carta. Lei mia fatto da madre e da padre ed è una donna che nella sua vita ne ha passate e sopportate tanto. Abbiamo un rapporto molto stretto, tant’è che ora che ha una certa età e problemi di salute sto “vivendo” in funzione delle sue necessità mettendo da parte le mie. A volte mi sento soffocare ma mi tengo tutto dentro perché so che finiremmo per litigare pesantemente. Da circa sei mesi ha litigato con la vicina di casa ed ho anche scoperto dispetti che mia madre faceva alla vicina (nonostante lei sia da sempre la paladina del non faccio dispetti e non ne voglio). Ora lei si è fatta terra bruciata intorno. Io, che da sempre sono una persona “vivi e lascia vivere”, sto soffrendo tanto, anche per lei fa spesso la vittima mettendomi in croce. Io vorrei solo dimenticare, vorrei smettere di sentirmi chiusa in fondo ad un pozzo e di piangere da sola sul divano la sera. Ho avuto anche brutti pensieri ad un certo punto tanto ero e sono stanca. Non so come gestire la situazione. Mi sento “incollata” ai suoi sbagli e di conseguenza penso che le persone allontanino anche me. Vi chiedo un consiglio.
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IERI, 4 OTT 2024
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Salve Mary,
Comprendo la sua difficoltà rispetto al conflitto in corso tra i ruoli che ricopre: quello di figlia che vorrebbe essere d' aiuto per sua madre ma anche di donna, individuo, soggetto, che necessita di uno spazio per sé. In questo momento il suo spazio personale è troppo piccolo, sta anteponendo il bisogno (comprensibile) dell' altro rispetto al proprio; da qui nasce il senso di soffocamento che lei descrive. Bisogna far entrare ossigeno, aprirsi una strada in questa dinamica che tende ad
intrappolare. Parlarne con un professionista potrebbe essere una via.
Vorrei riportare infine una frase di Carl Jung che mi è venuta in mente rispetto all'ultima parte del testo.
"Non sono quello che mi è successo, sono quello che ho scelto di diventare".
IERI, 4 OTT 2024
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Buongiorno, grazie per aver condiviso questo pezzo così importante della tua vita. È chiaro che stai vivendo una situazione molto complessa e carica di emozioni. Da ciò che racconti, il rapporto con tua madre è stato segnato da una forte vicinanza, ma anche da una dinamica di sacrificio personale che ora sta diventando difficile da sostenere. Vivere “in funzione” delle esigenze di un genitore, soprattutto quando si è stati vicini per così tanto tempo e con difficoltà personali come le sue, può portare a sentimenti di soffocamento e isolamento.
È naturale che, dopo anni di questo tipo di rapporto, tu possa sentire un bisogno di spazio e di ritrovare la tua autonomia. Il litigio con la vicina e i comportamenti di tua madre probabilmente hanno accentuato il tuo senso di disagio, creando una tensione che ti coinvolge direttamente e che sembra farti sentire “bloccata” e responsabile di qualcosa che non dipende da te. È comune, in questi casi, percepire che la propria identità venga fagocitata da quella del genitore, soprattutto quando la relazione è stata stretta e piena di aspettative.
Mi sembra che tu abbia espresso con molta chiarezza il tuo bisogno di spazio e il desiderio di tornare a concentrarti su te stessa, senza sentirti “incollata” ai comportamenti di tua madre. Questo è un primo passo importante. Potresti provare a trovare dei momenti di “respiro” per te stessa, attività che ti facciano sentire più connessa ai tuoi desideri e ai tuoi bisogni, anche se solo per piccoli periodi durante la giornata. Può essere difficile trovare questo spazio di autonomia quando ci si sente responsabili per il benessere di un genitore, ma è fondamentale per il tuo equilibrio emotivo.
Affrontare la situazione direttamente con tua madre potrebbe sembrare complesso, soprattutto se pensi che potrebbe portare a litigi, ma parlare di come ti senti – con delicatezza e rispetto per entrambe – potrebbe essere una via per iniziare a mettere dei confini più sani. Anche l’aiuto di uno spazio di ascolto con un professionista potrebbe essere molto utile, perché ti consentirebbe di esplorare in modo più approfondito questi sentimenti e trovare una modalità di relazione più equilibrata con tua madre.
Ricorda che prenderti cura di te stessa non significa abbandonare o trascurare tua madre: trovare un equilibrio tra le tue necessità e le sue è fondamentale per continuare a offrire il tuo sostegno senza che ciò comprometta la tua salute emotiva. Se vorrai parlarne ancora, sono qui per ascoltarti e supportarti nel trovare la serenità di cui hai bisogno.
IERI, 4 OTT 2024
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Buongiorno Mary,
Grazie per aver condiviso questo suo momento così difficile qui con noi.
Posso solo immaginare cosa stia passando. Cosa posso dirle Mary? Come ha scritto bene lei, il senso di oppressione che vive è dato dal fatto che si sta occupando di una persona, annientando completamente se stessa. È importante però comprendere che per sostenere l’altro non è indispensabile, limitarsi così tanto: è un po’ come se lei stesse facendo quello che in passato ha fatto sua mamma, ovvero sopportare. Sopportare e supportare sono due parole diverse. Una domanda che le pongo su cui sarebbe utile riflettere è “per lei è pensabile immaginare di dare sostegno a sua madre, pur non vivendo con lei?”. Ho la sensazione che questo non sia pensabile per lei; questa modalità di starle vicino la sta bloccando nel progredire la sua vita e questo blocco emotivo le parla senza dubbio di lei. Per riappropriarsi di un pezzo della propria vita deve iniziarsi a dare più spazio e forse la casa in cui vive non la aiuta. Il momento che vive le parla di temi molto potenti, di un passaggio e lei può assolutamente vedere quella luce dal pozzo in cui si trova, può andarci incontro. Non è detto che però debba farlo da sola: può scegliere di farsi aiutare psicologicamente da un professionista. Vorrebbe dire qualcosa di enormemente importante, ovvero decidere di ritagliarsi uno spazio fisico ed emotivo dedicato a se stessa. Qualora abbia voglia, resto a sua disposizione per accompagnarla in questo percorso insieme.
Spero di averle dato uno spunto,
Dott.ssa Tanda Giorgia.
IERI, 4 OTT 2024
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Mi dispiace molto per la tua situazione.
Non metto in dubbio che sua madre abbia sofferto tanto e abbia sopportato tanto nella vita.
Tuttavia, questo non è una motivazione per la quale lei deve mettere bisogni di sua madre prima dei suoi.
È giusto che lei aiuti sua madre, ma è anche giusto che anche lei si faccia la sua vita.
Il che non significa abbandonare sua madre, ma essere giusti ed equi con i bisogni e le vite di entrambe.
Se non riesce a trovare una soluzione al rapporto con sua madre, potrebbe provare andare a vivere da sola. Così avrebbe anche un po’ più suoi spazi e si staccherebbe anche un po’ da sua madre.
Oppure un’altra soluzione potrebbe essere che lei, nonostante continui a vivere con sua madre, si prenda anche nei suoi tempi per fare le cose per se stessa. Dedicare il tempo anche per lei per la sua salute fisica e la sua salute mentale
In entrambi i casi significa abbandonarla, ma da ognuno i suoi spazi e i suoi bisogni
Resto a disposizione, se ha necessità, mi contatti.
IERI, 4 OTT 2024
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I genitori sono sempre il punto più importante della vita di ognuno e nel momento in cui uno dei due viene a mancare, ci si Lega ancora di più a quello in vita, a maggior ragione se si vive insieme. Non so la sua storia né perché vive da 10 anni con sua madre però è un legame che è difficile da slegare dopo tanti anni. Sicuramente si sono sommate tante cose tra cui l'affetto, la voglia di non lasciarla sola dopo la morte di suo padre, però è importante che in questo momento della sua vita si sia fermata e si sia chiesta realmente di cosa ha bisogno e questo le può dare modo di guardarsi attorno, di trovare momenti di svago e attività che possano prenderle del tempo distante da casa, ma anche distante dagli atteggiamenti che non apprezza più di sua madre, perché la troppa vicinanza e la costante convivenza può portare a rovinare un bel rapporto e quindi la cosa migliore per entrambe, ma soprattutto per se stessa, è quella di trovare un proprio spazio, partendo anche solo dall'immaginare che cosa le può piacere. per poi cercare di metterlo in pratica.
Dott.ssa Emanuela Grosso
IERI, 4 OTT 2024
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Buongiorno Mary, grazie per aver condiviso il suo dolore, cercare aiuto è sempre un gesto di coraggio. Purtroppo è spesso molto difficile separarsi da un genitore nei cui confronti si sente di avere un debito e prendere le distanze per costruire la propria vita può sembrare un tradimento imperdonabile. Non lo è. Crescere e separarsi non significa tagliare con il genitore, significa prendere delle distanze che permettano di creare dello spazio per fare entrare altro ma al contempo mantenere una relazione affettiva che non influenzi le sue scelte e la sua identità. Questo è un passaggio molto complicato e le assicuro che sono tantissimi i giovani che chiedono un supporto psicologico per essere aiutati nel farlo. Le auguro di trovare quello spazio e di riempirlo di cose sue.
Il mio consiglio, se vuole intraprendere un percorso psicologico, è di cercare qualcuno di orientamento psicodinamico/relazionale/sistemico.
Resto a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Irene Fortuna
IERI, 4 OTT 2024
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Gentile Mary,
Capisco il peso emotivo che sta vivendo, soprattutto per il rapporto stretto e complesso con sua madre. Da quanto dice, sembra che la situazione le stia causando molta frustrazione e senso di soffocamento, e questo può essere davvero difficile da gestire.
La sua dedizione verso sua madre, soprattutto considerando i suoi problemi di salute, dimostra grande amore e responsabilità, ma sembra che stia mettendo da parte sé stessa e i propri bisogni. Questo può portare a sentirsi esauriti, emotivamente e mentalmente. È importante prendersi del tempo per sé stessa, anche se può sembrare difficile o egoistico.
Un primo passo potrebbe essere stabilire dei confini più chiari, per evitare che le sue necessità vengano costantemente sacrificate. Questo non significa smettere di prendersi cura di sua madre, ma trovare un equilibrio che le permetta di vivere la sua vita senza sentirsi schiacciata.
Potrebbe essere utile parlare con qualcuno, come un terapeuta, che possa aiutarla a gestire questi sentimenti e a trovare delle strategie per affrontare il senso di oppressione che prova. Inoltre, se possibile, cercare supporto esterno per la gestione della cura di sua madre potrebbe alleggerire un po' il carico.
È fondamentale anche riconoscere che i problemi di sua madre non devono definirla. Le scelte e i comportamenti degli altri non riflettono chi è lei come persona. Darsi lo spazio per respirare e per pensare a sé stessa è essenziale per preservare il suo benessere.
IERI, 4 OTT 2024
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Buongiorno,
purtroppo temo che in situazioni talmente delicate risulti davvero riduttivo un "consiglio"; piuttosto sarebbe opportuno intraprendere un percorso psicologico, finalizzato a comprendere cosa l'abbia spinta a vivere, e a farlo ancora oggi, con sua madre, in funzione delle sue necessità, e a soffrire, "incollata ai suoi sbagli".. Bassa autostima? Rapporti familiari in cui si fa fatica a differenziarsi, con annessi sensi di colpa se ogni membro si ritaglia il proprio spazio di vita? Al momento sono solo ipotesi..
Un valido percorso non le darebbe nè le risposte, nè tantomeno alcun consiglio, ma la aiuterebbe a porsi le giuste domande.
Le suggerirei vivamente di valutare questa opzione.
IERI, 4 OTT 2024
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Buongiorno Mary,
la mia impressione è che questo legame a doppio filo con sua madre rispetto al quale non riesce a vedere oltre, le stia impedendo di vivere la sua vita. Immagino che dietro alla sua permanenza a casa di sua madre e al suo accudimento continuo, ci siano tante emozioni e credenze che la tengono inchiodata là, da un lato forse perché non pensa di essere in grado di crearsi una vita autonoma, dall'altra immagino per senso del dovere e per i conseguenti sensi di colpa che la portano a sacrificare la sua vita per lei, mettendo da parte tutto il resto.
Immagino che si stia vivendo come una vittima di questa situazione e questo non fa che accrescere il suo senso di impotenza e la sua convinzione di non poterne uscire.
Credo fermamente che lei sola abbia il potere di cambiare le cose e che, per farlo, abbia bisogno di lavorare su di sé per imparare a capire e a sentire tutto il suo valore e per imparare a prendersi cura di sé, senza continuare a mettersi da parte e ad immolarsi per sua madre. Penso che abbia bisogno di scoprire le sue risorse interne che sicuramente saranno molte.
Sono sicura che, magari con un supporto psicologico, riuscirà a trovare la sua strada.
IERI, 4 OTT 2024
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Credo innanzitutto che sia importante che voi possiate instaurare un dialogo schietto e sincero mediante il quale poter condividere pensieri e vissuti emotivi circa la situazione da lei riportata al fine di trovare soluzioni che possano soddisfare le esigenze di tutti. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Mary, lei deve lavorare, a mio parere, sull'impatto che le parole di sua mamma hanno su di lei: non possiamo "telecomandare" il comportamento altrui ma possiamo, invece, lavorare affinchè si riesca a modificare l'approccio circa questa situazione spiacevole.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
IERI, 4 OTT 2024
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Gentile Mary,
Capisco che si trovi in una situazione molto difficile, e il legame stretto e complesso che ha con sua madre, unito alle sue necessità di salute e alle tensioni con le persone intorno, la faccia sentire oppressa.
Vivere per tanto tempo accanto a una persona cara, che ha anche delle fragilità, può creare una dinamica in cui ci si sente responsabili del suo benessere, a scapito dei propri bisogni. La frustrazione e la stanchezza che descrive sono comprensibili e naturali.
Innanzitutto, è importante che riconosca il suo diritto a prendersi cura di sé stessa. Non deve sentirsi in colpa per il desiderio di ritagliarsi uno spazio personale, anche se sua madre ha bisogno di assistenza.
Potrebbe essere utile cercare un momento per parlare con sua madre, cercando di comunicare i suoi sentimenti senza che la conversazione diventi conflittuale. Può provare a spiegare, con calma, quanto sia difficile per lei gestire tutto da sola e che anche il suo benessere è importante.
Infine, si ricordi che il suo valore non è definito dagli errori di sua madre, che, da essere umano qual è va considerata comunque come una persona fallibile, o dalle tensioni con gli altri. Lei merita di vivere una vita serena, e trovare modi per alleviare il peso che porta può essere un primo passo verso una maggiore tranquillità.
Resto a disposizione qualora volesse parlare o avere un ulteriore confronto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi