Salve, vorrei riuscire a capire se ho uno o più problemi, o forse sono solo molto paranoico anche se dubito.
Ho 21 anni
Non saprei da dove partire per spiegare, l’argomento è un po’ tutto generale.
Diciamo spesso che mi capitano momenti in cui se mi chiedesserò “parlaci di te” io non saprei cosa dirgli, non saprei spiegargli chi sono, cosa mi piace fare (oltre che giocare a calcio),a cosa mi interesso ecc ecc
ho questo senso di vuoto incredibile.
Da un po’ di tempo non provo più passione nel fare le cose, è come se mi mettessi lì e le facessi tanto per, e non perché c’è Quella cosa che mi viene da dentro di voler fare.
Non ho la “fame” di voler guadagnare o raggiungere un qualcosa, arrivare ad un obbiettivo.
Molto spesso per non dire sempre mi mettono paura le cose che per un’altra persona potrebbero risultare normali o addirittura banali, tipo che si andarmi a fare un giro in paese da solo, mentre che so con un amico o con la mia ragazza mi sento più a mio agio.
È questo è un esempio, c’è ne sarebbe altre mille di “paure” di affrontare alcune cose.
Ho difficoltà nel ricordare alcune parti della vita quotidiana, di ciò che ho fatto in passato, non me le ricordo proprio.
Delle volte non provo nemmeno il peso, per esempio qualche settimana fa ho letteralmente buttato più di 150€ nelle scommesse sportive e nonostante il grave problema economico( vivo con i miei genitori, mio padre è fallito con l’azzienda, perché ha buttato molti soldi nel fare “la bella vita” dato che lui soffre di bipolarità e depressione e questi problemi lo hanno portato a questo)io non ne ho nemmeno sentito il peso di aver buttato questo soldi, ma come si tantissime altre cose.
Avrei tantissimi altre cose da raccontare, ma queste che ho raccontato adesso, le ho raccontate così in modo confuso perché appunto non saprei da dove partire, non saprei di cosa pararvi di me.
Vorrei sapere in grandi linee cosa potesse comportare a tutto ciò che vi ho raccontato.
Grazie
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23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Salve, grazie per aver condiviso con noi i suoi timori.
L'età in cui si trova è molto particolare, non si è più ragazzi ma non si è nemmeno ancora uomini, e c'è ancora tanto da definire. Proprio questa condizione può generare ansia e confusione, soprattutto se in presenza di altre situazioni difficili, come quella che lei ci descrive di suo padre. Non deve essere semplice convivere con la patologia che lo accompagna e che ha accompagnato indirettamente anche lei nella crescita.
Penso sia importante tenere a mente che, al di là della nostra famiglia, siamo individui unici, con la possibilità di scegliere cosa di buono vogliamo mantenere di quel che ci hanno dato e cosa invece vogliamo costruire che sia veramente nostro.
C'è da dire anche che la società in cui viviamo oggi ci fa continue richieste che potrebbero non incontrare quelli che sono i nostri bisogni. Forse in quello che dice potrebbe esserci anche un timore di non incontrare quelle che sono le aspettative esterne ed è per questo che sarebbe importante riflettere su ciò che è lei a chiedere a sè stesso e per sè stesso.
Spesso perdiamo di vista la gioia dell'essere semplicemente noi stessi e non quello che gli altri vorrebbero che fossimo.
Penso che sarebbe utile per lei trovare uno spazio sicuro, probabilmente quello della stanza di terapia, all'interno del quale potersi concedere di continuare (o cominciare) a conoscersi realmente. Uno spazio sicuro in cui permettersi di entrare in quel vuoto, viverlo e scoprire che è proprio lì che si nascondono le sue risorse autentiche, da utilizzare per diventare chi realmente desidera.
Spero di esserle stata utile,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi
23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente,
da quanto scrive sembra che lei stia attraversando un periodo negativo in cui prevale un disturbo dell'umore a sfondo depressivo che le crea anedonia, senso di vuoto, mancanza di obbiettivi, ansia sociale e disturbi di memoria.
E' consigliabile un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale con eventuale integrazione farmacologica.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buon pomeriggio
Ha scritto molte cose di lei,solo cose negative.
Sono sicura che vi sono anche cose positive.
Come è in tutte le persone.
Le sarebbe utile un percorso di psicoterapia
Per analizzare le varie tematiche
Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roms
23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile,
mi aggancio alla confusione e incertezza che sente sulla sua narrazione per consigliarle di intraprendere un percorso psicologico al più presto. Sarà uno spazio che dedicherà a sè, in cui cercherà di raccontarsi come meglio riesce e verrà aiutato in questo da un/a professionista che, senza giudicarla, la aiuteranno a fare più chiarezza e a togliere dubbi su ciò che la sta attanagliando.
Rendendomi disponibile in tal senso, la saluto cordialmente.
dott.ssa Elena Carucci
23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno.
Vivere con un genitore affetto da patologie importanti comporta una perdita nella conoscenza di se, ostacola il processo di acquisizione di un'identità e del senso del sentire che permette di distinguere ciò che piace da ciò che non piace, e ciò che giusto da ciò che è sbagliato.
In tutto ciò emerge in lei una forte paura del giudizio altrui, di essere considerato normale o banale, mentre nell'essere una persona comune potrebbe iniziare ad incontrare se stesso e conoscersi, vedere le sue particolarità e idiosincrasie. Sarebbe utile a tal fine percorso di psicoterapia, lei è molto giovane e ha tutto il tempo per approfondire la conoscenza di sé.
In bocca al lupo
Cari saluti
Dottoressa Simona D'Urso
23 GEN 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissimo,
mi ha colpito molto la sua frase "Non ho la “fame” di voler guadagnare o raggiungere un qualcosa, arrivare ad un obiettivo". Infatti questa frase mi fa pensare: "A cosa serve smettere di "digiunare" se poi quello che facciamo non ci porta da nessuna parte? A cosa serve essere più produttivi se le attività che completiamo in nessun modo ci rendono felici?". E' normale che, se non sa dove andare, ogni strada che prenderà le sembrerà sbagliata.
Per tale ragione sarebbe bene partire dai suoi valori personali, che rappresentano la cornice attorno alla “tela” della sua vita: essi, infatti, guidano le sue scelte, danno struttura al suo percorso, conferiscono un senso a ciò che lei desidera. I valori però non sono dei taxi… non hanno il compito di portarla da qualche parte, servono solo a definire chi si è e cosa si vuole veramente. Per iniziare a percorrere la tua strada avrà, infatti, avrà bisogno di fare un passettino in più: fissare degli obiettivi collegati ai suoi valori. Tutto ciò le occorrerà a far riemergere le sue risorse e per riappropriarsi di quel senso di fame, utile a mordere finalmente con gusto la sua vita. Per fare ciò può farsi aiutare da un professionista.
Spero di esserle stata utile e resto a disposizione per un'eventuale consulenza psicologica.
Saluti.
Dott.ssa Deborah De Luca
