Perdonare se stessi

Inviata da Miriam · 26 ott 2015 Autostima

Buongiorno, pensavo che non avrei più scritto per quanto riguarda una storia passata, ma la rabbia che provo verso me stessa mi spinge di nuovo a farlo.
Ho frequentato per circa 2 anni un uomo sposato. Il primo anno, nonostante la storia sia nata per attrazione fisica, sembrava aver preso una piega diversa. C'erano dei momenti in cui davvero credevo alle parole che mi ripeteva. E alcuni suoi atteggiamenti lo confermavano.
Poi , un anno fa, le cose sono cambiate. Probabilmente perchè ha scoperto che anche la moglie, nel frattempo, lo ha tradito. Non avevamo più rapporti sessuali già da mesi. Ma questo non ci impediva di frequentarci. Finalmente mi vedeva sotto un altro aspetto e non solo quello fisico.
Ma la sua "indecisione" mi ha spinta a chiudere definitivamente. Da subito tra noi si è creato un distacco totale, fatto di silensi e indifferenza. E per questo non sono più tornata sui miei passi.
Lui, di contro, malgrado l'indifferenza, parlando di me con una collega, ribadiva l'affetto immenso che provava per me, aggiungendo che se io lo avessi cercato, lui per me ci sarebbe stato. Ma io non ho mai ceduto.
A dicembre ho cambiato lavoro e ci siamo anche persi di vista. Ho passato mesi di inferno. Pensavo le peggiori cose su di me. Non ero una persona per cui valesse la pena lasciare la moglie. Ne tantomeno provare a chiarire, magari anche in maniera definitiva, ma provarci.
Invece il suo silenzio mi ha logorata. E in ricordo di quel dolore affermo che non potrei più fare il ruolo di amante. Ne con lui, ne con nessun altro. Passano i mesi e mi arriva una chiamata (fatta erroneamente) da una persona che in seguito ho scoperto essere sua moglie.
Questo mi ha spinta a mandare un messaggio prima a lei, pacato e senza fare accenno a nulla.
Di seguito,ho scritto un altrettanto messaggio pacato a lui in cui lo invitavo a cancellare il mio numero dalla rubrica di sua moglie. Era al corrente di tutto e si scusava. La sera stessa mi scrive per informarmi che aveva parlato a sua moglie e temeva che mi avrebbe chiamata.
Il giorno dopo ho chiesto di poterci sentire a voce. Senza che io facessi nessun accenno alla nostra storia, lui ha iniziato a dirmi che se avesse avuto le p***e avrebbe lasciato lei e si sarebbe messo con me. Che nonostante i mesi trascorsi mi pensa e quando lo fa gli viene un nodo alla gola. Ci tiene a me ed è contenta di avermi sentita.
Poi ha spiegato che sua moglie è arrivata a me perchè, mesi e mesi dopo la rottura, lui, guardando le mie foto, si è fatto scoprire. Lei giustamente si è insospettita e ha voluto cancellare il mio numero dalla sua rubrica, ma inserirlo nella sua.
L'impressione che avevo parlandogli, belle parole a parte, è stata come riprendere da dove ci eravamo lasciati.
Non avevo nessuna intenzione di riprendere il rapporto di prima, ma pensavo che si potesse salvare qualcosa. Il dolore che avevo provato in tutti quei mesi sembrava lenito. Ho creduto di avergli lasciato qualcosa di buono. Abbiamo chiaccherato per mezz'ora e non avevo l'impressione che si sforzasse. Ma con il senno di poi posso affermare che lo ha fatto per "tenermi buona", vista la paura che la moglie potesse chiamarmi, non era del tutto rientrata.
Dopo qualche settimana mi scrive, come aveva promesso. Anche in quella circostanza non c'era rancore, tensione. Dialoghi semplici ma, a pelle, sinceri e privi di secondi fini. Ammetto che lui in alcune frasi ha voluto farmi sapere che ha una buona considerazione di me, che nel periodo di silenzio lui ha conservato una
foto che mi fece una rivista. Questo lo ha ribadito più diuna volta. Io, sempre gentile ma mai affettuosa, ho chiesto di farmela avere. La conversazione si è conclusa per volontà mia, e lui, nel salutarmi, mi ha scritto che se avessi voluto incontrarlo sarebbe stato disponibile e che mi ha scritto tutta quella serie di messaggi perchè gli fa piacere parlare con me.
Ecco tutto. Ci tenevo ad entrare nel dettaglio perchè da più di due mesi è sparito.
All'inizio soffrivo molto e sono ricaduta nei cattivi pensieri che, con tutta forza, ero riuscita a rimuovere.
Ora non mi resta che rabbia. Molta rabbia verso me stessa. Non riesco a capire come ho potuto farmi prendere in giro un'altra volta. Come ho potuto?! All'inizio pensassi di non aver perso la dignità parlandogli. Avevo adottato un distacco tra le vicende attuali (che mi avevano portata a scrivergli) e quelle passate.
Avrei dovuto dirgli quello che pensavo. Avrei dovuto sbattergli in faccia tutto il dolore che ho porvato in quei mesi. Non per farmi compartite.
Ho scelto in quel momento di stare su una linea diversa. Ed ora me ne pento. Così lui, che sicuramente non sentirò mai più, penserà che il suo giochetto ha funzionato anche questa volta. Anche adistanza di un anno. E riderà per questo.Gli ho dato la prova che sono una persona che non vale nulla.
Sono la diretta responsabile di questa mia sofferenza. E non so come fare a perdonarmi. Non so nemmeno se lo merito. Vorrei solo avere un'altra, ultima occasione. Per risarcirmi. Per poter davvero andare avanti.
Lui, dal canto suo, si è dimostrato un pover uomo. Fingere a quel punto, sia al telefono che per messaggio, solamente per impedire chissà quale disgrazia. In dua anni di frequentazione capitava che gli dicessi di guardare il profilo Fb della moglie. Ma non ha mai avvertito una minaccia. Perchè io per prima non avrei mai fatto nulla.
Mi ha tolto molto. Vorrei riavere indietro qualcosa. Ma lo merito?

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Miglior risposta 26 OTT 2015

Gentile Tety,
lei sembra essere una persona rigida, molto severa con se stessa e dotata di scarsa autostima, tanto da essere convinta di non meritare nulla.
Intanto la approvo quando lei dice che quel dolore le ha insegnato a rifiutare per il futuro il ruolo di amante.
In effetti questa situazione è già di base negativa e foriera di problemi che sarebbe tanto meglio evitare.
Poi non capisco perchè se la prende tanto dal momento che dice che con quel povero uomo "non aveva nessuna intenzione di riprendere il rapporto di prima".
Quando una storia finisce è inutile rimestarla ma lei tende comunque a svalutarsi troppo.
Per questo motivo le suggerisco un percorso di psicoterapia onde poter acquisire il giusto livello di autostima.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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26 OTT 2015

Si, è possibile fare pace con se stessi. Hai sottolineato bene tu: "solo consapevole". La consapevolezza è il primo passo ed include le proprie volontà. La tua richiesta d'aiuto attuale è riferita al trasformare la consapevolezza in azione. Per far questo può essere utile un percorso di psicoterapia, anche breve, mirato all'argomento che ti aiuti nelle varie fasi intermedie fra consapevolezza ed azione con opportuni esercizi psicologici. Ti ho consigliato l'uso di un oggetto rosa per favorire con la cromo-terapia un processo spontaneo ed autonomo proprio perché essendoci già consapevolezza potresti farcela anche da sola, tuttavia un supporto esterno ti può essere di notevole aiuto.
Dr. Saverio Caffarelli
Psicologo - Psicoterapeuta anche on-line.

Dott. Saverio Caffarelli Psicologo a Cagliari

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26 OTT 2015

Vorrei precisare che a seguito di questa mia sofferenza ho intrapresa un percorso di psicoterapia. Ha portato alla luce alcuni "fantasmi" del passato. Sono consapevole di alcuni meccanismi. Ma solo consapevole.
Per quanto riguarda la risoluzione del problema sembra non aver funzionato.
E la prova è scrivere di nuovo per aver un aiuto.
Si potrà mai far pace con se stessi?

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26 OTT 2015

Sembra che in un primo momento tu ti sia perdonata, poi però "ti sei fatta prendere in giro un'altra volta". Se ora tu ti perdonassi probabilmente vivresti il perdono come una strada aperta "alle prese in giro" che però non tolleri. Se vuoi perdonarti potresti trovare un modo per associare il perdono ad azioni protettive per te.
La frequenza del colore rosa stimola le proprie capacità di prendersi cura di sé, di volersi bene e difendersi. Porta con te un oggetto rosa, sempre lo stesso oggetto almeno per un mese (anche una piccola pietra o un nastrino che metti in tasca). Ti aiuterà a ricordarti che esisti e che è bello volersi bene.
Dr. Saverio Caffarelli
Psicologo - Psicoterapeuta anche on-line

Dott. Saverio Caffarelli Psicologo a Cagliari

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26 OTT 2015

Gentile Tety,
innanzitutto credo che per Lei scrivere non sia stato facile, quindi la ringrazio per averlo fatto perchè è indubbiamente un primo passo per uscire allo scoperto e "tentare" di chiedere aiuto. In secondo luogo, a mio avviso, prima di chiedersi se "se lo merita" io mi chiederei "perchè non dovrebbe meritarselo?"che è tutto un altro discorso ed apre diverse prospettive rispetto al suo rapporto con sè stessa, con suo marito e con la relazione di coppia che ha avuto, sia in passato che attualmente. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarla a conoscersi. In bocca al lupo. VdM

Valentina de Maio, Sessuologa Psicoterapeuta Psicologo a Napoli

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