| Potreste aiutarmi, per favore? |

È molto difficile per me spiegarmi. Raramente vengo compresa.

Mi chiamo D. A. Ho 35 anni, da quando ne avevo 18 lavoro nell'ambito della ristorazione. Poi ho smesso per andare all'università, scienze dell'educazione. Perché vorrei...
Ecco il primo problema: ho iniziato perché vorrei avere le competenze per andare nei paesi del terzo mondo a recuperare l'infanzia laddove questa viene negata. Però, l'idea di lasciare il mio cane mi blocca e non potrei portarmelo dietro perché è anche del mio partner umano. Quindi che cosa vorrei?
Vorrei diventare psichiatra o psicoterapeuta, perché mi piacerebbe essere di supporto alle persone. Ma, il mio psicoterapeuta mi dice che non ho le qualità e le caratteristiche per essere una terapeuta o per sopravvivere a medicina, oltre al fatto che, sono vecchia per intraprendere dei percorsi così lunghi.

Sto male, sto molto male.
Vorrei morire. Ogni notte spero che sia l'ultima ed ogni giorno che sia l'ultimo.

Vado in terapia da marzo 2023.
Prendo psicofarmaci controvoglia da febbraio 2024.

Col mio terapeuta ho un pessimo rapporto. Ho la sensazione che mi odi, anche se lui mi dice che se mi odiasse, non mi terrebbe in terapia.
Si arrabbia spesso con me e dice che sono l'unica paziente che lo fa arrabbiare.
Dice anche che si sente frustrato perché io sembro non fare progressi. Sembra, secondo lui, che io non mi impegni e che mi aspetti che faccia tutto lui il lavoro. Invece io ci provo a seguire i suoi consigli e le sue indicazioni. Se mi consiglia un libro, lo leggo. Se mi consiglia un film, lo guardo. Se mi dice di fare determinati esercizi, li faccio. E mi obbliga a prendere farmaci altrimenti non ha intenzione di continuare a tenermi in terapia.

Io gli voglio un bene dell'anima e lo stimo tantissimo. Vorrei tanto riuscire ad avere un bel rapporto con lui. Ma sembra che ogni cosa che dico o che faccio sia sbagliata.

Al di là di questo, lui mi ha detto che a parer suo ho una frammentazione del sé (vedere libro di Janina Fisher). A parer suo sono istrionica (anche se in realtà io cerco sempre di mostrare che sto meno male di quanto realmente io mi senta. Lui ritiene che io esageri, perché abbiamo sensibilità diverse. Per esempio: Se muore un insetto io sono triste 8. Lui è triste 2. Quindi se mostro di essere triste 5, per lui io sono esagerata. Ho provato a spiegarglielo. O non mi crede o non mi capisce. Non lo so.

Lui ci tiene a me, desidera che io stia bene e sostiene che io mi meriti di stare bene.
Mi dedica sempre 1,5h rispetto alla normale ora e da quando ho mollato il lavoro per fare l'università, mi ha anche ridotto il costo a seduta. Mi chiede il 50% in meno rispetto a prima. Ma io non gli ho domandato nulla.

Una volta c'era sempre via messaggio se stavo male, ora non più e mi manca molto. Soprattutto soffro perché oggi si è arrabbiato tantissimo perché gli ho chiesto di ascoltare un vocale che gli ho mandato ieri di 1 minuto in cui gli spiegavo che avevo un problema con l'appuntamento di lunedì e le relative motivazioni.

Io mi sento un mostro perché in certi momenti vengo sequestrata da una parte piccola di me, che non ragiona e si comporta male e la parte adulta che va avanti con la vita non sempre riesce a tenerla a bada.
Mi odio e vorrei morire così smetterei di essere un disturbo ed un peso.

Il mio terapeuta dice che è solo una parte di me che vuol morire. Non tutta io.

Non riesco a vivere e ad andare avanti. Non riesco a stare bene. Non mi interessa di continuare a vivere stando così.
L'unico motivo che mi spinge a trattenermi dall'uccidermi è che non voglio far soffrire i miei due compagni di vita: cane e partner umano.