Problemi con la cacca

Inviata da Giorgia · 22 set 2024 Psicologia infantile

Buongiorno, il mio bimbo, 3 anni e mezzo(quasi 4) mi sta facendo disperare. A 3 anni gli siamo riusciti a togliere il pannolino e ha iniziato la scuola materna, noi molto felici. Ora a questa età non contiene più la cacca e se la fa addosso con la scusa di essersi dimenticato e di essersi perso nel gioco. Non riesco a capire cosa stia succedendo e mi trovo spesso a perdere la pazienza, sgridandolo e "umiliandolo". Mi sento una mamma tremenda ma non riesco a contenere la mia reazione così come lui non riesce a contenere la cacca. È un periodo di cambiamenti, stress di noi adulti quindi sono consapevole di possa riflettere anche su di lui, ma come posso fargli capire che non si deve comportare così? Ha una sorellina più piccola di due anni e mezzo che anche lei ormai ha tolto il pannolino.

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Miglior risposta 24 SET 2024

Buongiorno gentile Giorgia, capisco il suo stato di frustrazione e il dispiacere che può provare in questa situazione, che è molto più comune di quanto si possa pensare. Prima di tutto, vorrei rassicurarla: comportamenti come quello che descrive, legati al controllo delle funzioni corporee, sono spesso influenzati da fattori emotivi e di sviluppo, e possono riemergere anche dopo periodi di apparente autonomia.

Il fatto che suo figlio stia attraversando un momento di regressione riguardo all'uso del bagno potrebbe essere legato a diversi aspetti:

1) Come ha giustamente intuito, i bambini sono estremamente sensibili all'ambiente che li circonda. Se ci sono stati cambiamenti significativi o tensioni, anche non direttamente legati a lui, è possibile che suo figlio stia manifestando queste emozioni attraverso il suo comportamento. Non riuscire a trattenere la cacca può essere un modo per esprimere un disagio o una difficoltà nel gestire i cambiamenti, anche se il bambino stesso non ne è consapevole.

2) La presenza di una sorellina che ha già tolto il pannolino potrebbe generare in lui un senso di competizione o di insicurezza, nonostante il suo amore per lei. Spesso i bambini di questa età cercano attenzione, e a volte lo fanno in modi che non sembrano razionali agli adulti, come la regressione. Potrebbe sentirsi "messo da parte" o avere bisogno di riaffermare il suo ruolo nella famiglia.

3) È tipico per i bambini di 3-4 anni essere così assorbiti dal gioco che dimenticano le esigenze fisiologiche. Il gioco è per loro una parte fondamentale dello sviluppo, e a volte può capitare che non percepiscano in tempo il bisogno di andare in bagno.


Invece, per quanto riguarda la sua reazione, è importante che non si colpevolizzi troppo. È comprensibile perdere la pazienza in situazioni come queste, specialmente quando si è sotto stress. Tuttavia, sgridarlo o "umiliarlo" può rafforzare in lui l'ansia e la paura di deluderla, aumentando così la difficoltà nel gestire la situazione.
Anche se può essere difficile, cercare di mantenere un approccio calmo e paziente è essenziale. Sottolineare i successi e i momenti in cui riesce ad andare in bagno da solo, piuttosto che focalizzarsi sugli incidenti, può aiutarlo a sentirsi più sicuro.

Consideri che i bambini si sentono al sicuro con le routine. Stabilire momenti fissi per andare in bagno, come prima di iniziare a giocare o subito dopo i pasti, può aiutarlo a prendere l'abitudine. Questo senza farlo sentire punito, ma come parte naturale della giornata.

Quando accade un "incidente", invece di concentrarsi sull'errore, potrebbe essere utile dirgli qualcosa come "Capisco che ti sei perso nel gioco, ma la prossima volta proviamo a fare una pausa per andare in bagno". Mostrarsi comprensivi può ridurre il suo senso di frustrazione e di vergogna.

Anche se è naturale notare le differenze, le suggerisco di evitare confronti diretti tra i due bambini, così può aiutarlo a non sentirsi messo sotto pressione o in competizione con lei.

Infine, se il comportamento persiste o peggiora, potrebbe essere utile parlare con un professionista per escludere eventuali cause fisiologiche o per ricevere un supporto psicologico. A volte, un breve percorso con uno specialista può fornire strumenti pratici per gestire queste situazioni in modo più sereno.

Le auguro il meglio per questo periodo di cambiamenti e di crescita, restando a sua disposizione per ulteriori approfondimenti o una consulenza.

Un caro saluto,
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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1 OTT 2024

Deve essere molto difficile per suo figlio non solo farsela addosso con umiliazione, ma anche essere diventato da meno rispetto alla sorellina. Ha detto che ci sono stati dei cambiamenti, però alla sua età avrebbe potuto reagirvi atteggiandosi da ometto, e invece è tornato un bambino piccolo. È difficile poter darle dei consigli su come aiutarlo, perché di questo si tratta, poco importa se fa la cacca qui o lì, senza sapere dell’altro. Che tipo di cambiamenti si tratta? Non accenna al padre del bambino, forse questi cambiamenti riguardano anche lui? Ma a mio avviso va aiutato e le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo infantile per una consulenza per cominciare e valutare tutta quanta la situazione. Un saluto

Dott. Andrea Alliata Psicologo a Milano

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1 OTT 2024

Cara Giorgia,

Prima di tutto, voglio dirti che è assolutamente normale sentirsi frustrati e preoccupati quando affrontiamo situazioni così impegnative con i figli. Il fatto che tu riconosca questa difficoltà e ne voglia parlare è già un grande passo per cercare di migliorare le cose, sia per te che per il tuo bimbo.

È molto probabile che il comportamento del tuo piccolo sia legato ai cambiamenti che sta vivendo, sia a livello familiare che a livello emotivo. A questa età è comune che i bambini attraversino fasi in cui regrediscono in alcune abilità, specialmente in momenti di stress, cambiamenti o emozioni forti. L'arrivo di una sorellina più piccola, la scuola materna e anche il fatto che possa percepire il clima di tensione in famiglia, potrebbero contribuire al suo comportamento.

Per quanto riguarda il suo "dimenticarsi" o perdersi nel gioco, è importante capire che, a quest'età, i bambini non sempre riescono a controllare i propri bisogni fisiologici in modo perfetto, soprattutto se sono distratti o immersi in un'attività che li coinvolge molto. Sgridarlo o umiliarlo, anche se comprensibile data la tua frustrazione, potrebbe non essere d'aiuto, anzi, potrebbe aumentare il suo disagio e la sua insicurezza, facendo persistere il problema.

Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti:
1. Rassicuralo e non punirlo: Cerca di evitare punizioni o rimproveri severi. Ricorda che il controllo sfinterico è una conquista che può essere influenzata da tanti fattori emotivi e fisici. Lodalo quando riesce a gestire bene la situazione, e se succede un incidente, affrontalo con calma, facendogli capire che può succedere ma che con il tempo imparerà a gestirlo meglio.
2. Creare una routine: Potrebbe essere utile stabilire momenti regolari durante la giornata per andare in bagno, magari anche ogni ora, soprattutto durante i momenti di gioco o attività coinvolgenti. Così lo aiuti a ricordarsi, senza farlo sentire sotto pressione.
3. Parla con lui: Anche se è ancora piccolo, può essere utile parlargli con dolcezza e cercare di capire come si sente. A volte i bambini non sanno esprimere il proprio disagio a parole, ma potrebbero trasmetterlo attraverso il comportamento. Fagli sapere che è normale avere incidenti del genere e che tu sei lì per aiutarlo.
4. Stai attenta ai cambiamenti: Come hai notato tu stessa, lo stress familiare può riflettersi sui bambini. Anche se non sempre possiamo eliminare le fonti di stress, prova a creare un ambiente quanto più sereno possibile per lui, magari ritagliandoti dei momenti di gioco o coccole solo con lui, per fargli sentire il tuo affetto e supporto.

Infine, se il problema dovesse persistere o aumentare, potrebbe essere utile valutare con un pediatra o uno psicologo infantile se c'è qualche aspetto emotivo più profondo che ha bisogno di essere esplorato.

Ricorda che essere genitori è un viaggio fatto di momenti difficili, ma cercare di comprendere tuo figlio e dare a te stessa lo spazio per gestire le emozioni è la chiave per affrontare queste sfide. Non sei una "mamma tremenda", sei una mamma che si sta impegnando per fare del suo meglio.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sara Cutrale.

Dott.ssa Sara Cutrale Psicologo a Bergamo

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30 SET 2024

Gentile Giorgia,
Capisco quanto possa essere frustrante e stressante la situazione. I bambini di quest'età affrontano diversi cambiamenti e ciò che stai osservando con tuo figlio è più comune di quanto si pensi.

È importante riconoscere i cambiamenti e parlarne con lui in modo calmo e rassicurante, chiedendogli come si sente riguardo alla scuola e alla sorellina. Stabilire una routine regolare per andare in bagno può aiutare, incoraggiandolo a sedersi sul vasino o sul WC a orari specifici durante la giornata, anche se non sente il bisogno immediato.

Incoraggia i successi con rinforzi positivi, come complimenti o piccoli premi, per fargli sentire orgoglioso dei suoi progressi. Quando si verifica un incidente, cerca di evitare le sgridate, rispondendo invece con comprensione e supporto, poiché le reazioni forti possono aumentare l'ansia del bambino.

Potresti anche usare giochi o libri che parlano di andare in bagno in modo divertente per aiutarlo a capire che è una cosa normale e positiva. Se la situazione non migliora, considera di consultare un pediatra o un esperto di sviluppo infantile per ulteriori indicazioni.

Ricorda che stai facendo del tuo meglio e che ogni bambino è unico!
La pazienza e la comprensione sono fondamentali, ma non dimenticare di prenderti del tempo per te stessa quando ne senti il bisogno!

Un caro saluto,
Dott. Claudia Cianchi

Dott.ssa Claudia Cianchi Psicologo a Roma

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26 SET 2024

Carissima Giorgia,
mi complimento per la sua brillante intuizione: lui non controlla la cacca e lei non è in grado di contenere la sua reazione umiliante e aggressiva.
Apprendere il controllo sfinterico è un compito evolutivo delicato e va appreso in un contesto incoraggiante, tranquillo e accogliente. È importante che incoraggi suo figlio e validi i suoi piccoli progressi!
Per comprendere meglio su quali altri aspetti intervenire servirebbero dei colloqui.
La aspetto volentieri!
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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25 SET 2024

Gentile Giorgia,
Capisco la sua frustrazione ed il disagio che prova e capisco anche che questo mancato controllo di suo figlio crea dei veri e propri problemi logistici, quali il doverlo pulire, lavare e cambiare anche in momenti poco consoni.
Pertanto potrebbe essere utile richiedere il supporto di un professionista per elaborare insieme delle strategie da utilizzare con lui per gestire questa situazione.
Spero di esserle stata utile e resto a sua disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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24 SET 2024

Gentile Giorgia,

Come scrive è un periodo di stress per voi adulti, ed è consapevole che questo si può riflettere su suo figlio.

Generalmente le problematiche nel contenimento delle feci sono legate a problematiche di natura emotiva. Credo che suo figlio possa volerle comunicare, in un modo in cui riesce (come potrebbe con la parola? Così piccolo?) un disagio interiore.

È curioso anche l’utilizzo che fa della parola “contenere”, lei non riesce a contenere la rabbia e la frustrazione, suo figlio le feci. Mi verrebbe da suggerire che suo figlio stia cercando di lasciar andare le stesse emozioni?

Le consiglio un percorso per lei, per gestire il momento di “stress” di cui parla e la difficoltà di suo figlio.

Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Cisternino

Dott.ssa Francesca Cisternino Psicologo a Milano

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24 SET 2024

Buongiorno Giorgia,
ognuno reagisce allo stress in un modo o in un altro, un adulto può mostrare nervosismo oppure insicurezza, ma anche vuoti di memoria e altro ancora. Anche i bambini hanno le loro "vulnerabilità allo stress" (tecnicamente si chiama così la questione). Il pannolino per il bambino è rassicurante, garanzia del fatto che se non dovesse riuscire nel suo impegnativo compito, trattenere le feci, qualcuno provvederà per lui. Lei non contiene la sua reazione, lui non contiene la cacca, in un certo senso siete sulla stessa barca. In certi casi è più opportuno sapere cosa non fare piuttosto che quello che sarebbe meglio fare: lei comprenderà benissimo che umiliare e sgridare potrebbero essere controproducenti. Il bambino ha bisogno di amore e fiducia nelle sue capacità: quando non dovesse contenere le feci provi a rassicurarlo, gli dica che lei si aspetta e sa che lui riuscirà "nel suo compito", vedrà che qualcosa cambierà. Parta dal presupposto che un figlio piccolo tende sempre ad assecondare i desideri dei genitori, se non lo fa è perché non riesce. Forse anche lei ha bisogno di essere rassicurata circa il suo essere una brava mamma, del resto il fatto stesso che si ponga certi scrupoli dimostra che lo è. Se le è possibile e ci fosse chi può farlo, si faccia sostenere ed aiutare in modo che lo stress e la fatica diminuiscano. Tutte le tempeste passano, a volte bisogna solo saper aspettare e pazientare. Un caro saluto, dott. Antonello Mosso

Dott. Antonello Mosso Psicologo a Cagliari

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24 SET 2024

Salve Giorgia,
Grazie per aver condiviso questa sua difficoltà qui con noi.

Il passaggio di togliere il pannolino per un bambino, anche se agli occhi di un adulto può non sembrarlo, è un momento fondamentale perché vuol dire imparare a trattenere e ad affidarsi all’altro, in questo caso ai suoi genitori. Quando un bimbo fa un passaggio come questo per poi regredire spesso le cause sono emotive: ovvero c’è un esigenza del piccolo di tornare ad una fase precedente per le più svariate motivazioni. Le situazioni stressanti e il clima poco sereno certamente non aiutano: immagini di aver appreso da poco che per lasciare andare la propria cacca ci si deve affidare ad esempio alla propria mamma per richiedere aiuto ed immagini come può sentirsi un bambino di fronte ad un rimprovero o un’umiliazione. Quello che vive suo figlio è un momento di difficoltà che per poter passare necessita del vostro aiuto.

Voglio dirle una cosa inoltre: certamente l’atteggiamento con cui risponde a ciò non aiuta ma il fatto che lei se ne sia resa conto e sia venuta qui per chiedere aiuto, notando lei stessa il suo limite le fa molto onore.

Spero di averle dato un aiuto.
Qualora ne abbia bisogno contatti professionisti del settore che la possono aiutare in questa fase a comprendere come gestire la situazione.

Dott.ssa Tanda Giorgia.

Dott.ssa Giorgia Tanda Psicologo a Roma

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24 SET 2024

Come scrive François Dolto nel libro " i problemi dei bambini" ci sono molti inconvenienti nell'educare prematuramente alla disciplina riguardo la pulizia il bambino. Il sistema nervoso di un piccolo non è completo alla nascita ma continua a svilupparsi fino ai 18 mesi ed è in questo momento che possiede il dominio dei muscoli volontari, cioè quando è in grado di salire e scendere una scala. Dobbiamo inculcare ai bambini molto spesso che non si vive, non si cresce, non si mangia, non si domina il proprio corpo per far piacere all'adulto ma per un piacere di conquista personale, capendo che pipì o cacca fanno parte delle prove del funzionamento della vita, attraverso il loro corpo ed è importante non dire mai al bambino "quanto sei sporco", se il bambino non ne parla non gliene si faccia allusione e se il bambino parla dell'odore parlarne ma sempre senza alcuna sfumatura di condanna; bisogna semplicemente far capire che gli escrementi non servono più a nulla e si buttano non perché siano brutti ma perché non servono a nulla.
I bambini affrontano e gestiscono lo stress e i cambiamenti in famiglia in un modo che per loro è molto chiaro ma a volte non è chiaro agli adulti. Ha appena iniziato la materna,la sorellina ha anche lei tolto il pannolino,c'è stress nell'ambiente familiare,ci sono tanti fattori che influiscono sul controllo delle feci,un passaggio molto importante per loro ed è per questo che è importante che venga seguito,senza ulteriori stress né 'sgridate', ma semplicemente osservando quali sono i momenti più frequenti dove accade e dandogli fiducia,accettando di dover pulire gli spazi sporchi ma riconoscendo che è un messaggio che il bambino invia al genitore, senza confronti con la sorellina e accompagnandolo anche nel cambiamento di ambiente scolastico,dove c'è un confronto con altri bambini. Allo stesso tempo è lecito stare a disagio e in difficoltà,sentirsi affranti quando si ha a che fare con qualcosa che non si sa gestire,ma è in questi casi che supportarsi nella coppia è importante e riconoscere di poter chiedere aiuto allo stesso modo lo è,anche per trovare un proprio spazio dove poter portare i propri dubbi,incertezze e paure.

Dott.ssa Emanuela Grosso Psicologo a Salerno

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23 SET 2024

Buonasera. Analizziamo ciò che effettivamente accade quando un bambino ha il pannolino e quando non lo mette più. Quando lo indossa può fare la cacca e di solito sono gli adulti, i caregiver, ad accorgersi dall'odore che ha fatto cacca. Non deve chiedere niente. Viene portato in camera o in bagno e gli viene cambiato il pannolino con tanto di toilette. Quando invece dismette l'uso del pannolino, il bambino deve chiedere alle sue figure di accudimento di essere accompagnato al bagno o di essere aiutato a pulirsi e a ripulire il vasino, non credo che sia in grado di fare tutto da solo anche se ha già "quasi 4" anni!
E' possibile che abbia timore o pudore a chiedere alle maestre della materna di farsi aiutare a fare la cacca? E' possibile che a casa trovi un ambiente non troppo accogliente dato il momento di stress che state vivendo.
Comprendo che in alcuni momenti la fatica e le emozioni non consentono di svolgere alla perfezione il compito di accudire un bambino, ma di certo arrabbiarsi e "umiliarlo" non farà altro che peggiorare le cose.
Per modellare un comportamento desiderato bisogna premiare il bambino quando compie qualcosa che si avvicina a quel comportamento, non punirlo o rimproverarlo quando non lo mette in atto.
Vi suggerisco pertanto di lavorare su voi stessi, individuare i motivi dello stress e ripristinare anche per il primogenito un atteggiamento accogliente e incoraggiante. 1

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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23 SET 2024

salve Giorgia, spesso u bambini regrediscono a stadi precedenti di fronte a situazioni emotivamente difficili da affrontare per loro.
È un po come tornare vindietro per rivivere equilibri familiari precedenti. Vuol dire che è in difficoltà, non lo fa apposta. Provi a ricordare come si relazionava a lui prima e come si relaziona ora.
provi a fare uno sforzo, immagino che sia faticoso, per ristabilire un po di quell attenzione e di quel tipo di legame che aveva prima con lui per aiutarlo a superare questo momento.

Dott. Andrea Caso Psicologo a Napoli

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23 SET 2024

Buonasera,
Probabilmente come diceva lei stessa è un periodo molto stressante e anche suo figlio, reagisce in questo modo non trattenendo le feci.
Sarebbe necessario vedervi tutti per comprendere meglio le ragioni di questo atteggiamento: a volte modificando un qualche comportamento del membro familiare si riesce ad ottenere un cambiamento.
Sono disponibile anche on line, Scandiano (Re).
Buon pomeriggio.
Dott.ssa Carmelina Proietto

Dott.ssa Proietto Carmelina Psicologo a Scandiano

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23 SET 2024

Gentile Giorgia,
sicuramente ci sono dei motivi inerenti a cambiamenti o fattori stressanti intrafamiliari o extrafamiliari che sono responsabili di questa momentanea fase regressiva del bambino.
Le sgridate e le umiliazioni non aiutano mentre aiuta la pazienza incoraggiando e lodando il bambino per i comportamenti corretti.
Se questa regressione non rientra in tempi ragionevoli , è anche utile la consulenza di uno psicologo dell'infanzia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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23 SET 2024

Buongiorno signora, mi sembra di capire che il suo bambino avesse raggiunto il controllo sfinteri intorno ai tre anni, che in genere è tra i 18 mesi e i tre anni, ma vi può essere una grande variabilità individuale, con bambini precocissimi e altri che acquisiscono questa capacità più tardi. Ogni nostro comportamento ha uno scopo comunicativo ed ogni "sintomo" ha una sua finalità. Nel suo caso il suo bambino pur giocando tranquillamente sembra di capire che con il suo comportamento richiami l'attenzione degli adulti attuando un comportamento "regressivo" quasi avesse paura di essere responsabile di qualcosa o anche di perdere l'affetto dei sui. Quali cambiamenti sta affrontando il nucleo familiare, genitoriale suppongo, che tipo di stress? Più che lo sgridare, modalità che in molti altri casi può essere utile, partirei da una maggiore manifestazione e comprensione per il suo distrarsi. Chiaramente con il linguaggio adatto alla sua età, che è soprattutto comunicazione comportamentale e di gioco, prestando attenzione ad altri aspetti della sua interazione bisogna cercare di capire come il bambino ha letto la situazione che vive in famiglia e come sta tentando di sopperire alle sue ansie.
Un cordiale saluto

Dott. Gabriele Leardi Psicologo a Roma

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23 SET 2024

Gentile,
le consiglio di intraprendere eventuale un percorso individuale per gestire al meglio lo stress che lei sperimenta, per questo mi rendo disponibile. Al tempo stesso, le consiglio di individuare e scandire dei momenti in cui il bimbo possa rilassarsi in bagno, senza distrazioni in fase di gioco. Probabilmente è una modalità che mette in atto non controllando il suo momento di bisogno fisiologico e questo può essere dovuto a diversi fattori di stress, competizione con la figura della sorella più piccola ecc. Iniziando un percorso personale è possibile trovare delle strategie utili anche con il bimbo.

A presto.

Dott.ssa Aurora Valente

Aurora Valente Psicologo a Ferrara

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23 SET 2024

Per una corretta valutazione la sua situazione andava approfondita con uno con un professionista della psicologia dell’infanzia

In linea di massima possiamo dire che esistono degli esercizi pratici per invogliare il bambino a farla nel bagno.

Come ad esempio il portarlo nel bagno ad intervalli regolari e tenerlo sul Water per cinque minuti indipendentemente che faccia la cacca oppure no. Chiaramente lei dovrà rimanere insieme a lui in quei cinque minuti.


Come le dicevo questo è un esempio generico le consiglio di portare il bambino da uno psicologo dell’infanzia per comprendere meglio le dinamiche di quanto accade

Resto a disposizione se ha necessità mi contatti.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Ponsacco

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23 SET 2024

Buongiorno, provo a darle le mie impressioni su quello che raccontato. Innanzitutto le dico che è stata molto coraggiosa a condividere la sua situazione, non deve essere stato facile e se lo ha fatto credo proprio perché desidera migliorare, provi a non sentirsi in colpa per come lo ha gestito fino a questo momento. Come anche lei ha intuito, sgridare e umiliare il bambino non è la strategia migliore e potrebbe esasperare delle sue difficoltà già presenti. Da un lato, se non lo ha già fatto, potrebbe parlarne con il pediatra che vi segue per capire intanto se ci sono problematiche legate al controllo dei muscoli e degli sfinteri necessari a trattenere le feci, mentre dall'altro lato potrebbe pensare di iniziare un percorso finalizzato ad esplorare le componenti emotive legate alla situazione. La cosa più utile potrebbe essere quella di capire come si sente il bambino, cosa prova e se ci sono fattori che lo mettono in condizioni di non riuscire a trattenersi. Anche per lui deve essere una situazione spiacevole, credo che anche lui vorrebbe trovare il modo di gestire questa difficoltà e se proprio posso permettermi di darle un suggerimento, le direi di dargli la possibilità di esplorare i suoi stati d'animo con l'aiuto di un professionista. Provi a parlare con lui di questa possibilità, dicendogli che sta pensando di farlo parlare con una persona che ascolterebbe tutto quello che ha da dire e che avrebbe il solo scopo di accogliere le sue difficoltà. Sta facendo il meglio che può, provi a non scoraggiarsi e a ipotizzare di iniziare un percorso psicologico che possa aiutare sia lei che il bambino a comprendere meglio la situazione generale prima e quella specifica poi, così da mettere a fuoco il meglio possibile quali fattori entrano in gioco nella sua difficoltà a non trattenere le feci. Se ha particolari dubbi, non esiti a contattarmi.
Dott. Carlo Rispoli

Dott. Carlo Rispoli Psicologo a Lusciano

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23 SET 2024

Buongiorno Giorgia, da quanto leggo è un periodo di forti cambiamenti per tutti voi, quindi un periodo caratterizzato da stress e novità. I bambini, a differenza degli adulti, soprattutto se nell'età del suo bimbo, non hanno ancora maturato la competenza cognitiva che permette loro di esplicitare ciò che gli fa stare male o lo stato emotivo che provano, e proprio per questo possono avere alcune regressioni in funzioni precedentemente acquisite, come può essere per il controllo sfinterico. Le difficoltà o le regressioni sfinteriche sono spesso indice di malessere emotivo nel bambino o di incapacità di fronteggiare alcuni dei cambiamenti che lo investono.

Le suggerisco comunque di sentire anche il pediatra, così da poter escludere delle possibili cause organiche e fisiologiche.

In merito alle sue reazioni verso il suo bimbo invece, le dico che è comprensibile che lei reagisca così, poiché tutto questo è fonte di stress anche per lei, soprattutto quando si pensa che sia una tappa superata e ben interiorizzata dal piccolo. Quello che mi sento di dirle è che al suo bimbo non basta sentirsi dire "come deve fare" o "cosa deve fare", poiché la regressione potrebbe essere correlata a malessere emotivo, per cui potrebbe anche non esserci intenzionalità e lei non deve sentirsi una mamma incapace. Inoltre, ricordi che il suo stato emotivo si riflette molto su quello del suo bimbo e quindi più la sente e la vede adirata o agitata, maggiore sarà la sua difficoltà a controllare le sue emozioni.

Le suggerisco quindi, ti attenzionare la situazione ad uno psicologo dell'età evolutiva, così da poter affrontare insieme la difficoltà, aiutandovi soprattutto sul piano emozionale e pratico.

Rimango a disposizione.
Dott.ssa Borroni Sara

Dott.ssa Sara Borroni Psicologo a Saronno

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23 SET 2024

Buongiorno! Capisco perfettamente quanto possa essere frustrante e stressante questa situazione. È importante ricordare che i bambini piccoli, come tuo figlio, stanno ancora imparando a gestire le loro emozioni e i loro comportamenti. Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti:

1. **Rimani calma e paziente**: So che è difficile, ma cercare di mantenere la calma può fare una grande differenza. I bambini spesso reagiscono alle nostre emozioni, quindi se ti vedono calma, potrebbero sentirsi più tranquilli anche loro.

2. **Rinforzo positivo**: Quando tuo figlio riesce a usare il bagno correttamente, lodalo e fagli capire quanto sei orgogliosa di lui. Il rinforzo positivo può essere molto efficace.

3. **Routine e promemoria**: Stabilisci una routine regolare per andare in bagno e ricordagli di fare una pausa dal gioco per andare in bagno. Puoi anche usare un timer per aiutarlo a ricordare.

4. **Parla con lui**: Cerca di capire se c'è qualcosa che lo preoccupa o lo distrae particolarmente. A volte, i bambini possono avere difficoltà a esprimere le loro emozioni e questo può manifestarsi in comportamenti come quello che descrivi.

5. **Consulta un professionista**: Se la situazione persiste, potrebbe essere utile parlare con un pediatra o uno psicologo infantile. Possono offrire ulteriori strategie e supporto.

Non sei una mamma tremenda, stai facendo del tuo meglio in una situazione difficile. Ricorda di prenderti cura anche di te stessa e di cercare supporto quando ne hai bisogno. Sei una buona mamma e il tuo amore e la tua dedizione faranno la differenza per il tuo bambino.

Se hai altre domande o hai bisogno di ulteriori consigli, sono qui per aiutarti!

Dott. Alessandro Cancellieri Psicologo a Genova

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23 SET 2024

Gentilissima Giorgia, grazie per la condivisione innanzitutto! capisco la situazione che descrive, e soprattutto comprendo la sua fatica in questo momento nel dover gestire tutto questo. Sicuramente i cambiamenti a livello familiare e anche individuale che il suo piccolo sta vivendo potrebbero influire sull'encopresi, fenomeno alquanto frequente nei momenti complessi nei bambini, essendo un modo che loro utilizzano per esprimere disagio o fatica a livello emotivo. Credo che, se la situazione dovesse persistere, avere dei colloqui con un terapeuta infantile potrebbe aiutare voi genitori a comprendere meglio quello che sta succedendo, nonchè individuare insieme ad esso delle strategie per aiutare il vostro bambino.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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23 SET 2024

Gentile Giorgia,
i bambini non hanno le competenze per diri di cosa sono preoccupati, o se si sentono tristi, o se hanno paura di qualcosa, molto più spesso le loro emozioni sono un agglomerato di sensazioni somatiche non traducibili e nominabili.
Spesso quindi la loro "confusione" rispetto a uno stato emotivo viene agita, del tutto involontariamente, attraverso comportamenti e spesso con quelle che vengono definite, ingiustamente "regressioni"...

Ora non esiste un intervento universale: come far capire al suo bambino che deve fare la cacca nel water, ma esiste un intervento unico citrato su fo voi, famiglia. per gusto bisogna conoscere da vicino il vostro vissuto e la vostra situazione attuale.

Quello che posso dirle per certo che l'umiliazione, la rabbia e l'aggressività non fanno che peggiorare la situazione, ma di questo lei ne è consapevole, il punto è che "non riesce farne meno", questo comportamento di suo figlio probabilmente fa da frigger rispetto a qualche suo bisogno inesplorato. I figli arrivano per questo per farci lavorare su di noi, e permetterci di crescere come esseri umani, e prenderci cura delle nostre ferite.

E' ora di fermarsi e guardare in quella direzione. Per lei, ed i suoi bambini.

Sarei felice di accompagnarla

Ricevo in studio a Torino ed online

Cordialità

dott.ssa Barbara Durand

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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23 SET 2024

Buon giorno G. , capisco che possa sentirsi avvilita nella gestione di questo comportamento trovandosi già in un momento di stress . In genere il ritorno a comportamenti poco adatti all’età attuale e’ segno di uno stato di malessere , disadattamento , probabilmente dovuto all’inizio della scuola , alla nascita della sorellina , ad un cambiamento del vostro rapporto , le cause possono essere tante . Ad ogni modo le suggerisco di cercare di mantenere la calma quando accade, evitando rimproveri e di elogiare il bambino ogni qual volta invece si verifica il comportamento desiderato (quindi va al bagno ). Vedrà che passerà , sono momenti, fasi che tutti in differenti modalità abbiamo sperimentato almeno una volta nella vita .
Cari Saluti

Dott.ssa Laura Baiano Psicologo a Pozzuoli

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23 SET 2024

Buongiorno Giorgia. Capisco il tuo stato di frustrazione, e ti assicuro che non sei una "mamma tremenda". La regressione nei bambini può essere una reazione comune a stress, cambiamenti o emozioni che non riescono a esprimere verbalmente. La sua dimenticanza non è intenzionale, ed è importante evitare di sgridarlo o umiliarlo soprattutto paragonandolo alla sorellina poiché questo potrebbe aumentare il suo senso di inadeguatezza e peggiorare la situazione. Piuttosto che concentrarti solo sul comportamento, prova a dedicargli del tempo esclusivo, senza la sorellina, per rafforzare il suo senso di sicurezza. Quando si verifica l'incidente, mantieni la calma, pulisci senza commenti negativi e prova a spiegargli con dolcezza cosa fare la prossima volta. Anche l’empatia verso i suoi sentimenti può aiutare a creare una connessione più forte, senza il bisogno di rimproveri o punizionei.

Dott.ssa Laura Porcheddu Psicologo a Darfo Boario Terme

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23 SET 2024

Buongiorno Giorgia seguo questo tipo di situazioni ormai da anni e quindi comprendo la sua reazione di incomprensione e fatica ma davvero il suo bambino non fa apposta a fare tutto questo. Se ha piacere può leggere i diversi articoli che ho scritto sull'argomento sul mio blog Connettiti alla psicologia dei bambini ed eventualmente mi contatti.
Un caro saluto
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini

Dott.ssa Serena Costa Psicologo a Giovo

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