Tradimento e sensazione di irrequietezza.

Inviata da JamesTrotter · 12 ago 2024 Terapia di coppia

Ho una relazione da circa 4 anni con una ragazza straordinaria, la persona migliore che io abbia mai incontrato. Sempre sorridente, felice, altruista, non pesa mai sugli altri, le vuole bene chiunque, sincera, leale, non ho mai avuto modo di dubitare di lei, nemmeno per un istante. Mi ha aiutato in momenti difficili e ha sempre creduto in me, più di quanto abbia fatto ogni altra persona. Ho un rapporto fantastico con la sua famiglia, i suoi amici, le persone della sua vita, di cui anch'io faccio parte. Con lei mi sono sempre sentito totalmente libero di fare qualunque cosa; il nostro rapporto non ha mai conosciuto gelosia, ho sempre potuto fare qualunque cosa e con qualunque persona. Non ha mai fatto domande. Una relazione letteralmente perfetta con una donna che sa molto bene quali siano le cose importanti nella vita, di cultura, poliedrica e un sacco di altri pregi. Sotto ogni punto di vista, anche sessuale, mi ha sempre visto come un uomo forte, capace, prestante, in grado di esercitare un certo ascendente sugli altri, carismatico e socievole. Mi ha sempre portato in palmo di mano con chiunque. Abbiamo sempre avuto una vita sessuale attiva e soddisfacente, senza cali nonostante la lunghezza della relazione.
Tutto perfetto, dunque, senonché qualche mese fa (aprile) ho ripreso i contatti con una ragazza di qualche anno più grande di me che avevo conosciuto un paio d'anni prima. Abbiamo prima iniziato a sentirci, poi a vederci in modo innocente per qualche attività. Non proprio innocente, a dire il vero, perché l'intenzione di un approccio diverso da parte mia c'è stata fin dall'inizio. Lei persona interessante e coinvolgente, anche se problematica per un passato familiare complicato e una lunga relazione fusiva appena conclusa (è in terapia). Da subito mettiamo in atto atteggiamenti che non sono propriamente da amici, leggermente più spinti, ambigui (specialmente per due persone che non si conoscono bene). Alla fine mi confesso e lei, dopo una prima titubanza (a mio parere insincera), decide di continuare a vederci. Una notte, apparentemente per caso, si crea la situazione per la quale deve rimanere da me e abbiamo un rapporto sessuale. Da allora non abbiamo mai smesso. Anzi, la relazione clandestina è aumentata in intensità per quanto riguarda parole e atteggiamenti. Progressivamente mi sono allontanato dalla mia fidanzata, con la quale non ho più avuto rapporti sessuali, fino a chiederle un po' di tempo per me stesso senza tuttavia chiudere in modo definitivo. So di starle cagionando una grande sofferenza, del tutto immeritata, che sta peraltro affrontando con una dignità disarmante. Mi dice che non importa cosa sarà di noi, purché io sia felice. Dice che comunque vadano le cose resterà sempre accanto a me, come fidanzata o come amica. Nonostante i miei distacchi, le mie bugie, i miei atteggiamenti infastiditi e bruschi, lei pazienta, non si lamenta, l'ho vista piangere salvo poi scusarsi (lei!) per starmi rendendo le cose difficili. Questo naturalmente genera in me un senso di colpa, che però è del tutto ininfluente e non basta ad allontanarmi dall'altra situazione, che continuo a portare avanti con crescente coinvolgimento. Quando sono con l'altra, il senso di colpa scompare del tutto, non sento niente, vuoto totale per la mia fidanzata.
Veniamo però al comportamento dell'altra. È autoreferenziale, sembra non importarle nulla di quello che mi riguarda, sembra infastidita se le dico qualcosa che non sa, non mi fa mai una domanda personale, mi imputa atteggiamenti che non ho sostenendo che è così perché lei lo ha visto e la sua vista non la inganna. Non è una persona equilibrata, è impulsiva, talvolta contraddittoria, complessivamente piuttosto instabile, è pregiudizievole riguardo a ogni cosa. È malfidata, dubita della buona disposizione del prossimo e di ogni gesto. Parla dei suoi ex (che lei definisce, tra frequentazioni e relazioni, una "marea") in modo assolutamente iperbolico. Erano tutti straordinari e nessuno poteva competere con loro, specialmente per quanto riguarda l'ultimo, che praticamente descrive alla stregua di un dio, che ha cessato di essere tale solo quando l'ha lasciata (lei dice "abbandonata"). La verità è costui era possessivo ai limiti dell'irreale, la faceva sentire una reliquia nel momento in cui erano insieme, salvo poi svalutarla nel momento in cui mostrava autonomia. Lei lo riteneva amore, per me la vedeva più come un feudo che come una fidanzata. Comunque, il punto è che lei, sebbene non dichiaratamente, sembra fare paragoni tra me e i suoi ex (per poi dirmi che non è vero). È molto espansiva con i ragazzi e i suoi comportamenti lasciano oggettivamente spazio ad ambiguità (tanto che alcuni suoi amici le si sono poi rivelati). È una persona maliziosa e intelligente, però dice di non accorgersi quando qualcuno flirta con lei. Quando le arrivano dei messaggi, spesso chiude la chat o si volta dall'altra parte. In relazione ai sentimenti, mi sembra di dare più di quanto ottengo. Lei non si sbilancia mai eccessivamente se non in contesti intimi e comunque sempre per un tempo limitato. Mi contesta praticamente su tutto e mi sento piuttosto inibito. Tutti questi atteggiamenti mi fanno sentire instabile e sottomesso. Vado a prenderla sempre io in auto, spesso le faccio dei regalini (niente di che, semplici gesti), ma lei continua a dirmi che ho poche premure e sembra non accorgersi del contrario, ferendomi con improvvisi distacchi e atteggiamenti gelidi quando discutiamo, parole incuranti che dice di proferire solo per difesa. Sento come se dovessi sempre dimostrarle qualcosa, come se volessi ottenere la sua approvazione, che non arriva mai, se non raramente e quasi come una concessione gentile. Poi, improvvisamente, si fa dolce e mi viene vicino, mi bacia, mi dice di amarmi. Il sesso è soddisfacente, anche se discretamente meno rispetto a quello con la mia fidanzata, e credo che sia molto bello perché siamo ancora in una fase di scoperta. Alcuni giorni siamo in volo, altri a stento ci parliamo per messaggio. Il mio umore cambia ogni 24h. Provo sensazioni contrastanti di attaccamento e a volte delusione, frustrazione, rabbia (non feroce, ma comunque rabbia). Nonostante questo, non riesco a chiudere questa relazione, pur sapendo che sarebbe la cosa di gran lunga migliore.
In passato ho tradito spesso; a dire il vero il tradimento ha quasi sempre costituito il passaggio da una relazione all'altra. A un certo punto della relazione mi sento irrequieto, ho voglia di cambiamento, sia in termini di conduzione della mia vita che di partner. Desidero emancipazione e libertà, salvo poi buttarmi a capofitto in un'altra relazione che durerà qualche anno e poi verrà decapitata dalla mia periodica rivoluzione. Mi sento egoista e sciocco. Non vorrei abbandonare definitivamente la mia fidanzata, perché sono cosciente del fatto che non troverò facilmente un'altra donna come lei. Questa è una donna di quelle da tenersi accanto per sempre con devozione e rispetto, una persona leale che valorizza il prossimo senza snaturare sé stessa, ponderata, giusta, concessiva e aperta. E io sono sempre stato allo stesso modo, tanto che in quattro anni non abbiamo mai veramente litigato, salvo innocenti discussioni, questione di minuti.
L'altra ragazza parla invece di "amore totalizzante e incondizionato", di "devozione assoluta". Mi sento con lei insicuro, a tratti geloso, una sensazione sgradevole che deriva dal fatto di non riuscire mai veramente a decifrare i suoi atteggiamenti e le sue volontà, come se non riuscissi davvero a capire chi sia. Sento però di non potermi fidare (sebbene lei dica di aver tradito una sola volta quando era molto più giovane). Il fatto è che è sfuggevole e non riesco a capire fino a che punto dica la verità. A volte è molto contraddittoria. So che una vita con lei mi porterebbe ad annullare me stesso, dato che ha bisogno di avere accanto una persona che le si dedichi in modo totale.
Se torno con la mia fidanzata, ho paura che la mia rivoluzione non tramonti e che comunque io continui a sentirmi insoddisfatto.
Vorrei capire che cosa mi succede, perché sento l'esigenza di fuggire quando le cose si fanno più statiche o comunque durano da tempo e come può essere che io desideri abbandonare una relazione perfetta con una persona che ammiro, stimo e amo per sostituirla con una che è esattamente il suo opposto.
Mi scuso per l'eventuale lunghezza della presente e ringrazio chi risponderà.

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