Salve, sono una ragazza di quasi 29 anni e da 9 anni frequento l'università. Mi sono iscritta a Medicina e Chirurgia un anno dopo il diploma, e a 9 anni dall'inizio mi mancano ancora 7 materie e la tesi.
Familiari e amici mi chiedono continuamente quante materie mi restano e per quando prevedo la mia laurea, e alla mia risposta che "non so ancora, sto andando avanti", leggo la delusione nei loro occhi.
Io confesso di provare delusione per me stessa perché non sono stata all'altezza delle mie aspettative e vorrei perdonarmi per questo.. ma gli sguardi degli altri non mi aiutano, soprattutto i commenti dei miei genitori che mi vorrebbero vedere sistemata il prima possibile.
Non so come fuggire da questo senso di vergogna
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21 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 8 persone
Buongiorno Lara,
Il periodo universitario é molto complesso da affrontare, soprattutto quando si sceglie di intraprendere un percorso lungo e impegnativo come Medicina; si tratta di un periodo in cui, accanto agli impegni formativi che di per sé occupano gran parte del proprio tempo si accostano altri cambiamenti di vita importanti e necessari per permettere l'ingresso in un mondo adulto che potrebbe condurre a rimpiangere e desiderare quell'accudimento che contraddistingue gli anni di vita precedenti: spesso si deve affrontare un trasferimento e il conseguente allontanamento dalla famiglia e le altre persone significative, bisogna sviluppare la propria autonomia e indipendenza per adattarsi positivamente al nuovo ambiente e al nuovo stile di vita e questi cambiamenti portano con sé il peso dello stress che associato al carico di studi e all'ansia degli esami, può condurre ad un momento di confusione e di stop dai vari impegni della vita quotidiana. Capisco la sua frustrazione davanti a domande scomode di famiglia e conoscenti che non tardano ad arrivare e la delusione che prova per non aver rispettato i tempi che si era pre-impostata, pensando di deludere se stessa e gli altri: la terapia potrebbe aiutarla a canalizzarle questa delusione, offrendole un nuovo punto di vista, permettendole di essere orgogliosa dei suoi sforzi e di ritrovare l'energia e la passione necessaria al conseguimento dei suoi obiettivi, senza lasciarsi abbattere dallo stress del tempo che scorre e dalle occhiate delle altre persone che sembrano non capire il peso della sua fatica, permettendole inoltre di trasformare questo senso di vergogna in maggiore determinazione e perseveranza.
Spero di esserle stata utile e mi rendo disponibile ad ulteriori approfondimenti, anche online.
Un saluto,
Dott.ssa Paola Cutrupi
23 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Carissima Lara,
credo che il tuo senso di vergogna poggi su una autostima con delle difficoltà. Dunque sembra importante che tu possa affrontare una psicoterapia analitica che vada in profondità nella comprensione dei tuoi problemi. Non lasciare le cose al caso, lascia che il lavoro su te stessa maturi e vedrai poi i risultati nei termini di una buona base interiore. La facoltà che stai seguendo non è certo delle più facili, ma vedrai che con un piccolo aiuto riuscirai a superare gli esami. Nel tuo caso non mi sembra ci siano problemi patologici ma solamente una difficoltà ad affrontare la vita oltre che lo studio.
Se lo ritieni, puoi tenermi aggiornato sulle tue conquiste.
Dott.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova
22 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Buongiorno Lara,
La ringrazio per aver condiviso questa sua fatica.
Le aspettative da parte degli altri, soprattutto da parte di chi ci ha messo al mondo, a volte rischiano di diventare dei veri e propri macigni.
L'emozione di cui parla, la vergogna, è spesso la conseguenza diretta della percezione di aver deluso queste aspettative. Questo porta a vivere in maniera negativa non soltanto l'ambiente universitario, ma anche i rapporti sociali, in un confronto con l'altro in cui spesso si ha percezione di uscire perdenti.
È probabile che sia necessario un aiuto esterno per uscire da questa spirale, per riuscire a svuotare i macigni del suo zaino e poter vivere la sua quotidianità con maggiore leggerezza.
Se ha piacere mi contatti, potremmo esplorare insieme.
Un caro saluto,
22 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentilissima, non dovrebbe preoccuparsi di che cosa pensano gli altri, anche se sono i suoi genitori. Ognuno ha i propri tempi.
L'iter universitario talvolta può essere molto complicato, ci possono essere dei periodi meno produttivi e delle fasi di stallo.
Ciò che conta è essere intenzionati a raggiungere i propri obiettivi e lei lo è., dunque proceda serenamente.
Essere un buon medico prescinde dall'essere stati studenti "in pari" con gli esami oppure studenti "fuoricorso".
Le cose per cui provare vergogna sono ben altre, mi creda!
Le faccio tantissimi auguri per i suoi studi, per la sua futura professione e per la sua vita.
21 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Lara,
dal tuo racconto emerge tutta la frustrazione che senti.
Spesso poi capita di restare coinvolti in un circolo vizioso di pensieri che noi stessi alimentiamo.
Provi delusione per te stessa per non essere stata all'altezza delle tue aspettative, e gli sguardi e i commenti degli altri a riguardo non sembrano far altro che confermare questo senso di delusione.
Prima di tutto prova a separare le cose e a cercare un'altra chiave di lettura.
Come riconosci tu stessa, i tuoi genitori vorrebbero vederti sistemata, allora non potrebbe essere che la loro, più che "delusione", sia preoccupazione?
Dopodiché ti invito a riflettere sulle tue aspettative, è certo importante fissarsi degli obiettivi, ma è ancora più importante mantenersi flessibili di fronte ad essi e riconoscersi il lavoro svolto, senza perdere di vista il proprio percorso personale e quali fattori hanno contribuito a portarti esattamente dove sei adesso.
Fa tanto anche il modo che abbiamo di raccontarci a noi stessi e agli altri, prova ad incoraggiarti e a non giudicarti tu per prima: "...e adesso mi mancano SOLO 7 materie e la tesi".
Infine, ti chiedo, cosa significa per te essere a questo punto del percorso e non dove ti eri prefissata? Perché è così importante?
Resto a disposizione se dovessi averne bisogno o se volessi approfondire questi aspetti.
21 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Lara, la delusione che legge negli occhi degli altri è una delusione che lei 'poi' rivolge a se stessa in una sorta di loop dove risulta difficile riconoscerne inizio e fine. Comprensibile la frustrazione e la fatica di scuotersi. Credo che per lei uno spazio di terapia personale possa essere molto utile...sopratutto per uno sguardo diverso ed un'attenzione che sente mancare. Un caro saluto e a disposizione, anche on line. Maria dr. Zaupa
21 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara,
Grazie per la condivisione che ci hai portato. Il suo percorso di studi ha una sua difficoltà intrinseca, è un iter formativo che la porta a mettersi sempre in discussione, richiede perseveranza e impegno. Io inizierei a dare valore, quindi, a ciò che ha fatto fino ad ora riscoprendo così la sua motivazione. Ha lottato per raggiungere un obiettivo, si sta mettendo in gioco. Subentrano poi un po' di cose, soprattutto le aspettative (o quelle che noi pensiamo siano le aspettative nei nostri confronti) dei genitori, degli amici e della società, il peso di questo orologio sociale che ci portiamo sempre dietro. Le chiedo, che significato ha per lei superare gli esami e laurearsi? Il suo valore come persona si identifica solo con i suoi risultati accademici? È sicura di vedere la delusione nello sguardo altrui o è una sua proiezione? La nostra autostima dovrebbe attingere a diversi ambiti della nostra vita. Come se fosse a comparti. Se noi nutriamo la nostra autostima soltanto da una fonte unica, finisce che quando la fonte è un po' a secco resta a secco anche la nostra autostima. Inoltre, il divario tra le nostre aspettative su noi stessi e ciò che invece riusciamo a realizzare è ciò che spesso ci fa sentire svuotati. Ma forse dovremmo imparare a costruire delle aspettative partendo dalle risorse che abbiamo come persone con la propria storia, i propri tempi, i propri modi di affrontare la vita. Le costruiamo mattone per mattone, mettiamo un pezzo alla volta. Perché un conto è percorrere uno scalino alla volta, pensando a raggiungere gli scalini più prossimi progressivamente. Un altro conto è guardare già in in cima alla scala, che magari è anche bella alta! Ci sentiamo svuotati perché demotivati da un obiettivo che può sembrarci irraggiungibile. Perché è impossibile saltare alla fine della scala, gli scalini li dobbiamo salire piano piano. E quando la motivazione scarseggia e il peso delle aspettative deluse è troppo pesante, direi che è un po' difficile salire. Cosa ne pensa?
Fabiana
21 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Lara, potrebbe riflettere sul fatto che le persone che non si sono cimentate in un percorso accademico, non hanno consapevolezza di quanto sia difficile e faticoso studiare centinaia di pagine, comprendere concetti molto difficili, memorizzare decine e decine di nozioni e riuscire ad organizzare il tutto in una conoscenza che costituirà la sua identità professionale. Soprattutto in una facoltà difficile come Medicina.
Quello che lei ha fatto finora è qualcosa di straordinario e che poche persone o forse nessuno nella sua famiglia è riuscito a farlo.
Purtroppo ci costruiamo aspettative molto alte, anche per effetto delle aspettative altrui. Il confronto con la realtà può essere molto duro, ma non c'è da vergognarsi. Solo applicarsi e cercare di capire quali sono le difficoltà e cosa si può fare di diverso per migliorare la situazione. A volte ci si obbliga a fare tutto da soli, a non chiedere aiuto, perché si pensa che si deve essere all'altezza. Ammettere di avere delle difficoltà e con umiltà ricercare il supporto anche di colleghi più giovani, può essere una chiave di volta per raggiungere il risultato tanto agognato.
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Lara,
certe volte i pensieri negativi ci bloccano in un circolo vizioso e si autoalimentano, influenzando la nostra lettura della realtà e non permettendoci di vedere le cose in maniera diversa.
Lei per prima sente di provare questa delusione e questo potrebbe essere ciò che la porta a leggere la stessa cosa negli occhi degli altri, è così che interpreta le pressioni dei suoi genitori, ma se esistesse un'altra spiegazione?
Non è possibile che i suoi genitori, più che "delusi", siano "preoccupati" per il suo futuro?
O, ancora, perché non prova a raccontarsi in maniera differente?
Che ne dice di provare a pensarsi come una studentessa alla quale adesso mancano SOLTANTO 7 materie e la tesi?
La invito a riflettere anche sulle sue aspettative, è naturale porsi degli obiettivi quando scegliamo un percorso, ma bisogna stare attenti a non perdere di vista il resto, la sua storia personale, che l'ha portata a questo preciso momento.
Cosa vuol dire per lei essere fuoricorso? Che significato dà, lei per prima, a questa situazione e perché?
Resto a sua disposizione se volesse approfondire questi aspetti.
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno
Dire la verità è sempre meglio. Anche perchè potrebbe uscire fuori .Le consiglio dei colloqui per superare la vergogna
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
ROMA
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Lara,
le aspettative ed il giudizio proprio e, di conseguenza, delle persone a te più vicine sono fonte di grandissima sofferenza e possono paralizzare qualsiasi tentativo di arrivare a soddisfarle. E' molto importante un ascolto profondo tra tutto il rumore che proprio aspettative e giudizio creano. Per questo mi chiedo e ti chiedo cosa significano per te questi studi, l'università, il "vederti sistemata" secondo te prima ancora che secondo i tuoi genitori. Non è facile rispondere a queste domande ma potrebbe aiutarti un percorso terapeutico o un sostegno psicologico che possa aiutarti a trovare la TUA strada e a vedere tutti gli ostacoli che rendono più difficile il percorso verso la TUA realizzazione. Il senso di vergogna per definizione non ti permette di condividere i tuoi sentimenti e le tue emozioni più dolorose, ma anche quello ha un senso nella tua vita e va ascoltato per comprendere da dove viene e come poter riuscire a vivere in maniera più serena ed autentica senza questo peso difficile da sostenere.
Io sono a tua disposizione se vorrai esplorare te stessa.
Ti auguro di riuscire ad ascoltare il tuo cuore,
Valentina Cafaro
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao Lara, confrontarsi con le proprie aspettative e, in particolare, con quelle degli altri non è assolutamente un'esperienza facile e confortevole, soprattutto quando non ci sentiamo all'altezza di queste ultime. Il senso di smarrimento e di inadeguatezza che ne può derivare ci spinge a sentirci ancora più piccoli nei confronti delle alte aspettative a cui siamo stati o ci siamo sottoposti. Il rischio è quello di vedere ridotta la nostra interezza e, soprattutto, la nostra competenza attorno a quell'unico aspetto che momentaneamente non va come dovrebbe andare. Ciò che mi piacerebbe rimandarti attraverso questo spazio è di non cercare di fuggire da questo senso di vergogna, né tantomeno colpevolizzarti per non essere all'altezza delle tue aspettative, ma piuttosto di accettare, anche con serenità, di star attraversando un momento di difficoltà e prenderti cura di questo per provare a risignificare quanto stai vivendo. In questi momenti di forte smarrimento è necessario prendersi cura di sè stessi, talvolta fermandoci a riflettere su cosa sta succedendo all'interno della nostra vita che ci porta a non sentirci in linea con quanto desideriamo accadesse.
Ti inviterei anche a riflettere sulla fase evolutiva di vita che stai attraversando, magari consigliandoti alcune letture sul tema della differenziazione o sull'intimidazione generazionale.
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Cara Lara, grazie per esserti confidata con noi.
Mi dispiace che tu stia vivendo gli anni di formazione con disagio e frustrazione, posso immaginare come questi vissuti si possano sommare allo stress e alle difficoltà già insiti nel percorso di medicina in sè.
Purtroppo a volte ci troviamo a diventare i più rigidi giudici di noi stessi. Tuttavia, se da un lato questo può essere vissuto con grande sofferenza, dall'altro ci fornisce anche una grande speranza: infatti, l'unica persona che possiamo aiutare e su cui abbiamo potere di cambiamento, siamo proprio noi stessi.
Il tuo racconto contiene una parola che, a mio avviso, è meravigliosa: il perdono. Questo concetto nasconde in sè l'accettazione di ciò che è accaduto, la consapevolezza che si è fatto tutto ciò che si poteva per raggiungere un proprio risultato, l'ammettere che - forse - potremo essere stati (ed essere ancora oggi) un pò duri con noi stessi. E' una parola che contemporaneamente segna la fine di un vissuto (vergogna e delusione) ma anche un nuovo inizio: imparare ad accettarsi per quel che si è e per quel che si è stati, riconoscendo le proprie fragilità e vulnerabilità ma, al contempo, dandosi l'occasione di riscoprirsi alla ricerca di quelle abilità e risorse che sono dentro di noi e che potranno aiutarci nel percorrere il nostro percorso.
Spero che le mie parole possano esserti state di conforto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio e in bocca al lupo.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Lara,
Comprendo come si possa sentire di fronte a queste richieste che lei avverte come pressioni.
Sarebbe utile poter comprendere quali sono le difficoltà che incontra nel concludere il suo percorso universitario. Potrebbe essere utile rivolgersi ad un professionista in uno spazio a lei dedicato, in assenza di giudizio, così da esplorare le sue emozioni e comprendere meglio come poterla aiutare.
Resto a disposizione anche per una consulenza online
Un caro saluto
Dr.ssa Chiuselli
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Lara e grazie per la tua condivisione; sento tutta la tua sofferenza.
Sicuramente i commenti delle persone non aiutano, anzi... il più delle volte sono proprio quelli che feriscono maggiormente.
Quello che mi sento di dirti è che ognuno ha i suoi tempi ma, al tempo stesso, cercherei di esplorare i tuoi vissuti per dare significato più profondo alla vergogna, al senso di inadeguatezza ed alle aspettative (tue prima di tutto).
Un percorso di psicoterapia potrebbe rivelarsi utile per lavorare su questi aspetti come anche sui tuoi bisogni e desideri.
Resto a disposizione e un caro saluto.
Dr.ssa Serena Ferrara
20 APR 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Ciao, capisco che questa situazione ti stia causando molta sofferenza e che sia difficile per te perdonarti per non aver raggiunto le tue aspettative. Tuttavia, è importante ricordare che la tua carriera accademica non deve definirti come persona e che ogni persona ha i propri tempi e i propri percorsi di vita. È comprensibile che gli sguardi e i commenti degli altri possano farti sentire giudicata e inadeguata, ma è importante imparare a concentrarti sulle tue sensazioni e bisogni e a non farti influenzare troppo dalle aspettative degli altri. Ti suggerisco di cercare il supporto di uno psicologo per esplorare queste sensazioni di vergogna e insicurezza e per imparare a gestirle e a gestire meglio le pressioni esterne. Una terapia può aiutarti ad accettare te stessa e a sviluppare la fiducia necessaria per trovare la motivazione per completare il tuo percorso universitario, ma anche per imparare a valutare le tue priorità e a prendere decisioni che rispettino le tue esigenze e desideri.
Non esitare a contattarmi e a iniziare un percorso di terapia, ti auguro tutto il meglio.