Anche i rapper vanno dallo psicologo?
Un'emozione che molte persone che vorrebbero rivolgersi a uno psicologo, o iniziare un percorso di psicoterapia, dicono di vivere è la vergogna.
Un'emozione che molte persone che vorrebbero rivolgersi a uno psicologo, o iniziare un percorso di psicoterapia, dicono di vivere è la vergogna.
Cosa penserebbero gli altri se sapessero che vado dallo psicologo? E cosa dovrei pensare di me?
Spesso questa vergogna nasce da due idee:
- da un lato una visione di autonomia e forza per la quale le persone riescono a risolversi da sole i propri problemi;
- dall'altro la sensazione per cui gli altri non starebbero vivendo quello che viviamo noi; la sensazione cui le vite degli altri procedano nel modo "giusto" perché loro sono capaci di vivere, mentre noi no.
Questi presupposti, per molti, si rivelano un ostacolo complesso da superare prima di potersi permettere di dire: bene, voglio iniziare una psicoterapia.
Nel mondo della musica, un genere che ha sempre fatto del machismo e della dimostrazione della forza due dei suoi punti cardine, è il rap. In molte canzoni rap - non in tutte - l'autocelebrazione è un elemento centrale: io sono forte, io ce l'ho fatta, io mi sono costruito con le mie sole mani. Pur restando questi aspetti, è vero che anche il mondo del rap sta vivendo dei cambiamenti, grazie ai quali, per esempio, ci sono oggi sempre più musicisti che si sentono liberi di dichiarare la propria omosessualità, cosa impensabile solo quindici anni fa; ci sono più donne che possono spiccare; il panorama di tematiche di cui alcuni scelgono di parlare nelle canzoni è più ampio. Non è un caso che, sempre in questi ultimi anni, molti rapper importanti stiano scegliendo anche di far cadere la maschera da machi in favore di un racconto di sé più umano; semplicemente, potremmo dire, di stanno scegliendo ricordarsi che sono persone, e che quindi, come tutte le persone, hanno dei problemi, che come molte persone vanno dallo psicologo.
Questa cortina è stata rotta in primis dal rapper americano Jay-Z che, due anni fa, in una lunga intervista rilasciata al direttore del New York Times, non solo disse che finalmente aveva potuto far cadere i ruoli che doveva indossare all'inizio della carriera: "questo è chi sono", dice, e poi "la cosa più forte che un uomo può fare è mostrarsi vulnerabile" - ma anche di come andare in psicoterapia individuale e di coppia gli abbia permesso non solo di cambiare, ma anche di ricostruire il suo matrimonio.
Qualche settimana fa è uscita sul portale Noisey un'intervista a un famoso rapper italiano che parla della propria psicoterapia.
Fabio Bartolo Rizzo, in arte Marracash, ha raccontato con molta onestà la sua psicoterapia, le ragioni per cui ci è andato e il beneficio che ne ha tratto. Per non dilungarmi, lascio che siano le sue parole, di cui riporto alcuni passaggi, a parlare, perché sono convinto si spieghino da sé.
"Un po' tutti abbiamo delle cose che non ci fanno stare bene con noi stessi: la differenza è quando sei in grado di tirarle fuori. Ci sono persone che non riescono neanche a parlarne con loro stessi, ma queste cose ci sono comunque e magari le somatizzano in altri modi
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La cosa che funziona è che a un certo punto lui (lo psicologo) ti fa delle domande, o ti fa fare delle domande che non ti sei fatto da solo. Andare da lui è servito a capirmi e ad accettarmi di più.
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Una delle cose più importanti di quest'ultima crisi è che non sapevo più in che cosa credere. Mi sembrava tutto finto: le relazioni, l'amore... non avevo più motivazione per alzarmi al mattino e fare le cose.
[...]
Se penso che andavo dallo psicologo, gli raccontavo che non riuscivo a scrivere, che non sapevo se avrei fatto un altro disco e come mi sentivo qualche mese fa, è incredibile come la mia vita sia ripartita".
Alessandro Busi
Psicologo e psicoterapeuta a Padova e Mestrino
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