Connessi o estromessi: cos'è la FOMO?
Fear Of Missing Out (FoMO) è l'espressione con cui si definisce la paura, connessa all'utilizzo dei social media, di perdersi esperienze significative che altri stanno vivendo e dalle quali ci sentiamo estromessi.
La preziosa ma al contempo controversa accessibilità a moltissime tipologie di contenuto nel mondo dei social media ci pone oggi in una situazione in cui la separazione tra mondo online e mondo offline è probabilmente sempre più labile e sfumata: pensiamo ad esempio a quanto la possibilità di vedere e di conoscere ciò che gli altri fanno nelle loro vite , spesso in tempo reale, può influire sui nostri stati emotivi e sui nostri pensieri, in altre parole al fatto che ciò che viviamo nel mondo digitale ha effetti concreti sulle nostre esperienze offline (e viceversa).
Fear of Missing Out o FOMO: che cos'è?
A questo proposito, si sente parlare da diversi anni di un fenomeno definito Fear of Missing Out (abbreviato "FOMO"), riguardante la preoccupazione di non essere al passo con gli altri, o di perdersi esperienze, opportunità, connessioni sociali che altri stanno vivendo. Questo particolare stato emotivo sembra essere alimentato proprio dall'esposizione a una vasta gamma di post, stories, aggiornamenti, influenzando come ci sentiamo, le emozioni che proviamo, perfino le scelte che prendiamo.
La FOMO si manifesta in particolar modo attraverso i social media, nei quali la possibilità di sapere cosa avviene nel mondo e nelle vite degli altri risulta particolarmente semplice, diretto, "vicino". Ciò può alimentare la nostra ansia e la nostra insicurezza, portandoci a confrontare costantemente le nostre vite con quelle degli altri e a sentirci inadeguati o meno soddisfatti delle nostre esperienze. Un tipo di ansia e preoccupazione che nello specifico si può manifestare in modi molto diversi: "sento di non essere dove sarei voluto essere", "gli altri hanno più amici di me", "sto perdendo tempo", "a nessuno importa di me" "non valgo abbastanza", "gli altri hanno già terminato gli studi o lavorano e io no".
Inoltre la FOMO può anche esprimersi con il bisogno di partecipare costantemente a qualunque tipo di evento o esperienza ci venga proposto per timore di essere tagliati fuori o rimanere soli. Dunque la preziosità e utilità dei social media può avere un risvolto rischioso nel momento in cui tendiamo a ricercare in maniera continuativa una gratifica sociale una conferma del nostro valore, ad esempio caricando compulsivamente i momenti clou delle nostre vite.
Quindi i social media sono dannosi e hanno un impatto negativo sul nostro benessere?
In linea di massima, no. O meglio, la risposta non può che dipendere da una moltitudine di fattori, come la nostra personale storia di vita, l'uso che facciamo dei social media, il rapporto che abbiamo con gli altri e con noi stessi in altre aree della vita. Nel parlare della FOMO spesso ci si dimentica che il timore di essere esclusi o di rimanere indietro è un tema psicologico di ampia portata presente ben prima del boom di Instagram e TikTok, addirittura anche ben prima dell'avvento di Internet. Potremmo dire che i mezzi digitali hanno fluidificato le vie comunicative e incrementato il rischio che le persone si confrontassero con gli altri a partire da ciò che possono vedere e sapere.
Potremmo però riflettere su come questa intensa esposizione ci porti ad amplificare il valore delle vite degli altri e a sminuire la propria: non dimentichiamoci che ogni riflessione su immagini e storie è pur sempre una riflessione filtrata dalle nostre interpretazioni situazionali e dai nostri stessi stati emotivi! Quanti altri dettagli non prendiamo in considerazione nel valutare l'appetibilità delle vite altrui? Quanta cura e selezione della propria immagine c'è nel caricare spezzoni delle proprie vite nei social media?
Potrebbe essere quindi utile chiedersi "In quali altri modi posso leggere questi post o queste storie?" "Che cosa sta colpendo di me questo contenuto?" Ti è mai capitato di sperimentare la FOMO?
Le informazioni pubblicate da GuidaPsicologi.it non sostituiscono in nessun caso la relazione tra paziente e professionista. GuidaPsicologi.it non fa apologia di nessun trattamento specifico, prodotto commerciale o servizio.
PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ