Dal dolore al piacere: autostimolazione e autolesionismo

L'articolo prova a dare uno sguardo al rapporto tra dolore e piacere per meglio comprendere il desiderio di stimolazioni dolorose e dell'autolesionismo; per capire come sia possibile trarre piacere a partire dal dolore.

29 LUG 2024 · Tempo di lettura: min.
Dal dolore al piacere: autostimolazione e autolesionismo

La maggior parte delle persone non è solita infliggersi ferite quali tagli, bruciature e strangolamenti. Ma è meno raro il caso di stimolazioni tipo grattarsi, togliersi pellicine, schiacciare brufoli o strappare peli. Sembra quindi si possa intendere la cosa come un continuum di stimolazioni dolorose più o meno intense che conducono ad un sollievo o un piacere.

Quand'è che il dolore diventa piacere?

Hanno provato a rispondere questa domanda Dunkley e collaboratori in una review del 2020 attingendo dalla letteratura sul dolore e sulle pratiche sado-masochistiche BDSM (Bondage and Discipline/Dominance and Submission/Sadism and Masochism). Gli autori identificano diversi elementi da considerare che permettono di sperimentare piacere a partire dal dolore:

  1. Attività cerebrale discendente (TOP-DOWN); ovvero il cervello risponde ai segnali dolorosi che arrivano dalla periferia riducendo la loro azione se non addirittura trasformandola in piacere
  2. Rilascio di cannabinoidi ed oppioidi endogeni; cioè neurotrasmettitori legati a sensazioni di piacere (normalmente presenti durante l'attività fisica e sessuale)
  3. Desensibilizzazione al dolore; per cui una ripetuta stimolazione dei recettori del dolore fa ridurre la loro attività
  4. Contesto emotivo: forti emozioni possono bloccare la percezione del dolore
  5. Legame relazionale; laddove sentirsi positivamente connessi ad un altro riduce il dolore (es. tenere la mano di una persona cara)
  6. Controllo sulla fonte dolorosa; cioè la possibilità di decidere se somministrarsi e se interrompere lo stimolo doloroso
  7. Associazione con l'eccitazione e l'attività sessuale; le quali permettono una forte combinazione di piacere/dolore
  8. Stati alterati di coscienza: momenti di dissociazione piacevole nel contesto della stimolazione dolorosa
  9. Atteggiamento meditativo mindfulness; cioè un'attenzione non giudicante a quanto sta accadendo nel momento presente (ad esempio riferendosi al "dolore" con la parola "intensità")
  10. Riduzione dello stress psicologico; laddove lo stress fisico sembra ridurre la tensione mentale.

Mentre nel caso del BDSM sembra esserci soprattutto una ricerca attiva del piacere le cose cambiano con l'autolesionismo, dove la componente piacevole è soprattutto a rinforzo negativo, cioè in forma di riduzione della sofferenza precedente alla stimolazione dolorosa.In uno studio del 2008 di Kleindienst e colleghi è riportato il primo motivo per cui 95 donne con diagnosi di Disturbo Borderline si autolesionavano, con questi risultati: ridurre la tensione (per il 51% del campione), ridurre sentimenti spiacevoli (13%), punirsi (12%), avere controllo (8%), sentire il proprio corpo (7%) e così via.

Quand'è che il dolore diventa piacere?

Sembra inoltre che lo stato emotivo riferito prima e dopo la lesione aveva una riduzione nel caso delle emozioni negative e un aumento per le emozioni positive; l'unica eccezione era la vergogna: successivamente alla lesione c'era un aumento del vissuto negativo.Per analizzare ad ampio spettro la questione, Edmondson e colleghi hanno pubblicato nel 2016 una review sistematica in cui hanno potuto ordinare in 3 categorie i motivi legati all'autolesionismo non suicidario (non finalizzato ad uccidersi).

La prima è appunto la riduzione della spiacevolezza, che include: regolare gli stati emotivi, influenzare l'altro, punirsi/punire/farsi punire, gestire stati di dissociazione, prevenire il suicidio. La seconda è la ricerca di un'esperienza positiva: provare piacere, provare eccitazione, vivere sensazioni nuove, avere un senso di protezione e di controllo. La terza riguarda la propria identità: stabilire confini, esprimere la sessualità, esprimere sé stessi e/o la propria sofferenza, esprimere appartenenza ad un gruppo o ad una cultura, creare significati personali.

Comprendere il rapporto tra piacere e dolore può essere universalmente utile, così da poter meglio gestire situazioni in cui la ricerca del dolore/piacere diviene dannosa/pericolosa e si configura come una dipendenza, per poter trattare il dolore ma anche per aumentare la comprensione, ridurre lo stigma e creare un continuum tra esperienze più rare ed estreme e stimolazioni più comuni.

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Scritto da

Dott. David Maddalon

Bibliografia

  • Dunkley, C. R., Henshaw, C. D., Henshaw, S. K., & Brotto, L. A. (2020). Physical pain as pleasure: A theoretical perspective. The Journal of Sex Research, 57(4), 421-437.
  • Edmondson, A. J., Brennan, C. A., & House, A. O. (2016). Non-suicidal reasons for self-harm: A systematic review of self-reported accounts. Journal of affective disorders, 191, 109-117.
  • Kleindienst, N., Bohus, M., Ludäscher, P., Limberger, M. F., Kuenkele, K., Ebner-Priemer, U. W., ... & Schmahl, C. (2008). Motives for nonsuicidal self-injury among women with borderline personality disorder. The Journal of nervous and mental disease, 196(3), 230-236.

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