L’importanza della scuola: come ci aiuta?

Questi giorni ci hanno portato alla conclusione della scuola. Alunne e alunni di diverse età hanno sicuramente preso parte a festeggiamenti di vario genere e tipo.

10 GIU 2024 · Tempo di lettura: min.
L’importanza della scuola: come ci aiuta?

Questi sono stati gli ultimi giorni che hanno portato alla conclusione della scuola. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi di diverse età hanno sicuramente preso parte a festeggiamenti di vario genere e tipo, perché la fine della scuola permette sempre di sperimentare un clima di festa. Ma perché ci viene da festeggiare, e che cosa festeggiamo esattamente?

Come affrontare la fine della scuola?

Alla fine dell'anno scolastico, gli ordini e i gradi scolastici della primaria si impegnano ad organizzare le recite di fine anno più sorprendenti di sempre, con costumi, suoni, canti, balli... e chi più ne ha più ne metta! Le ragazze e i ragazzi della Scuola Secondaria di I grado, ex medie, proprio come da copione, vivono per certi aspetti ancora il gusto della costruzione della festa, ma anche il solo desiderio di riunirsi e di stare insieme ai propri compagni intonando veri e propri "cori da stadio" del tutto improvvisati, che assomigliano in tutto e per tutto alla loro necessità di essere visti e di provare, forse per la prima volta, a fare i grandoni.

Per non parlare poi della moltitudine di ragazze e ragazzi delle superiori, che istituzionalmente appartengono alla Secondaria di II grado: nei cortili dei loro plessi scolastici si aprono delle vere e proprie danze celebrative di una liberazione, che appunto coincide con la fine delle lezioni e l'inizio del periodo estivo. Non per tutti, però, perché coloro che sono all'ultimo anno di scuola superiore vivono spesso il "grande dramma" dell'arrivo dell'esame di maturità, e, quindi, i loro festeggiamenti e le loro danze rappresentano spesso l'indecisione tra la voglia di festeggiare l'ingresso, quasi ufficiale, nel mondo degli adulti e il timore delle prove d'esame che da lì a pochi giorni li attenderanno.

Ma perché tutti, ma proprio tutti, si lasciano andare a momenti di grande commozione per la fine della scuola, di questa scuola così molto spesso criticata durante l'intero anno ? È una festa di liberazione poiché gli alunni, e di conseguenza anche i loro genitori, si sentono imprigionati all'interno di questa istituzione che sembra non riesca a mettere d'accordo più nessuno, oppure è la celebrazione di qualcos'altro? E se è così, che cos'è? Che cosa rappresenta?

La Scuola prepara alla società

La scuola rappresenta sicuramente uno dei primi ambiti di socialità e di possibilità di socializzazione per le bambini e i bambini, per le ragazze e i ragazzi che la frequentano, ma che soprattutto la abitano e la tengono in vita. Per Adler, la scuola è il contesto relazionale che più si avvicina al contesto di vita e di sviluppo che rappresenta la famiglia, fino a diventarne quasi un suo prolungamento effettivo. Secondo la sua Individualpsicologia, il compito primario dell'istituzione scolastica è quello di formare individui autonomi che si interessino al bene collettivo e comune, cioè che si approccino all'idea di una società che vada coltivata a partire dal singolo, dove il bene comune diventa un obiettivo da perseguire prima di tutto personalmente. È questa l'idea di scuola che Adler aveva iniziato ad ipotizzare, e lo ha fatto prima di tutto facendosi promotore della collaborazione tra diverse figure, professionali e non, come psichiatri, genitori, insegnanti, educatori al fine di creare una rete di sostegno, di supporto, di presenza.

Un'idea, quella di Adler, che all'epoca è risultata decisamente rivoluzionaria, ma ad oggi è del tutto essenziale. Si perché oggi, nella scuola, ciò che permette un arricchimento esistenziale, sia per gli adulti sia per i più piccoli, è proprio la possibilità di entrare in contatto con il concetto di pluralità. Col tempo, infatti, ci si è spostati dall'idea di "maestro unico" in favore del corpo insegnante e corpo docente; negli anni sono riusciti ad entrare nella scuola diversi specialisti, tra cui importantissimi e fondamentali le figure di insegnante di sostegno e di assistente educativo; recentemente si stanno continuando a proporre riflessioni in merito alla presenza a scuola di psicologi…

La Scuola prepara alla società

Ma non c'è solo la pluralità di professionisti che tutti i giorni si possono incontrare in classe, nelle aule polifunzionali o nei corridoi di una scuola. Questa istituzione è anche e soprattutto fulcro dell'espressione creativa di ogni singolo alunno che la frequenta. Perché la scuola è uno dei luoghi più importanti dove ognuno di noi ha sperimentato la possibilità di sentirsi capace perché ha imparato a fare qualcosa da solo. Il tempo vissuto a scuola deve essere pensato e ripensato, perché da quel tempo, da quelle esperienze curricolari oppure extracurricolari, da quelle occasioni di gioco, di apprendimento, di confronto e di scambio inizia la costruzione della nostra identità come soggetti che devono sentire il bisogno di aprirsi alla società, e quindi al mondo. Le nostre bambine e i nostri bambini, le nostre ragazze e i nostri ragazzi devono quindi sapere che la loro scuola è il punto di partenza per provare a spiccare il loro personalissimo volo.

Ecco perché la scuola merita di ricevere miriadi di attenzioni da ciascuno di noi, sia nel nostro piccolo sia da parte delle istituzioni che presiedono la nostra società. Perché dalla scuola dipendono le possibilità di sviluppo e di miglioramento della nostra società di domani. Perché la scuola deve essere il tempo in cui ciascuno impari non solo a leggere, a scrivere, a contare, ma soprattutto dove si impara a pensare, progettare, dove c'è spazio e possibilità di fare esperienza vita vera che poi possa essere verificata, dove l'errore non sia un tratto indelebile sulla nostra carta di identità, ma sia evidenza del proprio impegno e del proprio spendersi. Perché noi tutti siamo chiamati a vivere, ad abitare, a migliorare il mondo. Perché la scuola è il mondo, come ci ricorda Gianni Rodari nella sua poesia.

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Scritto da

Dott.ssa Chiara Rosellini

Bibliografia

  • Adler, A., La Psicologia Individuale nella scuola-Psicologia dell'educazione-Psicologia del bambino difficile, Grandi tascabili economici Newton,1993.
  • Camaioni, L; Di Blasio, P (2007), Psicologia dello sviluppo, Il Mulino.
  • Rodari, G. (2017). Il libro degli errori. Torino: Einaudi.

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