Meccanismi di difesa: cosa sono e come li utilizziamo
I meccanismi di difesa ci aiutano ad affrontare alcune esperienze angoscianti e dolorose, proteggendo il nostro IO. Ma alcune volte possono portare a condizioni patologiche. Quali riconosci?
Durante il corso della nostra vita impariamo a reagire ad alcune esperienze attraverso meccanismi di difesa, che poco a poco entreranno a fare parte della nostra individualità.
Nella psicologia psicoanalitica quesi meccanismi sono usati per spiegare dinamiche psichiche generali.
I meccanismi di difesa in Psicologia
I Meccanismi di difesa sono una maniera di rispondere, in modo dinamico e reattivo, agli stimoli del mondo.
Questi meccanismi formano parte della nostra individualità e descrivono come ci rapportiamo con il mondo. Sono il risultato di diversi fattori, tra cui per esempio fattori culturali ed ereditari, condizionamenti contestuali o relazionali, ossia da tutti i fattori “esperenziali” che incontriamo nella nostra vita.
Sono forme di reazione che operano al di fuori della sfera della coscienza e sono messi in atto dall’Io per intervenire davanti a eventi di angoscia.
Il loro utilizzo serve per l’adattamento del bambino alla realtà, e pertanto la loro presenza non è in generale “patologica”, ma in alcuni casi potrebbero essere sintomi di un disturbo patologico, se vengono utilizzati in forma disadattiva.
Questi comportamenti, sono stati studiati, soprattutto nella branca della psicoanalisi, per spiegare come le esperienze soggettive, la personalità e la psicopatologia, possano mischiarsi, e cercando così di classificare questi meccanismi di difesa dell’IO e i vari tipi di personalità.
Sono automatismi appresi, che attua la nostra mente (come per esempio le fantasie, attività intellettuale o il pensiero) per proteggerci non solo dalle nostre pulsioni ma anche da tutto quello che ci può ferire o provocare angoscia.
I meccanismi di difesa in psicologia si definiscono come meccanismi auto-conservativi che ci aiutano a superare le difficoltà.
Esempi pratici
Per capire alcuni esempi pratici dei meccanismi di difesa, potremmo sottolineare il fatto che tali atteggiamenti vengono attivati per diminuire l’ansia nei momenti di conflitti interni inconsci che finiscono per influenzare il comportamento.
I meccanismi di difesa possiedono alcune caratteristiche comuni, tra cui:
- non sono irreversibili, possono cambiare con il tempo
- Sono metodi per gestire le situazioni negative, in particolare modo che scaturiscono da un problema relazionale.
- Sono automatici e inconsci
- Sono sia adattivi che disadattivi: ossia sono meccanismi utilizzati normalmente ma se vengono estremizzati o utilizzati rigidamente possono essere sintomo di una patologia.
Alcuni esempi pratici possono aiutare a diagnosticare e a trattare alcune patologie. Per esempio una persona che applica continuamente i meccanismi di difesa della razionalizzazione, dell’intellettualizzazione o dell’isolamento potrebbe sviluppare un disturbo ossessivo-compulsivo.
Un esempio pratico della razionalizzazione potrebbe essere cercare di giustificare un comportamento insensato che mette a rischio qualcosa di importante. Per esempio uscire con gli amici fino a tardi, alla vigilia di un colloquio, sottolineando che quel lavoro non è poi così importante.
Per quanto riguarda il diniego, per esempio, che si caratterizza con la negazione della realtà, una situazioone tipica potrebbe essere una vedova che continua ad apparecchiare per due o una persona che non accetta la fine di una storia o di una situazione. Il diniego, in particolare, portato all’estremo potrebbe portare a una psicosi.
I meccanismi di difesa avvengono normalmente all’interno di una relazione perché coinvolgono aspetti comunicativi. Possono trasformarsi in disadattavi quando la persona non è più in grado di gestire la relazione e trasforma la realtà attraverso una visione distorta.
Ossia questi meccanismi di difesa diventano disadattavi quando il comportamento si presenta spesso e non viene cambiato mai indipendentemente dalla situazione e dal contesto.
I 10 meccanismi di difesa più comuni
Esistono diversi tipi di meccanismi di difesa che vengono definiti immaturi e maturi a seconda del periodo di crescita in cui vengono sviluppati:
i meccanismi difesa primari o immaturi, sono quelli sviluppati durante l’infanzia e tendono ad essere totalitari e difficili da gestire, mentre i maturi o secondari vengono sviluppati in seguito e coinvolgono alcune aree più evolute come il pensiero, i sentimenti o una combinazione di essi, e alcuni possono essere più adattivi di altri. In seguito analizzeremo quelli associati ad alcune forme di nevrosi e psicosi.
In questo senso le difese mature dovrebbero essere in qualche modo più sostenibili: la psicoterapia potrebbe aiutare a portare infatti i meccanismi immaturi o meno produttivi verso quelli più maturi e sostenibili. Questi meccanismi di difesa potrebbero essere utili per fronteggiare l’ansia o altre situazioni negative che si presentano.
Negazione
La negazione è uno dei meccanismi di difesa più comuni e coinvolge, appunto, la sfera della negazione della realtà.
Esistono casi di semplice negazione dove ciò che viene negato sono solo gli affetti (per esempio nel caso di una fine di una relazione, si può negare l’amore che si provava verso l’altra persona), mentre nel caso del diniego in psicologia è la realtà stessa che viene negata, portando così a una psicosi.
Il diniego è primario e primitivo, che può arrivare al delirio. L’atteggiamento in questo tipo disadattivo potrebbe essere riassunto con il motto “se non lo riconosco e non l’accetto non è mai successo”.
Entrambi questi meccanismi di difesa possono essere disadattivi e disfunzionali, nel senso che un loro uso reiterato e non contestuale non porta alla risoluzione del problema ma solo danni per l’individuo.
Repressione
La repressione è un meccanismo di difesa che si definisce con il reprimere i sentimenti che ci potrebbero far soffrire o spaventare.
Brutti pensieri, ricordi dolorosi o traumatici vengono nascosti all’interno di noi stessi con la speranza che non saltino mai più fuori. In realtà questi sentimenti non scompaiono davvero. Queste sensazioni, pensieri, sentimenti che abbiamo represso influenzeranno il nostro comportamento e potranno influire nelle relazioni.
Il pericolo peggiore della repressione, consiste nel fatto di non sapere mai quando questa rappresentazione interna dell’angoscia che abbiamo nascosto salterà fuori e con che potenza e distruzione.
Proiezione
Esistono due tipi di meccanismo di difesa di proiezione psicologica: la proiezione in sé e l’identificazione proiettiva.
La proiezione in psicologia è il sentimento alla base della paranoia: vengono attribuite ad un’altra persona, alcune proprie caratteristiche o impulsi misconosciuti.
L’altro verrà pertanto percepito come ostile e pericoloso. Un paranoico delirante potrebbe proiettare aspetti di sé che non riconosce su altri e creando così dei deliri paranoici. In questo senso viene effettuata una scissione delle proprie caratteristiche buone e cattive, e quest’ultime vengono proiettate all’esterno e non riconosciute.
Proiezione e identificazione proiettiva
Un altro tipo di proiezione psicologica è l’identificazione proiettiva che si caratterizza anche in questo caso da una scissione delle qualità buone e cattive, proiettando quelle cattive sull'altro.
In questo caso inoltre viene aggiunta anche una sorta di tentativo di controllo: proiettando le proprie qualità sull’oggetto relazionale, la persona si sente in grado di poter identificarle e controllarle dall’esterno, in maniera normalmente aggressiva.
Spostamento
Lo spostamento, riguarda il porre la minaccia o l’impulso incontrollabile al di fuori del corpo, riversandolo su un oggetto. In questo modo la minaccia, invece di essere rimossa, viene spostata all’esterno e quindi avvertita come qualcosa al di fuori del sé e non più qualcosa di interno e inacettabile.
Un esempio pratico di meccanismo di difesa riguardante lo spostamento, potrebbero essere le fobie. Esistono diversi tipi di fobie che rappresentano paure razionali ma che non rappresentano un pericolo reale, dall’agorafobia alla fobia sociale o all’aracnofobie.
Sono tutte fobie che potrebbero rappresentare uno spostamento di pulsioni interne inacettabili.
Regressione
La regressione, si presenta quando il dolore o il trauma subìto è così forte che non si riesce ad affrontare e si ritorna a uno stadio precedente di comportamento rappresentato dall’infanzia.
Il ritorno simbolico a questo periodo permette all’individuo di eliminare le ostilità attuali fingendo che ancora non siano avvenute. La regressione si può manifestare nei bambini, per esempio, in circostanze che gli apportano ansia: non essendo in grado di rispondere coi canoni comportamentali dei bambini della sua età inizia a rispondere a questo problema con comportamenti di quando era più piccolo che lo compiacevano.
Per esempio come fare i carpricci o fare la pipì a letto: tutte situazioni che coinvolgono il genitore e che ne accentuano la sua dipendenza.
Esiste anche una forma di regressione psicologica legata sempre all’aspetto infantile ma più adattiva, che viene denominata Regressione al servizio dell’Io (termine coniato da Kris nel 1952) per spiegare l’uso della regressione come mezzo per la creatività.
Questo meccanismo di difesa può apparire anche negli adulti, in momenti di particolare stress o dolore. Alcuni sintomi o esempio del meccanismo di difesa regressione potrebbero riguardare il masticare penne o matite, dormire con un peluche caro o cercare di evitare le attività quotidiane.
Razionalizzazione
La razionalizzazione è un meccanismo usato comunemente, con essa in psicologia si indica comunemente la giustificazione di un evento che si è ritenuto angosciante con ragioni esplicative di comodo che servano a arginare l’angoscia.
In fondo rimane la sensazione che ciò che hai fatto non è giusto, ma queste giustificazioni permettono di accettare la scelta che hai fatto. Un esempio di razionalizzazione può essere arrabbiarsi coi colleghi perché non hanno consegnato un lavoro in tempo o con il tuo amico perché non arriva in orario, nonostante anche tu ti comporti sempre nella stessa maniera.
Ma come si razionalizza? Il significato di razionalizzazione risiede nell’elaborazione mentale di una situazione. La razionalizzazione è uno strumento logico: ossia l’elaborazione di concetti logici e consequenziali che ti permettono di spiegare alcuni atteggiamenti che sennò sarebbero fuori luogo o inconsci, e accettarli rendendoli sensati.
Sublimazione
La Subliminazione viene considerato un sentimento adattivo e di grande utilità perché permette di reindirizzare sentimenti ed emozioni di una certa portata verso qualcosa di costruttivo.
Ossia l’oggetto della pulsione viene sostituito con un altro scopo più accettato socialmente. Un esempio pratico di utilizzo di questo meccanismo di difesa potrebbe essere sfogare la propria rabbia attraverso l’esercizio fisico, invece di sfidare apertamente i tuoi dipendenti o il tuo capo (ovviamente non sempre è positivo perché a volte bisogna imparare anche a sapere affrontare gli scontri. Però diciamo che in generale può essere un atteggiamento positivo per recuperare lucidità e riprendere la discussione o lo scontro con più calma.)
La sublimazione à anche l’espressione diretta delle emozioni attraverso l’arte, la musica o lo sport o altre forme di espressività artistica. In generale i comportamenti che scaturiscono in questo modo sono soddisfacenti per l’individuo perché sono socialmente adattivi e la persona può esprimere l’impulso originario.
Nel caso però che questo tipo di meccanismo fallisca, i tipi di impulsi infantili sottostanti diventano manifesti e si potrebbero generare conflitti.
Formazione reattiva
La Formazione reattiva, riguarda il caso in cui un soggetto, nonostante riconosca il suo stato d’animo, decide di comportarsi nel modo opposto a quello che sente. Potrebbe essere per esempio il caso di persone che non si danno la possibilità di provare rabbia o frustrazione e scelgono di reagire in un modo eccessivamente positivo.
Non è solo un tratto comportamentale: a volte può radicarsi così profondamente da incidere sulla costituzione di un cosiddetto “falso se”, ossia una personalità o identità non autentica.
La formazione reattiva è un meccanismo di difesa, che in forma disadattiva è alla base del disturbo ossessivo- compulsivo: lavarsi spesso le mani potrebbe rappresentare simbolicamente l’eliminazione di sentimenti di sporcizia e inadeguatezza. La formazione reattiva potrebbe generare atteggiamenti inconsci che sono esattamente l’opposto di quello che dovrebbe difendere.
Compartimentazione
La Compartimentazione permette di separare in “compartimenti” i diversi settori della vita, permettendoti di non pensare a una situazione angosciante e traumatica a meno che non ti trovi in quella “impostazione”.
Per esempio potresti decidere di non discutere della tua vita personale sul lavoro, bloccando così quel settore. In questo modo se dovessero esistere due condizioni in conflitto tra di loro potrebbero continuare ad esistere senza creare confusione, sensi di colpa e vergogna sul piano cosciente. In questo modo si possono anche realizzare due scelte di vita contraddittorie allo stesso tempo senza coglierne però la contraddizione. Come per esempio chi compie scelte illegali sul lavoro, ma insegna ai figli a rispettare le leggi.
Intellettualizzazione
L’intellettualizzazione è simile alla razionalizzazione ma che unisce alle spiegazioni logiche, fonti autorevoli di riferimento come dati teorici o scientifici o argomenti colti o condivisi, che servono a mitigare l’angoscia.
Il punto centrale è quello di rimuovere le emozioni, quando si è messi alla prova in situazioni complicate, concentrandoti sui fatti quantitativi. Un esempio potrebbe essere il caso di un licenziamento, e la persona che ne è colpita si butta subito sulla ricerca di un lavoro, creando dati excel e opportunità. Questo meccanismo può essere adattivo nel momento in cui ci aiuta ad andare avanti ed è temporaneo. Ma un utilizzo prolungato di questo meccanismo potrebbe portare a non elaborare l’emozione e quindi a creare una disfunzione.
Anche negli adolescenti questo tipo di meccanismo di difesa è abbastanza utilizzato per cercare di far fronte alle ampie pulsioni di quest’età che possono generare anche molta sofferenza.
Patologie e meccanismi di Difesa
Esistono molti altri tipi di meccanismi di difesa come l’acting out per esempio, che esprime l’emozione attraverso l’azione (invece del linguaggio), o la rimozione, ossia la cancellazione di un ricordo o un evento traumatico perché non si è in grado di sopportarne l’angoscia, o l’identificazione con l’oggetto stimato e amato.
Questi, possono essere si adattivi che disadattivi a seconda della maturità a cui appartengono e se il loro uso è reiterato o meno. DI seguito analizzeremo alcuni disturbi e vedremo a quali sono associati.
Nevrosi
Alcuni meccanismi di difesa che potrebbero diventare in forma disadattiva sintomatici della nevrosi sono:
- la rimozione: come abbiamo già visto in precedenza riguarda la rimozione dell’evento o delle fantasie inacettabili. È un meccanismo basico fondamentale: gli altri meccanismi vengono attivati solitamente nel momento in cui questo meccanismo perde di efficacia. I lapsus o le dimenticanze ne sono degli esempi pratici.
- Formazione reattiva: la creazione del falso sé porta a creare un sé diverso da quello che si é realmente, per tenere lontano l’impulso originario normalmente ostile. Si creano quindi sentimenti di gentilezza o simpatia, ma che sono solo sintomo di un tentativo di farsi accettare, e nascondono un forte sentimento di inadeguatezza.
- Spostamento: quando i sentimenti inadeguati vengono spostati verso un altro oggetto.
Le forme disadattive potrebbero dare origine a formi di nevrosi, se perpetrate e acutizzate.
Ossessioni
I meccanismi di difesa che potrebbero portare a un disturbo ossessivo o comunque essere sintomatici di tali ossessioni e disturbi sono:
- Isolamento dell’affetto: questo meccanismo separa l’affetto e le emozione dall’evento o dal pensiero in sé, facendo così che la persona che attua questo meccanismo di difesa sia completamente cosciente di ciò che sta succedendo, ma non lo elabora a livello emotivo o affettivo.
- Annullamento retroattivo: Si utilizza un azione simbolica per compensare qualcosa che si è fatto precedentemente di cui ci vergogniamo o ci sentiamo in colpa.
- Intellettualizzazione: rimuove le emozioni concentrandosi su dati quantitativi e sui fatti.
Questi meccanismi possono dare origine a disturbi ossessivi, perché tendono a sopprimere le emozioni, e in qualche modo vengono surclassate da gesti ossessivi che ne prendono il posto.
Narcisismo
I meccanismi di difesa tipici del narcisismo sono:
- onnipotenza: Fa sì che questa persona si sente superiore agli altri e che affronti le situazioni con questa convinzione.
- Idealizzazione: La persona che attua con questo meccanismo di difesa, idealizza, appunto, le caratteristiche e i comportamenti di sé stesso e delle persone che gli stanno intorno.
- Svalutazione: Permette alla persona che lo utilizza di svalutare sé stesso o gli altri, per giustificare alcuni comportamenti e azioni.
Il narcisista appare sempre come una persona seducente e di successo, ma con un grande vuoto affettivo nonostante la sua incapacità di amare, e questi tipi di meccanismi di difesa possono essere un sintomo di tali caratteristiche.
Freud e Melanie Klein
Nell’ambito della psicodinamica o teoria psicoanalitca, i due studi più importante sui meccanismi di difesa dell’Io risalgono a Anna Freud, in primis, e in seguito una revisione da parte di Melanie Klein.
La differenza principale tra i due studi, riguarda il fatto che la Klein sottolinea come la mente dell’adulta sia più fluida e instabile, e che deve lottare ogni giorno per mantenere lontano le psicosi.
Nella teoria di Freud invece la mente dell’adulto rimane più strutturata e definita, perché è nell’infanzia che si definiscono i tratti fondamentali dell’individuo (il nome meccanismo di difesa, nasce proprio dall’idea di una mente come struttura, alla quale può essere applicata un’analisi di tipo scientifico).
Un altro punto di differenza è il fatto che secondo Freud la paura primordiale che ci faceva muovere verso un tipo di personalità o un’altra era la punizione e il senso di colpa, mentre per Melanie Klein il sentimento che ci muove verso un determinato stato psichico è la paura dell’annichilimento e dell’abbandono.
In ogni caso questi comportamenti, servono per proteggersi da queste situazioni diventando o un elemento caratterizzante delle psiche o elemento di alcune condizioni patologiche.
Conclusioni sui Meccanismi di difesa dell’IO
I meccanismi di difesa sono meccanismi fondamentali per affrontare il dolore, gli eventi traumatici e l’angoscia. Nascono con Freud, e vengono rielaborati da sua figlia Anna Freud, nel libro "l’Io e i meccanismi di difesa" e anche successivamente, rendendo così più flessibile e adattabili anche agli adulti questi meccanismi.
Essi sono in generale utili e positivi e ci proteggono dall’ansia e dall’angoscia, ma in molti casi possono portare ad alcuni disturbi, come il disturbo ossessivo-compulsivo, narcisistico o nevrotico.
Conoscere questi meccanismi è importante: se ci dovessero essere de dubbi su alcuni comportamenti e atteggiamenti non dubitare a chiedere aiuto a un terapeuta esperto in disturbi della personalità.
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Molto utile e spiegato bene grazie!
I meccanismi di difesa sono dunque incaricati di proteggere l'io. Sono armi letali tra le più elaborate,di cui l'io dispone per lottare contro tre fronti. Le pulsioni dell'es e i divieti del super io e le pressioni esterne . Infine con le influenze dell ambiente l'io organizza il suo sistema di difesa offesa al riparo dei quali può inseguire gli obbiettivi che si è prefissato nella vita. Il capitalismo trasforma questi meccanismi in psicosi il resto solo Bla. Bla Bla. Il capitalismo è male assoluto.