Ansia Post Seduta di Psicoterapia

Inviata da Sara Piras · 30 nov -1 Disturbo ossessivo compulsivo

Buonasera Dottori,

Ho un disturbo ossessivo compulsivo con ossessioni sessuali, diagnosticato da una terapeuta breve strategica. Ho fatto la terapia breve strategica per un anno e mezzo. Ha funzionato inizialmente, ma poi io sono stata nuovamente male. La terapeuta non aveva capito che fosse il caso di associare i farmaci alla psicoterapia, nonostante io le avessi domandato se fosse il caso. Ad ogni modo, all'inizio di questo percorso io uscivo dalle sedute e stavo bene. Quando poi sono stata nuovamente male, uscivo dalle sedute con più domande e pensieri, rispetto a quando ero entrata. In accordo con la terapeuta abbiamo deciso di interrompere e lei ha ritenuto necessario che per me sia più indicata la Terapia Cognitivo Comportamentale.

Mi sono rivolta quindi ad una terapeuta cognitivo comportamentale che mi ha confermato la diagnosi. E nel frattempo, mi sono rivolta ad uno psichiatra, che mi ha prescritto dei farmaci per l'ansia e degli antiossesivi.
Con questa terapeuta ho fatto solo due sedute e con lei ho parlato di cose di cui con l'altra non avevo mai parlato, essendo una terapia più breve, quindi bullismo, lutti, insicurezza personale e bassa autostima. Ovviamente collegati al mio disturbo e si parla dei pensieri che ho.
La prima seduta abbiamo parlato in maniera più generale per iniziare a conoscermi. In questa seduta siamo andati un po' più a fondo, toccando appunto certi argomenti dolorosi per me.
Dopo entrambe le sedute, avverto un aumento dell'ansia, un aumento dei pensieri legati al disturbo e inizio a rimuginare sulle cose dette in seduta e a cercare di ricordare bene cosa mi è stato detto. Oppure, se qualcosa che ho detto, non mi è stata spiegata bene, inizio a pensare che forse la terapeuta non è abbastanza competente. (Questo penso sia causato dal mio disturbo e dal mio voler la certezza riguardo tutto, quindi sarà da affrontare e risolvere)
Tant'è che mi viene da contattarla dopo la seduta per chiederle spiegazioni riguardo alcune cose dette. E siccome io, quando ero molto nel loop dei pensieri, in presenza di persone dello stesso sesso, mi è capitato che mi arrivassero i pensieri e poi delle sensazioni associare a quei pensieri, che mi suggerivano che ciò che dice il pensiero è vero, la sensazione che io sia attratta dalla persona e mi appariva tutto reale. Da quando ho iniziato con i farmaci, tutto ciò è nettamente diminuito e direi quasi scomparso. Ovviamente, avendo già fatto una psicoterapia, la precendente terapeuta mi ha detto che fa parte del disturbo e che queste sensazioni, arrivano quando si rimugina molto. E poi, quando io sto bene e anche prima del disturbo, io non le avevo. Quindi sono da ricondurre al disturbo. Quando gliene ho parlato, lei ha cercato di farmi più domande, e di spiegarle effettivamente cosa intendessi quando parlo di queste sensazioni, perché voleva capire. E nel chiedermi questo, mi ha detto che la prossima volta parleremo di quelle che sono le mie convinzioni. Però, adesso non mi ricordo se il discorso si sia interrotto perché nel parlare di questo,si è passato in automatico ad altro, ma comunque non mi ha restituito la risposta che avrei voluto, ossia "Fa parte del disturbo"
Quindi sono andata via con questo punto interrogativo. Per lei, fa parte del disturbo? E dovrò aspettare la prossima seduta per aprire nuovamente la questione. E questo mi lascia in ansia.
Quando poi le ho scritto, mi dice che scrivo troppo e lei si perde. Le ho scritto un'altra cosa che mi succede, ossia da quando ho il disturbo, quando viene offesa una persona omosessuale o si parla di omosessuali, mi sento tirata in causa, come se la cosa mi riguardasse direttamente (Quando prima del disturbo, o quando sto bene, non m'interessa)
E quindi le ho scritto che mi ero dimenticata di dirle questa cosa di persona e le ho chiesto se facesse parte del disturbo, inizialmente mi ha detto che la mia domanda era una richiesta di rassicurazione, poi ho insistito e mi ha risposto "Non lo so!"
E quando le ho detto "Mi scusi, ma se non lo sa lei, io come faccio?" Mi ha risposto "Non lo so"
Per poi dirmi che tutto ciò che le chiedo e tutte le domande che mi pongo, fanno parte del disturbo. Ma che le mie sono ricerche di rassicurazioni e che non mi risponderà più.
Io sono un po' preoccupata, perché ho paura di non riuscire ad essere aiutata e di continuare a rimanere dentro questo disturbo. Quindi vorrei la certezza che la terapeuta conoscesse bene tutto ciò di cui le parlo. E se vedo che non mi vengono date certe risposte, vado in ansia perché penso che non conosca bene il tutto e che quindi non mi potrà aiutare. Nonostante sia altamente specializzata nel doc.

Io so perfettamente che contattarla tramite messaggi sia una compulsione e una ricerca di rassicurazioni, ma ho ansia e ho bisogno di farle domande sulle cose dette in seduta o che mi sono dimenticata, proprio perché avverto un aumento dell'ansia e dei pensieri dopo la seduta.

Vorrei evitare che fallisse un'altra psicoterapia. I farmaci hanno ridotto moltissimo i miei pensieri ossessivi, ma non bastano. È necessario fare bene un percorso di psicoterapia.

È normale tutto ciò che provo dopo la seduta?
Vi ringrazio anticipatamente.
La prossima seduta le dirò come mi sento dopo la seduta.


Volevo chiedervi, quando si ha un disturbo Ossessivo Compulsivo, è normale provare questi stati d'animo dopo la seduta?

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