Buongiorno,
sono una ragazza di ventiquattro anni e da più di 8 mesi circa soffro di ansia sociale (o almeno così l'ha nominata il mio attuale psicologo).
Ho già sofferto in passato di ansia e attacchi di panico causato da un padre con dipendenze da alcool e droghe sistemate completamente solo da due anni ad oggi (a volte c'è il timore che ci ricaschi).
Tutt'ora però si è complicata ulteriormente la mia stabilità psicologica causata (forse) da un episodio di dissenteria con la difficoltà di trovare un bagno in un viaggio all'estero. Anche gli esami di maturità (conseguiti il luglio scorso perche iscritta alla scuola serale) sono stati un incubo. Gli attacchi di panico e l ansia provata mi hanno sicuramente abbassato i voti finali e durante la prima prova sono dovuta uscire a prendere aria accompagnata da una professoressa (che vergogna)!
Dopo il diploma le cose peggiorano ulteriormente, uscire e stare in mezzo alla gente mi crea ansia anticipatoria con successiva nausea (a volte arrivo a vomitare) e dissenteria (sono già molto magra e un calo di peso non giova alla mia salute). Supermercati, locali e tutto ciò che non è casa mia mi manda in panico con la voglia di fuggire all'istante e non vedo l'ora di tornare a casa. Ogni posto che frequento mi crea pensieri anticipatori come per esempio dove si trova il bagno e se c'è coda per esso. Sono anche attualmente disoccupata ma il pensiero di iniziare un lavoro mi sembra un incubo. Cerco di stare in casa il più possibile e questo causa un normale e comprensibile distacco da parte di amici e fidanzato . Il mio psicologo attuale (sono a 9 sedute) collega quest' Ansia ad una inconscia paura del giudizio altrui anche se a volte mi sembra di non essere completamente compresa.
Quando provo ad uscire l'ansia anticipatoria mi assale e a volte rinuncio all'uscita.
A volte invece ,superata l'ansia anticipatoria e qualche scarica di dissenteria,poi l'uscita si presenta normale e sto bene. Sono in un circolo vizioso, penso al mio problema ed a come risolverlo tutto il giorno. Attualmente non prendo psicofarmaci (solo al pensiero di arrivare a tanto e di non farcela da sola mi demoralizza ulteriormente) ma mi aiuto con i fiori di Bach che a volte sembrano funzionare altre no. Ho paura di restare sola o peggio impazzire. Non sono più me stessa Cosa posso fare? Passerà? Il tempo di guarigione mi sembra eterno ..
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11 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Giulia, il suo percorso l' ha portata a capire le cause del suo disagio, ora occorre trovare una soluzione per i suoi attacchi di panico e ansia. Se desidera può utilizzare la consulenza breve strategica che è tra le migliori se non la prima scientificamente validata per questo disagio invalidante. Già dal terzo incontro le sue paure saranno sbloccate e inizierà a trovare una luce in fondo al tunnel che si è costruita inconsapevolmente in questi anni.
Resto a disposizione per informazioni.
Alessandra Monticone
27 LUG 2023
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Martina
mi trova d'accordo con i miei colleghi, ha bisogno di uno spazio sicuro dove prendersi cura di se stessa
Comprendere l'origine dell'ansia, elaborarla e guarire.
Resto a disposizione
Alice Noseda
26 OTT 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno .
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).
12 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Cara Martina,
Non basta definire un sintomo per superarlo, anzi l'etichetta che diamo, spesso ci inchioda a qualcosa che sembra definitivo: la persona diventa "fobica", oppure "ossessiva", come se si trattasse di un malato da curare, appunto, con i farmaci, invece che capire COME AGIRE per risolvere il problema. Se sei bloccata in questa situazione di stallo ti consiglio di rivolgerti ad un terapeuta che lavori più sul comportamento e ti dia delle tecniche per affrontare le tue paure e i pensieri disfunzionali che ti assillano, come ad esempio si fa in terapia strategica. Le paure fanno parte delle persone, ma quando diventano un limite bisogna trovare il sostegno giusto per affrontarle e superarle, piuttosto che farsene schiacciare.
Cordialmente
Dr.ssa M. Sara Sanavio
Perugia
12 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve,
quando l'ansia si trasforma in angoscia le manifestazioni somatiche diventano la valvola di scarico e la psicoterapia si rende indispensabile. Ora che hai intrapreso tale percorso, sei nelle condizioni di risolvere sicuramente il tuo problema e, pertanto, segui collaborativamente i suggerimenti del mio collega, indipendentemente dalla sua specializzazione. Se i sintomi penosi che ti affliggono non ti consentono di muoverti come necessario, alla psicoterapia va abbinato un momentaneo supporto farmacologico accuratamente mirato, con la funzione di rassicurante "stampella" che ti permetta di incominciare a muoverti fuori dagli ambienti protetti di cui ora non puoi fare a meno. Continua con impegno ad avvalerti dell'aiuto del tuo terapeuta senza pretendere di risolvere tutto e subito. Altro non posso dirti, se non che resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o approfondimento.in merito.
Dott.ssa Carla Panno
psicologa psicoterapeuta in Milano
12 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Martina...l'idea che "te lo dico io quello che pensi", stile buonanima di Freud di 1 secolo fa, lascia il tempo che trova. Da 40 anni in poi si e' capito che il compito del terapeuta e' aiutare il soggetto a comprendere da sola quali sono le reali paure e se sono giustificate, non tirare ad indovinare.
11 FEB 2018
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Buongiorno Giulia la buona notizia è che il tempo di guarigione non è è non deve essere eterno come puoi controllare sulla mia pagina dove troverai delle spiegazioni su come funziona la terapia breve strategica