Salve a tutti e grazie in anticipo per la vostra attenzione. Sono un ragazzo di 26 anni e vivo a Milano. Da molti anni vivo una sindrome depressiva molto grave, aggravata nell'ultimo anno da problemi di salute di mio fratello, problemi lavorativi e una rottura amorosa molto pesante. Ho seguito un percorso di cura (psicologico e psichiatrico) durato circa sei mesi, ma, purtroppo.. non ne ho tratto alcun beneficio: I farmaci mi rendevano molto apatico e la terapia psicologica non riusciva a darmi alcuna via d'uscita dai pensieri e i problemi di cui sono piene le mie giornate (crisi di pianto, problemi con il gioco, autostima sotto i piedi, problemi con il cibo e pensieri di suicidio). Chiedo agli esperti qui presenti, se c'è qualcuno che crede di potermi aiutare.
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30 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Caro Alessandro,
sono consapevole che tu stia attraversando un periodo difficile, affrontando sfide personali ed emotive che sembrano soverchianti. Trovo la tua decisione di cercare aiuto e supporto, in questo momento così delicato, coraggiosa. Mi spiace che tu possa aver provato frustrazione e delusione per i trattamenti psicologici e psichiatrici precedenti che non hanno portato i risultati sperati.
Vorrei sottolineare quanto sia importante comprendere che il percorso verso il benessere mentale può essere complesso e non sempre lineare. Ogni individuo è unico e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro.
Tuttavia, ci tengo a farti sapere che ci sono molte altre opzioni e risorse disponibili che potrebbero esserti di grande aiuto nel tuo cammino di guarigione. Ti incoraggio caldamente a considerare l'idea di consultare altri professionisti della salute mentale, che potrebbero offrirti nuove prospettive e approcci terapeutici adatti alle tue esigenze specifiche. Esistono molte forme di terapia e tecniche psicologiche diverse che potrebbero rivelarsi preziose nel gestire la tua sindrome depressiva e i sintomi correlati.
Inoltre, non sottovalutare il potere di condividere apertamente i tuoi sentimenti e le tue esperienze con amici fidati o familiari di fiducia.
Anche se può sembrare difficile al momento, mantieni viva la speranza: ci sono sempre possibilità di miglioramento e di una vita più luminosa, oltre la depressione. Non arrenderti mai e continua a cercare il supporto di professionisti qualificati e delle persone care che ti circondano.
Se senti il bisogno di ulteriori informazioni o assistenza nel trovare risorse di supporto.
Tanti cari auguri!
Resto a disposiizone
Nicole Ferrante
14 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera gentile Alessandro, mi sembra di capire che lei abbia già tentato una terapia integrata per la durata di 6 mesi e che questa non sia riuscita a soddisfarla. Riflettendo sulle sue parole mi rimangono aperti due quesiti che riguardano la mia competenza di psicologo: l'efficacia di un intervento psicologico può assorbire e prendersi cura davvero di situazioni così delicate come quelle nel suo caso? Se si, che tipo di investimento richiederebbe? Sulla prima domanda, osservando la mia esperienza personale o la letteratura scientifica, non ho dubbi nell'affermare che sia uno strumento estremamente efficace. Questa efficacia, non è autoevidente, e necessita di essere confrontata con il suo investimento affettivo; l'investimento, poi, deve essere valutato nel contesto e con le dimensioni adeguate e tra tutti questi il Tempo è uno dei più importanti. Ci vuole tempo e costanza per ridisegnare il proprio "stare nel mondo", le proprie dinamiche interne e dare senso al modo di organizzare e regolare le nostre emozioni. Sarebbe utile che provasse a riconsiderare la sua terapia e tentare di estenderla il più possibile con le due potenzialità. Cordialmente, Dott. Claudio Pieroni
4 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Alessandro.
Grazie per aver condiviso la sua storia.
Capisco le difficoltà e le fatiche che può aver attraversato nel precedente percorso terapeutico. Non è semplice creare una buona alleanza terapeutica con i professionisti che consenta uno sviluppo proficuo e duraturo della terapia stessa. Quello che mi sento di dirle è di valutare la possibilità di iniziare un nuovo percorso psicologico che possa permetterle di farle riacquisire una maggiore serenità.
Io ricevo a Milano ed online e sarei lieto di poterla aiutare in questo nuovo inizio.
4 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve Alessandro,
Comprendo la difficolta' che prova in una situazione che descrive come dolorosa e complessa. Sinceramente, Le consiglierei di rivolgersi ad un un'unica figura professionale, che possa sia supportarla in un percorso di psicoterapia sia prescriverle una terapia farmacologica. In tal modo, una terapia con incontri regolari offre anche la possibilita' di valutare gli effetti della terapia farmacologica e aggiustarla al bisogno. Ci sono molti psichiatri che sono anche psicoterapeuti e possono seguirla in un percorso simile, provi a contattarne qualcuno nella sua zona e chieda un colloquio per sperimentare come si trova a parlare con quella persona. E' essenziale rivolgersi a qualcuno che Le ispiri fiducia.
Le faccio i miei migliori auguri,
Francesca Calvano
27 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile Alessandro,
la complessità delle problematiche a cui ha fatto cenno inducono a ritenere che 6 mesi di terapia (psicologica e farmacologica) non siano un periodo di tempo sufficiente per recuperare il benessere.
Riguardo ai farmaci si dispone oggi di una discreta quantità e si tratta di scegliere quelli con minori effetti collaterali negativi.
Quanto alla psicoterapia, a mio parere, quella più indicata per i suoi disturbi è la cognitivo-comportamentale con integrazione di mindfulness.
Comunque, qualsiasi orientamento di psicoterapia può esserle di aiuto a condizione che si crei con lo/a psicologo/a un rapporto di fiducia e di alleanza terapeutica lavorando insieme per un periodo di durata congrua (almeno un anno con regolari sedute a cadenza settimanale).
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
26 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera,
Purtroppo, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non sempre i percorsi psicoterapici creano beneficio o l'esito sperato.
I motivi possono essere i più vari (difficoltà nell'alleanza terapeuta-paziente, aspettative illusorie del paziente stesso rispetto all'esito o alla velocità del percorso, etc.etc.). Sempre necessario valutare quale di questi elementi ha determinato l'inefficacia dei precedenti percorsi, al fine di sfruttare proficuamente qualsiasi nuovo percorso. Sicuramente, l'iniziativa e la consapevolezza personale, elementi che mi sembra essere presenti in lei, sono fattori di buon auspicio.
Rimango a disposizione per consulenze online,
Sperando di esserle stata d'aiuto,
26 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Alessandro, innanzitutto mi sento di sottolineare che stai avendo un forte coraggio a ricercare cercare di interrompere un nuovo per corso per stare meglio ed occuparti di te, non è scontato, soprattutto considerando che hai già fatto un percorso di cui non sei pienamente soddisfatto. Questo quindi già mi sembra un grande punto di partenza e una tua grande risorsa da coltivare. Mi sento di consigliarti l'approccio breve sistemico strategico e la metodologia della seduta singola, che è il mio orientamento, perché ti permetterebbe di vedere risultati molto più velocemente di altri tipi di consulenza, infatti ogni persona ha già in sé le risorse per risolvere quanto la fa stare male e lavorando insieme all* psicolog* che sceglierai potrai imparare ad utilizzarle per stare meglio e bene. Buona fortuna e buon percorso.
23 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Alessandro
Il quadro che lei dipinge è complesso. Di fatto se la sua non è una depressione genetica ma situazionale o esistenziale piuttosto che legata a traumi pregressi si può trattare con la psicoterapia e l'ipnosi unite in una seduta.
Se dopo 6 mesi di terapia non trova alcun beneficio le consiglio di cambiare. Bisognerebbe individuare la causa prima della sua depressione, in quanto una
causa c'è sempre e va individuata quanto prima.
Con la depressione stiamo parlando di rabbia non gestita che ha rivolto contro se stesso, quindi una terapia cognitivo comportamentale in questo caso non le è utile in quanto non possiamo gestire le emozioni di origine inconscia con la ragione.
La psicoterapia unita all'ipnosi PNL per la rimozione dei traumi pregressi potrebbe essere efficace.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Paola von korsich Giardini
21 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Alessandro,
per la sua condizione sicuramente una terapia cognitivo-comportamentale centrata sulla gestione dei pensieri negativi e che mira al raggiungimento una ristrutturazione cognitiva, farebbe al caso suo.
Io mi occupo di migliorare la percezione fenomenica delle persone proprio in ottica migliorativa,per imparare a defondersi dai propri pensieri non desiderati e gestirli nella vita quotidiana.
Se vuole contattarmi per approfondimenti, resto a disposizione.
21 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Alessandro, purtroppo 6 mesi sono un tempo piuttosto esiguo per osservare cambiamenti apprezzabili all'interno di un percorso psicoterapico, specialmente se, come riferisce, la sua è una sintomatologia piuttosto importante. Le consiglio di darsi un'altra possibilità, sia per quanto riguarda la terapia psicoterapica sia per quella farmacologica: i farmaci spesso risultano necessari non solo per ridurre il malessere in sé, ma anche per far sì che questo non sia così ingravescente da impedire l'impostazione di una terapia strutturata. Ha provato a discutere con il suo psichiatra dei farmaci che aveva iniziato ad assumere e dei relativi effetti collaterali? Spesso gli effetti negativi sono passeggeri e si risolvono in qualche settimana, ma vi è comunque la possibilità di provare altre molecole o combinazioni di farmaci.
Resto a disposizione per qualsiasi cosa,
Dott.ssa Gastaldo Francesca
21 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Alessandro,
Sarebbe opportuno capire il motivo per il quale il percorso precedente non le ha permesso di raggiungere gli obiettivi che si era stabilito.
Non si scoraggi, ogni terapeuta ha il suo approccio e sarebbe utile provare a considerare un nuovo percorso, sopratutto evidenziando delle strategie per fronteggiare le situazioni spiacevoli che sta vivendo.
Per ulteriori informazioni rimango a disposizione anche con un eventuale colloquio online
Dott.ssa Federica Bertozzi
21 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Alessandro,
come anche già detto dai colleghi, ogni professionista ha un proprio approccio teorico e di conseguenza pratico; evidentemente il percorso che ha seguito non era giusto per lei.
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo, da quello che leggo ci sono stati vari episodi forti, vissuti "traumatici" che hanno influenzato il suo stato di malessere fino ad oggi.
In particolare, però, nel mio lavoro il focus non è sull'origine del problema ma su quali sono gli elementi che mantengono il problema in modo da sviluppare un intervento basato su quelle specifiche caratteristiche.
Non si scoraggi, si dia la possibilità di un altro tentativo.
Per qualsiasi informazione resto a disposizione (anche online).
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Brandini
20 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Alessandro, innanzitutto mi spiace molto per la condizione che sta vivendo da così tanto tempo. Mi lascia perplessa la domanda finale che meriterebbe di essere approfondita anche e soprattutto per l'interruzione della psicoterapia dopo sei mesi; ho la sensazione che la sua fatica si accompagni ad una sfiducia di base, in particolare verso di sé e che, forse, precede la sua depressione. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa
20 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno, noto che ha parlato al passato ne deduco ha già interrotto il percorso dopo 6 mesi. Mi consenta di farle notare che 6 mesi non sono un tempo sufficiente per decretare che la terapia sia inefficace, soprattutto se nel corso di questi 6 mesi sopraggiungono problematiche ulteriori come i problemi di salute di suo fratello, sul lavoro e un problema relazionale. Lei parla di una depressione grave presente da molti anni: credo che l'aspettativa che una situazione cronicizzata come la sua potesse risolversi in pochi mesi, fosse poco realistica.
A volte 6 mesi non sono sufficienti neanche per una corretta diagnosi differenziale, in quanto alcuni sintomi di patologie croniche possono manifestarsi dopo 6 mesi e cambiare radicalmente la valutazione psicodiagnostica e di conseguenza il piano di trattamento.
A mio modo di vedere se la terapia aveva anche solo attenuato i sintomi di disregolazione emotiva (crisi di pianto), la compulsività verso il gioco e il cibo, nonché trattenuto l'impulso a farsi del male, è già un successo. Perché possa tornare a sentire un'autostima più alta e delle emozioni positive, è necessario lavorare molto di più iniziando a lavorare sulle strategie di coping (sul modo di affrontare) rispetto alle relazioni e le problematiche della vita quotidiana come quelle lavorative.
Per tutti questi motivi, più che abbandonare la terapia, avrebbe dovuto far presente all'equipe che la segue (immagino uno psichiatra e uno psicoterapeuta) che sentiva pochi benefici. Stava poi a loro modificare il tipo e/o il dosaggio dei farmaci, nonché verificare quali modifiche alla terapia psicologica potessero essere fatte per far in modo che la sua condizione migliorasse.
Le suggerisco di riprendere la terapia, con maggior convinzione, determinazione e pazienza.
19 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Alessandro,
Sono proprio i nostri pensieri a determinare il modo in cui agiamo e ci sentiamo. Una psicoterapia cognitivo-comportamentale lavora proprio sul trasformare quei pensieri che causano il modo in cui si sente e va a migliorare il suo umore e i suoi comportamenti, spesso anche rapidamente. Sicuramente provare un approccio diverso da quello fatto precedentemente vale la pena e può aiutarla a valutare cosa è meglio per lei.
Per approfondimenti, resto a disposizione.
Dott.ssa Gloria Giacomin
19 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Caro Alessandro, mi dispiace che la sua terapia non sia andata a buon fine. Non sapendo nello specifico che tipo di terapie ha seguito posso solo risponderle nel seguente modo. In psicologia esistono vari approcci allo stesso problema, evidentemente la terapia da lei seguita non era quella giusta, le consiglierei di chiedersi in che modo vorrebbe essere aiutato da uno psicologo e capire se lui effettivamente è in grado di aiutarla in quel modo. Per quanto riguarda la terapia farmacologica non posso esprimere opinioni in quanto non sono un medico.
Molte persone cambiano psicologo perché non si trovano bene per poi provare un altra terapia più indicata a lui. Spero di esserle stato un po' di aiuto. Per qualsiasi cosa resto a disposizione.
19 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buona sera, la depressione è una cattiva compagna ma allo stesso tempo permette di conoscersi e guardare i propri aspetti più cupi. Ha pensato di rivedere la terapia farmacologica? Questo le permetterebbe di intraprendere in parallelo un percorso psicoterapeutico ad hoc. Non sempre si riesce ad individuare al primo colpo lo psichiatra e il terapeuta "giusti".
Si lasci aperta la possibilità di fate un altro tentativo, la possibilità di stare meglio c'è, non demorda.
Saluti
19 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Buongiorno Alessandro,
spesso la depressione ha a che fare con la rabbia che la persona ha rivolto verso se stessa. Ci sono stati dei traumi, come lei stesso afferma e che nel suo caso continuano a lavorare nel suo inconscio facendola stare sempre peggio. Questo è il motivo per cui la psicoterapia non ha funzionato.
Mi occupo di psicoterapia e ipnosi PNL che lavora nel profondo senza alcuna perdita di controllo.
La Psicoterapia mi serve per individuare i problemi ed i traumi, l'ipnosi per allontanarli emotivamente e permetterle di guarire.
È la tecnica della rimozione dei traumi della PNL americana di Richard Bandler.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento
Cordiali saluti
Paola von korsich Giardini
18 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Caro Nali1919,
grazie per aver condiviso qua la tua sofferenza.
Mi domando se qualcuno ti ha mai spiegato come funziona la depressione. Ovviamente non si può risolvere il problema rispondendoti qua, però posso tentare di spiegarti il funzionamento in modo tale da farti riflettere.
Prima di capire come la psicoterapia aiuti a superare la depressione è necessario chiedersi: “cosa accade nella mente di chi è depresso?”. In altre parole, quali sono le cause della depressione?
Uno degli aspetti centrali che caratterizzano la mente depressa, secondo le terapia cognitivo comportamentale, riguarda la presenza di Pensieri Automatici Negativi (PAN). Questi pensieri sono detti “automatici” perché compaiono spontaneamente. Nei soggetti depressi il contenuto dei PAN può essere riassunto nella triade cognitiva, ovvero un generale negativismo che la persona sviluppa:
• Verso sé stesso (tende a sottovalutarsi e a sentirsi inadeguato),
• Nei riguardi del mondo (interpreta in modo negativo le proprie interazioni con gli altri sentendosi spesso oggetto di scherno e disprezzo),
• Rispetto alla propria prospettiva futura (tende a prevedere il fallimento come conseguenza inevitabile).
Altro aspetto caratterizzante il funzionamento della mente depressa è rappresentato dalle distorsioni cognitive, ovvero errori sistematici di elaborazione delle informazioni, che conducono a un’interpretazione negativa della realtà interpersonale interna ed esterna.
Alcuni di questi sono:
• deduzione arbitraria: trarre una certa conclusione rispetto a una situazione da prove inadatte o insufficienti;
• astrazione selettiva: porre attenzione su un solo particolare negativo di una data situazione ignorandone altri;
• iper-generalizzazione: trarre conclusioni basandosi su un singolo evento ed estenderle ad altri con caratteristiche simili;
• minimizzazione e ingigantimento: sminuire o esagerare l’importanza di eventi o situazioni.
Gli elementi fin qui descritti possono essere assorbiti all’interno degli schemi depressogeni che rappresentano strutture interne relativamente permanenti costruiti durante la storia di apprendimento dell’individuo e attraverso i quali si attribuisce significato agli eventi. Influenzano il modo di reagire alle diverse situazioni della vita, determinando certe emozioni e comportamenti in relazione a specifici eventi.
Il contenuto di questi schemi è caratterizzato dalla triade cognitiva. Situazioni stressanti possono attivare una serie di reazioni a catena in cui la visione negativa di sé, degli altri e del futuro può condurre il soggetto a sperimentare sintomi tipici della depressione. Tali sintomi possono essere interpretati come prova dei propri schemi depressogeni avvalorando l’autocritica, la negatività verso il mondo e il futuro.
Inoltre, è centrale anche il concetto di hopelessness (sentirsi senza speranza). Con esso si fa riferimento a un’aspettativa di questo tipo: “Ciò che desidero non si realizzerà e non ho speranza di cambiare la situazione”.
Per concludere devo anche citare i fattori di mantenimento della depressione, ovvero l’insieme dei meccanismi che possono stabilizzare e rinforzare il problema.
Tra i principali meccanismi di mantenimento troviamo:
1. Il problema secondario,
2. la ruminazione depressiva.
Per problema secondario si intende la valutazione che il soggetto fa dei propri sintomi depressivi. Spesso infatti, la persona che soffre di depressione tende a criticarsi e svalutarsi proprio per il fatto di essere depressa, indentificandosi tra l’altro con la malattia.
La ruminazione rappresenta invece un processo di pensiero automatico e ricorrente che porta il soggetto a focalizzarsi sul proprio malessere, impedendo la messa in atto di strategie di risoluzione. La ruminazione si può articolare in pensieri come “se avessi fatto, se avessi detto, sarebbe potuto accadere che…”. L’effetto sarà un aumento della sofferenza psicologica e quindi maggiore difficoltà nell’uscire dalla condizione di umore depresso.
Un ulteriore circolo vizioso può coinvolgere anche l’ambiente sociale che ruota attorno alla persona depressa. Spesso i comportamenti di isolamento e passività tipici di chi è depresso possono allontanare gli altri. A loro volta, questi ultimi possono rispondere con giudizio e rifiuto rinforzando l’autocritica e l’isolamento da parte del soggetto depresso.
Spero di non averti annoiato e di esserti stata di aiuto spiegandoti un po' come funziona.
18 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno,
in linea teorica, come già suggerito dalle colleghe, tutti i professionisti presenti e tutti gli approcci potrebbero aiutarla a stare meglio.
Dovrebbe però darsi il permesso di conoscersi, per poter lavorare sulle sue risorse individuali, superando i reali motivi che la spingono ad avere comportamenti e pensieri disfunzionali, con pazienza e fiducia. Il cambiamento richiede molto tempo e può avvenire solo se ha fiducia nei professionisti, che dovrebbe scegliere in base la "sintonia" che riesce ad avere con loro e che spesso non è strettamente legato allo approccio terapeutico ma alle caratteristiche delle persone.
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Rega
18 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Ciao! La depressione è una battaglia difficile, soprattutto quando si combinano eventi stressanti come problemi di salute nella famiglia, difficoltà lavorative e una rottura sentimentale. Sono eventi significativi nella vita di chiunque, e affrontarli tutti insieme può essere travolgente.
È importante ricordare che il percorso verso il miglioramento può essere lungo e vario. Il tanto agognato "benessere" non è un momento magico della vita in cui possiamo buttarci tutto alle spalle, dire è finita!, e cominciare a vivere la vita che abbiamo idealizzato fino a quel momento. È uno stato fluttuante che chiede sempre cura, ascolto, responsabilità e impegno nella relazione con noi stessi e con gli altri. Ora, il fatto che un certo tipo di trattamento non abbia funzionato nel passato non significa che non ci sia speranza. La salute mentale è complessa e a volte è necessario provare diversi approcci prima di trovare quello che funziona per te. Sei stato coraggioso nel seguire un percorso di cura; questa stessa determinazione può guidarti a trovare altre forme di supporto che potrebbero essere più efficaci.
Hai fatto già delle azioni importanti per prenderti cura di te: la terapia, i farmaci, chiedi pareri e aiuto agli esperti. Significa che la tua intenzione terapeutica è solida e, per esperienza ti dico che, se ti fidi di quell'intenzione, troverai certamente il modo di occuparti di te in maniera valida. Puoi esplorare, ad esempio, terapie come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) o la terapia basata sulla mindfulness che possono offrire approcci diversi che potresti trovare più utili. Puoi chiedere altri pareri medici e riformulare la tua terapia farmacologica. Puoi cominciare una psicoterapia che abbia un progetto individuativo, cioè che non si focalizzi solo sulla remissione dei sintomi ma che si amplifichi in un discorso di personalità.
Vorrei incoraggiarti a esplorare anche supporti complementari alla cura medica. Questi possono includere gruppi di supporto, attività che trovi gratificanti o rilassanti (come l'arte, lo sport, la musica), pratiche di meditazione, e mantenere un diario per esprimere i tuoi pensieri e sentimenti. La terapia non è solo quella che facciamo nello studio del medico psichiatra o dello psicoterapeuta (sono acceleratori e facilitatori della terapia); siamo in terapia tutte le volte che cominciamo un dialogo aperto e sincero con noi stessi, ci riconosciamo quello che possiamo e non possiamo fare e ci prendiamo la responsabilità di chi siamo.
Mille auguri!
17 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buonasera. Ogni professionista su questo portale potrebbe potenzialmente aiutarla. Per selezionare la persona più idonea, lei dovrebbe restringere il campo di ricerca considerando l'area geografica (se sceglie una terapia in presenza), ma soprattutto potrebbe valutare un approccio terapeutico diverso da quello che le è stato precedentemente proposto. Tutti gli orientamenti terapeutici sono validi purché idonei per il funzionamento del paziente. Si informi sul tipo di terapia che le è stata proposta in questi sei mesi (es: psicodinamica, strategica, cognitivo comportamentale?) e tenti con un approccio diverso. Consideri inoltre che a volte i tempi di cura potrebbero non corrispondere pienamente alle aspettative rapide di miglioramento, dunque si dia del tempo. Per il discorso farmacologico può riferire i sintomi allo psichiatra ed eventualmente sistemare la terapia. Abbia fiducia e pazienza.
17 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile utente, le sue parole trasmettono bene la sua sofferenza. La motivazione a cercare aiuto è sicuramente un buon punto di partenza per cambiare qualcosa nella sua vita.
È riuscito a confrontarsi con il suo psichiatra per parlare degli effetti della terapia farmacologica e delle sue preoccupazioni?
Rispetto al percorso terapeutico fatto, provi a riflettere su ciò che è riuscito a "portarsi a casa" e che con il tempo potrebbe aiutarla. È sempre un percorso complesso, con molte sfaccettature.
Potrebbe provare nuovamente a parlarne con un professionista, per guardarsi e guardare il mondo attorno a lei con occhi diversi, riscoprendo aspetti di se stesso che ad oggi non sono visibili.
Si dia una possibilità.
In caso di emergenza, comunque, la invito a contattare Telefono Amico Italia o il Servizio Sanitario Nazionale.