Dopo un viaggio sono tornata disperata.
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni che a luglio si è laureata in storia. Soffro di ansia, attacchi di panico ed ipocondria da quando ho circa 17 anni. All'inizio sono riuscita a starci dietro grazie alla mia psicologa, che mi segue da allora. Bisogna inoltre specificare che la mia ansia andava a toccare principalmente il tema mangiare, ovvero facevo fatica e spesso non riuscivo. Tre anni fa sono esplosa, ho avuto un crollo così forte che non mangiavo più nulla praticamente, e sono andata per la prima volta da uno psichiatra il quale mi aveva prescritto: daparox a gocce fino ad arrivare a 7, e xanax 3 volte al giorno 12 gocce, da scalare dopo circa un mese. Mi sono ripresa quasi subito, nonostante all'inizio abbia avuto qualche leggere effetto dato dal daparox (principalmente nausea, tachicardia e malessere). Sono poi iniziati in migliori anni della mia vita, me la sono goduta fino in fondo era finalmente io. Tutto questo è finito circa due settimane fa. I miei genitori mi hanno regalato per la laurea un viaggio in Olanda, che avrei fatto con mia sorella minore. Non avremmo neanche dovuto prendere un albergo, dato che la mia migliore amica abita in un paesino olandese. Il viaggio è andato tutto ok, un po' d'ansia per il primo volo mq alla fine siamo arrivate sane e salve. I primi giorni sono passati più o meno bene, ma bisogno considerare che io non mi adatto facilmente (specialmente con il cibo, ho delle fisse) e mi fanno tanta paura i cambiamenti. Probabilmente non ero pronta ad un viaggio così lontano da casa e senza la mia famiglia, ma sta di fatto che circa tre giorni prima di tornare a casa ho avuto un attacco di panico spaventoso. Mia sorella ha subito avvertito mia madre, che in accordo con mio papà ci hanno fatto tornare un giorno prima. Premesso che la casa dove siamo state era piccola, sporca e disordinata e io e mia sorella abbiamo dormito su un materasso sopra il pavimento, oltre a non avere assolutamente alcun tipo di privacy. Il bagno poi non ne parliamo. Il viaggio di ritorno è stato un inferno...ansia a mille ma alla fine siamo tornate. La prima sera, forse per l'euforia di essere tornate a casa sono stata bene, ero felice di stare nel mio letto e dormire tranquilla. Ma già dal giorno dopo ho iniziato ad avere disagi nel mangiare e a sentirmi spaesata, come se dovessi assestarmi. I primi pianti e ho subito contattato lo psichiatra, dopo avermi vista mi ha ridato più o meno la stessa cura : daparox a partire da una goccia fino ad arrivare a 7 (da aumentare ogni due giorni) e all'inizio xanax 5 gocce tre volte al giorno. I primi due giorni tutto ok ma poi ho iniziato a far fatica a dormire, avevo continui risvegli. La mattina mi sentivo strana, rintronata ed gi iniziato ad avere i primi pensieri ossessivi, principalmente riguardante il fatto di poter impazzire da un momento all'altro. Sentendo il dottore mi ha detto che era normale, il daparox può fare quest'effetto all'inizio, e che sarei stata malino per un altro po', mi ha però aumentato lo xanax: 7,7 e 10 la sera per aiutare a dormire e mi ha fermato il daparox a 3 gocce.Ma ogni giorno era peggio, sviluppato nuovi pensieri ossessivi sempre più strani e preoccupanti, oltre che la mia voglia di morire aumentava, perché non riuscivo più a sopportarli. Mi sveglio prestissimo la mattina e non riesco più a prendere sonno, perché la testa lavora e pensa e io non riesco a farla stare zitta. Ieri sera poi guardando un video innocente su instagram ho sviluppato un pensiero ossessivo assurdo ma che mi ha spaventato tantissimo, ho avuto un attacco di ansia molto forte, tanto che ho chiesti alla mia famiglia di rinchiudermi perché sono solo un peso e che sto impazzendo. Stamattina ho scritto subito allo psichiatra, e mi ha detto di sospendere il daparox e mi ha aumentato lo xanax a 10 gocce tre volte al giorno. Sono devastata, tre anni fa il daparox non mi aveva fatto tutto questo, sono spaventata dalla mia testa e dai miei pensieri ossessivi che mi scavano dentro e non mi permettono di vivere una vita normale. Sono un fallimento, una delusione, non merito di vivere e secondo me la mia famiglia starebbe molto meglio senza di me.