Gli psicologi devono confessare il proprio controtransfert?
Nel caso uno psicologo sia innamorato è tenuto a confessarlo alla paziente o dovrebbe astenersi dal dichiararle il suo amore?
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Gentile Donna
allora credo che la cosa più importante e più difficile per il terapeuta sia, in primo luogo, saper comprendere se stesso all'interno dello svolgimento della psicoterapia con un paziente.
Dal momento che ogni persona è unica e irripetibile anche le reazioni transferali e controtransferali sono particolari nello specifico contesto.
Per uno psicoterapeuta comprendere se si tratta di "amore da controtransfert" o di "amore" è di grande importanza per prendere delle decisioni.
L'intensità e, soprattutto, la durata dello stato emotivo ne indica la natura.
Se l'emozione è comunque gestibile e se poi passa...è controtransfert, se è ingestibile (e quindi tende all'acting out = messa in atto) e non passa forse occorre pensare che vada oltre e che sia amore.
Se va oltre...occorre inviare il paziente ad altri dopo aver motivato la cosa.
Se è controtransfert allora occorre considerarlo ed utilizzarlo quale Elemento importante utile alla terapia in quanto interpretabile nell'ambito di dinamiche passate o attuali relazionali e caratteristiche del paziente sulle quali, il processo complessivo di "transfert e controtransfert", getta luce chiarificante.
Il discorso è complesso e queste mie sono solo minime considerazioni circa un argomento che ha messo, spesso, in contrasto i Padri Fondatori e su cui anche attualmente si discute molto.
Spero aver dato un piccolo contributo alla sua curiosità ed interesse per l'argomento.
Cordiali saluti
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna
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gentile Ladonnamascherata, i terapeuti non mascherano il proprio controtransfert, ma lo utilizzano quale strumento di conoscenza del paziente in psicoterapia. Ciò distingue la relazione terapeutica dalle altre relazioni, in cui i propri sentimenti per l'altro possono essere rivelati. E' quindi normale il terapeuta non sveli ciò che l'incontro con il paziente gli suscita, ma ne tenga conto nel proseguire i suoi incontri con lui/lei.
Buon proseguimento di psicoterapia
dott.ssa Roberta Portelli
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Nel caso uno psicologo sia innamorato realmente della sua paziente dovrebbe concludere il percorso terapeutico con lei, in quanto risulta difficile portare avanti una relazione terapeutica quando ci sono in gioco dei sentimenti.
L'articolo 26 del Codice Deontologico recita: Lo psicologo si astiene dall’intraprendere o dal proseguire qualsiasi attività professionale ove propri problemi o conflitti personali, interferendo con l’efficacia delle sue prestazioni...
Se, invece, lo psicologo pensa che "l'innamoramento" sia frutto del controtransfert è consigliabile che si confronti con un supervisore, per capirne le origini e le eventuali implicazioni.
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Carissima,
la tua domanda meriterebbe di essere accompagnata senza maschere in quanto estremamente stimolante per una psicoterapeuta come me che da lungo tempo naviga tra i flutti transferali. Posso affermare che le situazioni controtransferali, per meritare di svolgere il loro ruolo chiave nella relazione terapeutica, devono essere tante quanti sono i pazienti e pertanto basarsi su una forma di amore incondizionato,libero da desideri personali. L'amore del terapeuta si deve basare esclusivamente sul desiderare il desiderio del paziente, smaschrerando il bisogno autentico ed inconscio dello stesso. In questa dimensione non c'è da nascondere nulla, anzi diventa terapeutico esprimere con innocenza tutto quanto emerge da un rapporto privilegiato e con adeguate parole agevolare il paziente a prendere contatto con la sua realtà interna, scoprendo che chi lo ha in cura lo ama alla stregua di un genitore che lo educa ad effettuare il suo percorso esistenziale dove avvengono gli incontri reali sui quali investire i suoi molteplici sentimenti. Quindi, non si nasconde nulla ma si da un senso a tutto, non prescindendo dal patto iniziale che è quello di mantenere sempre presente che la relazione terapeutica è come un ponte sul quale non è possibile costruire una abitazione. Spero di essere stata sufficientemente chiara. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, qualora necessario...e via la maschera!!!!
Dottssa Carla Panno
psicologa -psicoterapeuta
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Secondo il mio parere è sempre preminente il lavoro sul paziente. Penso che una debolezza da parte dello psicologo deve essere risolta dallo stesso senza rischiare di rovinare il percorso terapeutico in atto.
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Sono una psicoterapeuta e mi capita spesso di utilizzare il self disclosure portando in seduta il mio vissuto, ma questo deve avere un senso per la terapia in atto.
Può essere oggetto di riflessione sapere come si trova l'altro di fronte ad alcuni atteggiamenti messi in atto dal paziente, a volte è stato addirittura una scoperta ed un incoraggiamento, per es. quando ammetto la mia ansia o la mia preoccupazione alcuni pazienti apprendono non solo la normalità di questi stati d'animo, ma anche la loro funzione.
Per rispondere alla sua domanda, se lei è una professionista le consiglio di interrogarsi per comprendere bene che sentimento sta provando: amore, cura, attrazione sessuale? se fossero davvero sentimenti di amore o attrazione sarebbe opportuno smettere il rapporto professionale con questo paziente, evidentemente non è il/la professionista adatta alle sue esigenze.
Se lei che scrive è un paziente, sarebbe opportuno capire in che termini le è stato dichiarato amore: esplicitamente? o lo ha dedotto da alcune parole o atteggiamenti del suo terapeuta?
Se esplicitamente, mi sento di consigliare l'interruzione della terapia; se invece è stato dedotto può parlarne con l/ila suo/a terapeuta e gestire insieme questi sentimenti.
Augurandole il meglio, la saluto caramente
D,ssa Valentina Strippoli, psicoterapeuta cognitivo comportamentale Fano
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