La guarigione è possibile per tutti o c'è chi è destinato a stare sempre male?
Salve, sono una ragazza di quasi vent'anni e volevo chiedervi se secondo voi la guarigione sia possibile per tutti e se sia possibile vivere una vita serena senza problemi di grande entità. Tanti professionisti mi hanno fatto intendere che non c'è speranza per me e che mi porterò per sempre questa croce. Per tutta la vita ho avuto problemi relazionali in quanto non riesco a trovare delle relazioni, amicali o amorose, durature, e qualora lo siano, non sono soddisfacenti. Attualmente non ho amici e non ho mai avuto un fidanzato. Ho cambiato quattro professionisti, psicologi e psichiatri, per cercare una risposta e aiutarmi con la depressione mai diagnosticata (probabilmente perché nessuno mi ha mai presa sul serio) in cui sono caduta a 16 anni, periodo in cui non mettevo piede fuori casa e talvolta neanche fuori camera mia. Ho rischiato la bocciatura più volte a causa delle assenze, nonostante sia sempre stata un'ottima studentessa (fatta eccezione per questi momenti più difficili). Ho affrontato una terapia farmacologica molto scema, in quanto nessuno riteneva che fosse necessario, specialmente la psichiatra che mi ha prescritto i farmaci, paroxetina 10 mg e alprazolam 0,12 mg, per nove mesi circa. Ad ogni modo i farmaci mi hanno aiutato, ma magari è stato solo l'effetto placebo, chissà. La precedente psicologa, con cui ho affrontato una terapia di sette mesi (interrotta bruscamente per motivi economici), ha asserito davanti ai miei genitori, testuali parole, che "vostra figlia ha una vita di merda e la sua unica speranza per fare amicizia è l'università". Non che avesse tutti i torti, ma non credo sia appropriato per una psicologa. La sua frase è stata poi smentita perché durante festate prima dell'inizio dell'università (2023) mi sono fatta tanti "amici", seppur nessuna di queste amicizie fosse davvero profonda, ma almeno ho avuto un'estate movimentata: per una che è sempre sola, trovo che sia un grande passo avanti, anche se ormai è tutto finito e queste amicizie sono durate il tempo di un'estate. Arrivata all'università ho avuto modo di socializzare molto, e di fare amicizia con dei colleghi, seppur il rapporto è sempre stato circoscritto all'università, come se tutti avessero troppi amici e non fossero disposti a farne degli altri. Ad ogni modo pensavo di essere arrivata ad essere una persona normale, ma a seguito di un diverbio con alcune colleghe/amiche mi ritrovo nuovamente sola e con tutte le possibilità di socializzare bruciate, poiché ormai tutti i gruppi sono formati e non so proprio a quali altri metodi ricorrere. Per cui mi ritrovo a credere che il problema sono lo, visto che mi va sempre tutto male. Attualmente sono seguita da una nuova psicologa dell'ASP, per esattezza la quinta professionista a cui mi rivolgo, ed è la prima persona nella mia vita che ammette che potrei avere un disturbo alimentare, anche se ancora dobbiamo approfondire la questione. Infatti a vent'anni mi ritrovo a non saper mangiare come una persona normale, o mangio troppo, o non mangio proprio, e non sono mai serena. Mi sono fatta usare da tutte le persone che sono entrate nella mia vita, in particolar modo da ragazzi, per il sesso. Tutto ciò perché a differenza di tutti gli altri che trovano un fidanzato a scuola o tranquillamente nella loro vita, io sono dovuta ricorrere a un'app di dating per trovare qualche ragazzo che fosse disposto a toccarmi, ma anche loro erano dei disperati sicuramente.
In amicizia sento che non mi è concesso parlare di ciò che non gradisco dell'altro, perché se lo faccio il rapporto si chiude lì, se non lo faccio finisco comunque per scoppiare e quindi inevitabilmente si litiga per colpa mia.
Nessuno mi ha mai voluto bene in questa vita ed è da quando ho 12 anni che penso al suicidio, senza avere mai i mezzi per farlo. Per completare il quadro la situazione economica familiare mi fa molto soffrire, perché specialmente durante la preadolescenza, e poi l'adolescenza, sono dovuta stare sempre un passo indietro a tutti in quanto non potevo permettermi di avere la vita dei miei coetanei, in un paesino in cui sono tutti benestanti. Per cui la domanda che mi pongo è: può una perfetta disagiata come me diventare una persona normale? In un periodo della vita in cui tutti sono già "risolti", con amici, fidanzati e persone che amano, come posso io raggiungerli? Concretamente, in che modo? Riuscirò come tutti quanti a sposarmi e avere figli a 27/30 anni? Non accetterò di vivere questa vita anche tra dieci anni, meglio la morte.
Grazie in anticipo per il vostro aiuto.