Buongiorno, mia figlia ha appena compiuto tre anni e ultimamente la situazione al risveglio del pisolino pomeridiano è peggiorata… ha sempre pianto al risveglio però spesso voleva il latte quando era più piccola e dandole il latte smetteva. Ora sembra che duri di più il pianto… e una bambina piuttosto reattiva a tutto e quando vuole una cosa non riesci a tranquillizzarla facilmente. A volte siamo davvero disperati perché abbiamo paura delle sue reazioni esagerate
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12 GIU 2024
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Gentile Marvin
Immagino quanto possa essere faticoso ,il
Pianto dei figli destabilizza, specie quando prolungato ed apparentemente inconsolabile.
Il motivo pero di quanto accade va indagato, oltretutto a 4 anni dovrebbe già aver raggiunto una certa autonomia nell’autoconsolazione .
Credo pertanto che il caso meriti attenzioni maggior, il pianto è sempre espressone di un bisogno, che va compreso.
Bisogna parlarne più approfonditamente, se desidera sono felice di accompagnarla nella ricerca di soluzioni .
Saluti
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo online ed in studio a Torino
18 GIU 2024
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Buondì signora, mi allineo a quanto i colleghi hanno già scritto:
- il pianto è da intendersi come un messaggio da interpretare e comprendere, foss’anche la semplice scarica di tensione. E questo compito è squisitamente materno: occorre che riguadagni fiducia nelle proprie intuitive e uniche capacità di capire e trattare sua figlia
- una routine differente e specificatamente individuate potrebbe aiutare a creare un contenitore tranquillizzante per tutti quanti (mamma, bambina e il papà)
- qualcosa legato alla maturazione relazionale-soggettiva della bambina che intorno ai tre anni ha una svolta; e dunque legato ai legami triangolari con i genitori e in attesa di adattarsi
Ma ciò che più mi preme sottolineare, e ciò in cui potrei individuare eventualmente un rischio, é la disperazione, la paura e l’angoscia a carico suo e del suo compagno. É la mente del genitore a guidare, creare e guarire quella del bambino, a dare un senso alle sue sensazioni corporee prima ed emozioni poi, dunque a permettergli di gestirle. Viceversa un sovraccarico emotivo nei genitori, non solo impedisce che la situazione venga superata, ma provoca anche un aumento di angoscia nel bambino. Dunque il mio consiglio è di riunirvi con il suo compagno e pensare alla situazione riguadagnando calma e fiducia nel vostro operato e nelle possibilità di vostra figlia. Se in questo faticaste, potrete chiedere a uno specialista. Un saluto
12 GIU 2024
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Gentile Marvin,
La ringrazio per quanto ha condiviso.
È comprensibile quanto questa situazione la destabilizzi, le ricordo che il pianto è sempre espressione di un bisogno, un qualcosa che si vuole comunicare quando non si trovano altri modi per farlo.
Se ho ben compreso questa reazione prolungata avviene sempre post riposo pomeridiano, posso suggerirle di
1. Indagare le origini di questa reazione
2. Creare una routine pre e post riposino
3. Insieme a suo marito potete, attraverso un supporto psicologico, trovare delle modalità per tranquillizzare e comprendere quanto sua figlia vuole esprimere.
12 GIU 2024
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Le consiglio di fare alcuni colloqui di coppia con un terapeutato sistemico per vedere come poter intervenire al meglio insieme al suo marito.
Cordiali saluti dott.ssa Anibaldi
12 GIU 2024
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Buongiorno Marvin,
Il pianto nel bambino è utilizzato come canale di comunicazione con l’ adulto. Quando il bambino piange ci comunica che qualcosa non va, magari ha fame, deve essere cambiato oppure gli fa male il pancino.
Il fatto che il bambino ogni volta che si sveglia piange potrebbe essere legato al fatto che lui ha associato una richiesta al momento in cui si sveglia. Per capire meglio cosa scatena il pianto nel bambino le consiglio di approfondire con uno specialista.
Rimango a disposizione
Un saluto
Dott.ssa Martina Romano
12 GIU 2024
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Buongiorno Marvin,
non è semplice capire quale potrebbe essere il motivo di questa crisi con così poche informazioni. Potrebbe essere il fatto che avete tolto e non ha quindi un'alternativa per consolarsi? Sul come gestire questo momento l'indicazione generale può essere quella di accogliere il pianto senza per forza fare qualcosa, la faccia sentire compresa e accolta e la incoraggi a calmarsi. Se però vuole affrontare in modo più serio la vostra insicurezza nel rapporto con la bambina, può essere senz'altro una buona idea richiedere una consulenza con uno psicologo infantile.
Se ha piacere sono a disposizione.
Saluti
Serena Costa psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia dei bambini
12 GIU 2024
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Gentile Marvin,
crescendo i bambini richiedono sempre più autonomia. In questa fase iniziano a dire no e a ribellarsi a ciò che prima accettavano. é una fase delicata poichè richiede a voi genitori di essere un po' più fermi sulle vostre regole. La paura delle reazioni deve assolutamente lasciare il posto ad una piena consapevolezza che la regola che volete farle rispettare sia una buona regola, funzionale al suo benessere. In questa fase, fino ai 6 anni, è importantissimo che le regole della famiglia siano poche ma chiare, concordate prima tra voi genitori, e poi comunicate ai bimbi in modo coerente e chiaro. Non abbiate paura delle reazioni, se voi sapete gestirle le vostre emozioni (frustrazione, senso di colpa, rabbia ecc) saprete trasmettere comunque la vostra amorevole attenzione.
Il lavoro del genitore è difficile per questo, non tanto per la fatica fisica, quanto emotiva. E' sempre un continuo equilibrio tra la propria capacità di gestione emotiva e la capacità di dare ai figli ciò di cui veramente hanno bisogno. Quando si tratta di dare regole, i genitori tendono ad avere paura di essere troppo severi e quindi tendono a concordare ogni cosa con i figli. In realtà questo non è buono per loro, perchè hanno bisogno di un contenitore sicuro che sappia fornire loro delle regole chiare accompagnate da un clima emotivo comunque caldo.
Si tratta di essere sufficientemente buoni, non iperprotettivi, non autoritari, non disimpegnati.
Ricordatevi che ogni regola che date deve essere da voi sentita come giusta e utile, altrimenti non riuscirete a farla rispettare.
Il modo di fare il genitore deriva dalla nostra storia familiare, da come siamo stati educati noi, amati noi. I nostri modelli ci condizionano, a volte sono funzionali altre no, l'importante è esserne consapevoli e non automatizzare le nostre risposte.
Una consultazione con uno psicoterapeuta potrebbe aiutarvi a riconoscere i meccanismi che stanno alla base della difficoltà ad accettare e gestire le "reazioni esagerate", e a superare questo ostacolo.
12 GIU 2024
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Buongiorno Marvin,
la ringrazio per la condivisione. Si potrebbe provare a parlare con la bambina per capire che cosa desideri per svegliarsi serenamente (la vicinanza della mamma? Il suo pupazzo preferito? Fare merenda guardando i cartoni appena si sveglia?). Non si preoccupi, potrebbe essere semplicemente una fase in cui la bambina sta scoprendo dei bisogni nuovi.
Un saluto
12 GIU 2024
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Buongiorno signora
Non la faccia dormire al pomeriggio.
Gli faccia fare sport come nuoto o altro
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma