Non sono capace di vivere
Andrea, 23
Tutto è iniziato quando avevo 9 anni, cominciai a stare malissimo mentre ero a scuola, avevo fortissimi attacchi di ansia (che altri altri non sapevo spiegare, dicevo solo: ho paura di stare male) che mi hanno portato a ritirarmi da scuola e chiudermi nella mia cameretta. Mi mandarono da una persona che sarebbe diventato il mio primo psicoterapeuta, una costante nella mia vita. Successivamente iniziai le medie e per quasi tutti i 3 anni andò bene, finché pochi mesi prima dell'esame che avrebbe portato ad accedere alle superiori cominciai a stare male: provavo una fortissima ansia, questa volta si trasformò nella paura di esporsi, di essere giudicato... Iniziai la seconda terapia, con una donna. Mi ritirati ancora da scuola e mi feci bocciare, non mi sentivo in grado di affrontare ne l'esame, ne tanto meno le superiori. In tutto ciò entrarono nella vita di famiglia gli assistenti sociali.
Rifeci la terza frequentando poco la scuola, e cominciai ad uscire, farmi nuovi amici.. Gli scappati di casa, quelli con dei "problemi". Mi ci trovavo bene con loro, non ero solo io strano e diverso.
Mi fecero passare all'esame e iniziai le superiori, indirizzo scelto un po' a casaccio, con poco interesse. Non studiavo quasi mai e verso metà anno ricominciai a provare disagio e qui mollai, non ci provai neanche ad affrontare la situazione, ero stanco.
Quindi mi trovavo a gironzolare notte e giorno con i miei nuovi amici scappati di casa facendo le prime esperienze. Fuggí da qualsiasi istituzione e responsabilità, mi divertivo e basta. Questo continuò così fino ai 17/18 anni, quando scopri di poter provare disagio anche fuori dalle istituzioni. Mi accorsi di essere un ragazzo timido e fragile, caratteristiche che non si allineano molto bene con l'ambiente di "strada" quindi potete immaginare cosa ho passato, la dove comanda e detta legge il più forte. Resomi conto di essere in difficoltà ancora una volta tenta di trovare una soluzione, la più stupida, bere. Cominciai a bere, quando c'era da fare serata e anche in settimana, era una cosa usuale, incoraggiata e accettata tra noi. Bevevo sempre di più, sentivo di aver trovato la soluzione ai miei problemi. Sono finito al sert (per pochissimo tempo) per questo motivo. Bevevo ma il disagio non passava, mi sentivo totalmente inadeguato a quello ambiente, ero fragile, timido e insicuro, ma questo ancora non lo sapevo. Continuavo a cercare di ostentare qualcosa che non ero. Finché una notte, mentre giocavo alla PlayStation mi accorsi di ciò che ero: fragile, timido, impaurito, smarrito e insicuro. E da quel momento, che ricordo ancora, cominciai a cadere. Mi ritirati piano piano dalla vita, completamente. Mi rinchiusi in casa e caddi in una profonda depressione, ero completamente disorientato e esausto. Non ce la facevo più.
Ovviamente iniziai la mia terza psicoterapia, che durò 3 anni. Il mio ritiro sociale 2.
Mi ero fermato, la vita scorreva. Rimasi tanto indietro... Li qualcosa cambiò, si formò in me la personalità che ho ora: fobico sociale, estremamente pauroso e senza desideri. oppure probabilmente si cristallizó quel che già c'era.
Chiuso in casa, senza mai mettere fuori il naso per il terrore che provavo a farmi vedere da qualcuno successe che conobbi una ragazza su internet, che per un più o meno grave difetto fisico condivideva le mie stesse paure. Cominciammo a sentirci tutti i giorni, dopo 6 mesi ci vedemmo, avevo 18 anni. E la nostra relazione inizió e fu stupenda. Cresce mo tantissimo insieme, ci facevamo forza per affrontare le nostre insicurezze, ogni giorno crescevamo un po' di più, arrivammo perfino a viaggiare alla estero, io che non scendevo a prendere lanposta. Finché dovetti conoscere la sua famiglia, dopo 1 anno e mezzo di relazione (si dopo così tanto, la cosa mi terrorizzava) e a loro non piacqui. Non piacevo, non ero capace di socializzare, di stare in famiglia, ero così timido ed immaturo,tutto si doveva fare alle mie condizioni per i miei "problemi". Lei mi lasciò dopo 2 anni di relazione, i più belli della mia vita. Io caddi pesantemente, ma cercai di riconquistare terreno, lei era la cosa più bella che mi fosse mai capitata e la mia unica ragione di vita.
Mi rimboccai le maniche e cominciai ad uscire con qualche amico/a, mi feci qualche ragazzo per dimostrare a me stesso quanto fossi figo, mi trovai il mio primo lavoro e ovviamente iniziai una nuova terapia. Volevo riconquistarla, volevo dimostrarle quanto ero capace, ma non bastó. In realtà ero disperato, e lei lo sentiva, sentiva il mio bisogno. Non ritornammo insieme e io caddi.
A seguito delle mie incapacità relazionali e di entrare in intimità, condito con l'abuso di alcool per socializzare persi tutte quelle nuove amicizie.
Lultima terapia iniziò 2 anni fa, quando iniziai il lavoro.
Sono stati molto pesanti questi due anni, sono stato molto solo, come lo sono ora, ho avuto molta paura e non riesco a stare bene.
Il mio problema principale è l'ansia sociale, è molto forte in me. C'è lho dappertutto, a comprare le sigarette per esempio, ad andare in farmacia, dovunque. Non riesco a combatterla, forse perché non ne ho la motivazione.
Vi scrivo perché appunto l'ho persa, non so più cosa fare della mia vita e forse non lho mai saputo. In questi due anni di terapia cognitivo comportamentale sono riuscito a farmi la patente(wow) e a tenermi un banale lavoro da operaio. Per il resto niente, ho riprovato ad uscire con altri gruppi ma è sempre finita male, mi sentivo costantemente inadeguato, immaturo e strano. Loro erano capaci di socializzare, di stare in un rapporto. Io no.
Ora mi ritrovo da solo, in un limbo, fatto di depressione, ansia e nessun desiderio. Non so cosa voglio e forse non voglio più niente. Non riesco a trarre godimento dalla vita, per me è tutto così pauroso e pesante.
Ho pensieri ossessivi sul perché sia così strano e diverso, mi deprimo perché non ho quello che hanno gli altri.
La mia terapeuta continua a propormi di esposizione: palestra, sport di gruppo etc... Ma io rifiuto sempre tutto, penso di essere totalmente incapace ad affrontare una situazione sociale di questo tipo senza una forte motivazione. So che se avessi una forte motivazione riuscirei a venir fuori da tutto, l'intelligenza ce l'ho. Ma quello che mi manca è un motivo, e a farlo per me stesso e basta non riesco, non mi si addice, non mi amo abbastanza.
Penso di lasciare la terapia, non ha senso spendere soldi per non riuscire a sfruttare il suo aiuto. Nel caso la lasciassi sarà l'ultima.
Non ho più speranza, sono da sempre solo e non riesco a farmi degli degli affetti. Sono sempre schivo, pauroso e sfuggente all'intimità.
Ho girato psicoterapeuti e psichiatri, in percorsi anche lunghi ma nessuno è mai riuscito a "guarirmi", penso che la mia vita sarà uno schifo, come lo è stata nei miei primi 23 anni, eccetto i due di relazione.
Sono troppo debole per questo mondo.
Mi piacerebbe sapere voi cosa ne pensiate e quali consigli vi sentite di potermi dare. Il mio problema è la mia incapacità di godermi la vita, non ho un motivo per vivere.
Grazie