Periodo di depressione post laurea

Inviata da Chantal · 20 ott 2016 Depressione

Salve,
sono una studentessa di 22 anni, mi sono da poco laureata alla triennale e sto cercando di capire cosa fare della mia vita. L'idea iniziale era di continuare con la magistrale ma, nonostante abbia cercato un po' ovunque, non ce n'è stata nessuna che mi abbia colpito e mi abbia fatto dire "voglio frequentare questa".

Penso che questa crisi sia solo la punta dell'iceberg in realtà.

Mi sono trasferita abbastanza lontano da casa per la triennale, in particolare durante l'ultimo semestre ho passato sei mesi all'estero senza mai tornare a casa e, sostanzialmente, vivendo da sola per quattro di quei sei mesi: è più o meno da allora che ho cominciato a domandarmi se stavo affrontando un periodo di depressione. Non avevo alcuna motivazione ad uscire di casa se non il puro senso del dovere che mi faceva andare al lavoro e anche ora che sono tornata a casa la situazione è la stessa. La prima sensazione che ho al risveglio è rifiuto di quello che mi aspetta, non riesco neanche a ricordarmi l'ultima volta in cui sono stata felice. Non intendo divertita da un video che mi ha fatto ridere ma davvero felice.

Probabilmente questo è dovuto anche alla perdita degli amici, all'allontanamento da mio fratello e all'isolamento in cui mi trovo ora. Quelli del liceo li ho persi un po' per volta dopo essermi trasferita per la triennale: dopo il primo anno ho smesso di cercarli sempre io per prima dato che l'impressione che ne ricevevo era che a loro non interessava e solo due o tre persone mi hanno cercato... Non che abbia litigato con gli altri, se ci vediamo in giro ci salutiamo senza problemi, semplicemente per loro è normale che sia così, l'allontanamento dopo il liceo per loro è normale e non gli viene neanche in mente che per me magari è stata dura perderli. Non so, forse ero io che avevo un'altra considerazione della nostra amicizia.
Quelli della triennale invece sono distanti fisicamente. Venivamo quasi tutti da fuori e, sebbene con quelli più stretti ci sentiamo ancora, non riusciamo a vederci. Stessa situazione post liceo in sostanza.
Mio fratello è semplicemente il mio opposto, licei diversi, amicizie diverse, quando sono andata via di casa io è partito anche lui per lavorare e per tre anni quando io ero a casa lui era via e viceversa, ci vedevamo ogni sei-otto mesi più o meno. Se una volta eravamo legati ora sembra non abbiamo niente da dirci.

Il risultato comunque è che mi sto isolando sempre di più e non ho più alcun interesse in nulla. Faccio le cose giusto perché devo, non so neanche più cosa mi piace fare davvero. Anche durante l'università stessa cosa, sono uscita molto bene ma non è che fossi appassionata di quello che stavo studiando. Dopo la proclamazione stavamo parlando con un professore e io gli ho detto che il mio voto (110) era inaspettato e una mia amica lì presente risponde che mi sottovaluto sempre. Peccato che io sappia perfettamente che non mi sono impegnata al massimo per la tesi, tanto meno per la discussione che ho preparato due giorni prima. Mi sembrava molto evidente ed è per questo che non mi aspettavo quella valutazione da parte della commissione nonostante partissi da una media alta. Non è questione di sottovalutarsi, è che io so benissimo che non ci metto l'impegno che dovrei. Sono sempre stata una persona razionale e mi rendo conto di quello che faccio. Forse questo è dovuto al fatto che, tutte le volte in cui speravo qualcosa e mi impegnavo perché questa avvenisse poi rimanevo delusa, non lo so, so solo che ora nulla mi piace davvero.

Conclusione? Se non riesco a capire cosa mi piace come diavolo faccio a scegliere la magistrale? Scegliere la magistrale implica restringere le possibilità, a volte penso che al mondo ci siano talmente tante cose da fare (vivere all'estero per un anno e mezzo non ha fatto altro che ampliare questa sensazione) che è impossibile sceglierne una e quindi sto finendo per non sceglierne nessuna, anzi, per evitare di pensare mi sto rifugiando nella vita degli altri: libri, serie tv... sto cercando di uscire da questo periodo, di provare a essere felice di nuovo ma al momento non ci riesco.

Spero che quello che ho scritto abbia un senso letto dall'esterno, grazie a chiunque lo legga.

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Miglior risposta 20 OTT 2016

Gentile Chantal,
ho letto il suo racconto e mi preme chiarire subito una cosa:
esiste una grande differenza fra la Depressione e gli stati di emotivi di lunga durata (sentimenti) con tristezza,confusione,delusione e sconforto.

La Depressione è una malattia psichiatrica che non può essere diagnosticata in autonomia. E' necessaria la valutazione di uno psicologo o uno psichiatra attraverso colloqui clinici e test psicologici particolari.

Ciò non significa affatto che chi si trova in uno stato di scoraggiamento, profonda tristezza e/o demoralizzazione non stia soffrendo.
Al contrario, sappiamo che la sofferenza è alta anche in questi casi, ma la differenza sta nella cura.
Nella Depressione i protocolli prevedono la psicoterapia (spesso con durata di anni), a volte accompagnata da psicofarmaci.
Negli stati di profonda tristezza e sconforto, invece, possono essere sufficienti le consulenze psicologiche mirate a scoprire la radice dei problemi e il potenziamento delle competenze personali utili a superarli.

Alcune delle cose che ha scritto sono in realtà abbastanza normali, ma potrebbero risentire di convinzioni (sue, personali) che attribuiscono ad alcuni eventi una valenza più negativa di quanto in realtà non abbiano.
La scelta della magistrale, ad esempio, dipende molto da quanto conosciamo noi stessi (se abbiamo fatto o meno un percorso per conoscerci) e da un vero e proprio progetto che prevede anche (ad esempio), un'analisi del mercato e del territorio, per vedere che richiesta esiste per quelle professionalità e in che zone del territorio.
Un altro esempio: il fatto che, durante la vita, si perdano alcune amicizie, è assolutamente normale. E anche la tristezza che si prova per questo passaggio è naturale.
Bisogna però vedere perché Lei crede sia accaduto.

Penso che un colloquio con uno psicologo possa aiutarla a capire cosa sta succedendo e se davvero si tratta di depressione o è un periodo particolare della sua vita nel quale non ritrova più sostegno e certezze e fatica a crearne di nuove.

Il mio consiglio, quindi, è: si conceda un aiuto per tornare ad essere felice e soddisfatta delle sue scelte e di quello che vorrà diventare.

Se volesse approfondire, mi contatti in privato per un eventuale appuntamento.

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino.

Dott.ssa Anna Patrizia Guarino Psicologo a Ardea

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21 OTT 2016

Gentile Chantal, il momento di crisi che stai vivendo ti porta a mettere tutto in discussione, come in ogni cambiamento spaventa non sapere cosa accadrà in futuro. La tua esperienza all'estero ti ha mostrato un altro scenario ma tornare indietro ora non è possibile dato che ogni esperienza ci cambia e ci fa crescere. Per capire meglio te stessa e i tuoi desideri ti consiglierei una psicoterapia cognitivo comportamentale. Un saluto Dott.ssa Anna Rita Marchi

Dott.ssa Anna Rita Marchi Psicologo a Cagliari

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20 OTT 2016

Gentile Chantal,
la vita ci propone sempre nuove sfide e ci impone a volte di fare delle scelte. Può accadere che in determinate fasi della vita non siamo pronti ad agire e prendiamo delle decisioni solo perchè "è giusto prenderle". La cosa più saggia da fare in questi casi non è tanto giudicarsi e pensare di non essere all'altezza quanto domandarsi il motivo di tale difficoltà e prendere spunto dalla risposta per effettuare scelte più consapevoli.
Rimango a disposizione,

Cordiali saluti.
Riccardo Gaglio, psicologo e psicoterapeuta Palermo

Dott. Riccardo Gaglio Psicologo a Palermo

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20 OTT 2016

Cara Chantal, la solitudine é una condizione umana che puó essere vissuta in modi molto diversi. Sentirsi soli non é mai bello, essere soli puó essere anche uno stimolo per prendere coscienza di ció che non sta andando, come credo stia succedendo a te. Credo che in effetti tu stia passando un momento di ritiro dovuto anche al fatto che non chiedi aiuto ai tuoi amici (o a tuo fratello) o non gli comunichi che ti senti male per averli persi. Potresti rivolgerti ad uno/a psicologo/a per cominciare a potenziare quegli aspetti che ti aiuterebbero a scegliere e a non sentirti scelta, sia nelle amicizie che nella tua vita scolastica. Questo é il primo aiuto che potresti niziare a chiedere, se te la senti, proprio come hai fatto scrivendo qui.
Un caro abbraccio
Irene Corbani
psicologa psicoterapeuta
Milano

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