Ruolo della moglie

Inviata da Ser · 15 nov 2024 Terapia di coppia

Buongiorno,
Dopo un periodo felice ma anche di presa di responsabilità nella nostra vita personale importante mio marito sta vivendo quella che io ho il dubbio sia una fase paranoica forte, in cui ha pensieri ossessivi rispetto a possibili ritorsioni a lavoro da parte dei suoi colleghi. Dice e minaccia verbalmente, in casa, di commettere violenza verso di loro per le possibili malefatte arrecate. Cosa posso fare? È già in terapia (psicologo e psichiatra, anche se li vede con una frequenza che trovo decisamente poco adeguata) ma mi dicono che contattare il suo psicologo o psichiatra sarebbe una grave interferenza nella sua terapia. Dall'altro lato questa situazione sta impattando in maniera importante sulla sua e sulla nostra vita oltre alla mia paura costante che realizzi i comportamenti violenti che minaccia verbalmente . Lo sprono a parlarne con gli specialisti ma chiaramente lui pensa di essere nel giusto e quando va da loro temo non dica tutto.
Inoltre in questi anni di terapia nessuno mi ha informato rispetto alla sua patologia, l'unica cosa che io sapevo, avendo chiesto a mio marito, è che avesse sofferto di depressione ma questi pensieri paranoici che ora si manifestano con estrema forza e costanza ci sono stati anche in passato con minore intensità . Io credo che una diagnosi rispetto a questo non sia stata data nemmeno a lui (direbbe che non è vero chiaramente e che lui è solo, incompreso da tutti, dottori compresi)
Che fare? Contattare i suoi medici? Una moglie inoltre non avrebbe diritto di sapere cos'ha suo marito?

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Miglior risposta 16 NOV 2024

Buonasera Ser, mi dispiace molto per la situazione difficile che stai vivendo. La tua preoccupazione per tuo marito e per la sicurezza della vostra vita insieme è assolutamente comprensibile. Quando ci si trova di fronte a pensieri ossessivi e minacce di violenza, è naturale che ti senta impotente e spaventata, soprattutto quando temi che la terapia non stia dando i risultati sperati.
Riguardo alla tua domanda su cosa fare, c’è un delicato equilibrio tra il rispetto per la privacy e l’autonomia di tuo marito e la necessità di affrontare una situazione che potrebbe diventare pericolosa. Il fatto che tuo marito sia già in terapia, ma che non stia vedendo i professionisti con la frequenza adeguata e che non sembri aprirsi completamente con loro, è un aspetto preoccupante. In effetti, la difficoltà a parlare apertamente con il terapeuta può ostacolare il progresso nella terapia stessa, e il fatto che lui rifiuti l’idea che ci sia un problema serio può essere un ostacolo importante. Se i suoi pensieri paranoici si stanno intensificando e minaccia comportamenti violenti, questa è una situazione che potrebbe richiedere un intervento più urgente. La prima cosa da fare è cercare di mantenere un canale di comunicazione aperto con lui. Potresti provare a dirgli, con delicatezza ma fermezza, che comprendi la sua sofferenza, ma che sei preoccupata per i pensieri e le minacce che esprime. Fagli capire che è importante parlare con i suoi specialisti riguardo a ciò che sta vivendo, non solo per lui, ma anche per la vostra sicurezza e il benessere della vostra vita insieme.
Per quanto riguarda l’interferenza nella sua terapia, è vero che i professionisti, generalmente, non sono tenuti a condividere dettagli sulla diagnosi o sul trattamento di un paziente senza il suo consenso, per motivi di privacy e riservatezza. Tuttavia, se ritieni che la situazione stia peggiorando, potresti considerare di parlarne direttamente con il suo psicologo o psichiatra, cercando di farlo in modo che non sembri un attacco, ma piuttosto una richiesta di aiuto per la sicurezza di entrambi. Puoi spiegare la situazione, includendo i tuoi timori riguardo ai comportamenti violenti e alla sua resistenza a parlare apertamente dei suoi sintomi.
Se tuo marito è reticente a riconoscere che ha bisogno di aiuto o non è in grado di confrontarsi con la gravità della sua situazione, uno degli approcci possibili potrebbe essere quello di cercare supporto per te stessa, magari con un consulente familiare o un terapeuta che possa aiutarti a navigare questo difficile momento, a gestire la tua paura e a prendere decisioni più chiare su come affrontare la situazione. Infine, se temi che la situazione stia degenerando o che possa portare a comportamenti violenti, sarebbe importante considerare la sicurezza immediata. La preoccupazione per tuo marito è comprensibile, parlare con i suoi medici, se possibile, può essere una soluzione, così come cercare aiuto per te stessa. La cosa fondamentale è non ignorare i segnali di pericolo e cercare di mantenere il supporto giusto, sia per tuo marito che per te. In bocca al lupo, cordialmente,
Dott.ssa Velia Morati.

Dott.ssa Velia Morati Psicologo a Nocera Inferiore

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19 NOV 2024

Salve Ser,
Grazie per aver condiviso qui con noi le sue forti preoccupazioni.

Capisco quanto sia difficile per lei affrontare questa situazione e quanto sia importante che suo marito riceva il supporto adeguato. Il fatto che sia già seguito da uno psicoterapeuta e da uno psichiatra è sicuramente un buon punto di partenza, anche se, come sa, la continuità nella cura è essenziale per il progresso. Tuttavia, è vero che questo aspetto dipende molto dalla valutazione del professionista che lo segue.

Comprendo anche la sua preoccupazione per il fatto che, a volte, possa sembrare difficile intervenire direttamente, soprattutto quando si tratta di un tema così delicato. Come le è stato accennato, entrare in contatto diretto con i suoi terapeuti potrebbe essere percepito come una violazione dello spazio personale di suo marito. Tuttavia, dato che la situazione sembra essere particolarmente complessa, può essere utile pensare a un modo per comunicare le sue preoccupazioni. Se avverte un'urgenza, specialmente in relazione alle minacce o all'aumento delle paranoie, è importante che queste informazioni siano condivise con il medico che segue suo marito, per valutare un eventuale aggiustamento della terapia farmacologica.

Nel frattempo, potrebbe provare ad aprire un dialogo con lui, cercando di farlo sentire supportato e mostrando quanto sia importante esprimere questi vissuti, senza farlo sentire giudicato o patologizzato. So che questo non è facile, ma ogni piccolo passo in questa direzione può fare la differenza.

Le suggerirei anche di non dimenticare di prendersi cura di sé stessa in tutto questo. La sua esperienza e le sue emozioni sono altrettanto importanti. Trovare uno spazio per sé e magari anche un supporto psicologico per lei potrebbe aiutarla a elaborare la situazione, a gestire il suo vissuto e a trovare il modo migliore per comunicare le sue preoccupazioni. Un percorso di supporto potrebbe facilitare anche una maggiore collaborazione tra i professionisti che seguono suo marito, per una gestione più integrata della situazione.

Mi auguro di averle dato qualche spunto, le faccio un enorme in bocca al lupo e qualora abbia bisogno di parlarne, sarei lieta di aiutarla.
Dott.ssa Giorgia Tanda.

Dott.ssa Giorgia Tanda Psicologo a Roma

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19 NOV 2024

Gentilissima Ser, grazie per la condivisione innanzitutto! Capisco la situazione che descrive, e comprendo soprattutto la fatica ed i timori che sta vivendo vedendo suo marito stare così e di fatto non sapendo come agire o aiutarlo. Credo che sia legittimo chiedere informazioni rispetto la sua terapia, e saranno poi eventualmente i medici curanti che nel rispetto della privacy possono metterla al corrente di quanto stanno facendo.
Cordiali saluti
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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19 NOV 2024

Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive è indubbiamente complessa e molto delicata, e comprendo pienamente il suo senso di preoccupazione sia per suo marito che per la sua famiglia. È evidente che la difficoltà di comprendere pienamente la condizione di suo marito, unita alla paura che le sue minacce possano tradursi in azioni concrete, stia generando un forte carico emotivo e una sensazione di impotenza.

Rispetto alla possibilità di contattare i medici di suo marito, è vero che, in linea generale, la privacy del paziente è protetta e gli specialisti non possono condividere dettagli senza il consenso diretto dell’interessato. Tuttavia, lei può fornire ai terapeuti o allo psichiatra informazioni rilevanti sul comportamento e sugli atteggiamenti di suo marito. Comunicare ai medici ciò che osserva, inclusa la gravità delle minacce e il loro impatto su di lei e sull’ambiente familiare, può essere fondamentale per aiutare i professionisti a valutare meglio la situazione. Questo non rappresenta un'interferenza nella terapia, ma un contributo alla comprensione del contesto clinico.

Sul tema della comunicazione con suo marito, potrebbe essere utile affrontare la questione con tatto e senza metterlo sulla difensiva. Potrebbe provare a spiegargli che la sua preoccupazione nasce dall'amore e dall'importanza che lui ha per lei e che il suo obiettivo non è quello di giudicarlo, ma di aiutarlo a trovare un equilibrio. Tuttavia, è comprensibile che ciò non sia sempre facile da ottenere, specie se lui è convinto di essere nel giusto.

In merito alla sua paura che possa agire in modo violento, non sottovaluti mai le sue preoccupazioni. Se ritiene che esista un rischio concreto per lui o per altre persone, non esiti a contattare le autorità competenti o a chiedere un intervento immediato dei servizi di emergenza sanitaria. Questo è essenziale per proteggere tutti, incluso suo marito.

Infine, è importante che anche lei possa ricevere supporto. Vivere accanto a una persona con difficoltà psicologiche può essere molto faticoso e drenante, soprattutto se non si ha accesso a tutte le informazioni o a un confronto diretto con i professionisti coinvolti. Valutare un percorso di supporto psicologico per sé stessa potrebbe offrirle uno spazio sicuro per elaborare le sue emozioni, ricevere consigli pratici e affrontare meglio questa situazione.

Rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o sostegno.

Con rispetto.
Dott. Luca Vocino

Dott. Luca Vocino Psicologo a Bergamo

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18 NOV 2024

Buongiorno signora
Lo dica allo psichiatra e psicologo, che lui minaccia in casa.
Sara 'lo psichiatra o a cambiare il farmaco, o a darle un farmaco adeguato.
E lei signora si faccia aiutare da uno psicoterapeuta.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologo Psicoterapeuta

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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18 NOV 2024

Gentile Ser,
mi dispiace per la situazione che sta vivendo e capisco il suo senso di smarrimento.
Il mio consiglio sarebbe quello di parlare con suo marito e, in accordo con lui e con il suo terapeuta, incontrare insieme a suo marito questi specialisti, per capire meglio cosa sta succedendo e per trovare il modo per lei più appropriato per stare nella relazione con lui.
Le auguro di sboccare presto questo blocco e di poter andare avanti con nuove consapevolezze.

Dott.ssa Mariaconcetta Arezzo

Mariaconcetta Arezzo Psicologo a Ragusa

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16 NOV 2024

Gentile utente, comprendo il suo disagio e le sono molto vicina. Comprendo come lei senta su di se' il peso di questa dolorosa situazione ed il senso di impotenza che la pervade. Immagino che suo marito abbia una prescrizione farmacologica, dal momento che è seguito anche da uno psichiatra. Può darsi che la terapia non sia mirata e che non dia i risultati sperati. Il fatto che lui abbia accettato di farsi aiutare è molto positivo; potrebbe provare a suggerirgli di intensificare gli incontri, oppure , nel caso in cui dicesse che non si trova bene, consigliargli di rivolgersi ad altri professionisti. Mi rendo conto che le mie parole, lasciano un pochino il tempo che trovano, considerando la complessità del caso,; magari, conoscendo un po' meglio la situazione si potrebbero cercare soluzioni più adeguate. Le faccio tantissimi auguri e resto a disposizione, senza alcun impegno, per ulteriori consigli e approfondimenti. Dott.ssa Daniela Noccioli.

Dottoressa Daniela Noccioli Psicologo a Cascina

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16 NOV 2024

Cara Ser
grazie per avere condiviso con noi la tua storia, mi dispiace sapere quanto possa essere difficile vivere questa situazione così delicata.
La preoccupazione per tuo marito, con i suoi pensieri ossessivi e paranoici, è qualcosa che può pesare molto, soprattutto quando temi per la sua sicurezza e per il vostro benessere, vedere qualcuno che amiamo in difficoltà, ma sentirsi impotenti di fronte al suo comportamento, è davvero doloroso.
E' del tutto legittima la paura che lui possa mettere in pratica le azioni violente descritte.
Il fatto che lui stia seguendo un percorso terapeutico è un buon segno, ma è anche vero che la sua riluttanza ad aprirsi completamente con gli specialisti complica le cose.
Il segreto professionale che tutela la riservatezza del paziente è un principio che non si può ignorare, gli psicologi e psichiatri sono tenuti a mantenere la privacy riguardo alla diagnosi e al trattamento, e anche se questa situazione ti fa sentire esclusa, la sua volontà di non condividere con te informazioni è legata a un diritto legittimo.
Non significa che tu debba restare in silenzio, puoi cercare di parlare con lui, esprimendo le tue preoccupazioni con calma e senza accusarlo, spiegando quanto questa situazione ti stia facendo soffrire.
Nel frattempo, è importante che tu non ti abbatti e cerchi di trovare magari un supporto per te stessa con qualcuno che possa darti gli strumenti per gestire il dolore e l’incertezza. Non c'è nulla di sbagliato nel cercare aiuto e questo ti permetterà di affrontare meglio la situazione con tuo marito.
Resto a Disposizioni per eventuali Domande o chiarimenti
Cordiali Saluti Dott.ssa Jessica Bombino

Jessica Bombino Psicologo a Bra

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16 NOV 2024

Cara Ser,

La situazione che sta vivendo è estremamente delicata e comprensibile nella sua complessità. Da un lato, il desiderio di aiutare suo marito e comprendere meglio ciò che sta attraversando; dall’altro, la paura per le conseguenze dei suoi pensieri e comportamenti. Anche se gli specialisti sono vincolati al rispetto della privacy, questo non significa che lei non possa contattarli per fornire informazioni sulle sue osservazioni. Questi dettagli potrebbero aiutarli a comprendere meglio il quadro clinico senza aspettarsi necessariamente una risposta diretta da loro.

Il suo diritto di sapere sulla condizione di suo marito è comprensibile, ma le informazioni sulla diagnosi possono essere condivise solo con il consenso di lui. Potrebbe essere utile chiedergli di partecipare a una sessione con i suoi specialisti, in modo da discutere insieme della situazione e trovare soluzioni che tengano conto anche delle sue preoccupazioni.

Se percepisce che ci sia un rischio concreto e immediato, agire prontamente diventa fondamentale, contattando il medico curante o, in casi estremi, valutando l’intervento delle autorità competenti. La sicurezza sua e delle persone coinvolte deve essere la priorità.

In tutto questo, è essenziale non trascurare il suo stesso benessere. Affrontare una situazione così complessa può essere molto difficile da gestire da sola; cercare supporto per sé potrebbe aiutarla a trovare maggiore equilibrio emotivo e a sentirsi più forte per sostenere suo marito in modo efficace.

Dr. Matteo Piccioni Psicologo a Torino

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16 NOV 2024

Buongiorno,

Lei descrive una situazione delicata in cui le “minacce verbali” di suo marito e i suoi “pensieri paranoici” hanno un impatto profondo su di voi. Il suo desiderio di capire e il dubbio su “cosa fare” parlano del suo legame con lui, ma anche del peso che sente nel cercare di proteggerlo e proteggervi.

Si interroga sul diritto di sapere e sul coinvolgimento dei medici, ma è importante distinguere ciò che dipende da lei da ciò che riguarda esclusivamente il percorso di suo marito. Potrebbe riflettere su cosa significhi per lei questo posto che occupa accanto a lui, come moglie e come partecipe di una sofferenza che non può gestire da sola.

Resto a disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Cisternino

Dott.ssa Francesca Cisternino Psicologo a Milano

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16 NOV 2024

Per una corretta comprensione la situazione necessita di essere approfondita.

I pensieri ossessivi sono pensieri che la nostra mente ci propone, ripropone, ripropone i continuazione e che la persona prende per veri per il semplice fatto che li pensa.

Spesso sono dovuti ad una mano, interpretazione di ciò che le accade intorno (in questo caso potrebbe essere qualche comportamento dei suoi colleghi) che è stato male interpretato da suo marito e quindi gli crea questi pensieri che gli fanno vedere una realtà distorta.

È fondamentale che la persona impari a riconoscere questi pensieri e ne faccio un’analisi concreta per valutarne la veridicità.

E ugualmente importante è che la persona impari a gestire questi pensieri ossessivi.

La terapia cognitivo comportamentale ha dei protocolli specifici per affrontare questa tipologia di problemi.

Il fatto che i medici non le dicano niente, può dipendere dal fatto che c’è il rispetto della privacy, il segreto professionale fra Paziente e professionista.
Il segreto professionale può essere violato dal professionista solo nel caso in cui egli reputi che ci sia un rischio oggettivo per la vita del paziente o per terzi.

Può comunque provare a contattarli e spiegare i suoi dubbi.

può parlare con suo marito e chiede se può partecipare anche lei alle sedute per comprendere meglio la situazione e poterla aiutare nel miglior modo possibile.

Resto a disposizione, per ulteriori chiarimenti domande mi contatti. Sarò lieto di aiutarla.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Pontedera

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