Sono arrabbiata con voi
Ho 33 anni, ho due bambine che amo immensamente ed un marito presente ed amorevole; nonostante ciò non riesco a trovare un po’ di pace interiore, vivo un costante senso di colpa per qualunque cosa e non riesco ad amare chi ho vicino.
Provo un odio immenso nei confronti dei miei genitori con cui non ho mai avuto un vero dialogo, sono controllanti, giudicanti e cercano di imporre alla mia famiglia i loro schemi comportamentali ed educativi, specie per le bambine.
Mia madre si lamenta in continuazione dell’ inadeguatezza di mio padre, del suo lavoro e dei suoi problemi con un vittimismo pesantissimo.
Appena le chiedo aiuto me lo fa pesare o me lo rinfaccia. Oppure promette di esserci, si prende un impegno e poi sconvolge i piani lasciandomi sola per dedicarsi alle sue inderogabili cose che diventano con il tempo argomento per il suo vittimismo.
Mi chiama tutti i giorni per elencarmi i suoi impegni e per giustificare la sua assenza.
Invece mio padre passa dalla totale latitanza alla presenza opprimente, pensa di aiutare ma in realtà in alcuni momenti è di troppo e lo fa perché glielo ha chiesto mio marito non perché ha piacere.
Ho rabbia repressa nei loro confronti da quando sono adolescente, hanno gestito la mia anoressia nervosa come un cancro al polmone, mi hanno mandata dal miglior psichiatra e fatto seguire alla lettera le regole del centro dei disturbi alimentari segnalando come scolaretti al reparto quando sgarravo e in tutti gli anni di malattia non mi hanno mai chiesto come mi sentivo, mi guardavano come un oggetto rotto da aggiustare e che stava traumatizzando la sorella più piccola. Non ho mai ricevuto un abbraccio in quegli anni, comprensione, incoraggiamento e ne avrei avuto tanto bisogno.
Con il passare del tempo ogni mia scelta è stata sbagliata ai loro occhi, non combaciava con la loro vita e non seguiva gli schemi.
Ogni mia azione giudicata.
Sempre sotto giudizio.
Sempre sbagliata, non all’altezza di essere come loro.
Al contrario mia sorella, ormai adulta viene difesa, protetta esageratamente, giustificata quando non ci arriva, quando è debole, quando è ansiosa perché secondo loro è la più debole della famiglia.
Invece a me non è permesso essere debole perché ce l’ho sempre fatta, perché ne esco sempre pulita ma non illesa.
Ho tante di quelle cicatrici e ferite aperte che nemmeno l’amore infinito di mio marito riesce a curare perché io per prima non amo me stessa perché voi non mi avete amata e mi avete fatto capire che in me non c’è nulla da amare. O meglio mi amavate solo quando facevo qualcosa di giusto, arrivavo a qualche traguardo, rispettavo i vostri canoni, le vostre regole, i vostri schemi.
Mi sento sola.
Sono sola?
Mi sento inadeguata.
Non mi piaccio e cerco continuamente la conferma negli altri
Ho paura di non piacere agli altri e penso sempre che gli altri parlino male di me
Non accetto di non piacere agli altri e per questo mi abbasso e umilio davanti a persone che se ne approfittano soltanto
Mi avete lasciato questo, vi incolpo per la persona che sono oggi
Vorrei liberarmi di voi e non cercare in voi continuamente aiuto e conforto che tanto non arriverà
Spero di insegnare alle mie bambine che le emozioni sono tutte importanti e bisogna esprimerle, voglio dare loro solo amore in modo che possano rendersi conto quando amore non è.