Mia madre è sempre stata una persona infelice, non ho ricordi di lei di buonumore, tanto che anche le persone che ci circondano spesso si lasciano andare a commenti su quanto sia pesante come essere umano. Si è separata da mio padre ormai piu di 10 anni fa (io ne ho 24), mio padre un eterno peter pan che non si è mai preso la responsabilità dei figli tantomeno di mantenerli economicamente. Violenza tutti i giorni tutto il giorno anche nei miei confronti anche quando ero piccolissima, sia fisica sia verbale. Nel 2014 nasce mia sorella, mia madre si segna all’Università per camparci (assieme ai miei nonni), si laurea, lavora, si risposa e ci mette un tetto sopra la testa. A seguito dei miei attacchi di panico presenti sin dai 10 anni lascio la scuola, mia madre insiste pagandomi la privata e mi diplomo. Mi segno all’università nel Novembre 2019, mai feci errore piú grande. Non ho problemi con lo studio e gli esami teorici ma col tirocinio sì (infermieristica). Non guido, inizialmente non avevo la patente, successivamente perché ho attacchi di panico alla guida. In sostanza non frequento tirocinio. Mia madre nel frattempo tra lavoro (infermiera anche lei), portare e riprendere mia sorella a scuola e a danza 5 gg a settimana è completamente esaurita, anche se nelle cose quotidiane le do una mano (ho iniziato a prendere la macchina, quindi molti viaggi glieli risparmio). Tutto ciò che faccio non è mai abbastanza. Anche nelle faccende di casa faccio ovviamente il mio, non sono una nullafacente come lei mi descrive con amici parenti e sconosciuti. Non ha mai perso occasione per denigrarmi, da sempre, anche scherzando. Ma non mi voglio lagnare, il mio problema adesso è che sono in pericolo. È tornata a minacciarmi di morte, a mettermi le mani addosso. Il mio cuore sobbalza ogni volta che sento una porta chiudersi forte, o qualcuno che corre in casa, mi viene in mente lei che tenta di uccidermi. Poi torna normale per qualche ora, per poi muovamente uscirsene col fattore dell’università: sono fuoricorso, ha dovuto pagare mille euro ecc. si inizia ad innervosire da sola e rinizia il teatro dove cerca di ammazzarmi o minaccia di farlo. Non so piu che fare, la mia ansia peggiora e torno ad aver paura di guidare di conseguenza non frequento tirocinio, sto perdendo la motivazione di alzarmi amche dal letto, certe volte vorrei avere il coraggio di farla finita, o quello di scappare, non so piú che fare, le persone che ho intorno non sanno che lei è cosí perche si mostra un’altra e nessuno crede davvero sia cosi fuori di testa.
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9 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Ciao cara Cecilia, mi dispiace molto sentire quello che stai attraversando e posso immaginare quanto sia difficile affrontare una situazione così pesante e carica di emozioni. La tua esperienza sembra essere stata segnata da anni di violenza emotiva e fisica, da una madre che ha forse avuto le sue difficoltà a livello personale ma che ti ha sempre sottoposto a pressioni immense, lasciandoti con un senso di inadeguatezza, frustrazione e paura costante. Il tuo malessere psicologico, come l’ansia, gli attacchi di panico e il senso di impotenza che descrivi, sono del tutto comprensibili, considerando il contesto familiare e la violenza psicologica che hai subito.
Il fatto che tua madre, pur essendo stressata e sopraffatta dalle sue responsabilità, ricorra a minacce di morte e comportamenti aggressivi verso di te, è un segnale grave. Questi atti non sono solo una reazione alla sua stanchezza o frustrazione, ma un comportamento che non può essere tollerato in nessuna situazione, indipendentemente dalle sue difficoltà o dal contesto. La tua sicurezza e il tuo benessere devono venire prima di tutto, e non dovresti mai sentirti costretta a rimanere in una situazione che ti mette in pericolo fisico ed emotivo. Anche se il quadro familiare che descrivi è complesso e difficile, la cosa più importante ora è che tu prenda atto della gravità della situazione. Sentirsi intrappolata, in ansia e senza vie di uscita non è un segno di debolezza, ma il risultato di un abuso psicologico e fisico che ti sta danneggiando profondamente. La tua paura di guidare, la sensazione di perdita di motivazione e l’idea di voler fuggire sono segnali evidenti di un disagio che richiede intervento.
In momenti come questi, cercare aiuto esterno è fondamentale, potresti considerare di rivolgerti a un professionista della salute mentale che possa supportarti nel gestire il trauma che hai vissuto e aiutarti a costruire strategie per affrontare la situazione con tua madre, che sembra ormai insostenibile. Inoltre, se ti senti in pericolo fisico, sarebbe importante cercare supporto da un altro membro della famiglia, un amico fidato o, se necessario, dalle autorità, in modo che tu possa garantire la tua sicurezza. Sicuramente uscire da quella casa sarebbe l'ideale ma ad oggi sei ancora iscritta all'universitá e non hai la possibilitá di lavorare e di conseguenza di mantenerti da sola. Appena ne avrai la possibilitá e sarai autonoma, allontanati.
La cosa più importante è che tu non sia sola in questa situazione e che ci siano persone, professionisti e risorse che possano aiutarti a uscire da questa spirale di paura e sofferenza. La tua vita e il tuo benessere sono prioritari, e meriti di essere ascoltata e sostenuta nel trovare la strada per una vita più serena e al sicuro. Ti auguro il meglio, davvero, cordialmente
Dott.ssa Velia Morati
11 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Cecilia,
Le sue parole risuonano come una grande richiesta d'aiuto probabilmente a causa della paura che questa situazione le sta suscitando, arrivando ad esprimersi anche con gli attacchi di panico.
Le relazioni familiari non sono semplici da gestire e bisognerebbe sicuramente approfondire la sua storia per riuscire a mettere ordine in alcune emozioni che sembrano trasmettere anche un po' di confusione.
Si potrebbe pensare ad un percorso di terapia individuale che possa aiutarla offrendole uno spazio protetto e sicuro in cui esprimere le sue emozioni e riuscire a gestire la paura che questa situazione sta generando e, di conseguenza, gestire anche gli attacchi di panico, permettendole di ritrovare la serenità necessaria per il raggiungimento dei suoi obiettivi nella vita quotidiana.
Spero di esserle stata utile e rimango disponibile per ulteriori approfondimenti, anche online.
Un saluto,
Dott.ssa Paola Cutrupi
10 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Cecilia,
comprendo quanto sia difficile affrontare una situazione familiare in cui non ti senti al sicuro né emotivamente né fisicamente. La tua esperienza sembra segnare una relazione complessa con tua madre, dove l'alternanza tra momenti di apparente normalità e episodi di minacce e violenza intensifica la tua ansia e amplifica la tua sensazione di vulnerabilità.
I traumi vissuti, come la separazione e la violenza fin da piccola, probabilmente hanno influenzato profondamente la tua autostima e la tua capacità di fronteggiare l'ansia.
Il legame con tua madre appare attraversato da una tensione che ti ha esposta a comportamenti svalutanti e a difficoltà nel percepire stabilità emotiva anche se, per certi aspetti, sembra ci sia un’affezione profonda, il clima di tensione costante può aver instillato un senso di allarme continuo, rendendo ogni interazione una potenziale fonte di angoscia.
La tua difficoltà con il tirocinio potrebbe essere collegata a questo accumulo di ansia: il contesto pratico attiva in te paure irrisolte, che si manifestano nei blocchi emotivi e nei sintomi di panico, il tema del giudizio e delle aspettative di tua madre può pesare molto; sembra quasi che ci sia un conflitto irrisolto tra il desiderio di compiacerla e la sensazione di non riuscire a liberarti della sua costante critica, è possibile che tu stia percependo il mondo esterno con lo stesso senso di pericolo e di minaccia che provi in casa, amplificando la tua ansia e il desiderio di fuga.
Un primo passo potrebbe essere costruire uno spazio di protezione e ascolto per te stessa, è importante che tu possa iniziare a lavorare sulla possibilità di una vita autonoma e protetta: non si tratta solo di riuscire a gestire i sintomi di panico, ma di crearti un ambiente sicuro, allontanandoti progressivamente da ciò che alimenta la tua sofferenza.
Raggiungere un equilibrio sarà un percorso graduale, e potrai esplorare la tua identità oltre l’influenza di tua madre. Un professionista potrà aiutarti a coltivare risorse interne e trovare strategie per stabilire confini più sicuri, così da ricostruire il senso di fiducia e di sicurezza di cui hai bisogno.
Resto a disposizione per eventuali dubbi o domande
Cordiali Saluti Dott.ssa Jessica Bombino
10 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Cecilia,
gli episodi familiari che lei racconta sono molto gravi e per questo credo opportuno che la prima cosa che lei dovrebbe fare, dandole una priorità assoluta, è allontanarsi dal contesto nel quale vive, il quale attiva ed alimenta le sue sofferenze, impedendo la loro risoluzione. Deve allontanarsi fisicamente da ciò che le fa male.
Per farlo dovrebbe concentrarsi sul reperimento delle risorse necessarie, trascurando momentaneamente altre necessità, ed attivarsi concretamente per mettere una distanza fisica tra lei e le persone disfunzionali che la circondano. Deve uscire dalla trappola! facendo riferimento alle sue parole.
In tutto questo, solo per ora, lascerei perdere la possibilità di guidare la macchina, che le attiva attacchi di panico e cercherei soluzioni alternative.
Nel contempo, è fondamentale che non rimanga sola ed è fondamentale che trovi dei “sostenitori” al suo progetto di allontanamento dal contesto familiare. La solitudine indebolisce le persone e i “sostenitori” sono importanti nei momenti di sconforto e di perdita di motivazione.
In fine, anche se non è facile da fare, è importante che si liberi dalla paura dei giudizi degli altri. A tal proposito, le posso ricordare che: da vicino nessuno è normale, poi considerare una fregatura vivere sulla base dei giudizi degli altri, perché essi dipendono da vari fattori di cui non abbiamo controllo e che vanno al di là della mera conoscenza dei fatti.
Invece, è più importante basare gli atteggiamenti sul proprio giudizio e sulla conoscenza che si ha dei fatti di cui si è stati protagonisti, in cui possiamo sapere solo noi cosa è successo.
Nel frattempo, se si sente arrabbiata, esprima questa emozione senza paura. Ne ha tutte le ragioni e viverla attivamente fa bene alla salute.
Se ha sufficienti risorse, durante questo momento di allontanamento, può essere molto utile farsi aiutare da uno psicoterapeuta. Diversamente, terrei in sospeso questo aspetto, concentrandomi sulla separazione dai familiari che la danneggiano.
Dopo che sarà riuscita ad allontanarsi, se sta ancora male, allora sarà molto opportuno per farsi aiutare da uno psicoterapeuta.
Lontano da ciò che ci danneggia sarà più facile riuscire a stare bene.
Un caro saluto.
Dr. Andrea Spatuzzi
10 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Cecilia,
mi dispiace per il suo racconto di violenza psicologica e non, di grande frustrazione nel sentirsi oppressa dalle pressioni di sua madre e da un padre che, a detta sua, non è mai stato punto di riferimento.
Il malessere di sua madre e la sua situazione è comprensibile perchè ha fatto di tutto, nella sua rappresentazione anche sbagliata, per "portarvi avanti", però non è per nessuna ragione giustificabile il clima di violenza psicologica e pressione che ha creto nei suoi confronti. Questo certamente acuisce la sua bassa autostima, gli attacchi di panico, i blocchi all'università, la difficoltà di guidare.
Le consiglio con molta convinzione di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta, creando altri punti di riferimento adulti che la sappiano accogliere, le diano la forza per lauerearsi e diventare autonoma economicamente e interiormente.
Con grande vicinanza,
Dott. Carlo Maria Cananzi
9 NOV 2024
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Gentile Ceciliagggua,
Ti ringrazio per aver condiviso con noi le tue preoccupazioni. Dal tuo racconto emerge una condizione di grande difficoltà: quando la persona che dovrebbe esserti vicina e proteggerti diventa fonte di violenza e minacce, nasce una sensazione di insicurezza.
Purtroppo, non sempre è possibile cambiare il comportamento delle persone che ci danneggiano, ma possiamo imparare a proteggere noi stessi dalle loro azioni e a curare le ferite che ci lasciamo dentro, e per farlo di consiglio di pensare ad un percorso di sostegno psicologico per te.
A lungo termine, sarebbe utile iniziare a pensare a come potresti recuperare la tua indipendenza, sia emotiva che pratica, e sono sicura che piccoli passi in questa direzione potrebbero aiutarti a sentirti più forte e più in controllo della tua vita. Se la paura di guidare ti impedisce di frequentare il tirocinio, potresti provare a lavorare su quest’aspetto in terapia, magari affrontando passo dopo passo l’ansia che senti.
A volte, riprendere il controllo delle proprie azioni può dare un senso di empowerment che fa la differenza.
Se vorrai iniziare un percorso, sarò lieta di aiutarti.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi
9 NOV 2024
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Buongiorno ne parli con il suo medico generico.
E lei si faccia aiutare da uno psicoterapeuta, per superare tale periodo.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
9 NOV 2024
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Ciao sicuramente deve essere una situazione molto stressante Io penso che un percorso psicologico possa aiutarti e supportarti nell'allontanamento da casa.
Sono a disposizione, un grande abbraccio
9 NOV 2024
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La situazione della descritta per essere compresa necessità di essere approfondita.
Da quello che scrive si comprende che né lei né sua madre avete avuto l’avete una vita facile.
Piena di impegni e di sacrifici.
È opportuno indagare come mai sua madre si comporta in questo modo. Probabilmente vive qualche sofferenza psicologica, anche di stress legata a tutte le situazioni che vive e che ha vissuto.
La mia è solo un’ipotesi. È opportuno che insomma inizi un percorso psicologico che l’aiuta a comprendere meglio la sua situazione era affrontarla.
È comprensibile che tutta questa situazione è queste reazioni forti di sua madre, le mettano ansia.
Le consiglio di intervengono in un percorso psicologico che la possa aiutare ad affrontare l’ansia e gli attacchi di panico, così da avere una vita più serena e di portare a termine i suoi obiettivi. Primo fra tutti terminare l’università. In modo da trovare lavoro e avere anche un’indipendenza economica.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla anche ad affrontare la sua paura di guidare. Al giorno d’oggi, guidare la macchina è molto importante per essere autonomi.
L’aver paura di guidare rischi di costringerla a farsi accompagnare da qualcuno ad esempio sua madre e questo sarebbe un un altro carico di stress, è sofferenza per entrambe.
Se lei si trovasse in situazioni, dovrà reputa veramente di essere in pericolo per la sua incolumità. L’esorto a contattare per forza l’ordine.
Resto a disposizione, per ulteriori chiarimenti e domande mi contatti. Sarò lieto di aiutarla.
9 NOV 2024
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Cara Cecilia, mi rendo conto che la sua situazione non è facile da vivere, una situazione che si protrae fin dalla fanciullezza e’ancora più difficile. Viene a mancare la base sicura che rappresentano i genitori e a ruota cade la propria autostima. Questo disagio si proietta nella nostra vita, ad esempio come dice lei con gli attacchi di panico. Sua madre ha vissuto delke situazioni che non ha saputo gestire l, forse troppo pesanti per il suo carattere e per la sua emotività, ciò non toglie che nessuna situazione dovrebbe sfociare in una violenza, specialmente verso i propri figli, verso persone indifese. Sua madre non ha il controllo di sé e ogni frustrazione sfocia nella violenza creando in lei una situazione di precarietà emotiva e fisica. La paura di essere picchiata o uccisa rendono la nostra vita impossibile. La soluzione e la forza la deve trovare dentro di sé. Iniziare a lavorare, rendersi indipendente, trovarsi una casa e iniziare a riprendersi la sua vita in mano.Lo so che è difficile, ora le sembrerà impossibile ma sicuramente potrà farcela . Consiglierei un supporto emotivo. Resto a disposizione Dott.ssa Beatrice Canino
9 NOV 2024
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Buongiorno,
Comprendo il dolore che vive in questo momento, intrappolata in un legame con una figura materna che, nonostante gli sforzi che ha fatto per la famiglia, continua a riversare su di lei rabbia e minacce, facendola sentire insicura e angosciata. Il conflitto che prova emerge chiaramente: da un lato il desiderio di proteggersi, dall’altro il senso di colpa e di inadeguatezza che sembra alimentare le sue difficoltà.
Il fatto che abbia cercato di adeguarsi alle richieste materne – aiutando in casa, studiando, persino tentando di superare le sue paure alla guida – indica quanto profondo sia il bisogno di essere riconosciuta e amata per ciò che è. Tuttavia, sembra che ogni tentativo venga accolto con svalutazioni e aggressività, come se ci fosse una barriera insormontabile tra lei e la comprensione che cerca.
Questa situazione potrebbe essere l’occasione per iniziare a esplorare, insieme a un professionista, come questa relazione materna influisca sul modo in cui percepisce sé stessa e il mondo. A volte, quando ci sentiamo costretti in un legame che ci fa soffrire, possiamo sentirci anche paralizzati, quasi senza via d’uscita. Tuttavia, il percorso di comprensione che si può aprire in terapia potrebbe aiutarla a scoprire modi nuovi di rispondere a questa sofferenza e a riconoscere la sua forza, indipendentemente dall’approvazione di sua madre.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Francesca Cisternino