Affrontare la propria sofferenza
A causa di un lutto, di una separazione o di una perdita, tutti noi, almeno una volta, ci siamo sentiti crollare la terra sotto ai piedi... Cosa fare quando soffriamo?
Entrare in contatto con il proprio dolore non è mai semplice. Abbiamo un innato spirito di conservazione che ci spinge ad evitare ciò che ci fa male, ciò che potrebbe distruggerci.
Ecco perché talvolta ci riesce meglio evitare le situazioni dolorose, chiudere gli occhi e proseguire come se nulla fosse. Purtroppo però, ad un certo punto, ci si rende conto che è necessario fermarsi, perché quella sofferenza è così forte da togliere il respiro.
Cosa dobbiamo fare quando soffriamo?
Innanzitutto dobbiamo saper ascoltare quella sofferenza, lasciare che ci attraversi, che ci ferisca e ci spezzi. È un percorso irto e faticoso, ma non possiamo fare a meno di affrontarlo.
In un primo momento, chiudersi positivamente in se stessi può aiutare, perché ci aiuta a fare il punto della situazione, a fare introspezione e analizzare ciò che è causa (e conseguenza) della sofferenza. Proprio come quando mangiamo, il nostro organismo ha bisogno di tempo per digerire, anche la nostra mente ha bisogno di elaborare il dolore.
Ma questo non basta. Se ci fermiamo lì, ci troviamo ingabbiati, incapaci di uscirne.
Seguire le proprie passioni, coccolarsi e cullarsi può essere molto utile, per fare un ulteriore passo verso la guarigione. Si tratta di fare appello alla propria capacità di resilienza, per potersi rialzare, usando la nostra sofferenza come una benzina che ci muova in modo costruttivo verso il benessere.
Come i giapponesi, che incollano i cocci rotti di una ceramica con dell'oro colato misto a resina, per risaltarne le spaccature, anche noi dovremmo mostrare le nostre cicatrici come simbolo della nostra capacità di essere guariti, di aver superato una difficoltà che inizialmente poteva sembrare insormontabile.
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