11 consigli per genitori di adolescenti: come affrontare questo momento?
Durante l'adolescenza inizia un graduale processo di separazione che culmina, in età adulta, con una completa differenziazione delle figure di riferimento. Cosa possiamo fare per educare i nostri figli in questa fase? capirlo.
Durante l'adolescenza inizia un graduale processo di separazione che si conclude, in fase adulta, con la completa differenziazione dalle figure di riferimento. Questa fase evolutiva risulta particolarmente delicata poiché l'adolescente, pur non essendo ancora pronto per staccarsi completamente dal contesto di appartenenza, andrà a ricercare i propri spazi.
Da un lato vi è dunque la necessità, da parte dei genitori, di sollecitare l'autonomia del figlio, permettendogli di sperimentare il mondo esterno. D'altro canto il ragazzo non ha ancora raggiunto la piena maturazione e necessita di un ambiente che lo sostenga e supporti. Attraverso questo progressivo distacco, il ragazzo svilupperà la propria identità mantenendo comunque un legame con il proprio contesto famigliare di appartenenza.
Dobbiamo tenere a mente che i figli non sono un prolungamento dei genitori, ma persone autonome, con caratteristiche e interessi potenzialmente differenti. Sarà dunque fondamentale trasmettere loro i valori familiari ma apprezzare anche le loro specificità, senza svalutarle. È dunque essenziale fornire ai ragazzi un supporto adeguato, evitando di modellarne la crescita secondo le proprie esigenze. Ogni ragazzo ha infatti un bisogno educativo esclusivo, che deve essere compreso tramite uno sguardo attento alle sue esigenze evolutive.
Suggerimenti per crescere figli adolescenti
In tal prospettiva, vengono qui proposti alcuni suggerimenti pratici di cui i genitori potrebbero beneficiare. Non si intende proporre un manuale d'istruzioni per il buon genitore, ma offrire alcuni semplici spunti di riflessione con cui confrontarsi:
- Offrire sostegno e protezione, ma alla giusta distanza: proteggere il figlio, monitorandolo, rassicurandolo e sostenendolo. Questi compiti non possono però espletarsi con le stesse modalità e con la stessa vicinanza che venivano agite quando il ragazzo era più piccolo. È necessario comprendere che vi sono dei confini da non invadere. È dunque fondamentale garantire ai propri figli spazi privati di esplorazione, affinché si sperimentino in maniera sufficientemente autonoma.
- Allenare il loro senso di responsabilità: una corretta sollecitazione del senso di responsabilità dell'adolescente è indispensabile per la sua maturazione. È importante sollecitare il senso di responsabilità dei ragazzi, in riferimento al comportamento che dovrebbero tenere sia in casa che fuori. Un'adeguata adultizzazione, responsabilizzazione e valorizzazione favoriscono il processo di crescita e permettono al ragazzo di adottare comportamenti maggiormente consapevoli
- Focus sull'impegno e non sul risultato: promuovere il valore dell'impegno indipendentemente dal risultato. Promuovere una cultura orientata all'impegno permetterà ai ragazzi di assumersi maggiori responsabilità e di attribuirsi i meriti o le colpe per un successo/insuccesso in maniera più realistica.
- Insegnare a tollerare la frustrazione: siamo costantemente esposti ad eventi e difficoltà inaspettate che ci possono colpire in maniera imprevedibile. Sarà necessario insegnare ai ragazzi a gestire questi momenti in maniera funzionale, affinché non diventino fonte di disagio. I genitori dovranno sostenere delicatamente i ragazzi, spronandoli ad impegnarsi anche nelle situazioni più difficili, incoraggiandoli nelle difficoltà e rinforzandoli positivamente nel processo di sviluppo. L'obiettivo è quello di trasformare gli ostacoli in occasioni di crescita personale.
- Negoziare le regole: l'utilizzo di regole e confini si rivela uno strumento particolarmente importante ed educativo. Regole e confini, se stabiliti con senso e non come una mera imposizione, trasmettono valori e permettono al ragazzo di muoversi all'interno di spazi sicuri e definiti. È necessario negoziare un sistema di regole chiare, condivise all'interno del sistema familiare e rispettate da tutti. Ogni membro della famiglia si assume dunque responsabilità e compiti precisi a seconda del proprio ruolo. Potrebbe rivelarsi utile sperimentare ciclicamente la contrattazione di alcune regole, poiché i momenti di negoziazione possono diventare occasione di confronto e di riflessione.
- Gestire efficacemente il conflitto: ciò che caratterizza le famiglie ben funzionanti non è la mancanza di conflitti ma la capacità di collaborare per la loro risoluzione. Nonostante i conflitti rappresentino un'esperienza perturbante, possono rivelarsi proficui se compensati da una gestione positiva delle emozioni. La gestione delle tempistiche del conflitto può essere fondamentale per la risoluzione dello stesso; spesso cercare un confronto nel momento di massima tensione può rivelarsi deleterio, è invece più vantaggioso lasciar calmare le acque e cercare di verbalizzare e rielaborare le emozioni in un momento successivo.
- Accogliere e riconoscere l'adolescente nelle sue difficoltà: se l'adolescente si sente sminuito nei propri sentimenti, può richiudersi in sé stesso e nascondersi nei suoi problemi. Sarà dunque necessario avvicinarsi alle sue difficoltà con grande sensibilità, evitando di minimizzare ciò che prova o, al contrario, di problematizzare il suo vissuto negativo come patologico. Compito del genitore sarà quello di avvicinarsi empaticamente al ragazzo, essere disponibile all'ascolto e cercare di accogliere la portata emotiva del suo vissuto.
- Comunicazione chiara e coerente: la comunicazione deve essere sempre chiara, rispettosa e coerente. I messaggi e le regole devono andare sempre verso una direzione ben precisa, e non devono mai creare confusione o essere ambigui. Coerenza non è però sinonimo di rigidità; la grande sfida sarà dunque riuscire ad interpretare le diverse situazioni con flessibilità, mantenendo, nel contempo, una linea educativa ben direzionata.
- Lavorare sulla consapevolezza: in molti giovani c'è poca consapevolezza nei confronti della risonanza emotiva che i propri gesti possono avere sugli altri. Educare alla consapevolezza è fondamentale, poiché aiuta i ragazzi a riflettere sulle proprie emozioni, sulle azioni che compiono o sul disagio che stanno vivendo. È necessario che scuola e famiglia lavorino insieme per favorire questi processi di riflessione metacognitivi.
- Imparare ad esprimere e condividere il dolore: necessità di un dialogo affettivo che permetta la condivisione di tematiche come il dolore, la morte, la fatica, la fallibilità e l'espressione delle proprie insicurezze. Il fallimento fa parte della vita, i ragazzi non devono sentirsi oppressi da aspettative genitoriali troppo alte che non tollerano l'insuccesso come possibilità. Il dolore deve trovare uno spazio di condivisione, per poter essere espresso e non represso. I ragazzi sono alla ricerca di adulti a cui rivolgersi e dai quali ricevere un supporto; sarà dunque necessario accogliere la domanda del ragazzo e offrire lui una possibilità per rielaborare il proprio disagio. Conviene dunque andare verso questa direzione; allenarsi a percepire, ascoltare, e sostenere anche la condivisione delle emozioni negative.
- Condivisione e uso dei social: educare scuola e famiglie ad un uso responsabile dei social e promuovere una costante riflessione sui loro contenuti. Invece di vietare l'uso dei social, sarebbe bene accompagnare i ragazzi nell'uso di questi mezzi, insegnando loro a scindere il reale dal virtuale. L'utilizzo di internet e dei social può anche rivelarsi uno strumento di avvicinamento tra il ragazzo e le sue figure di riferimento. I genitori potrebbero cercare di farsi coinvolgere maggiormente dai figli su quello che fanno in rete, così da potere avere un terreno comune di discussione.
In questo modo si evita di demonizzare il mondo che si cela dietro lo schermo e, nel contempo, ci si può assicurare che il comportamento in rete adottato dal proprio figlio sia quello corretto. Secondo Matteo Lancini, psicoterapeuta e professore universitario, agli educatori "conviene puntare di più sulla responsabilizzazione che sulla privazione, su modelli formativi cooptativi piuttosto che passivizzanti, sull'annessione e lo sfruttamento di internet nel proprio progetto culturale anziché la sua limitazione"
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