Giornata per la Prevenzione del Tumore al seno
La prevenzione salva la vita. Non è una frase fatta, ma un imperativo categorico per tutte le donne.
Oggi è la giornata per la Prevenzione del Tumore al seno, mentre ottobre in generale è il mese della prevenzione. L'obiettivo è, ovviamente, quello di sensibilizzare e ricordare l'importanza della precauzione e della diagnosi precoce.
Una donna su 8 viene colpita dal tumore al seno e, anche se il tasso di mortalità è in calo, i casi aumentano ogni anno. Qual è allora, considerato questo panorama, la miglior arma a disposizione? La prevenzione, ovviamente. E deve trattarsi di una prevenzione costante e accurata.
Ma come può sentirsi una donna nel dover affrontare una malattia simile? Cercheremo di rispondere a questa e ad altre domande.
Le conseguenze psicologiche del tumore al seno
Trattandosi di una parte molto importante del corpo femminile, ha ovviamente una valenza simbolica fondamentale. Perché? Perché permette alle madri di allattare, perché è simbolo di amore e maternità, perché è parte dell'identità femminile ed è anche sessualità, erotismo e calore.
Il tumore, in questo caso, non fa altro che colpire una parte essenziale dell'essere donna. È una lesione e una ferita alla percezione che si ha di se stesse. Di conseguenza, trattamenti chirurgici quali la mastectomia - ovvero l'asportazione del seno - implicano un'enorme trasformazione del corpo. Ques'ultimo cambia, e adattarsi al cambiamento può essere difficile.
L'autostima potrebbe uscirne fortemente compromessa, così come l'accettazione della propria immagine. Questo potrebbe causare numerose difficoltà relazionali, per esempio potrebbe essere complicato vivere l'intimità di coppia.
La procedura da seguire per una corretta autopalpazione del seno. Fonte: Lilt.
È fondamentale iniziare un percorso di accettazione e riappropriazione di sé. È raccomandabile prendere nuovamente confidenza con il proprio corpo, in maniera graduale e nel rispetto dei tempi di ognuna, anche nel caso delle "parti nuove" che probabilmente all'inizio saranno percepite come estranee. Non dimentichiamo l'importanza di comunicare con il proprio partner, di condividere paure e insicurezze e, infine, di ripristinare l'intimità a partire proprio dal lato affettivo.
L'importanza della psiconcologia
La psincologia, nata intorno al 1950 negli Stati Uniti, si è poi sviluppata per dedicarsi agli effetti psicologici causati da un tumore. Scoprire di avere un cancro è un evento traumatizzante che coinvolge diverse sfere della persona e non soltanto quella fisica. Per questo è importante cercare di comprendere a fondo quello che la persona sta vivendo, l'impatto della malattia e delle relative terapie. Ansia, panico, sgomento, inquietudine, rabbia e demoralizzazione sono reazioni molto più che normali. Tuttavia quando diventano emozioni continue e costanti, è importante chiedere aiuto senza paura di essere vulnerabili o "anormali".
Il punto sostanziale è proprio questo: la valutazione della risposta emotiva della persona ammalata e della sua famiglia. La psiconcologia è quindi indispensabile per assicurare alla persona ammalata e ai suoi familiari una miglior qualità di vita e un'assistenza degna, che è un "dovere" della medicina e un "diritto" di ogni cittadino - così come dichiarato nel 2008 nelle conclusioni del Consiglio dell'Unione Europea.
Mastectomia e femminilità
Sia la diagnosi che la fase chirurgica rappresentano un'importante ferita narcisistica con conseguenti strascichi nella vita privata, intima, sociale, relazionale e sessuale. Come già accennato qualche riga fa, si tratta di una parte del corpo simbolo di fecondazione e nutrimento.
Ma allora, come si sente una donna dopo una mastectomia?
La perdita di una parte del proprio corpo comporta un adattamento non semplice, che può avere gravi conseguenze su autostima e sicurezza. Per questo è importante che la donna si conceda il tempo di cui ha bisogno. La tragedia che ha dovuto sopportare e affrontare, infatti, non la rende meno degna di essere amata e rispettata. L'autostima non deve dipendere dall'immagine del proprio corpo ma, invece, deve dipendere dalla propria forza e dalla fiducia in se stessa.
E una donna che affronta una simile tragedia è una donna coraggiosa che merita di credere in se stessa.
Bisogna concentrarsi sul fatto che dopo l'operazione la salute migliorerà. Con la salute si potrà tornare alla vita normale, fare nuove esperienze e, forse, scoprire il messaggio profondo e più nascosto dell'accaduto. Il rifiuto e la disapprovazione vanno evitati, non fanno che rendere più difficile la fase di recupero. Bisogna imparare a valorizzarsi e ad accettarsi andando oltre i giudizi.
Un eventuale percorso psicologico rappresenta l'occasione e la possibilità per guardare alla propria vita con un'occhiata nuova.
Queste donne hanno deciso di mostrare le loro cicatrici dopo l'intervento chirurgico per rimuovere il seno e salvare le loro vite. Non sono semplicemente forti, ma sono vere e proprie eroine. Grazie, siete davvero bellissime!
Chi legge probabilmente penserà: «più facile a dirsi che a farsi!» e probabilmente, in qualche modo, avrà ragione. Nonostante questo, dal travaglio e dall'angoscia si può uscire per poi ri-pensare e ri-costruire la propria persona anche sulla base di quest'esperienza. Il lato estetico è importante ma non si alimenta solo di cliché e di profili perfetti ma di anche essenza interiore. Non dimentichiamo mai quando le immagini culturali o quanto le apparenza possano confondere la donna. È fondamentale cercare di stare nel proprio corpo, apprezzando e amando tutti i sacrifici che sta facendo per opporsi a questa malattia e per combatterla. Bisognerebbe osservare le trasformazioni senza giudicarle, e non dimenticare che il fisico sta utilizzando tutti i suoi mezzi per farcela. La femminilità è un "sentire", è un sentimento e, solo dopo, una facciata.
La femminilità non si asporta, non si elimina, non si amputa. È qualcosa di intrinseco.
Non si smette di essere sessualmente attrative. E se l'interesse nei confronti dell'attività sessuale diminuisce, spesso è per via dello stress e della stanchezza. Ricordiamo che intimità non è solo sinonimo di sessualità ma anche di carezze, gesti o parole.
I trattamenti possono influire sul desiderio sessuale (e sulle funzioni riproduttive) in maniera temporale o definitiva. Bisogna prendere il tempo e l'attenzione di cui si necessita per tornare a godere della propria sessualità sentendosi a proprio agio.
Non sei pronta? Non c'è fretta, aspetta.
Conta sull'aiuto altrui per risolvere i problemi. Il partner, gli amici, la famiglia, un medico, uno psicologo o gruppo di donne che hanno affrontato la stessa situazione possono fare la differenza!
«Non sai mai quanto sei forte fino a quando essere forte è la sola scelta che hai», (Cayla Mills).
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Io invece penso che l altrui giudizio sia un punto fondamentale..la cosa più sbagliata (dopo aver subito un intervento dai risvolti demoralizzanti)e proprio il voler ignorare il giudizio altrui,facendo così affidamento totale sul proprio,che ovviamente in un momento di estrema difficoltà diventa estremamente più severo di quello altrui,innescando un circolo vizioso non positivo..spesso ignorando i giudizi,si ignorano anche quelli meravigliosamente positivi,proprio quelli che facendo media con il proprio(giudizio)solitamente drammaticamente negativo regalano un quadro sufficientemente positivo,ottimo punto di partenza per arrivare,in maniera piuttosto lesta,ad un quadro attinente ai propri desideri..invece di chiudersi,bisogna aprirsi,permettendo al mondo di apprezzarti..una splendida camicia a cui manca un bottone,tale rimane,in termini di vestibilità,comfort ed anche estetica,poiché non e un danno irreversibile o che mina un aspetto generale..in breve chi ti ama continuerà a farlo,chi potrebbe amarti,non userà un momentaneo appannamento fisico come metro di giudizio..