L'autoregolazione e le implicazioni del Nervo Vago secondo la Teoria Polivagale di S. Porges

Alcune difficoltà nell'autoregolazione possono manifestarsi a partire dall'età precoce e sono in grado di influenzare l'apprendimento e il comportamento, con ripercussioni anche durante i periodi successivi così da condizionare l'adattamento all'ambiente, le relazioni, nella vita.

29 AGO 2024 · Ultima modifica: 3 SET 2024 · Tempo di lettura: min.
L'autoregolazione e le implicazioni del Nervo Vago secondo la Teoria Polivagale di S. Porges

L'autoregolazione può essere definita come "un insieme di capacità che permettono di controllare i propri impulsi, regolare pensieri, gestire emozioni ed infine modulare il comportamento in modo da rispondere efficacemente alle richieste ambientali e alle sfide quotidiane".

Le capacità che vengono coinvolte comprendono processi di regolazione cognitiva, emozionale e del comportamento che implicano l'intervento del Sistema Nervoso. Questi processi si strutturano nel corso dello sviluppo, in particolare dalla prima infanzia. Alcune difficoltà nell'autoregolazione talvolta si manifestano proprio a partire dall'età precoce e possono influenzare l'apprendimento e il comportamento, con ripercussioni anche durante i periodi successivi in grado di condizionare l'adattamento all'ambiente, le relazioni, il successo scolastico e gli obiettivi di vita.

Essere un grado di autoregolarsi significa quindi saper rispondere adeguatamente alle richieste dell'ambiente, organizzando di volta in volta gli sforzi e le azioni e mettendo in atto il comportamento più adeguato rispetto agli obiettivi prefissati, ma anche reagire e risollevarsi di fronte alle difficoltà quotidiane, a periodi difficili, piuttosto che a situazioni o eventi traumatici.

Le neuroscienze rappresentano una scienza sempre più interdisciplinare che si occupa primariamente dello studio scientifico del sistema nervoso. E' in questo ambito che la Teoria Polivagale, elaborata dal dott. Stephen Porges, si è inserita con la sua proposta innovativa di una visione non antagonista ma gerarchica delle risposte del sistema simpatico e parasimpatico.

A differenza della visione classica, la Teoria Polivagale pone il focus sull'attività del nervo vago, visto come componente primaria del Sistema Nervoso Parasimpatico. Il nervo vago è il X nervo cranico e mette in comunicazione le aree del tronco encefalico con diversi organi viscerali. La Teoria Polivagale sottolinea la diversità tra due vie motorie (efferenti) che attraversano il nervo vago e che originano in aree diverse del tronco encefalico: il nucleo dorsale del vago per il sistema Vagale Dorsale, le cui fibre non sono mielinizzate e terminano negli organi localizzati sotto il diaframma, e il nucleo ambiguo per il sistema Vagale Ventrale con le fibre mielinizzate, a sua volta suddiviso in due componenti: una componente visceromotoria, che regola le viscere al di sopra del diaframma (cuore e respiro) e una componente somatomotoria che regola i muscoli del collo, della faccia e della testa (il sorriso, il contatto oculare, la vocalizzazione, l'ascolto), ossia tutto ciò che è implicato nell'interazione sociale (social engagement), verso cui l'uomo è orientato in condizioni di sicurezza.

Il complesso vagale

  • Sistema vagale dorsale VD: Parte del Sistema Parasimpatico: E' il più primitivo. La sua funzione è quella di regolazione dei processi vegetativi e del funzionamento degli organi posti al di sotto del diaframma. Si attiva in condizioni di pericolo estremo, creando uno stato di rallentamento nel corpo che arriva fino all'immobilizzazione (la difesa dei rettili) che si verifica nei traumi gravi. Lo stato vagale dorsale predominante è solitamente considerato uno stato di Shock.
  • Sistema Nervoso Simpatico SNS: Questo sistema compare successivamente e di conseguenza le sue funzioni sono più evolute rispetto al primo. La sua funzione di attivazione fisiologica globale consiste nella mobilizzazione, ossia tutte quelle azioni/reazioni che, a livello fisiologico, sono collegate al meccanismo di attacco-fuga. il SNS prepara il corpo all'emergenza aumentandone la tensione muscolare, l'ossigenazione, la vasocostrizione e la frequenza del battito cardiaco; inibendo inoltre il tratto gastrointestinale che al contrario è a grande dispersione metabolica.
  • Sistema vagale ventrale (VV): E' il più recente ed è presente solo nei mammiferi. Si tratta di una diramazione del sistema parasimpatico che regola il cosiddetto nervo vago "intelligente" neuroanatomicamente collegato ai nervi cranici che mediano la vocalizzazione e le espressioni facciali. Attiva inconsciamente tutti quei muscoli che "comunicano" le nostre emozioni. Questo sistema supporta il coinvolgimento sociale.

Quali risposte mettiamo in campo quando ci sentiamo "attivati" da una situazione, da un evento che ci fa sentire minacciati?

  1. RISPOSTA VAGALE VENTRALE (verde): lo stimolo è interpretato come non pericoloso o moderatamente attivante: viene coinvolto il nervo vago ventrale, che innerva i muscoli del volto (in particolare è coinvolta la parte superiore del viso, maggiormente espressiva) e gli organi sovra-diaframmatici, e ha la funzione di modulare la risposta del sistema nervoso 38 simpatico frenandone l'attivazione (il "freno del vago"). Questo circuito viene definito Social Engagement System (SES), e rappresenta la risposta sociale del sistema nervoso autonomo. Attraverso il SES, l'individuo cerca il contatto oculare e somatico con l'altro, cosa che permette di modulare il proprio stato neurofisiologico. In questa condizione si è fisicamente e mentalmente in uno stato di tranquillità in presenza dell'altro. Questo tipo di risposta rappresenta una risposta socialmente adeguata.
  2. RISPOSTA SIMPATICA (arancione): pre-cognitivamente, attraverso la neurocezione, lo stimolo viene interpretato come "molto pericoloso". Interviene il sistema nervoso autonomo simpatico con una duplice attivazione: in un primo momento si tenta la fuga; poi, quando questa non è possibile, si produce un attacco allo stimolo "predatore". Questa è una risposta primitiva ed è definita di attacco/fuga (flight or fight), e rappresenta la sequenza esatta dei comportamenti, con la fuga come prima risposta e l'attacco come ultima risorsa. L'attivazione del sistema nervoso simpatico avviene perché – gerarchicamente - i precedenti sistemi di modulazione della risposta fisiologica (il Social Engagement System - SES- vagale ventrale) non hanno funzionato; essendo bypassato il SES, la risposta di attacco e fuga non tiene conto dell'altro: è una risposta non sociale (anti-sociale). Questa riposta conduce idealmente ad una mobilizzazione, ad un movimento, ad una presa di posizione.Il complesso vagale
  3. RISPOSTA vagale dorsale (blu): quando lo stimolo è soverchiante e il rischio di vita è reale, il Sistema Nervoso Autonomo mette in atto una risposta molto antica, attivando la via del nervo vago-dorsale (risposta dorso-vagale), che conduce al collasso dei sistemi di risposta sia in termini di mobilizzazione (attacco e fuga) che in senso pro-sociale, e produce il comportamento di feigned death (finta morte - freezing): in presenza di una minaccia costante, la reazione dorsovagale è caratterizzata da una immobilizzazione vigile, una completa cessazione del movimento ad eccezione della respirazione e dei movimenti oculari, dalla frequenza cardiaca sostenuta, muscoli rigidi e tesi, e da acutezza sensoriale. Si tratta di uno stato in cui si prova forte paura e ci si dissocia dalle sensazioni corporee per ridurre la sofferenza emotiva.
  4. Il sistema di coinvolgimento sociale (Porges S., 2014) è un insieme funzionale di vie neurali che regolano la muscolatura striata della faccia e della testa (Vagale Ventrale). Come già precedentemente indicato, il sistema di coinvolgimento sociale viene attivato da uno stato fisiologico calmo che promuove le opportunità per creare relazioni sicure e fiduciose, che a loro volta co-regolano lo stato fisiologico e il comportamento. Questo "circolo" di regolazione supporta sia la salute mentale che fisica. Quando ci si relaziona con l'ambiente, sono le espressioni, lo sguardo, la voce a comunicare emozioni e sensazioni. Le modalità e l'approccio utilizzati dipendono dai sistemi neuronali attivati in funzione della sicurezza percepita.

Sempre secondo Porges, un aspetto fondamentale che determina le nostre risposte all'ambiente è dato dalla neurocezione, un processo neuronale non consapevole, programmato neurobiologicamente per rilevare segnali provenienti dall'ambiente. La neurocezione attribuisce in modo istantaneo una valutazione di pericolo o sicurezza dei segnali recepiti dall'ambiente.

E' la percezione della condizione di sicurezza e/o pericolo ad attivare i processi neurali che inducono rispettivamente verso comportamenti sociali, di attacco/fuga, o immobilizzazione.

La sensazione di sicurezza è fondamentale. La sicurezza rappresenta infatti una condizione essenziale affinché una persona possa stare bene, sentirsi adeguatamente inserita nell'ambiente in cui vive, esprimersi, creare relazioni e dare spazio alla propria creatività. Senza sicurezza non può esserci né relazione né regolazione, perché senza sicurezza tutte le nostre funzioni, l'energia, il metabolismo e il battito cardiaco sono impegnati nelle reazioni di difesa.

La sicurezza quindi, può essere raggiunta solo attraverso relazioni sociali positive. Come ben evidenziato dallo schema riassuntivo riportato sopra, il sistema vagale ventrale (VV) favorisce le abilità alla relazione, alla connessione e l'orientamento all'ambiente. Presuppone una condizione di relativa sicurezza in cui l'individuo può esprimere sentimenti ed emozioni positive, attitudini di apertura/espansione verso l'esterno. E' una condizione in cui si sperimentano relazioni basate sulla fiducia e che permettono la crescita personale. Lo stato di salute in questo stato è prevalentemente in omeostasi. I cicli di attivazione/disattivazione sono naturalmente costanti e regolari. Il VV sostiene il sistema di coinvolgimento sociale. La Teoria Polivagale porta, in definitiva, alla comprensione che connettersi e co-regolarsi con gli altri rappresenta il nostro "obiettivo" biologico.

Quali sono le applicazioni cliniche della Teoria Polivagale?

Nella terapia psicologica la Teoria Polivagale può essere particolarmente utile nel trattamento dei disturbi dell'umore, a quanti hanno vissuto o stanno vivendo situazioni traumatiche, a quanti soffrono di sindromi ansiose, o vogliono migliorare la propria regolazione emotiva. La Teoria Polivagale può dare un significato a molti sintomi comuni dovuti all'attivazione del sistema nervoso.

Attraverso l'utilizzo di esercizi e tecniche specifiche il terapeuta è in grado di aiutare i pazienti a divenire più consapevoli dei diversi stati di attivazione del sistema nervoso autonomo e delle risposte fisiche ed emotive rispetto a condizioni di stress e/o minacce, promuovendo quel senso di sicurezza necessario per raggiungere una regolazione più funzionale e adattiva. Prestare attenzione al linguaggio del corpo riveste una grande importanza nel favorire la costruzione di un ambiente sicuro e promuovere sensazioni di fiducia. Mindfulness e pratiche corporee di rilassamento possono essere un valido strumento per favorire il benessere regolando il sistema nervoso autonomo. Uno stato emotivo calmo e regolato aiuta le la connessione e le relazioni interpersonali per il benesserepsicofisico.

Ben consapevole di tutto questo, terminerei questo breve articolo sulla Teorica Polivagale riportando, in una frase, la sintesi del lavoro e della ricerca del Dott. Stephen Porges: "La sicurezza è il trattamento" Tutti possono aumentare e definire la propria autoregolazione attraverso un intervento mirato e opportuni esercizi.

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Scritto da

Dott.ssa Patrizia Mollo

Bibliografia

  • Levine A. (2011). Somatic Experiencing - Esperienze somatiche nella risoluzione del trauma – Astrolabio Ed.
  • Porges, S. (2014). La Teoria Polivagale Fondamenti Neurofisiologici delle emozioni, dell'attaccamento, della comunicazione e dell'autoregolazione. G. Fioriti Ed.
  • Porges, S. (2014). Neurocezione: un sistema subconscio per la percezione di minaccia e sicurezza.
  • Porges, S. (2017). La guida alla Teoria Polivagale.

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