Capire quando lasciarsi con la propria ragazza
Egr.i psicologi,
sono un ragazzo sulla trentina fidanzato da quasi 3 anni con "Marta".
La mia famiglia è sempre stata molto presente nella mia vita: è una cosa bellissima, ma forse non così tanto. In particolare mio padre ha un modo di relazionarsi con tutti da "grande fratello".
Mi spiego.
Inizialmente parlavo con tutti i membri della famiglia, ma dall'adolescenza - notando che mio padre entrava "di prepotenza" nella mia vita privata indagando, con ogni mezzo, sul mio conto e influenzando le mie scelte, anche tramite una prepotenza verbale - mi sono chiuso sempre di più con lui.
Rompendo (apparentemente) questo circolo vizioso avendo lamentato questi atteggiamenti oppressivi, purtroppo non sono si è più recuperato il rapporto "padre-figlio" classico, e si è continuati più che altro con chiacchiere di circostanza.
Dico apparentemente perché, comunque, il controllo e le influenze su di me non si sono mai interrotte, ma hanno preso una piega ancora più impercettibile in modi che non sto a spiegare altrimenti mi dilungherei troppo e finirei fuori tema.
In ogni caso il rapporto con la mia ragazza è sempre stato ottimo; un rapporto basato sulla fiducia reciproca, sul parlare senza peli sulla lingua, sul volersi sostenere in ogni ambito e sulla volontà di metter su famiglia. Premetto che la mia ragazza vive di insicurezza sul suo aspetto fisico perché ha perso ben 60kg e quindi vive con una costante paura di non essere "abbastanza"; io non ho mai dato peso a queste cose, perché mi baso molto più sul carattere.
Dopo circa 4-5 mesi da quando ci siamo messi insieme, "Marta" è venuta a casa mia ed ha conosciuto la mia famiglia.
Inizialmente i rapporti funzionavano ed i miei erano cordiali (almeno per quanto mi è dato sapere), fino a quando mio padre - in mia assenza - si lamentava del rapporto con me (circostanza che ha un peso non indifferente sul mio cuore, e che è stata raccontata a grandi linee a "Marta" già dai primi tempi), ma anche e soprattutto della mia ingenuità in una determinata circostanza.
Questo "sfogo" ha generato, credo, in "Marta" un istinto di protezione nei miei confronti che le ha permesso di rispondere a tono a mio padre.
Un casino allucinante... E da lì (ovvero circa 2 anni e mezzo fa), mio padre non accetta più "Marta".
Ho sempre resistito alle continue discussioni da lui iniziate, continuando per la mia strada.
Sennonché, qualche mese fa, ho cominciato a non provare più le stesse sensazioni per "Marta" e, ad essere sincero, è calata enormemente l'attrazione sessuale, nonché l'intimità in generale, cosa che è stata notata da "Marta".
Inoltre, seppur apparentemente stupido come motivo, credo che sia indicativo di un motivo di fondo ben più grande: sono un ragazzo che, dopo una lunga giornata di lavoro, desidera guardare qualcosa su netflix di interessante o, in generale distrarsi.
Purtroppo gli interessi sono del tutto confliggenti, perché "Marta" è una tipa molto più semplice e romantica, che si impressiona per scene che impressionerebbero forse un bambino (una goccia di sangue le fa girare dalla parte opposta ad esempio), oppure che si addormenta per cose che invece a me interessano molto.
Ho parlato di motivi stupidi perché basandoci solo su questo sembrerebbero stupidi, ma credo che inevitabilmente rientrano alla base di un allontanamento progressivo negli interessi di coppia che sono fondamentali.
Non posso immaginare di dovermi censurare o passare le serate da solo perché le cose che faccio sono lontane dai suoi gusti personali, o pensare che stia guardando o facendo qualcosa solo per far piacere a me; come non posso immaginare io di dovermi sempre sacrificare a fare cose che mi annoiano.
Questi pensieri mi hanno raffreddato, e mi sono sempre giustificato che era per via dei pensieri dovuti alla mia professione, ma credo abbiano minato l'intero rapporto nonché l'attrazione in generale.
Da qualche mese inoltre, ho assunto una collaboratrice, "Giada": mi piace molto perché - oltre all'aspetto fisico tale da farmi provare una irresistibile attrazione sessuale - la trovo molto seria, intelligente, ironica e che ha la mia stessa passione per la professione.
Mi sono messo alla prova organizzando una giornata fuori con lei, in un luogo attinente alla nostra attività per cercare di non destare sospetti (anche se sicuramente avrà capito tutto), ma anche per comprendere meglio i miei sentimenti per "Marta".
La giornata è stata molto piacevole; a parte le prime ore di treno in cui c'era un po' d'imbarazzo e volevo che ci fosse "Marta" al posto di "Giada", ho sentito il cuore battere dall'emozione e dall'attrazione per lei. Ed anche lei si è aperta molto di più con me.
In quel frangente coesistevano sia dette emozioni, sia il pensiero: "Immagina Marta se avesse visto questa cosa".
A fine giornata, al momento di salutarci alla stazione, credo che stava per scapparci un bacio, ma mi sono fatto forza e l'ho salutata normalmente.
Oggi vivo in un limbo: da un lato la "sicurezza" (messa a dura prova dalle parole della mia famiglia, credendo che alla base del rapporto con "Marta" e della sua famiglia ci siano interessi) di un amore di quasi 3 anni senza però l'attrazione fisica; dall'altro una probabile nuova relazione con "Giada" che mi attrae tantissimo fisicamente e mentalmente, svolgiamo lo stesso lavoro, ma che (per la rapidità dell'interesse che noto in lei) mi lascia pensare ad una relazione d'interesse.
Non mi lamento della mia situazione economica, ed ho paura che entrambe siano spinte, chi più chi meno, anche dalla questione economica.
Infine voglio evidenziare che, nonostante i modi burberi, mio padre ha quasi sempre dimostrato di aver ragione quando mi faceva notare qualcosa. Ho paura che il presentimento su "Marta" sia reale e che io non lo noti perché sono direttamente coinvolto da una persona e da una famiglia molto coinvolgenti.
Alla luce di tutto, egr.i psicologi, vi chiedo un parere per cercare di sbrogliare questa situazione ormai diventata insostenibile.
Vi ringrazio tanto per i consigli che mi darete.