come si fa a vivere una vita così brutta?

Inviata da lena · 15 lug 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

ciao, ho diciott’anni e ritengo che la mia vita faccia pena. nonostante ciò non riesco a farla finita, per una paura incredibile della morte e dell’’oblio che c’è dopo di essa. ritengo che sia anche una fortuna avere questa fobia, perchè fa si che io sia ancora viva, ma questa mia angoscia mi porta ad avere grandi attacchi di panico.
in seguito ad un trauma questa paura è cresciuta, portandomi ad avere degli episodi di derealizzazione e di depersonalizzazione.
sono in cura da una psichiatra infantile da più di un anno, ma non ritengo che mi stia aiutando, considerando anche che con l’estate ho chiuso le visite.
dopo il mio trauma mi ha dato dei farmaci, che ho smesso di prendere.
ho una famiglia che mi fa vivere come se fossi su una montagna russa: si passa da periodi in cui tutto va perfettamente a momenti in cui tutto va male, facendomi vivere dello stress e un’angoscia terrificante. il problema è soprattutto mia mamma e ultimamente anche mia sorella. sono in vacanza con loro e da un paio di giorni sono in uno stato di vuoto completo e me lo rinfacciano. e io penso solo di morire.
ho praticato anche autolesionismo, ho iniziato nel 2021 un po’ così, e ho continuato, seguendo i periodi alti e bassi della mia vita, ovvero della mia famiglia. nel 2023 ho esagerato un bel po’ perchè è stato un anno orribile. di solito quando ho pensieri di morire mi taglio per non pensarci, ma qui in vacanza non ho niente con cui farlo e mi sembra di impazzire.
so che la soluzione è andare via di casa, ma devo finire il liceo e non so che fare. non ci sono delle istituzioni dove posso vivere lontano da casa, ma continuare gli studi? per favore aiutatemi

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Miglior risposta 16 LUG 2024

Buongiorno Lena, hai descritto molto bene ciò che stai attraversando fra autolesionismo, pensieri suicidiari, attacchi di panico,trauma ed episodi di derealizzazione-depersonalizzazione. Senza dimenticare la fase di passaggio della fine adolescenza che è di per sè faticosa. Non puoi pensare ne' di chiudere le visite con il tuo psichiatra ( magari cercane una altro che si a più adatto alla tua età), ne' di smettere di prendere farmaci. Piuttosto devi cercare uno psicoterapeuta che possa coordinarsi con il sostegno psichiatrico. Un terapeuta sistemico -relazionale potrebbe aiutarti anche a gestire il rapporto difficile ed altalenante con la tua famiglia. Lo so non è semplice e so quanto possa apparire brutta la vita alla tua età ( e anche dopo). Ma la vita è la vita e non fa sconti a nessuno. E' brutta, è bella anche a seconda di come la affrontiamo. Solo per il fatto di aver scritto qui io credo che dentro di te ci sia una grande forza vitale che vuole trovare soluzioni. Parti da questo. Ti auguro di trovare la strada giusta. Non ti arrendere. Un caro saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani

Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologo a Forlì

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22 LUG 2024

Cara Lena,
fai un elenco delle tue risorse, delle cose che potresti volere in un futuro prossimo. Impara qualche tecnica di meditazione per gestire l'ansia, leggi qualche libro on grado di stimolare la tua vita, inizia o riprendi un attività che un tempo ti faceva battere il cuore. Rivolgiti se puoi ad uno psicoterapeuta, anche online e fatti accompagnare in questo percorso di uscita dallo stadio buio. Sai che se ne esce? Se ne esce, credici!
All the best
EG

Dott. Eliseo Ghisu Psicologo a Quartu Sant'Elena

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21 LUG 2024

Gentile Lena,
sarebbe da chiarire quanto del suo disagio e malessere dipende da problemi intrafamiliari e quanto da problemi extrafamiliari; lo stesso discorso vale per il trauma di cui ha fatto cenno che ha causato il sintomo DP-DR.
In ogni caso, il suo disagio (incluso il sintomo autolesionistico del cutting) è trattabile con un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale con annesse tecniche di EMDR e Mindfulness.
E' poi da valutare l'utilità di una integrazione farmacologica mentre il prendere un pò fisicamente le distanze dalla sua famiglia è una possibilità da prendere in considerazione eventualmente con l'inizio degli studi universitari.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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19 LUG 2024

Buongiorno, sento dalle sue parole che sta vivendo delle grossi e pesanti difficoltà, mi dispiace molto. Credo che sarebbe prima di tutto importante per lei iniziare un percorso di terapia per approfondire tutte le cose che ha scritto e le sensazioni annesse a queste vicende e per capire soprattutto come mai lei oggi si muove così, il senso che possono avere per lei questi comportamenti e sensazioni, da dove derivano e come nell'oggi, nonostante il malessere che provocano, la stiano aiutando. Sarebbe poi fondamentale trovare nuove strategie che provengono da lei che la possano aiutare a superare questi momenti nel modo migliore e che di conseguenza la aiutino a capire quale scelte prendere.

Dott.ssa Benedetta Bartalucci Psicologo a Montelupo Fiorentino

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19 LUG 2024

Gentile Lena, posso immaginare la sua paura.. ma questa stessa le dice tanto ! su quanto lei voglia vivere! Contatti un bravo psichiatra e uno psicoterapeuta che possa reindirizzarla verso una vita a colori! Sono a disposizione anche online, un abbraccio forte!

Dott.ssa Maria Vittoria Ardosigli Psicologo a Palermo

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18 LUG 2024

Buongiorno Lena, si è una "gran fortuna" avere paura della morte sono d'accordo con lei. Mi sento di ringraziarla per aver condiviso ciò che in molti pensano e non sempre riescono a dire ad alta voce. La sua storia mostra quanto si possa soffrire ed essere feriti già da piccoli. Posso solo immaginare il trauma e la difficoltà che ha vissuto e che la porta a volere, in qualche modo, controllare questa sofferenza tagliandosi. Non è giusto sentirsi così. Mi sento di dirle di continuare il percorso di terapia, farmacologica da una parte e psicoterapica dall'altra, per tutelarsi in uno spazio dove poter "guarire" da questo mal di vivere e di sentire. Ambienti/istituzioni che aiutano ci sono soprattutto in ambito privato; il suo psichiatra potrà senz'altro indirizzarla al meglio. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa

Dottoressa Maria Zaupa Psicologo a Vicenza

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17 LUG 2024

Ciao Lena, le tue parole mi sono arrivate chiare e forti ed è difficile restare indifferenti. Mi piace l'immagine della montagna russa che hai evocato e mi ha fatto pensare al fatto che la stessa adolescenza è inevitabilmente una giostra di su e giù che va troppo di corsa e che fa paura. Cosa fai quando sei su una montagna russa in discesa velocissima? Puoi chiudere gli occhi e non vedere quello che ti terrorizza, fai di tutto per "cancellare" la memoria di un momento insopportabile, emotivamente e fisicamente. Credo che nei tuoi gesti di autolesionismo e nei pensieri di morte si nasconda proprio questo istinto di sopravvivenza alla paura. Potremmo allora provare a chiederci: cos'altro posso fare durante la discesa velocissima di una montagna russa? Se penso alle volte che mi è capitato, ricordo anch'io di aver quasi sempre chiuso gli occhi. Mi è capitato anche di aprirli, però. La discesa rimaneva ripida, così come tutto quello che mi circondava, però riuscivo a vedere il cielo e le persone piccole piccole che mi aspettavano giù. So bene quanto sia difficile, però prova ad aprire gli occhi su quello che ti circonda durante le discese più spaventose, sono sicura ci sia un pezzettino di cielo da ammirare. Parti da lì, dal bello che si nasconde ai tuoi occhi.

Marina Cariello Psicologo a Taranto

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17 LUG 2024

Ciao Lena,
mi dispiace per il momento difficile e ti ringrazio tanto per la condivisione.

Più che fobia, io lo chiamerei da una parte, detto così, attaccamento alla vita, buono e sano ma soprattutto da ascoltare, perchè potrebbe avere qualcosa da dirti sulle tue risorse.

L'ansia e il panico sono condizioni trattabili perfettamente in un percorso di terapia, così come i comportamenti autolesivi o pensieri collegati di cui parli.

Resto a disposizione se dovessi avere bisogno,
Un saluto,
Dott.ssa Federica Favro

Dott.ssa Federica Favro Psicologo a Busto Arsizio

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17 LUG 2024

Carissima Lena, in questa lettera ha riportato delle informazioni importanti che deve necessariamente riferire al suo psichiatra, il medico che l'ha in cura è anche psicoterapeuta? Nel caso non lo fosse sarebbe opportuno affiancare la cura farmacologica con una psicoterapia. Da un portale on line nopn possiamo fornirle il sostegno di cui lei necessità, chieda aiuto ai medici che l'hanno in cura, inoltre le terapie non vanno sospesa di propria iniziativa ma sempre sotto stretto controllo medico, l'estate non è un buon motivo per sospendere le cure. Le invio un grosso in bocca al lupo e le auguro buone vacanze.
Dott.ssa Maria Graziano

Maria Graziano Psicologo a Palermo

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17 LUG 2024

Buongiorno cara
Mi spiace molto della tua sofferenza che hai.
Si ci sono delle istituzioni e sono le case famiglie, che ci vai attraverso i servizi sociali.
Puoi parlare con una assistente sociale della tua città.
Oppure andare in collegio in privato
Comunque penso che sarebbe opportuno che tu facessi psicoterapia per risolvere i tuoi problemi.
Anche se hai problemi con i tuoi genitori , i problemi sono in te.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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17 LUG 2024

Buongiorno Lena, mi spiace per quello che sta provando, a parer mio non è solo la paura della morte a tenerla in vita ma anche una spinta alla vita in sè. Riesce a parlare di tutto ciò con la sua famiglia? Ha persone care con cui parlarne? Se vuole capire meglio come poter riuscire a vivere lontano dalla sua famiglia si può rivolgere alle istituzioni pubbliche come il CSM, li sapranno darle tutte le informazioni utili, dipende tanto da se è maggiorenne o minorenne. Oltre ad un percorso psichiatrico ha pensato ad un supporto psicologico? Potrebbe essere molto d'aiuto, se vuole rimango disponibile.

Dott.ssa Erica Farolfi Psicologo a Forlì

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16 LUG 2024

Ciao, mi dispiace molto per il momento difficile che stai attraversando. È evidente che stai affrontando una situazione molto complessa e dolorosa, e riconoscere questo è il primo passo verso la ricerca di soluzioni e supporto adeguato.
La tua descrizione suggerisce un quadro di sofferenza profonda.
Il fatto che tu abbia già un contatto con una psichiatra è positivo, ma comprendo che tu possa sentire che le sedute non siano state sufficienti. Interrompere la terapia e i farmaci senza supervisione medica può essere rischioso, quindi ti consiglio vivamente di rimetterti in contatto con il tuo psichiatra o con un altro professionista della salute mentale il prima possibile. Potrebbe essere utile valutare insieme l'efficacia del trattamento e considerare alternative o aggiustamenti terapeutici.
In merito alla tua situazione familiare, è chiaro che questa dinamica influisce notevolmente sul tuo stato emotivo. Parlare con un terapeuta può aiutarti a trovare strategie per gestire lo stress e l'angoscia derivanti dall'ambiente domestico, oltre che a sviluppare piani concreti per il futuro.
Per quanto riguarda l'autolesionismo, è fondamentale trovare strategie alternative per gestire i pensieri e le emozioni che ti spingono a questo comportamento. Tecniche di grounding, la scrittura di un diario, l'esercizio fisico, o attività creative possono offrire delle vie di sfogo meno dannose. Parlane con il tuo terapeuta, che può aiutarti a individuare e implementare metodi di coping più sicuri.

Un caro saluto,

Dott.ssa Jessica Pierobon

Dott.ssa Jessica Pierobon Psicologo a Torino

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16 LUG 2024

Cara Lena,
cerco di darti delle risposte immediate. Al ritorno a scuola chiedi subito un incontro con lo psicologo scolastico. Visto che sei maggiorenne rivolgiti autonomamente al Servizio di Salute Mentale della tua zona chiedendo espressamente un trattamento di psicoterapia. Per vivere lontano da casa per finire il liceo, una soluzione sarebbe una casa famiglia, ma per questo dovresti parlare con l'assistente sociale.
Altrimenti se ti è possibile iniziare una terapia psicologica adesso, magari pagata dai genitori, prova a chiederglielo.
Sarà più facile allontanarti di casa all'università. Scegli una facoltà lontano da casa, informati sulle aziende per il diritto allo studio dove vorrai studiare, questo per vedere se potrai accedere ad un posto nelle case dello studente oppure avere una borsa di studio. La cosa migliore sarebbe poter avere entrambi, ma questo dipende dal voto di uscita dal liceo e dal reddito famigliare.
Spero di averti dato qualche utile indicazione.
Cordialmente,
Dott. Cristian Chiappini

Dott. Cristian Chiappini Psicologo a Perugia

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16 LUG 2024

Salve Lena,
grazie per la sua condivisione, sono parole forti da leggere, colpiscono forte. Sento come se le fosse mancata una rete di salvataggio nella sua vita, come se lei abbia sempre dovuto salvarsi da sola.
So che l'uscire di casa sembra la soluzione più "semplice" per potersi salvare, ma purtroppo non è sempre così.
Quello che sento di poterle dire è che sia importante affrontare tutto questo, con i suoi tempi e con le sue energie, in modo che lei possa sentire quella sicurezza per poter vivere meglio questa vita. Se sente che il lavoro con la neuropsichiatra sia difficoltoso, provi a dirglielo, non se lo tenga per lei, si affidi.

Resto a sua disposizione
Dott. Alessandro Gherlenda

Dott. Alessandro Gherlenda Psicologo a Castelfranco Veneto

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16 LUG 2024

Carissima Iena, grazie per la profonda condivisione con noi innanzitutto. Capisco la situazione che descrivi, e comprendo quanta sofferenza stai vivendo da parecchio tempo, sofferenza che ha portato anche ad agiti contro il tuo benessere stesso. Credo che intraprendere un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarti ad esplorare e comprendere a fondo quanto c'è dietro questo malessere profondo, trovando così uno spazio personale e protetto di aiuto e relazione.
Resto a disposizione!
AV

Dott.ssa Antea Viganò Psicologo a Pessano con Bornago

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16 LUG 2024

Buongiorno, so cosa stai passando è un continuare a sperare che le cose vadano meglio... Questi tuoi gesti autolesionistici paradossalmente sono episodi di una grossa manifestazione di vita. Non so quale sia stato il trauma ma credo che dentro di te ci sia un potente fuoco che arde, devi solo trovare la tua strada, sei ancora molto giovane e ti posso assicurare che ti si presenteranno una miriade di occasioni positive. Sarai tu a scegliere che ruolo avere dinanzi a queste occasioni. Piano piano avrai la possibilità di abbandonare il nido, ma prima di tutto il tessuto intricato da districare risulta essere ancora quello della famiglia. Prova a sentire delle persone che in quel momento possono essere positive per il tuo stato. All'Università ci sono molti campus e alloggi che possono essere acquistati con agevolazioni se non addirittura con le borse di studio, in questo modo potrai trovare il tuo spazio. Un abbraccio.

Dott. Davide Pezzotti Psicologo a Brescia

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16 LUG 2024

Ciao Lena,
non smettere i farmaci, assolutamente!
Chiedi aiuto a chi ti sta intorno!
Potrei dirti che andrà meglio ma la verità è che dipende da te come andrà la tua vita. Non dagli altri, non da dove abiti, non dal tuo lavoro. Solo da te e da quanto vuoi volerti bene.

Dott.ssa Valentina Borsari Psicologo a Mantova

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16 LUG 2024

Gentile Lena (o Iena?)
lei ha 18 anni ed è normale il rimescolamento acuito da un trauma a cui fa riferimento, come anche il desiderio di individuarsi, cioè di essere persona staccata dal nucleo genitoriale. Dalla descrizione della sua sofferenza l'attaccamento alla sua famiglia sembra di tipo disorganizzato: ciò che vive nel corpo è doloroso e confuso come le sue relazioni familiari. E se da un lato vuole sfuggire dalla famiglia, la disorganizzazione interna la segue e magari si acuisce pure. Vedo come la dissociazione, il distacco emotivo sia stata la miglior soluzione che il suo organismo ha trovato per sopravvivere alle "montagne russe". I tagli poi hanno una funzione ansiolitica e di autostimolazione, diventano una dipendenza.
Fa molto bene a cercare un clima più favorevole e fintanto che non trova soluzioni per star lontana dalla famiglia provi a ritagliarsi degli spazi in cui tenere dei confini personali. Consolidare dei confini avrà la duplice utilità di proteggerla da intrusioni indesiderate (quali invalidazioni del suo stato d'animo. Es. di possibile confine "se devo sentire giudizi sulla mia condizione allora cenerò da sola") e di fortificare la sua emergente identità. Riparta da cose che costruiscono la sua autostima, cerchi in internet opinioni che stimolino il suo interesse e veda se calzano rispetto a ciò che sente. Domandare su GuidaPsicologi è stata una buona mossa!
L'angoscia di morte è un tema esistenziale universale ed è un'affermazione della vita stessa. C'è molta vita in lei che scalpita per sprigionare il suo potenziale. Respiri la vita, osservi i colori, senta i rumori e dolcemente continui il cammino in cerca delle sue risposte.
Un caro saluto
Dott. David Maddalon

PS. cerchi su youtube suoni e musiche calmanti, sostituisca i tagli con lo strizzare asciugamani e palline anti-stress/cuscini/peluches/plushies, oppure con ghiaccio freddo (le darà dolore innocuo seguito da piacere, meno dannoso rispetto ai tagli)

Dott. David Maddalon Psicologo a Treviso

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16 LUG 2024

Gentile utente, dalle sue parole sembra lei stia vivendo una situazione non facile. Pensieri di morte e autolesionismo sono sintomi che vanno affrontati il prima possibile in una psicoterapia, senza ovviamente tralasciare il resto della sofferenza che sente. Se con la sua psichiatra non è andata bene la invito comunque a non arrendersi e di chiedere di nuovo un sostegno sia psichiatrico che psicologico. Dato che sembra che la sua sofferenza sia dovuta in parte anche dalla sua famiglia forse sarebbe il caso di farsi aiutare anche da un punto di vista familiare piuttosto che allontanarsene. Se non sa bene a chi rivolgersi sul suo territorio le consiglierei di rivolgersi al Centro di Salute Mentale della sua zona dove potrà trovare chi potrà aiutarla e consigliarla meglio. Spero di esserle stato d'aiuto.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Dottor Massimo Morgione Psicologo a Torino

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16 LUG 2024

Buongiorno, da quello che ci scrive sembrerebbe che lei abbia una configurazione di personalità che la porta a vivere in maniera esponenzialmente intensa gli eventi esterni e allo stesso tempo a sperimentare un senso di vuoto nel momento in cui non ha stimolazioni esterne. Da qui il bisogno di tagliarsi, in quanto il dolore fisico che si autoinfligge è più sopportabile del vuoto interiore.
Vanno benissimo le cure della neuropsichiatra infantile, ma dato che ha compiuto la maggiore età, ritengo utile che, parallelamente all'assunzione dei farmaci che le ha prescritto la neuropsichiatra e che non avrebbe dovuto interrompere senza consultarsi con quest'ultima, intraprenda anche una psicoterapia che l'aiuti a gestire pensieri ed emozioni che la fanno soffrire, nonché l'aiutino a regolare lo stato di attivazione per non cadere nel senso di vuoto.
Ha parlato inoltre di trauma e quindi è necessario fare un percorso per elaborarlo e superarlo mettendo, come si suol dire, il passato nel passato.
Inoltre, sarebbe utile che anche sua madre e sua sorella, potessero usufruire di sessioni di consulenza psicologica per comprendere meglio la natura del suo disturbo al fine di moderare il loro modo di relazionarsi con lei.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

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16 LUG 2024

Ciao Lena e grazie per aver condiviso apertamente la sua angoscia. L'età dell'adolescenza, come le avranno già detto, è un periodo di transizione particolarmente delicato e frustrante sotto moltissimi punti di vista. Allo stesso tempo ha fatto la scelta giusta ad affidarsi ad un professionista. Se con quest'ultimo non si trova bene, ha ancora tutto il tempo a sua disposizione per cambiarlo.
Ha delle persone fidate con cui esprimere il suo disagio? Amici, cugini o parenti stretti? Ricordi che il dolore è temporaneo, e che speranza e resilienza sono fondamentali. I sentimenti di disperazione possono diminuire con il tempo e con il giusto supporto. Non è sola e ci sono molte persone e risorse disponibili per aiutarla.
Le auguro ogni bene.
Cristina.

Cristina Pagani Psicologo a Teramo

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16 LUG 2024

Ciao Lena, mi dispiace tanto per la situazione che stai vivendo. Sei giovane ed il tuo unico obiettivo dovrebbe essere pensare al futuro, quali studi affrontare, cosa voler fare nella vita.
Purtroppo non sempre le cose vanno come crediamo, o come vogliamo, ed è per questo che, soprattutto quando tutto ci sembra insopportabile, ed insormontabile, dobbiamo chiedere aiuto! Affidarsi ad un professionista che possa seguirti nel percorso di vita, è fondamentale. Hai avuto molto coraggio, e con la stessa determinazione ti consiglio di iniziare un percorso ed affrontare, passo dopo passo, le tue difficoltà e le tue fragilità.
Se vuoi, io sono a tua disposizione, contattami e prenderemo subito appuntamento.

Alessandra Cozzolino Psicologo a Ercolano

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16 LUG 2024

Cara Lena, quando sento parlare dell'adolescenza come di un periodo d'oro mi vengono mente i miei attacchi di panico, la mia famiglia matta, il desiderio di morire e la sensazione di essere una prigioniera senza possibilità di fuga. Sarebbe tanto importante che tu avessi delle belle amicizie con cui condividere il tuo malessere e le tue paure, che ci fosse un adulto di riferimento come una zia, un nonno o un insegnante di cui tu possa fidarti e che abbia dello spazio e dell'affetto da dedicarti. Se ti guardi attorno riesci a trovare aiuto in persone che ti vogliono bene? Già qui potresti trovarne molte.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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16 LUG 2024

Ciao lena,
dal suo racconto percepisco che sta vivendo uno dei momenti bassi di questa montagna russa che è la sua vita. Scendere da essa e quindi smettere di vivere non è la soluzione, come lei saprà. Piuttosto, perché non cambiare giostra? Oppure, perché non essere lei a guidare questa giostra? Finora ha la percezione di aver subìto la sua vita o di esserne stata protagonista/artefice? Le risposte che darà dentro di sé a queste domande, sono certa, le faranno venire in mente tanti scenari alternativi allo smettere di vivere e all'allontanarsi da casa. La percepisco infatti come su una barca in balia delle onde, ma senza remi. Le onde a volte sono necessarie, come anche l'essere trascinate da esse, l'importante è avere dei remi e apprendere come e quando usarli. Costruisca i suoi temi e vedrà che in queste onde ci starà molto meglio!

Dottoressa Antonella Fiorentino Psicologo a Avellino

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16 LUG 2024


Ciao,
mi dispiace molto leggere di quanto stai soffrendo. È importante che tu sappia che ci sono persone pronte ad aiutarti e che la tua vita ha un grande valore, anche se in questo momento non sembra così.
La tua paura della morte e dell’oblio è comprensibile, soprattutto dopo un trauma. È positivo che tu abbia questa fobia, come hai detto, perché significa che desideri vivere e trovare una soluzione. Gli attacchi di panico, la derealizzazione e la depersonalizzazione sono reazioni al trauma e allo stress intenso che stai vivendo.
Il fatto che tu sia in cura da una psichiatra infantile è un buon inizio, ma se senti che non stai ricevendo l’aiuto necessario, potrebbe essere utile cercare un altro professionista. A volte, trovare il giusto terapeuta può fare una grande differenza. Non smettere di cercare il supporto di cui hai bisogno.
Infine, se senti di essere in una situazione di emergenza, non esitare a cercare aiuto immediato. Puoi chiamare un numero di emergenza o andare in un pronto soccorso. La tua sicurezza e il tuo benessere sono la priorità.
Spero che tu possa trovare la forza di continuare a cercare aiuto e di credere che le cose possono migliorare perché meriti di vivere una vita serena e appagante.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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