Salve ho 28 anni e vivo ancora con i miei genitori. Lavoro fuori tutto il giorno e a casa ci sono poco ma nonostante questo i miei , dopo ogni discussione mi dicono di andare via di casa. Mi definiscono stupida e infantile in quanto qualsiasi cosa dica viene sempre giudicato come aggressivo, come se stessi sempre pronta ad attaccare. Mi dicono che mi pongo come se fossi superiore ed antipatica vista la mia franchezza senza peli sulla lingua. Io non so in cosa sbaglio, ma tutto ciò che dico viene sempre travisato e giudicato male. Cosa ho di sbagliato? Ho fatto presente a mia madre che sono diversi anni che non ricevo una sua carezza che non mancano al mio cane da parte sua. Mi aiutate? Sto uscendo fuori di testa perché sono stanca di non essere compresa e capita.
Grazie
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13 OTT 2015
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Gentile Ilaria,
in molte dinamiche familiari ci sono ambivalenze e sentimenti contrastanti ed il suo è certamente uno di questi casi. Lei non ha un buon rapporto con i suoi genitori eppure non ha ancora provveduto a staccarsi da loro mentre i suoi genitori dopo ogni scontro la invitano ad andarsene ma di certo soffrirebbero se lei lo facesse : quindi c'è una incapacità a distaccarsi ed una incapacità a stare bene insieme.
Anche se per ovvii motivi tocca ai genitori costruire un buon clima familiare posto che ne siano capaci, ora lei è una persona adulta e nel mentre lamenta che da anni non riceve una carezza da sua madre si dovrebbe altrettanto chiedere se da anni sia stata lei a darle una carezza. Se anche lei non lo ha mai fatto o non lo ha più fatto, sappia che può ancora imparare e dare il buon esempio anche se non è facile.
In questa situazione sarebbe indicata un psicoterapia familiare ma essendo presumibilmente, al momento, di difficile realizzazione le suggerisco un percorso individuale per comprendere meglio cosa nella sua famiglia è mancato o non ha funzionato e per avere lei la possibilità di apprendere nuove e più soddisfacenti strategie comunicative e relazionali.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
31 OTT 2015
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Salve Ilaria,
dice di essere stanca di non essere compresa e capita. I suoi genitori non la ASCOLTANO nonostante parli loro con chiarezza. Più che un colloquio tra genitori e figlia adulta è tra genitori e figlia adolescente. Lei chiede affetto, anche con una semplice carezza, ma sua madre sembra non esserne capace. E' come se le dicesse: "Sei sbagliata e quindi non meriti affetto".
Chiedere aiuto ad uno/a psicoterapeuta in questo momento può aiutarla ad imparare a volersi bene e a trovare altri modi per chiedere ai suoi l'affetto che desidera.
Un saluto
Dott.ssa Fiammetta Favalli
22 OTT 2015
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Cara Ilaria, lei sta descrivendo alcune dinamiche molto comuni che si risontrano spesso nei giovani della sua età che abitano ancora con i propri genitori.
I genitori di oggi forse devono ancora abituarsi all'idea che a 28 anni non vi è ancora la possibilità di individuarsi e di svincolarsi dalla famiglia di origine per vari motivi quindi si creano situazioni nelle quali ogni membro familiare si trova in difficoltà nel gestire una situazione "quasi anomala".
Questo per dirle che di per sé la convvenza con i genitori alla sua età non è facile considerando poi che la dimostrazione dell'affetto si modifica negli anni perché viene modulata e si trasmette in forme diverse.
A disposizione.
20 OTT 2015
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Cara Ilaria,
ritengo sia già un bel passo avanti riconoscere quello che manca nella relazione con i suoi genitori (in particolare con sua madre). Non conosco lei e la sua famiglia ma spesso il conflitto è al posto di qualcos'altro che, sebbene aiuterebbe tutti a crescere in famiglia, si ha paura di esprimere. Mi chiedo quanti gesti di tenerezza sono mancati nell'atmosfera famigliare e cosa le permetterebbe di fare per se stessa quella "carezza".
A volte basta un semplice gesto per andare nella giusta direzione ma se manca non possiamo restare lì dove siamo ad aspettare per un tempo indeterminato, l'altro potrebbe non cambiare mai.
Partire da se, non come colpa, ma con senso di responsabilità e libertà per cambiare ciò che non va: "come collaboro io affinché ciò accada e cosa posso fare?" è un ottimo punto d'inizio per scoprire nuovi itinerari comunicativi e , forse, far cambiare il modo in cui ci trattano gli altri.
Per ulteriori chiarimenti sono a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott. Roberto Pugliese
20 OTT 2015
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Gentile Ilaria, lo svincolo, la separazione dai genitori è un passo importante nella costituzione del proprio cammino come persona in grado di autodeterminarsi. Può essere un passo difficoltoso sia per i figli che per i genitori. Nelle dinamiche che descrive intuisco forse il tentativo dei suoi genitori di renderla autonoma, con il ripetuto invito ad uscire di casa, e il suo di un avvicinamento o riavvicinamento a loro quasi a sedare un bisogno di riconoscimenti e sicurezza che fatica a farsi strada in se stessa. Credo questa possa essere una buona occasione per intraprendere un percorso di terapia personale attraverso cui imparare a leggersi dentro, a prendersi cura dei propri bisogni (senza demandarli magicamente all'altro), e attuare una modalità di relazione e comunicazione più funzionale, dove il suo essere senza peli sulla lingua possa non essere letto come aggressivo, ma assertivo. Un cordiale saluto, dott.ssa Annalisa Sammaciccio
Psicologa e psicoterapeuta a Padova
20 OTT 2015
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Salve Ilaria
le avranno detto in molti che la sua è più o meno l'età in cui si è predisposti a iniziare una vita autonoma, si inizia a pensare di vivere per conto proprio, magari prima condividendo un appartamento con qualcuno, se non ci si può permettere una casa da soli e poi pian piano fare altri progetti, poi lei ha un lavoro, non so se questo le permette di vivere da sola ma è bene che ci inizia a pensare. Bisogna però soprattutto capire cos'è che la tiene ancora ferma lì a casa con i suoi, i genitori sono dei buoni punti di riferimento ma ad un certo punto si deve essere capaci di staccarsene, cioè loro ci saranno sempre ma è giusto costruirsi una vita propria. Inizi a capire quali difficoltà incontra e se in questa fase necessita di un supporto esterno, qualcuno che la aiuti a comprendere le difficoltà. Non è negativo farsi aiutare in certi casi , anzi è una presa di coscienza matura, un buon supporto psicologico, anche per breve tempo potrebbe giovarle. Saluti
Dott.ssa Maria Antonella Schiavone
20 OTT 2015
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Salve Ilaria,
leggo che si autodefinisce una persona franca e senza peli sulla lingua, ma che non riesce a farsi comprendere dai genitori dai quali vorrebbe qualche carezza. Sa la comunicazione tra persone è sempre complessa, soprattutto quando le relazioni sono affettive, in questo tipo di relazioni oltre che quello che si dice, si deve tenere conto del quando lo si dice e delle motivazioni interne alla relazione. Mentre leggo lo scritto mi accorgo che trapela una certa insoddisfazione generale, che va oltre la relazione con i genitori. La stanchezza che sta ravvisando è un campanello che suona, ora può restare dietro la porta e non aprire oppure aprirla e vedere cosa c'è.
Aprire la porta vuol dire potersi interrogare, mettersi in discussione, vedere dietro quella franchezza e quella richiesta d'affetto cosa si nasconde. La psicoterapia può essere il modo per farlo.
Saluti
dr. Giuseppe Ceparano (psicologo - psicoterapeuta di Mugnano di Napoli)
20 OTT 2015
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Gentile Ilaria,
dal racconto che porti avrei piacere di approfondire il tuo caso con un bel ciclo di sedute di terapia familiare ( in cui sono specializzato) per dare a tutti voi la possibilità di relazionarvi diversamente e dissipare piano piano le incomprensioni...
In alternativa posso consigliarti di accettare i tuoi genitori poiché è più facile che possa cambiare tu piuttosto che loro... Nel frattempo iniziare un tuo percorso di individualizzazione per renderti sempre più indipendente!!
Cordiali saluti
Dott. Michele Carbone Psicologo - psicoterapeuta
20 OTT 2015
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Gentilissima Ilaria, bisognerebbe comprendere bene le circostanze e le modalita' con le quali vengono fornite le.comunicazioni che le procurano dispiacere. Altresi' bisogna valutare le circostanze e i contenuti delle sue comunicazioni. Tenga presente questo, se puo esserle utile: gli esseri umani rifuggono sempre dalla verita' perche' non la amano, ma sopratutto e' una violenza. Ci rifletti e nel caso voglia confrontarsi, saro' ben lieto di ascoltarla e di aiutarla nel migliore dei modi.
Un caro saluto
Dott. Francesco Zanfardino (Napoli).
20 OTT 2015
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Gentilissima Ilaria,
le direi di sentirci e di provare anche on line, se non abitasse nella mia zona, a dirimere i suoi problemi.
Cordiali saluti,
dr. Giancarlo Gramaglia
13 OTT 2015
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Carissima Ilaria,
è sempre molto difficile per un figlio svincolarsi dalla propria famiglia per spiccare il volo, così come per un genitore lo è accettare la crescita e l'indipendenza di un figlio per lasciarlo serenamente andare ...Sicuramente lei e la sua famiglia state vivendo una di quelle fasi che presuppongono forti cambiamenti: lei non è più la figlioletta che dipende dai genitori ma è ora una donna e sicuramente la sua permanenza in casa impone una rinegoziazione di ruoli e spazi non facile. Inoltre parla di un difficile rapporto affettivo in particolare con la mamma...dalle sue parole emergono rabbia e dolore intensi. Sono certa che un bravo collega nella sua zona saprà aiutarla a fare chiarezza e a mettere a posto tutti i tasselli del suo puzzle.
Coraggio, un abbraccio
13 OTT 2015
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao, Ilaria.
Non dici se hai una tua storia personale (di coppia, di interessi, di amicizie ) né che lavoro fai.
Mi colpisce però che nonostante lo scarso tempo che trascorri insieme ai tuoi genitori (da quello che leggo stai fuori per gran parte del giorno) ci sia ... tanto tempo per litigare? Quali sono i temi dello scontro?
Soprattutto, mi colpisce che sia così capace di ferirti l'incomprensione dei tuoi genitori e che tu lamenti lo scarso contatto affettivo (carezze) di tua madre per te. Credo allora che in te ci sia una immaturità relazionale che non ti permette di trovare la tua strada come persona, né la consapevolezza e la sicurezza in te stessa. E' come se la difficoltà ad emanciparti psicologicamente dalla tua famiglia d'origine, prima ancora che a conseguire l'autonomia del quotidiano (ad esempio andando ad abitare da sola), ti impedisca di avere una piena e chiara idea di te e dei tuoi desideri e progetti: ti misuri sempre su quello che gli altri, particolarmente tua madre, pensano e dicono di te, nel caso "reagisci" se ritieni che non la loro opinione sia giusta, ma lasci ed aspetti che siano gli altri a definirti, non esprimi te stessa in modo affermativo.
Credo che potrebbe farti molto bene un breve percorso personale di psicoterapia, volto a liberare le tue emozioni, i tuoi desideri e le tue potenzialità più autentiche e che faccia chiarezza sulle dinamiche che fino ad oggi (non solo nel tuo ambiente ma dentro te stessa) hanno ostacolato la tua crescita .
Auguri!
dott. paola miele caccavale
CENTRO PER.FA.RE
Ti è stata utile?
Grazie per la tua valutazione!
13 OTT 2015
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Buongiorno Ilaria, le reazioni dei suoi genitori mi sembrano molto strane, tuttavia deve anche comprendere che, se analizziamo il suo post in ottica sistemica, ogni componente della famiglia ha la sua quota di "responsabilità", di condotte, di agiti, etc. che si riverberano all'interno del sistema-famiglia. Non deve per forza essere un qualcosa di eclatante, basta uno sguardo anche normale, per essere interpretato da un altro componente familiare, come un qualcosa di negativo. Gli equilibri sono delicati da un certo punto di vista, ma anche molto forti, in quanto formatisi tramite lo sviluppo familiare di anni, quindi di aggiustamenti e riarrangiamenti vari del sistema familiare. Dunque, alcuni di questi equilibri "forti" possono essere difficili da cambiare. Le consiglierei una terapia familiare ma, da quello che ci riporta, non so se loro sarebbero d'accordo. Dunque, credo che una terapia individuale, tanto per cominciare, possa essere la soluzione migliore, al momento, senza precludere una terapia familiare in un momento successivo, ovvero quando i suoi cambiamenti abbiano fatto in modo da far ri-arrangiare gli equilibri/disequilibri familiari. Perché non ci sono dubbi, se loro si aspettano, come sempre di interagire con la "solita" Ilaria e, dopo qualche tempo, quella Ilaria è cambiata, anche solo un po (ma sarebbe più di un po), anche loro (i suoi familiari), gioco-forza, devono rivedere il come interagire con lei, in quanto è stato introdotto nel sistema, un elemento nuovo, un cambiamento, magari non previsto, che permetterà loro di vivere lei in modo diverso (non per forza positivo, s'intende), ma almeno un cambiamento può essere introdotto. Secondo me, proprio di questo c'è bisogno nella sua famiglia (dunque, lei compresa), un cambiamento prima implicito e poi pienamente esplicito che porti uno o più punti di vista alternativi all'interno del sistema.
Buona fortuna,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista, Postrazionalista-Roma.
13 OTT 2015
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Cara Ilaria,
non abbiamo abbastanza informazioni sulla sua vita, sulla sua famiglia e su di lei per poterle dare una risposta accurata.
Le dinamiche familairi sono molto delicate e richiedono impegno e risorse. Tuttavia, quando qualcosa cominica a muoversi, per effetto domino, cambiano rapidamente tante cose. Per questo le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo.
Lo faccia per sé, per avere un sostegno e per imparare strategie che facilitino la comunicazione in famiglia.
13 OTT 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Ilaria,
credo che sarebbe interessante indagare a fondo le relazioni con i suoi genitori e cercare di capire dove si è interrotto ed ha fatto circuito l'aspetto affettivo e comunicativo più profondo.
Purtroppo in questo momento mi sembra che stiano prevalendo la frustrazione, la delusione e la rabbia. Come mai?
Al tempo stesso forse è tempo di progredire nel suo percorso di autonomia personale, per poter lasciare il nido e spiccare il volo!
le consiglio di contattare un terapeuta della sua zona al fine di poter affrontare tutto ciò con il giusto supporto psicologico.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Beatrice Lazzeri
Empoli, Firenze
13 OTT 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno Ilaria. La situazione che descrive sembra quella di un legame molto stretto e intenso con i suoi genitori ma per motivi vari che bisognerebbe indagare è venuta a mancare la tenerezza. Da quello che racconta sembra essere molto arrabbiata con i suoi genitori, come mai? Inoltre sembra che lei abbia una situazione lavorativa stabile, come mai non ha ancora pensato di uscire di casa e andare ad abitare da sola? Ci sarebbe molto più da capire ed indagare per poterla aiutare; quello che le consiglierei è di contattare uno psicoterapeuta sistemico relazionale che la possa aiutare a comprendere le dinamiche con i suoi genitori in modo da poter risolvere le difficoltà che sente di star vivendo.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Atti Maria Benedetta