Ho rifiuto per mio padre
Buongiorno
mi chiamo D., sono un ragazzo di 25 anni e attualmente vivo con mio padre.
Da diverso tempo mi affligge un pensiero, pensiero cui non riesco a venire a capo della natura: se si tratti di un caso usuale che presenta sintomi tipici e dei pregressi in altri soggetti; una situazione venutasi logicamente a creare per il trascorso o se sono solamente io il problema.
Spiego: circa 3 anni fa è venuta a mancare mia madre, a cui - tra litigi e scontri, un amore/odio - ero molto legato.
Premetto che sono cosciente e comprendo di non aver gestito e affrontato nella maniera corretta il lutto: ho tenuto tutto dentro, cercando di non far trasparire a parenti e amici quanto stessi soffrendo in quel momento, tant’è che tutt’oggi al minimo pensiero di mia mamma mi assale un senso malinconico che mi porta immediatamente le lacrime agli occhi e una forte pressione sul petto. Senso che puntualmente sopprimo al presentarsi.
Ma questo è una altro discorso.
Sono un appassionato di bodybuilding, l’allenamento inteso e la dieta mi hanno e tutt’ora mi aiutano nella gestione di questi pensieri (ergo, non penso a mia mamma perché la testa è concentrata sull’allenamento e il regime alimentare), è la mia “costante distrazione” insomma. Però, le rare, rarissime, volte che mi capita di sognare mia madre mi sveglio sempre nel cuore della notte in lacrime.
Il problema però è un’altro:
Da quando è venuta a mancare la mamma, non riesco più ad avere rapporto personale con mio padre. Prima non è che fossimo pappa e ciccia, ma parlavamo, ridavamo e scherzavamo, come una normale coppia padre e figlio. Abbiamo la passione delle moto in comune, facevamo dei giri nel weekend assieme o comunque passavamo in qualche modo del tempo l’uno con l’altro.
Adesso invece non riesco quasi a guardarlo in faccia; trovo irritante averlo in casa anche se non fa nulla di male e spesso, quando ci capita di mangiare nello stesso momento (per lavoro e impegni non mangiamo quasi mai allo stesso orario) preferisco temporeggiare che finisca o andare in un’altra stanza a consumare il pasto.
Non capisco questi miei comportamenti, anche perché ripensandoci quando sono solo mi sento in colpa di trattarlo in questo modo, perché so di volergli bene e che lui è la poca famiglia che mi è rimasta.
Dopo pochi mesi dalla morte di mamma, mio padre ha iniziato una frequentazione con un’altra persona (prima che mancasse, mia madre è stata malata per alcuni anni, tra terapie e momenti davvero no) e da lì la situazione è peggiorata notevolmente: quando mi parla, soprattutto di quello che fa con la sua “compagna” o anche solo se la nomina, provo un forte senso di rabbia verso di lui, come se stesse “tradendo” la mamma o le stesse in qualche modo mancando di rispetto.
Sono adulto e capisco perfettamente la sua situazione, di fatti non gli ho mai impedito in nessun modo di “rifarsi” una vita, ma non ho mai voluto saperne della sua compagna né in maniera alcuna essere coinvolto. Lei, in più di 2 anni, l’ho vista una volta sola; in tutto il tempo ho evitato e evito le occasioni di poterla vedere. Siano essi eventi informali e/o festività comandate.
In ogni modo, mi sembra di percepire la presenza di mio padre come uno sgradito ospite che vive con me in casa; tanto che mi viene quasi spontaneo avere sempre un tono irritato e senso di indifferenza verso di lui.
Sento come “pesante” tutto quello che mi dice o racconta; e le espressioni sulla mia faccia non lo nascondo.
Le mie risposte alle sue domande si limitano a un “si”, “no” o “mmh”.
Delle cose belle o brutte che mi succedono, i viaggi, le questioni di lavoro e altro preferisco parlarne con il vicino piuttosto che con lui, di fatti non sa nulla di quello che mi è successo in questi 3 anni, perché non gliene parlo.
Sembra che adesso lui abbia quasi “accettato” la cosa, o si sia rassegnato, non lo so. Non ne abbiamo mai parlato. Mi dispiace solo che ci sia questa muraglia tra noi, gli voglio bene e rivorrei mio padre indietro, ma queste mie sensazioni mi ostacolano..
Mi sento uno str*nzo e mi dispiace ancora di più apparire o dargli questa sensazione a lui, ma la cosa è quasi spontanea.