Ho rifiuto per mio padre #2

Inviata da D.name99 · 17 set 2024 Terapia familiare

Buongiorno
mi chiamo D., sono un ragazzo di 25 anni e attualmente vivo con mio padre.
Da diverso tempo mi affligge un pensiero, pensiero cui non riesco a venire a capo della natura: se si tratti di un caso usuale che presenta sintomi tipici e dei pregressi in altri soggetti; una situazione venutasi logicamente a creare per il trascorso o se sono solamente io il problema.
Spiego: circa 3 anni fa è venuta a mancare mia madre, a cui - tra litigi e scontri, un amore/odio - ero molto legato.
Premetto che sono cosciente e comprendo di non aver gestito e affrontato nella maniera corretta il lutto: ho tenuto tutto dentro, cercando di non far trasparire a parenti e amici quanto stessi soffrendo in quel momento, tant’è che tutt’oggi al minimo pensiero di mia mamma mi assale un senso malinconico che mi porta immediatamente le lacrime agli occhi e una forte pressione sul petto. Senso che puntualmente sopprimo al presentarsi.
Ma questo è una altro discorso.
Sono un appassionato di bodybuilding, l’allenamento inteso e la dieta mi hanno e tutt’ora mi aiutano nella gestione di questi pensieri (ergo, non penso a mia mamma perché la testa è concentrata sull’allenamento e il regime alimentare), è la mia “costante distrazione” insomma. Però, le rare, rarissime, volte che mi capita di sognare mia madre mi sveglio sempre nel cuore della notte in lacrime.
Il problema però è un’altro:
Da quando è venuta a mancare la mamma, non riesco più ad avere rapporto personale con mio padre. Prima non è che fossimo pappa e ciccia, ma parlavamo, ridavamo e scherzavamo, come una normale coppia padre e figlio. Abbiamo la passione delle moto in comune, facevamo dei giri nel weekend assieme o comunque passavamo in qualche modo del tempo l’uno con l’altro.
Adesso invece non riesco quasi a guardarlo in faccia; trovo irritante averlo in casa anche se non fa nulla di male e spesso, quando ci capita di mangiare nello stesso momento (per lavoro e impegni non mangiamo quasi mai allo stesso orario) preferisco temporeggiare che finisca o andare in un’altra stanza a consumare il pasto.
Non capisco questi miei comportamenti, anche perché ripensandoci quando sono solo mi sento in colpa di trattarlo in questo modo, perché so di volergli bene e che lui è la poca famiglia che mi è rimasta.
Dopo pochi mesi dalla morte di mamma, mio padre ha iniziato una frequentazione con un’altra persona (prima che mancasse, mia madre è stata malata per alcuni anni, tra terapie e momenti davvero no) e da lì la situazione è peggiorata notevolmente: quando mi parla, soprattutto di quello che fa con la sua “compagna” o anche solo se la nomina, provo un forte senso di rabbia verso di lui, come se stesse “tradendo” la mamma o le stesse in qualche modo mancando di rispetto.
Sono adulto e capisco perfettamente la sua situazione, di fatti non gli ho mai impedito in nessun modo di “rifarsi” una vita, ma non ho mai voluto saperne della sua compagna né in maniera alcuna essere coinvolto. Lei, in più di 2 anni, l’ho vista una volta sola; in tutto il tempo ho evitato e evito le occasioni di poterla vedere. Siano essi eventi informali e/o festività comandate.
In ogni modo, mi sembra di percepire la presenza di mio padre come uno sgradito ospite che vive con me in casa; tanto che mi viene quasi spontaneo avere sempre un tono irritato e senso di indifferenza verso di lui.
Sento come “pesante” tutto quello che mi dice o racconta; e le espressioni sulla mia faccia non lo nascondo.
Le mie risposte alle sue domande si limitano a un “si”, “no” o “mmh”.
Delle cose belle o brutte che mi succedono, i viaggi, le questioni di lavoro e altro preferisco parlarne con il vicino piuttosto che con lui, di fatti non sa nulla di quello che mi è successo in questi 3 anni, perché non gliene parlo.
Sembra che adesso lui abbia quasi “accettato” la cosa, o si sia rassegnato, non lo so. Non ne abbiamo mai parlato. Mi dispiace solo che ci sia questa muraglia tra noi, gli voglio bene e rivorrei mio padre indietro, ma queste mie sensazioni mi ostacolano..
Mi sento uno str*nzo e mi dispiace ancora di più apparire o dargli questa sensazione a lui, ma la cosa è quasi spontanea.

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Miglior risposta OGGI, 19 SET 2024

Buongiorno D, nel leggere le sue parole ho percepito la rabbia che prova e al tempo stesso la sofferenza che questa situazione le sta provocando. La morte di sua madre è sicuramente stato un evento che ha stravolto gli equilibri familiari, e trattenere tutte le emozioni, sicuramente per proteggere se stesso e gli altri dal dolore, non ha aiutato a superare la crisi in modo costruttivo, anche con l'aiuto e il supporto di suo padre. Il fatto che suo padre abbia una nuova relazione, sebbene razionalmente capisca che sia un evento "normale" e accettabile, a livello di emozioni probabilmente le suscita rabbia, come se la memoria di sua madre sia stata cancellata. Penso che la convivenza con suo padre riaccenda quotidianamente un dolore che non è stato metabolizzato a sufficienza. Il consiglio che mi sento di darle, oltre a quello di iniziare un percorso di terapia per affrontare le questioni irrisolte, è quello di parlare con suo padre, di esternare i propri sentimenti e cercare insieme una soluzione. Anche suo padre avrà sicuramente sofferto per la perdita della moglie, e sarà disponibile ad affrontare con lei il dolore.

Resto a disposizione e le auguro il meglio

Dott.ssa Federica Amissini Psicologo a Bergamo

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IERI, 18 SET 2024

Gentile D.,
Il dolore che traspare dalle sue parole è profondo e comprensibile, data la perdita che ha vissuto e le difficoltà che sta affrontando nel rapporto con suo padre.
La perdita di una persona cara, specialmente di una madre, è un'esperienza devastante che può lasciare segni profondi e duraturi. Lei ha espresso chiaramente di non aver affrontato completamente il lutto, mantenendo tutto dentro di sé, e questo potrebbe avere un impatto significativo sui suoi rapporti attuali, incluso quello con suo padre. Il fatto che si sforzi di sopprimere il dolore, anche se sembra offrirle una momentanea protezione, potrebbe impedirle di elaborare pienamente la perdita e lasciar andare le emozioni che sono rimaste inespresse.
Riguardo al rapporto con suo padre, ciò che descrive potrebbe essere legato al modo in cui ciascuno di voi sta affrontando il lutto. È comune, in queste situazioni, che il legame con la figura rimasta cambi in modo significativo, soprattutto quando si percepiscono differenze nel modo di vivere il dolore. La sua rabbia nei confronti della nuova relazione del padre può derivare da una sensazione di tradimento nei confronti della memoria di sua madre, una percezione che il padre stia "andando avanti" troppo in fretta o in un modo che le appare come una mancanza di rispetto per la madre. Questo è un sentimento comprensibile, ma è importante ricordare che ognuno affronta il dolore in modi diversi. Per suo padre, trovare una nuova compagna potrebbe essere stato un modo per non sentirsi solo e per cercare conforto in un momento difficile.
Il distacco emotivo che sente nei confronti di suo padre e la difficoltà nel comunicare apertamente con lui sono probabilmente sintomi di un dolore non risolto e di una conflittualità interna tra il desiderio di riconnettersi e il risentimento per il cambiamento nella dinamica familiare. Il senso di colpa che prova e il desiderio di "rivolerlo indietro" dimostrano che il legame è ancora presente, ma che il dolore non elaborato sta creando una barriera tra voi.
Le suggerisco di considerare la possibilità di valutare un supporto psicologico che potrebbe aiutarla a comprendere e gestire meglio queste emozioni complesse e offrirle uno spazio sicuro per esplorare il suo lutto, il senso di perdita non solo per sua madre, ma anche per il rapporto che ha avuto con suo padre. Attraverso questo percorso, potrebbe trovare il modo di ricostruire quel legame, affrontare la rabbia e il dolore che sente e, eventualmente, riconnettersi con lui in un modo che le permetta di sentirsi più sereno.
Il fatto che riconosca il suo amore per suo padre è un segno positivo e un punto di partenza importante. Parlarne apertamente potrebbe essere difficile, ma forse con l’aiuto di un professionista riuscirebbe a farlo in un modo che allevi la tensione e apra la strada a una comunicazione più autentica.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore riflessione o chiarimento.
Le porgo i miei migliori auguri di coraggio e serenità,
Dott.ssa Pinella Chionna

Dott.ssa Pinella Chionna Psicologo a Mesagne

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IERI, 18 SET 2024

Gentile D.,
affrontare la perdita di una persona cara è un percorso profondo e personale.
Non esiste un tempo prestabilito per superare il lutto; elaborarlo richiede pazienza e consapevolezza. È importante ricordare che il dolore non deve essere evitato, ma affrontato; non svanisce, ma si trasforma nel tempo.
Dobbiamo concederci il permesso di vivere tutte le emozioni che emergono, siano esse rabbia, apatia o rimpianti.

Perdere qualcuno, specialmente una figura così importante, comporta un cambiamento profondo nella vita familiare e richiede un adattamento degli equilibri precedenti a nuove realtà.
Per quanto riguarda il rapporto con suo padre, avviare una conversazione sincera potrebbe essere un primo passo.
Condividere i suoi sentimenti e il dolore relativo alla perdita di sua madre e alla nuova vita di suo padre potrebbe favorire una maggiore comprensione reciproca e, forse, contribuire a ristabilire un equilibrio nel vostro rapporto.

Rimango a disposizione se desidera discuterne ulteriormente.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Ornella Maria Amari

Ornella Maria Amari Psicologo a Modena

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IERI, 18 SET 2024

Ciao D., mi dispiace per quello che stai vivendo. Hai espresso molto bene la tua esperienza, e questo fa capire che hai una buona consapevolezza di tè stesso, dei tuoi pensieri e delle tue emozioni, tanto da riconoscere (e rifiutare) quelli che non vuoi. Il lutto di tua madre è senza dubbio un evento impattante che ha rotto la quotidianità della tua famiglia e, forse, meriterebbe un apposito approfondimento, se lo destrieri naturalmente. È possibile che, in qualche modo inconscio, ti ritrovi ad essere “arrabbiato” con tuo padre per motivi legati alla perdita di tua madre. Queste sensazioni sono comuni in chi vive un’esperienza come la tua. Un caro saluto. Dott.ssa Chiara Manna

Dott.ssa Chiara Manna Psicologo a Cernusco sul Naviglio

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IERI, 18 SET 2024

Caro D.,

prima di tutto, ti ringrazio per aver condiviso con noi questa parte della tua vita. Quello che stai vivendo è una situazione complessa, ma posso assicurarti che i tuoi pensieri e le tue emozioni sono del tutto comprensibili, date le circostanze.

Il lutto è un processo che attraversa diverse fasi, e ognuna di esse ha i suoi tempi specifici. Non esiste un "modo corretto" di affrontare un lutto; ciascuno di noi lo vive in maniera diversa. Nel tuo caso, sembra che tu ti trovi ancora in quella che chiamiamo la fase della rassegnazione o negazione. Questo si manifesta nel modo in cui hai cercato di gestire il dolore: con il bodybuilding e la dieta, hai trovato una sorta di "valvola di sfogo", una distrazione che ti ha aiutato a non pensare alla perdita di tua madre. Tuttavia, queste attività potrebbero aver anche svolto il ruolo di evitare il contatto profondo con le emozioni del lutto, come se stessi cercando di "controllare" ciò che senti piuttosto che affrontarlo.

Parallelamente, tuo padre sembra aver raggiunto una fase più vicina all'accettazione, il che spiega perché sia riuscito ad aprirsi a nuove relazioni. Questo, però, non significa che stia dimenticando o mancando di rispetto a tua madre, ma piuttosto che sta cercando un nuovo equilibrio nella sua vita.

Il distacco che senti nei suoi confronti potrebbe essere una manifestazione del tuo dolore non elaborato. È normale che, in situazioni come queste, le relazioni familiari subiscano dei cambiamenti, soprattutto quando percepiamo che qualcuno "va avanti" più velocemente di noi. Questo potrebbe spiegare anche la tua rabbia nei confronti della sua compagna, che potresti inconsciamente associare alla tua sensazione di perdere ulteriormente tua madre.

Non sei tu il problema, ma è il lutto che stai ancora affrontando. Potrebbe essere utile, per te, esplorare queste emozioni con maggiore profondità, magari con l'aiuto di un percorso di supporto psicologico. Questo ti permetterebbe di elaborare il dolore in modo più completo e di riscoprire un rapporto con tuo padre basato su una nuova comprensione reciproca.

Non sentirti colpevole per ciò che provi: il dolore ha molte forme, e tutte meritano di essere ascoltate.

Emma Noviello Psicologo a San Martino Valle Caudina

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D., grazie per aver condiviso e dato voce alle sue emozioni. Comprendo come la perdita della mamma a seguito di una lunga malattia sia stata dolorosa e come anche il suo ricordo sia fonte di malinconia.
Un percorso di sostegno psicologico potrebbe certamente aiutarla nell'elaborazione del lutto per riuscire ad accogliere e contenere le tante emozioni che prova e per portare alla luce tutto ciò che fino ad ora non ha fatto trasparire. Fare i conti con il proprio sentire, elaborare le memorie e le esperienze passate potrebbe essere il primo passo da percorrere anche per comprendere anche la rabbia nei confronti di suo padre. Recuperare e reinvestire nella relazione con il papà significa anche potersi aprire al cambiamento per riadattarsi, senza dimenticare poiché " Tutto quello che ci siamo goduti, mai verrà perso. Tutto quello che amiamo profondamente, diventa parte di noi stessi" (Helen Keller).

Un caro saluto
Dott.ssa Laura Soldati

Dott.ssa Laura Soldati Psicologo a Riccione

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IERI, 18 SET 2024

Caro utente, un lutto non è facile da gestire, soprattutto se si tratta di una persona molto vicina come un genitore. Tenersi tutto dentro senza elaborare quello che il lutto ha significato alla lunga potrebbe peggiorare il tutto. Comunque è positivo che abbia trovato un'attività che l'aiuta ad alleggerirsi anche se per poco. Sembra tuttavia che questo lutto abbia incrinato molto il rapporto con suo padre. In psicologia l'approccio sistemico relazionale si occupa nello specifico anche di terapie familiari. Se suo padre fosse d'accordo potreste provare un percorso familiare insieme per cercare di migliorare e/o recuperare il vostro rapporto. In caso contrario potrebbe anche tentare un percorso individuale in modo da avere uno spazio sicuro in cui poter lavorare sul suo malessere. Un consiglio che mi sento di darle è di non reprimere troppo quello che sente e di non colpevolizzarsi troppo per la situazione in quanto se è qui a scrivere vuol dire che vuole fare qualcosa per migliorare la situazione e che ci tiene a suo padre. Spero di esserle stato d'aiuto.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Dottor Massimo Morgione Psicologo a Torino

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno, innanzitutto voglio farle le mie sentite condoglianze.

Quando perdiamo una persona cara viviamo tutti dei cambiamenti, degli scombussolamenti

Com’è il rapporto con suo padre quando sua madre era ancora in vita? Era uguale? Era diverso? Se è cambiato in che cosa concretamente cambiato?

Queste sono domande utili per iniziare una riflessione.

Il fatto che quando una persona ci lasci, la persona sopravvissuta si trovi un’altra compagna per farsi una vita è una cosa abbastanza frequente ed è anche abbastanza frequente che i figli non accettino la nuova frequentazione.

Questa è la situazione che necessita di essere elaborata per essere accettata.


Lei afferma che vorrebbe abbattere questa muraglia che si è creato con suo padre

Per abbattere una muraglia bisogna cominciare ad abbatterla nonostante tutte le resistenze, le difficoltà, le sofferenze, i pensieri negativi ecc…

Inizia cercarne un rapporto con suo padre anche basato sulle piccole cose giusto per “rompere il ghiaccio“ e da lì poi piano piano ricostruire il rapporto.

I primi passi sono sempre più difficili però poi il cammino inizia….

Dei consigli di intraprendere un percorso psicologico individuale, se è possibile di coppia con suo padre o in alternativa singolarmente, che aiuti ad affrontare e affrontare questo disagio.

Resto a disposizione, se ha necessità mi contatti.

Dott. Luca Ferretti Psicologo a Ponsacco

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D., mi dispiace che tu stia affrontando questo periodo di sofferenza, la perdita di un genitore è sicuramente qualcosa di molto intenso e che coinvolge le parti più profonde di noi stessi. Gestire un lutto del genere richiede del tempo e un percorso che ti aiuti ad elaborare le tante emozioni connesse e credo tu abbia fatto davvero bene a rivolgere la tua attenzione verso i professionisti che si occupano proprio di questo. Per quanto riguarda tuo padre e il rapporto che hai con lui, potrebbe essere una conseguenza del non aver elaborato la perdita di tua madre, che ti sta rendendo difficile trovare una relazione che ti faccia star bene. Parlo al condizionale perché non conoscendoti come persona e non conoscendo a fondo la tua storia, non posso azzardarmi a dirti esattamente perché tu non riesca a farlo, le motivazioni possono essere diverse da persona a persona. Se posso permettermi di darti un "consiglio", ti direi di continuare su questa strada e cercare un professionista che possa accompagnarti nell'esplorazione dei tuoi stati d'animo sia nei confronti di tua madre che nei confronti di tuo padre, provando ad esprimere la tua sofferenza con qualcuno che possa accoglierla e aiutarti a gestirla senza la necessità di doverla reprimere per poter andare avanti. Mi dispiace non poterti dire già da subito quali siano le motivazioni esatte, ma credo che con un percorso specifico tu possa capire meglio cosa ti porta ad avere questa ostilità verso tuo padre e provare a trovare una maggiore serenità.
Resto a disposizione se dovessi avere dubbi specifici sull'eventualità di incontrare un professionista che possa aiutarti nel tuo cammino.
Affettuosamente, Dott. Carlo Rispoli.

Dott. Carlo Rispoli Psicologo a Lusciano

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IERI, 18 SET 2024

Caro D.name99,

la ringrazio per aver espresso le sue emozioni rispetto ad un lutto così importante, come quello della figura materna.
Mi spiace molto per la situazione che sta vivendo e immagino che tutti questi "non detti" nei confronti di suo padre, stiano rendendo l'aria poco sostenibile all'interno della vostra casa.

Una possibilità potrebbe essere quella di parlare apertamente con suo padre, così come ha fatto qui con noi, cercando di spiegare le sue emozioni e sentimenti.

Se questa prospettiva non dovesse sentirla ancora possibile potrebbe chiedere l'aiuto di un professionista col quale poter superare questo momento di difficoltà e di incomunicabilità.

Le faccio i miei migliori auguri,

Dott.ssa Giada Abbas.

Dott.ssa Giada Abbas Psicologo a Bari

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IERI, 18 SET 2024

Carissimo,
Mi dispiace molto per la tua perdita.
Un lutto non elaborato adeguatamente ha sicuramente delle ripercussioni in vari ambiti della vita, relazionali e non.
Quello che sta avvenendo nella relazione con tuo padre riflette ciò che non ti permetti di sentire.
La rabbia nei suoi confronti sembra che nasconda ben altro, probabilmente emozioni per te scomode alle quali è difficile dare spazio.

Potrebbe essere utile approfondire questi aspetti, andare più a fondo rispetto alla rabbia che provi e agisci nei confronti di tuo padre, attraverso un percorso di terapia.

Rimango a disposizione anche online
Dottoressa Francesca Ravagli

Dott.ssa Francesca Ravagli Psicologo a Quarrata

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D,
leggendo quello che hai condiviso mi arriva una sofferenza molto profonda che ti obbliga a tenere sempre la testa occupata e ad allontanarti da tuo padre. Sembra che il vuoto lasciato dalla tua mamma si sia messo proprio tra te e tuo padre, creando un baratro comunicativo e relazionale fatto di rabbia e sensi di colpa.
Mi dispiace molto di ciò che stai vivendo e credo sia necessario attraversare questo dolore per colmare il vuoto con ciò che la mamma ti ha lasciato, lasciare andare la disperazione e riprendere la tua vita, non essendo obbligato ad alienarti attraverso dieta ed allenamento ma potendo scegliere, per poi ritrovare un nuovo equilibrio nel rapporto con tuo padre.
Rimango a disposizione.

Anna Difino Psicologo a Bussolengo

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IERI, 18 SET 2024

Caro D. comprendo il dolore che si può provare alla perdita di una madre e quello che si prova dovendo assistere impotente alla malattia . Dalle tue parole mi sembra quasi che tu stia facendo di tutto per non affrontare l’idea della perdita quasi come se volessi allontanare dalla tua mente il pensiero che tua madre non ci sia più , trovando tutte le possibile distrazioni che ti consentono di pensare . La rabbia nei confronti di tuo padre sembra anche essa dovuta ad una necessità di negazione della realtà . Accettare che tuo padre abbia ripreso a vivere significa in qualche modo accettare che tua madre non c’è più e quindi meglio far sparire anche lui dalla vista perché in questo modo ancora una volta allontani il pensiero della perdita . Stai cercando di difendere te stesso dal dolore allontanandoti dalla realtà della perdita , ma purtroppo quel dolore ci serve ad elaborare la realtà . Credo che sia utile cominciare a pensare ad un sostegno psicologico . Cari saluti

Dott.ssa Laura Baiano Psicologo a Pozzuoli

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D.,
Grazie per aver condiviso qui ciò che sente.
Mi spiace molto per sua mamma e per ciò che sta vivendo; deve essere molto dura.

Mentre leggevo le righe che ha scritto mi è sembrato le avesse scritte qualcuno più grande rispetto alla sua età e mi è arrivata moltissimo una sua tendenza ad essere molto razionale. Questa razionalità che si fa notare la ha evidentemente aiutata molto nel proteggerla da un dolore così lacerante e le ha dato anche una gran capacità di “analizzare” se stesso molto bene. Perdere qualcuno, per di più la propria mamma, porta un cambiamento enorme nella vita familiare e gli equilibri prima presenti si riassestano in altri modi.

La rabbia che prova nei confronti di suo padre è un emozione davvero importante, che come il dolore, non ha mai espresso e comunicato direttamente a lui. Ho la sensazione che questa sua arrabbiatura faccia un po’ a cazzotti con il suo dover essere un adulto, come se l’adultità significasse non far trasparire nulla. Ma questo è solo ciò che arriva a me, e se è così può dirlo solo lei.

È molto bello che voglia recuperare questo rapporto e credo che lei possa farlo, ma penso che per poterlo fare debba ripartire prima di tutto da se stesso, trovando uno spazio in cui poter imparare ad esprimere ciò che sente, per poter vivere il suo dolore, comprendere quella rabbia e per poter riacquisire un po’ di leggerezza anche solo nella possibilità che possa essere sostenuto dagli altri, e chissà un domani anche dal suo papà.

Spero di averle dato uno spunto per riflettere più che un aiuto, perché di fatto non si può scrivere qualche riga ed alleggerire un dolore così.

Resto a disposizione qualora voglia parlarne insieme,
Dott.ssa Giorgia Tanda.

Dott.ssa Giorgia Tanda Psicologo a Roma

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D.,
non dev’essere facile vivere il dolore di un lutto tra due solitudini che convivono. Credo che in queste situazioni ogni emozione abbia diritto e dignità d’esistere e che sicuramente ci parla molto di noi e delle relazioni che ci circondano.
Potrebbe esserle utile dire a suo padre che apparirgli in questa modalità non la fa stare bene e/o sentire in colpa?!
Potrebbe essere un primo passo lungo un percorso che, supportato da uno/una professionista che sente giusto/a per lei, la potrebbe aiutare a mettere insieme un nuovo “fare spontaneo” verso suo padre e un nuovo benessere nel riavere indietro un rapporto che non è perso, ma forse ha solo bisogno di un nuovo equilibrio. Le auguro buoni passi.
Dott.ssa Lisa Favaro

Dott.ssa Lisa Favaro Psicologo a Vicenza

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IERI, 18 SET 2024

Buongiorno D.
Da quello che racconti sembra che tu non abbia elaborato bene il lutto della mamma e, inconsciamente, vedi tuo padre come un nemico che si è rifatto una vita. Il fatto che tu "scappi" da lui mettendo una sorta di muro nel vostro rapporto è lo stesso meccanismo di difesa che usi quando dici di rimuovere le emozioni spiacevoli con la palestra e l'alimentazione. Cercare di distogliere l'attenzione su altro, facendo finta che il problema non esiste può essere utile in alcuni casi, ma a lungo andare è una strategia disfunzionale che rischia di portarti all'isolamento sociale ed emotivo.
Credo che tu abbia bisogno di fare un percorso per elaborare il lutto e trovare tragedie più efficaci per gestire le emozioni.
Se vuoi, sarei felice di aiutarti.
Buona giornata
Dott.ssa Selene Spigolon

Dott.ssa Selene Spigolon Psicologo a Monza

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