Non mi chiede mai di dormire da lui, perché?
Buongiorno, ho 32 anni, lui 40. Siamo insieme da quasi 1 anno (un rapporto serio, stabile, entrambi frequentiamo con piacere le rispettive famiglie). Dall'inizio è sempre stato molto affettuoso, innamorato, attento e molto rispettoso (anche se avaro di romanticherie e parole dolci). Mai un ''ti penso'', ''mi manchi'', '' ti vorrei accanto''...etc. Dopo 4 mesi già ipotizzava una prossima convivenza, perché oramai siamo adulti e vivere insieme è un modo per accelerare i tempi di conoscenza.
Abitiamo (abitavamo) a 50m di distanza (tant'è che è cosi che ci siamo conosciuti, incrociandoci tutte le mattine). Fino a 2 settimane fa viveva con i suoi genitori e con la sorella ed il cognato che vivono nella depandance adiacente alla villetta. Dopo pochi mesi insieme comincia a sfogarsi con me di quanto si senta frustrato nello stare sotto lo stesso tetto dei suoi, avendo 40 anni ed avendo una posizione economica più che agiata, tuttavia non nasconde il fatto che fa molta fatica a tagliare il cordone ombelicale perché pare si senta in colpa nell''' abbandonare'' i suoi in quanto un po' anziani (entrambi autonomi e senza particolari patologie se non acciacchi dovuti all'età). Facciamo weekend fuori, vacanze, dove tutto va benissimo, dormiamo insieme, abbiamo una bella intimità. Poco prima di Natale ritorna sul discorso della sua autonomia corredando il tutto dall'ipotesi di convivenza, che potrebbe essere un'idea, insomma molto propenso a progettare il futuro insieme. Avendo tantissimi impegni di natura istituzionale, provo a dargli una mano, spronandolo sia psicologicamente che fattivamente a prendere una casa in affitto (lamentava molto spesso una forte insonnia a casa sua dovuta a pensieri che lo turbavano- cosa che quando dormivamo insieme non capitava mai, dormiva di fila un'intera notte!). Cerco casa, contatto i proprietari, finché non ne trovo una. Lo metto in contatto con il proprietario, la va a vedere, gli piace, la affitta. Preso dall'entusiasmo andiamo a fare spesa da Ikea, nonostante la casa sia completamente arredata. Ma non si trasferisce, rimanda...con le più svariate scuse: i vestiti, la spesa... A Capodanno trascorriamo 10 giorni all'estero, in appartamento e tutto scorre benissimo, cuciniamo insieme, siamo complici in tutto, insomma si crea un bell'equilibrio. Al rientro (dopo quasi un mese dall'affitto della casa ) si trasferisce. Una sera gli dico che i 10 giorni trascorsi sotto lo stesso tetto mi sono piaciuti molto e che mi piacerebbe se iniziassimo a convivere per il desiderio di condividere la quotidianità. Lavoriamo entrambi e tutto il giorno non ci siamo, sarebbe un modo per unirci la sera, cenare insieme e stare insieme. Reagisce col sorriso, positivamente, che effettivamente sarebbe lo step più naturale da fare e che l'idea gli piace. Da cui la conversazione si chiude con: inizio ad andare e dopo qualche giorno mi raggiungi. Sono trascorse due settimane, trovo surreale che il mio uomo (compagno come lui si definisce) ceni tutte le sere da solo (addirittura mi videochiama come un bimbo per farmi vedere cosa ha cucinato e cosa sta facendo), tutto entusiasta del SUO nido. Arriva il weekend, accenna ad un: sabato dormiamo insieme. Ma il sabato arriva, si pranza dai suoi, poi si va a casa nuova per '' consumare l'intimità '', poi cena fuori con amici, arrivati a mezzanotte pensavo che andassimo a casa nuova, invece con la scusa: > mi ha riaccompagnata a casa. Cosi domenica, si va a casa nuova, si sta insieme e mi dice addirittura con fare paterno: vai a casa che poi sto col pensiero che devi posare l'auto nel garage. Alle mie delicate e pacate rimostranze mi dice: poi ci organizziamo, anche in settimana... Ma il discorso è un altro: come è possibile che non desideri dormire insieme? Forse gli ho aperto un mondo, quello della ''solitudine'' e del piacere di tornare a casa da solo e fare quello che gli pare? Temo di essere diventata troppo una crocerossina con lui, disponibile, accondiscendente, organizzo sempre tutto io, vacanze, uscite, sorprese, lo sprono in tutto visto che rimanda tutto. Qualsiasi cosa mi chiede sempre un parere che si tratti di lavoro o di famiglia. Ma vedo che in molte cose è egoista: i SUOI problemi, i SUOI pensieri, i SUOI genitori, le SUE esigenze... Come se il mio mondo non esistesse... Se velatamente qualche volta gli faccio presente qualcosa che non mi sta bene (come il suo atteggiamento nel nostro rapporto) mi liquida subito con: ho capito , vuoi fare la polemica...o ancor peggio (l'ultima chicca): ho capito, è una scusa per dirmi che ti sei stancata di me... Ha bisogno di continue sicurezze (mi vuoi bene? - non mi pensi mai, chissà che fai quando fai tardi a lavoro... ) Mi chiama decine di volte quando sta da solo a casa nuova ma mai a dire: perché non vieni qua, resta a dormire. Eppure qualche mese fa, quando viveva con i suoi, mi ha proposto di restare a dormire da lui ed ero io quella perplessa, visto che c'erano anche i suoi, la cosa mi creava imbarazzo. Ha a disposizione anche una casina in collina, dove in estate solo una volta mi ha chiesto di dormirci insieme, pur passandoci tutti i sabati e le domeniche per pranzo. Per il resto nel periodo estivo ogni due, tre settimane improvvisava weekend fuori. Non capisco ora che abbiamo una casa a disposizione perché non gli venga naturale. Un'altra cosa che ho notato, durante l'intimità nella casa nuova è molto più passionale e fantasioso, caratteristica che in quasi un anno temevo non avesse ( e con gioia ho riscontrato ). Nel 'dopo' è sempre molto affettuoso e ha parole carine nei miei confronti, ma ha la lucidità di ''rimandarmi'' a casa e farmi rivestire, con la onnipresente scusa del: si fa tardi e sto col pensiero quando ti ritiri. Perché!?