Prima di tutto vi dico che sono un tipo molto, molto timida. Odio la mia timidezza ma non so come liberamente.
Ora vorrei sapere perché, ogni volta che arrabbio, o urlo per la rabbia subito dopo piango?
Mia madre dice che sono un tipo molto emotivo, ma io non capisco ancora perché piango. Io non voglio piangere, o meglio non vorrei, mai vorrei piangere mentre sono arrabbiata ma è inevitabile. La voce mi trema, le lacrime scendono in pochi secondi è una situazione orribile per me, perché vorrei poter dimostrare ai miei genitori che sono forte, ma così sembro solo più debole ed incapace. Non dice che non lo sono perché tanto non vi crederò. E se confermate... beh confermate.
Non c'è un modo, senza sentire un'esperto in materia, in cui potrei smettere di essere una piagnucolona?
Non so se può importare, ma precedentemente avevo fatto anche un'altra domanda. Potrebbe non essere collegato, ma per precauzione vi metto il link: https://www.guidapsicologi.it/domande/strana-sensazione-che-non-mi-spiego
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11 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 198 persone
Cara mary,
culturalmente il pianto viene visto come qualcosa di negativo, ma in realtà consente una scarica fisiologica e di eliminare le tossine...quindi è positivo. La questione vera è che lei non vuole apparire come debole...ed è questa la vera debolezza poiché le persone forti sono in grado di mostrarsi così come sono anche con le proprie fragilità. Esprimere la rabbia va bene perché fa abbassare i livelli di cortisolo...l'ormone dello stress. Credo che la cosa più importante non sia bloccare il pianto, ma capire da dove origina il disagio...iniziamo con l'accogliere questa parte di sé timida e piagnucolona...da integrare con le parti che invece sono forti.
13 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissima Mary,
se vuole lavorare sulle emozioni e capire perché succede questo, può contattarmi. Il pianto nei momenti di rabbia è qualcosa che può succedere per diverse ragioni, ma nel momento in cui crea disagio è un suo diritto voler approfondire per stare meglio.
21 SET 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Mary,
Lei non accetta il fatto di vivere emozioni negative e capirne la causa, il pianto è una risposta corporea ad emozioni negative represse, è normale non voler provare emozioni negative, nessuno di noi vorrebbe viverle.
Tuttavia se non esprimiamo emozioni negative quest' ultime le viviamo con maggiore intensità.
Ogni emozione ha un suo scopo e ascoltarle ci aiuta a migliorare il nostro benessere.
Esempio se sono triste e riconosco la tristezza posso lavorare su strategie maggiormente utili che mi farebbe star meglio.
Lei non accetta di piangere in quanto la nostra cultura vede come deboli coloro che mostrano emozioni negative.
23 OTT 2023
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentilissima, la rabbia è un'emozione forte ... il pianto è un pianto liberatorio di tutta la frustrazione che si è accumulata e che a un certo punto l'organismo non può più contenere. In tutto ciò non c'è niente di sbagliato. Ma perché ai suoi occhi il pianto appare come un segno di debolezza? Quali pensieri ed emozioni stanno dietro a questa idea? Se vuole star meglio deve partire proprio da qui, con l'aiuto di un professionista che la porti a raggiungere una miglior consapevolezza di se e a individuare le strategie più adatte ad affrontare il suo malessere.
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
Dott.ssa Miculian
8 SET 2022
· Questa risposta è stata utile per 17 persone
Cara Mary,
Molto spesso la rabbia è un'emozione secondaria che spesso nasconde impotenza e dolore. Piangere quando ci ai arrabbia è segno che la nostra frustrazione è arrivata al limite, che la motivazione che ci spinge è forte e impellente. Accogli le tue lacrime, accogli il dolore o l'impotenza che in quel momento provi, riconosci cosa le ha scatenate, senza giudicarti e darti della "piagnucolona". Un supporto psicologico potrebbe aiutarti comunque a riconoscere le dinamiche e le motivazioni sottese, nella regolazione delle tue emozioni, nel riconoscere quel limite che ti fa scattare per saper meglio autogestirti davanti a situazioni in cui non ti senti compresa o al sicuro. Un saluto, siamo qui per qualsiasi evenienza.
Centro Clinico il Semicerchio,
Via Sebastiano Grandis, 1 - Roma
31 GEN 2022
· Questa risposta è stata utile per 10 persone
Buongiorno Mary
so che è una domanda di tanto tempo fa la sua ma mi ha colpito e quindi le rispondo con due semplici righe.
Il pianto non è solo frutto del dolore ma anche di quell'altra emozione che lei chiama giustamente rabbia (io chiamo frustrazione) ma in effetti appartengono alla stessa famiglia. In effetti la rabbia fredda non chiama il pianto ma per attuarla richiede un distacco dall'altro di cui forse ancora non è capace e comunque forse non desidera. C'è un terzo atteggiamento che è a metà fra la rabbia e l'avvilimento potrei chiamarlo "determinatezza o affermazione" in cui si esprime il proprio punto o pensiero non contro l'altro e senza cercare il consenso ma semplicemente per dire la propria. E in quel punto la soddisfazione è maggiore perché provoca maggior rispetto di lei stessa e della persona che l'ascolta. Mi scuso della lungaggine. Un caro saluto Margherita Biavati
6 SET 2021
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Buongiorno Mary,
Bisogna cercare di vivere tutte le emozioni anche purtroppo quelle negative.
Più le reprimiamo più verranno fuori in maniera violenta e ci faranno soffrire.
Cercare di capire cosa proviamo in un dato momento, perché lo proviamo e cosa possiamo fare ci può aiutare a non avere anche successivamente delle somatizzazioni ( dolore al petto=ansia).
Non so se stai attraversando un periodo stressante e delicato della tua vita in questo momento.
Tuttavia ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico per cercare di gestire al meglio questa situazione.
Chiedere aiuto non è segno di debolezza ma forza.
Resto a disposizione anche online se vorrai.
21 GIU 2021
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Buonasera mary,
In famiglia sin da piccoli impariamo ad esprimere alcune emozioni piuttosto che altre, soprattutto coloro che viviamo quotidianamente nel nostro sistema famigliare.E esprimere le emozioni spesso è difficile ed esprimere la tristezza, la frustrazione e la rabbia spesso si usa il pianto che viene visto come qualcosa di negativo, indice di debolezza e fragilità con la tendenza di reprimere tale emozioni piuttosto che esternarle ma in realtà è positivo ed importante come la gioia, la felicità in quanto consente una scarica fisiologica ed elimina le tossine. Credo che nel tuo caso l'espressione del pianto sia più accettata in famiglia, rispetto a quella della rabbia. Non esprimere le proprie emozioni è questa la vera debolezza poiché le persone forti sono in grado di mostrarsi così come sono anche con le proprie fragilità. Ed esprimere la rabbia va bene perché fa abbassare i livelli di cortisolo, l'ormone dello stress. Ritengo opportuno che la cosa più importante non sia bloccare il pianto, ma capire da dove origina il disagio e capire a cosa ti manca internamente e allivellò emozionale.Magari sarebbe utile per acquisire maggiore sicurezza in sé stessa attraverso un percorso, poichè dalle sue parole traspare insicurezza e senso di inadeguatezza.
Cordialmente,
13 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 12 persone
Ciao Mary,
provo a spiegarti perché ti succede. Tutti noi in famiglia, impariamo sin da piccoli ad esprimere o meno alcune emozioni piuttosto che altre. È possibile che nel tuo caso l'espressione del pianto sia più accettata in famiglia, rispetto a quella della rabbia (ipotesi). Ciò che posso dirti con certezza è che in ognuno di noi ci sono emozioni autentiche e emozioni parassitarie. A questo punto è possibile che tu senta rabbia verso chi non ti è concesso esprimerla e esprima dolore perché ormai sei la "piagnucolona" di casa. Ti sarebbe sicuramente utile connetterti di più con te stessa per comprendere ciò che senti. Il modo per smettere di piangere quando non senti dolore è capire a cosa ti serve piangere (ottenere conforto, attenzione anche indesiderata, ecc.).
Inoltre sarebbe bello che tu facessi i conti, magari attraverso un percorso, con questo forte senso di inadeguatezza che trapela dalle tue parole. Potrebbe chiuderti possibilità in futuro e sarebbe un vero peccato.
Ti abbraccio
27 SET 2020
· Questa risposta è stata utile per 46 persone
Cara Mary , spesso la rabbia, come nel tuo caso, è un’emozione parassita. Spesso da bambini, ci accorgiamo che nella nostra famiglia certe emozioni sono approvate mentre altre sono proibite. Per ottenere carezze, quindi, decidiamo di sentire ciò che è permesso senza esserne consapevoli. In questo caso, le emozioni nascoste che non ci permettiamo di esprimere sono le emozioni vere, quelle che invece sono state permesse sono quelle parassite. Quindi la tua emozione vera è la tristezza e di conseguenza il pianto. Tu nascondi questa emozione dietro quella parassita: la rabbia. Pertanto si !Dai libero sfogo al tuo pianto liberatorio! Un abbraccio . Anna
12 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 117 persone
Gentile Mary, ha mai visto qualcuno ridere per la rabbia? Ecco, la risposta neurofisiologica associata alle sensazioni e dunque alle emozioni è uguale per tutti, vale a dire che se proviamo piacere sorridiamo se proviamo dolore piangiamo. Evidentemente quando lei si arrabbia sente un dolore così forte che libera il pianto come valvola di sfogo che a sua volta libera le endorfine (droga naturale prodotta dal suo corpo) che serve per alleviare la sensazione di malessere. Come altri colleghi le hanno risposto, si può mitigare la sua reazione, lavorandoci sopra.
Spero di averle dato una semplice spiegazione.
Cordiali saluti
Dr. Cristian Sardelli
12 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 72 persone
Cara Mary,
le le lacrime possono avere tante funzioni, dal manipolare agli altri ad esprimere le più disparate emozioni quali tristezza, paura e gioia. Nella tua esperienza le associ all'essere arrabbiata e cerchi di trattenerle anche se inevitabilmente finisci per fallire il compito. Ogni persona è diversa ma una possibile funzione del piangere è essere quella di "annacquare" la rabbia, non darsi la possibilità di viverla fino in fondo e soprattutto di non agirla. Cosa temi nel mostrarti arrabbiata? Vedi se queste mie parole rispecchiano come ti senti, se si, prenditi cura di questa situazione con una psicoterapeuta con l'obiettivo di valutare qual'è la funzione della rabbia nella tua vita.
Un caro saluto
Dott.ssa Federica Cereatti
11 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 59 persone
Buonasera,
dopo la rabbia le lacrime, tutto ciò perchè si sente in colpa per aver tirato fuori la sua rabbia. Non serve lottare contro se stessi, il primo passo per migliorarsi è accettarsi
11 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 29 persone
Gentile Mary,
i motivi del pianto vanno rintracciati sulla modalità con cui percepisce le situazioni, e sul significato che attribuisce alle esperienze che la conducono a piangere. Non esistono tecniche standard da poter applicare per inibire un comportamento emotivo. Ogni strumento è efficace solo se si conosce la singola storia e vissuti della persona.
Cordiali saluti
dott.ssa Cristina Mencacci
11 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 29 persone
Cara Mary, ho l'impressione che tu sia molto giovane ed in questo caso la tua iper- emotività può essere legata all'età. Forse hai difficoltà a gestire tutta questa rabbia, ma il motivo può essere scovato solo con una conoscenza sul piano psicologico. Mi chiedo solo perchè tutta questa necessità di voler sembrare forte anche di fronte ad un genitore. resto a disposizione per eventuali chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa S. Orlandini
11 GIU 2013
· Questa risposta è stata utile per 16 persone
gENTILE SIGNORA MARY,
trattasi di iperemozionalità e richiede una visita neuropsicologica: solo sapendo individuare le cause è possibile fare una terapia mirata (di solito cognitivo comportamentale) per bloccare il pianto dopo la rabbia. On line tutto diventa complesso, a parte alcuni consigli mirati, possibili.
dr Paolo Zucconi, psicoterapeuta e sessuologo comportamentale a udine