Perché è importante riconoscere le emozioni negative? Chiavi per gestirli
Viviamo in una società dove la gestione di emozioni dolorose fa fatica a trovare spazio. Per questo è così importante imparare e creare un mindset di accettazione delle emozioni.
Viviamo in una società dove la gestione di emozioni dolorose fa fatica a trovare spazio. Innanzitutto con un'emozione intendiamo una sensazione molto intensa prodotta da un evento, un'idea, un ricordo, etc.
Perché le emozioni negative sono necessarie?
Esistono varie classificazioni delle emozioni e una di queste è quella che distingue tra emozioni positive e negative. Tradizionalmente e socialmente le emozioni sono divise categoricamente in buone e cattive. Ma ciò è scorretto, non esistono emozioni giuste o emozioni sbagliate, utili o inutili. Tutte le emozioni sono necessarie per sopravvivere.
Un'emozione negativa ci dà sì una sensazione spiacevole, ma al contempo contribuisce alla nostra sopravvivenza. Sono infatti da considerarsi dei segnali di allarme che, se ignorati, possono portare a dei gravi rischi. La nostra sfera emotiva per funzionare necessita dell'integrazione di tutte le emozioni, sia positive che negative. Fin da piccoli interiorizziamo che le emozioni negative vanno evitate.
Come società infatti non vogliamo che i bambini soffrano ma quando succede cerchiamo subito di eliminare la loro sofferenza, distraendoli o dicendo loro che non c'è motivo di piangere. Per quanto fatto con i migliori intenti e le migliori intenzioni questo porta i bambini ad interiorizzare che le emozioni dolorose o non piacevoli devono essere soppresse e ignorate. Questo genera adulti non in grado di accedere ai loro bisogni reali, incapaci di esprimere e di accettare quello che provano.
La tendenza quindi è di ignorare ciò che si sente nella speranza che vada via. Nella realtà sappiamo che ciò che non si capisce e a cui non si dà possibilità di essere espresso ritorna indietro sotto forma di somatizzazione, binge eating, dipendenza da sostanze, etc. Oltre ad ignorare o a non accedere a quel livello di consapevolezza spesso poniamo un giudizio sulle emozioni che proviamo. Ad esempio pensare che tristezza equivalga ad essere debole è uno dei concetti più frequenti nella nostra società, e non solo.
Perché è importante riconoscere le emozioni negative?
In base alle circostanze in cui ci troviamo o ci siamo trovati nel passato, abbiamo imparato che certe emozioni sono più accettabili da esprimere che altre. Una ricerca svolta presso l'Università di Oxford ha messo in luce le categorie di pensiero che tendiamo ad avere rispetto alle emozioni negative. Ad esempio, quello che sento:
- è troppo forte e non può essere gestito
- è sbagliato e/o ridicolo
- non ha senso
- è inutile
- può causare sofferenza agli altri
Ciò causa un peso ulteriore, infatti oltre al peso dell'emozione che si prova c'è anche il giudizio che pende su ciò che si prova. Questo porta alla tendenza di reagire alle emozioni negative:
- Colpevolizzandosi per sentire ciò che si sente
- Analizzando in maniera ossessiva ciò che si prova, il perchè non si riesce a superarlo e il perché non si riesce ad essere felici come gli altri sembrano essere
- Cercando di minimizzarle e nasconderle quando siamo con gli altri
- “Curandole" con alcol e altre sostanze
Per questo è così importante imparare e creare un mindset di accettazione delle emozioni, dove ci diamo il tempo, lo spazio e il permesso di sentire ciò che stiamo provando. Non è semplice: la voce che ci ripete che ciò che sentiamo è stupido, inutile, “da deboli",etc… ci sarà, ma man mano che ci esercitiamo il volume della voce diventerà sempre più flebile.
La terapia psicologica aiuta in questo, creando uno spazio non giudicante e non colpevolizzante dove si può esprimere tutto ciò che si prova e si sente e dando degli strumenti pratici per poter imparare ad accettare le emozioni negative.
“Adesso magari non vuoi provare niente, magari non vorrai mai provare niente. Al mio posto, un padre spererebbe che tutto questo svanisse, pregherebbe che il figlio cadesse in piedi ma non sono quel tipo di padre. Strappiamo via così tanto di noi per guarire in fretta dalle ferite che finiamo in bancarotta già a trent'anni. E abbiamo meno da offrire ogni volta che troviamo una persona nuova, ma forzarsi a non provare niente per non provare qualcosa…che spreco. Tu adesso senti tristezza, dolore, non ucciderli, al pari della gioia che hai provato."
Cit. “Call me by your name" (2017)
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