Autismo e fissazioni: il loro legame e come affrontarlo?

Perché le fissazioni sono strettamente legate all’autismo? Cosa possiamo fare per affrontarlo o per aiutare le persone con autismo? Scoprire.

26 GIU 2024 · Tempo di lettura: min.
Autismo e fissazioni: il loro legame e come affrontarlo?

Il DSM, il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), definisce il disturbo dello spettro dell’autismo (ASD) secondo due criteri. Il primo riguarda deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale e il secondo riguarda pattern di comportamento, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Quali sono le fissazioni più comuni per chi soffre di disturbo dello spettro dell’autismo? Sono fissazioni disfunzionali? Come comportarsi di fronte ad esse?

Il disturbo dello spettro dell’autismo

La prima volta che si è parlato di autismo risale agli anni 40 del ‘900, grazie a Kanner e Asperger, i quali hanno descritto per primi una sintomatologia simile alla definizione che oggi diamo dei disturbi dello spettro dell’autismo. L’autismo è diventato poi una sindrome riconosciuta per la prima volta come entità nosografica indipendente negli anni 80 del ‘900, con la pubblicazione del DSM-III con il nome di Disturbo pervasivo dello sviluppo.  Sarà poi con la pubblicazione della quinta edizione del DSM che si arriverà alla definizione nosografica tutt’ora utilizzata, ossia Disturbo dello spettro dell’autismo (ASD).

Ma perché si parla di spettro e non più solo di autismo?

Il termine spettro permette di contenere all’interno della definizione moltissime manifestazioni del disturbo, a volte anche molto diverse tra loro e più o meno gravi, ma che hanno in comune due aspetti fondamentali: un deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale e dei comportamenti ripetitivi e interessi ristretti e stereotipati. Considerare all’interno di uno stesso disturbo varie manifestazioni rende più semplice e veloce la diagnosi permettendo ai bambini di entrare in trattamento in tempi più brevi. Il rischio di ciò è però l’ampliamento del numero di diagnosi perché, considerando lo spettro, anche bambini che in passato erano considerati all’interno di altre categorie diagnostiche rientrano all’interno del Disturbo dello spettro dell’autismo. In Italia, si stima che circa 1 bambino su 77 (7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro dell’autismo con una prevalenza maggiore nei maschi, i quali sono 4,4 volte in più rispetto alle femmine.

Interessi, attività o comportamenti ristretti e ripetitivi

Possiamo suddividere gli interessi, attività o comportamenti ripetitivi in:

  1. Movimento, uso degli oggetti, o eloquio stereotipati o ripetitivi: Tra questi rientrano per esempio movimenti ripetitivi delle mani, battere le mani, oppure usare in modo ripetitivo le parole (ecolalia), o mettere in fila i giocattoli, mettere oggetti in ordine crescente, decrescente ecc.
  2. Eccessiva aderenza alle routine: Per le persone con ASD le routine sono molto importanti, gli permettono di prevedere ciò che succederà e quindi esperire un minor livello di ansia. Quando la routine viene variata spesso i bambini con ASD si arrabbiano, vanno in crisi e sono difficili da calmare.
  3. Rituali di comportamento: Anche i rituali di comportamento, come le routine aiutano le persone con ASD ad avere l’ambiente più sotto controllo. Alcuni esempi possono essere utilizzare solo delle stoviglie specifiche per mangiare, fare delle domande alle quali vogliono ricevere sempre la stessa risposta, toccare un qualcosa prima di dormire ecc.
  4. Interessi molto limitati, fissi, anomali per intensità o profondità: Sono per esempio quelle persone che conoscono tutto su un determinato argomento, a volte anche bizzarro, come sapere il nome latino di tutti gli animali, conoscere gli orari di tutti i mezzi pubblici della città, chiedere e ricordarsi il compleanno di tutti ecc.

Le fissazioni sono dannose?

Ci sono alcuni tipi di fissazioni che possono diventare dannose per sé o per gli altri. Possono esserci alcune persone che presentano autolesionismo ripetitivo, come lo sbattere la testa contro il muro, o colpirsi ripetutamente. A volte queste fissazioni sono talmente intense da impedire alle persone di impegnarsi in attività importanti, come l’apprendimento, oppure attività lavorative. Inoltre, alcuni di questi interessi, attività e comportamenti ripetitivi possono risultare socialmente bizzarri rendendo le possibilità di socializzazione più limitate.

Hanno però anche un risvolto positivo. Gli interessi intensi per qualcosa (per esempio sapere tutto sulle automobili) rendono le persone con ASD molto competenti ed esperte su determinati argomenti e ciò e ciò può essere utilizzato in ambito lavorativo.

Come gestire al meglio queste fissazioni?

Come gestire al meglio queste fissazioni?

  • È utile comprendere la funzione di un determinato comportamento/rituale: si potrebbe aiutare la persona a trovarne un altro maggiormente funzionale.
  • Impostazione di alcuni limiti: strutturare dei tempi per l’esercizio del comportamento come, per esempio, permettere alla persona di parlare o svolgere il suo interesse per un’ora finiti i compiti, o dopo essere tornato da scuola.
  • Se sussistono imprevisti che scombussolano la routine del bambino è importante anticipare al bambino il cambiamento così da prepararlo. Meglio utilizzare il linguaggio visivo (fotografie, storie illustrate, comunicazione aumentativa alternativa ecc) piuttosto che verbale.
  • Utilizzo di agende visive in cui viene pianificata la settimana. Devono essere adatte al livello di sviluppo cognitivo della persona che soffre di ASD e deve essere visibile sempre così che possa essere un aiuto a prevedere ciò che succederà durante la giornata.
  • Organizzare delle visite, o far vedere delle fotografie del luogo nuovo che si dovrà frequentare così da renderlo più familiare.
  • Introdurre piccoli cambiamenti graduali piuttosto che cambiamenti improvvisi.
  • Lodare e premiare la persona ogni qualvolta affronta un cambiamento o un evento imprevisto.

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Scritto da

Dott.ssa Martina Belotti

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (APA) (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders: DSM-5 (5th ed.). American Psychiatric Publishing (trad.it. DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Raffaello Cortina, 2014).
  • Ozonoff, S. (2012). Editorial Perspective: Autism Spectrum Disorders in DSM-5 - An historical perspective and the need for change. Journal of Child Psychology and Psychiatry, 53(10), 1092-1094.

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