Dinamiche della maschera
Il presente articolo argomenta la funzione simbolica della maschera, quale meccanismo difensivo per venire meno nelle relazioni autentiche, per il timore di stare in relazione.
Scriveva Oscar Wilde: "Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero". Con quest'affermazione lo scrittore sottolinea la paura dell'uomo di mostrarsi per quello che è davanti alle persone, così come di fronte alla propria famiglia. Evita e di conseguenza sfugge, dalla responsabilità di farsi conoscere, mascherando quelle che sono le sue emozioni, i suoi pensieri, la propria autenticità.
La maschera assume una valenza significativa all'interno di meccanismi di difesa e di distanza a seguito di un malessere che non viene elaborato, piuttosto negato. Essa diviene parte integrante della personalità di un individuo entrando a far parte del proprio modus operandi, in cui si assumono comportamenti rigidi e disfunzionali, il cui prevalente obiettivo è allontanare la sofferenza. Il desiderio di sentire meno il dolore, svanisce di fronte all'illusione che ne deriva, dove la capacità di controllore la sofferenza risulta essere semplicemente una chimera. L'agire si intreccia con l'interpretazione soggettiva: da qui la selezione su ciò che si ritiene di volere-poter mostrare e non mascherare. Ogni maschera presenta una propria forma, una propria struttura, che va letta all'interno del contesto in cui si trova a vivere una persona. Ricerche fenomenologiche e psicopatologiche della maschera, dimostrano quanto essa si colleghi alla funzione di nascondere e manipolare la realtà oggettiva.
Essa simboleggia il filtro tra la personale coscienza e l'esterno (genitori, coppia) e dove c'è relazione, vi è maschera. Bruno Callieri, psichiatra e psicopatologico, ha descritto il ruolo della maschera attraverso la quale si dissimula l'espressione facciale nascondendone l'incomprensibile essenza. La maschera irrompe coerenza, continuità e quotidianità, costruendo e decostruendo significativi a cui si aggrappano gli uomini. Nel suo significato psicopatologico, la maschera non esprime sentimento, coscienza e ragione, ma simboleggia il vuoto esistenziale di una non appartenenza al mondo. Ciascuna maschera potrebbe comunicare una dissociazione, un'incapacità di comunicare e di stare nelle relazioni, una smorfia schizofrenica, una fugacità dall'espressività maniacale, come afferma lo stesso Callieri. L'interpretazione individuale di un determinato avvenimento determina specifiche conseguenze, le quali, nel loro insieme, portano allo sviluppo di sintomatologie.
La malattia non rappresenta una disfunzione della mente: bisogna andare oltre la diagnosi per trovare la persona. In questi termini la malattia mentale va considerata come un modo soggettivo di vivere gli eventi e la psichiatria s'inserisce nel lavoro interpretativo della sofferenza psichica nascosta dietro la valenza simbolica della maschera. In ambito psicologico è dunque necessario saper rintracciare le ferite dolorose che le maschere celano, aiutando e supportando il paziente, così come la sua la sua famiglia d'origine, a togliere il cerotto, simboleggiato dalla maschera, su i tagli emotivi che ogni uomo porta con sé.
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