Pratica dello "Stop": una Pausa per la Consapevolezza
Nel corso di questo articolo, esploreremo la pratica dello stop, un invito a interrompere la frenesia dell'andamento quotidiano per dedicarsi a osservare e percepire il momento presente.
La pratica dello "stop" costituisce un elemento cardine nella disciplina millenaria della mindfulness, nota per i suoi benefici per il benessere mentale e fisico. La mindfulness deriva dal buddismo theravada ma l'utilizzo che ne viene fatto è "laico", ossia viene portata avanti per gli effetti benefici che ha sul corpo e sulla mente e non presuppone una conoscenza dell'approccio theravada stesso.
Cos'è la consapevolezza?
La diffusione delle pratiche mindfulness in Occidente è avvenuta negli anni Ottanta principalmente grazie a Jon Kabat-Zinn, medico statunitense fondatore della "Stress Reduction Clinic", dove sviluppa lo "Stress Reduction and relaxation Program" che poi prende il nome successivamente di "Mindfulness-Based Stress Reduction". Fin dagli arbori della sua carriera nutrì un forte interesse per la meditazione buddista e per lo Yoga, che coltivò costantemente nel corso degli anni ed integrò con le conoscenze medico-scientifiche (Wilson, 2014).
Kabat Zinn definisce la mindfulness come "il processo di prestare attenzione in modo particolare: intenzionalmente, in maniera non giudicante, allo scorrere dell'esperienza momento dopo momento" (Kabat-Zinn, 1994). In altre parole, è ciò che emerge dal momento in cui sospendiamo il giudizio su ciò che ci circonda. Da questa definizione possiamo notare tre elementi fondamentali degli approcci mindful-based (kabat-Zinn, 2003):
- L'intenzionalità: fa riferimento ai processi di autoregolazione cognitiva, ossia alla possibilità della persona di condurre deliberatamente l'attenzione su specifici contenuti interni ed esterni.
- Il non giudizio: siamo abituati fin dalle prime fasi del nostro sviluppo a dare etichette e valutazioni a quello che ci accade, alle nostre emozioni e pensieri, tanto che spesso non siamo più in grado di scindere il prestare attenzione dal giudicare. Finiamo per credere che esistano pensieri, emozioni, situazioni sbagliate che non debbano essere provate e dalle quali cerchiamo, in modo invano, di fuggire;
- L'esperienza momento per momento: sebbene il passato e il futuro siano parti importanti della nostra vita, spesso diventano trappole. La mindfulness cerca di avvicinare la persona all'esperienza sensoriale del presente.
Come praticare la consapevolezza?
La pratica dello stop offre l'opportunità di interrompere la routine automatica della vita quotidiana, consentendo di immergersi completamente nel momento presente. Lo "stop" rappresenta una breve interruzione consapevole nel flusso delle attività quotidiane. Può essere adottato in qualsiasi contesto, fungendo da parentesi nella giornata, sia per connettersi al presente, sia per fare una pausa in caso di stress. Essa consta di alcuni punti fondamentali:
- Riconoscimento consapevole: La pratica inizia con il riconoscimento consapevole della necessità di una pausa. Questa consapevolezza può essere innescata da stati emotivi intensi, crescente tensione e stress o semplicemente dall'accorgersi di essere mentalmente distanti dal presente.
- Stop: Il passo successivo consiste nel fermarsi. Possiamo fare ciò semplicemente chiudendo gli occhi, sospendendo le nostre attività per qualche istante.
- Take a breath: Una volta fermati, portiamo l'attenzione sul respiro, concentrandoci sul movimento dell'aria che entra ed esce dal nostro corpo. Il respiro diventa un punto di riferimento per ancorarsi al presente.
- Observe: dopo aver preso alcuni respiri consapevoli, dirigiamo l'attenzione alla nostra esperienza presente. Osserviamo le sensazioni fisiche, le emozioni e i pensieri che emergono, non giudicando ciò che si presenta.
- Proceed: Infine, dopo aver fatto una pausa, preso alcuni respiri e osservato la nostra esperienza, possiamo tornare a svolgere le nostre azioni o a prendere una decisione nel caso in cui la situazione lo richieda. Possiamo dunque scegliere di agire in modo consapevole anziché reagire automaticamente.
Interrompere gli automatismi attraverso la pratica dello "stop" diventa, pertanto, un atto di consapevolezza che ci libera dalla schiavitù delle abitudini, aprendo la porta a una più profonda comprensione di noi stessi e dell'ambiente che ci circonda. Come sottolinea Kabat-Zinn nel suo libro "Vivere momento per momento", la consapevolezza ci permette di spezzare le catene del condizionamento, del passato, dell'abitudine, delle aspettative, dei desideri, e di essere presenti con chiarezza e freschezza, qui e ora (Kabat-Zinn, 2016). La pratica regolare dello "stop" ci consente di rompere questi schemi, creando spazio per una consapevolezza più chiara.
In conclusione, la consapevolezza ci guida nel modificare la nostra relazione con il presente, abbracciando la ricchezza del momento attuale e coltivando un senso più profondo di pace e soddisfazione. La pratica dello stop si presenta come una risorsa preziosa per coloro che cercano un modo per affrontare lo stress quotidiano.
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