Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni, frequento il secondo anno di università e fino ad ora ho fatto da pendolare, ma questa situazione non va più bene.
È da quando ho iniziato a frequentare la città dove studio che ho capito che volevo trasferirmi, e sapendo che i miei genitori non riuscivano a sostenermi economicamente ho iniziato a lavorare. È stato un processo abbastanza lungo, ormai è passato un anno ed è tutto pronto, tra una settimana mi trasferisco e non mi sento più in grado.
Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con i miei genitori, anche perché i miei parenti sono lontani, ed essendoci trasferiti molte volte loro per me sono stati un punto di riferimento. Ho l’impressione però che non mi abbiano insegnato ad avere anche solo un po’ di indipendenza emotiva, mi sento completamente debole in quel frangente, come se non riuscissi a camminare con le mie gambe nel mondo. Ormai sono terrorizzata, sento di non volermi trasferire più perché non avrei più il loro appoggio per come ce l’ho ora, ma so anche che non è sano per me rimanere, un po’ perché mi chiuderei in una bolla, e un po’ perché io sogno davvero di essere una persona un po’ più forte; vorrei solo che questo distacco fosse un po’ meno difficile, piango tutto il giorno tutti i giorni e neanche mi sono trasferita ancora.
Aggiungo che io attualmente sono in cura da una psicologa, vado da lei perché me la offre la mia città gratuitamente, ma in realtà non mi trovo molto bene, mi critica sempre e sminuisce i miei problemi chiamandomi “bambina”, non so cosa fare
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24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 22 persone
Buongiorno gentile Utente, capisco perfettamente quanto il momento che sta vivendo possa essere carico di emozioni intense e contrastanti. Il trasferimento rappresenta un passo importante verso l'indipendenza, ed è naturale sentirsi spaventati, soprattutto se ha sempre avuto un legame stretto con i suoi genitori e non ha ancora sviluppato pienamente l'indipendenza emotiva.
Quello che sta vivendo è un processo di crescita personale che, per quanto difficile, è normale e anche necessario. Spesso, quando si è stati protetti da un ambiente familiare sicuro e accogliente, il pensiero di doversi allontanare può far emergere paure legate all'incertezza e alla solitudine. È come se sentisse di dover rinunciare a quel porto sicuro che i suoi genitori hanno sempre rappresentato per lei.
Un aspetto importante è riconoscere che la paura che sta provando è una reazione naturale di fronte a un cambiamento significativo, e non significa che non sarà in grado di affrontarlo. Al contrario, affrontare queste emozioni difficili è un passo essenziale verso quella crescita che desidera per diventare una persona più forte e autonoma. La paura è spesso un segnale che ci stiamo spingendo oltre la nostra zona di comfort, e questo può essere visto come un indicatore che sta andando nella direzione giusta.
Riguardo al rapporto con la sua psicologa, è fondamentale sentirsi compresi e sostenuti nel percorso terapeutico. Se ha la sensazione che il suo attuale terapeuta non la rispetti o sminuisca i suoi problemi, potrebbe essere il momento di valutare un cambiamento. La terapia dovrebbe essere un luogo sicuro dove poter esplorare le proprie emozioni senza sentirsi giudicati o invalidati. Le suggerisco di discutere apertamente con la psicologa del suo disagio riguardo all’approccio usato, ma se questo non portasse a un cambiamento positivo, potrebbe considerare di cercare un altro professionista con cui si senta più a suo agio.
Infine, tenga presente che trasferirsi non significa rompere il legame con i suoi genitori. La distanza fisica non cambia il fatto che possano continuare a essere un punto di riferimento importante per lei. Il loro supporto potrà esserci anche in forme diverse, e questo trasferimento potrebbe permetterle di scoprire nuove risorse dentro di sé, accrescendo la sua sicurezza e indipendenza.
È normale che il distacco sia difficile, ma col tempo, potrebbe trovare nuove fonti di forza e serenità che oggi non immagina ancora. Le sue emozioni meritano attenzione, e trovare uno spazio terapeutico che la supporti adeguatamente sarà di grande aiuto in questo percorso.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori consigli o di una consulenza resto a disposizione. Augurandole di superare al più presto questo momento di difficoltà le porgo un caro saluto.
Dott. Luca Vocino
6 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Ele,
la ringrazio per aver condiviso la sua storia personale in maniera così trasparente e sincera.
Non è affatto semplice aprirsi e raccontarsi come ha fatto lei.
La situazione che ha descritto denota la presenza di una persona matura e capace di introspezione che si trova di fronte ad una situazione di difficoltà ed è capace di chiedere aiuto.
Il trasferimento rappresenta un grande cambiamento nella vita delle persone, in quanto porta a molte differenze all'interno della gestione della vita quotidiana (dalle più piccole a quelle più significative, come il distacco fisico dai nostri familiari).
Il cambiamento nel rapporto che ha con i suoi genitori può vederlo come un'evoluzione, un percorso di crescita personale che la porterà ad acquisire strumenti che le permetteranno di riuscire a stare fisicamente senza di loro senza, però, rompere il legame significativo che ha.
Avere paura e provare timore, preoccupazione e tristezza è assolutamente normale e naturale, soprattutto nei momenti di transizione e di esposizione alla vita adulta.
Per ciò che riguarda il suo rapporto con la psicologa a cui attualmente si rivolge, posso dirle che affidarsi ad un professionista vuol dire trovare una persona che possa accoglierla in uno spazio sicuro di ascolto empatico.
Dalle sue parole, non vi è questo atteggiamento di comprensione e calore che un collega dovrebbe avere. Valuti l'eventuale possibilità di cambiare terapeuta: ci sono colleghi che lavorano all'interno dello sportello di supporto psicologico universitario o, eventualmente, altri colleghi che hanno tariffe agevolate per giovani adulti che si affacciano a questo mondo.
Rimango a disposizione per eventuali altri confronti.
Le auguro intanto un futuro ricco di soddisfazioni e di sentirsi più "forte", come ha detto lei, in modo da sentirsi meglio.
5 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Lasciare la casa dei genitori è un grande passo ed è normale che sia accompagnato anche da tristezza, sconforto e paure. E' importante, però, capire quanto queste emozioni siano legate alla situazione in sè, e quanto invece siano legate a questa "dipendenza emotiva" di cui parli. Può capitare che alcune famiglie, con l'intento di proteggere i loro figli, cadano in queste dinamiche non dando la possibilità ai figli di esplorare liberamente il mondo. A mio parere, il trasferimento può essere una buona possibilità per metterti in gioco, esporti e dimostrare a te stessa che puoi farcela. Se sei in dubbio o la cosa ti sembra troppo difficile, puoi provare con delle piccoli esposizioni: magari dormendo fuori solo alcuni giorni a settimana o rientrando a casa nei weekend, se ti è possibile. Resto disponibile per approfondire questi temi, anche online. Ti auguro un grande in bocca al lupo. Dott.ssa Chiara Manna
3 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
i cambiamenti comportano fatica e coinvolgimento emotivo. Alla luce di quanto scritto in queste righe, è importante comprendere il suo modo di fare esperienza per poter dare un senso ai suoi vissuti; la terapia è un percorso attivo e responsabilizzante che ha come obiettivo quello di ripercuotersi nell'esistenza della persona per orientarla verso una forma migliore; all'interno della relazione con il terapeuta, il paziente può ritagliarsi il tempo e lo spazio per comprendere, alla luce delle esperienze, il proprio vissuto.
Rimanendo a disposizione, le auguro una buona domenica.
Dott.ssa Virginia Vazzoler
2 NOV 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Ele,
grazie per aver condiviso i suoi pensieri e sentimenti riguardo a questo momento di grande cambiamento. È naturale sentirsi turbati quando si è in procinto di fare un passo importante come trasferirsi e conquistare una nuova indipendenza. Da ciò che scrive, emerge la sua determinazione e il suo desiderio di crescita, ma anche il peso che comporta lasciare una situazione di comfort e sicurezza emotiva.
Il rapporto stretto che ha con i suoi genitori è prezioso, e il trasferimento non ridurrà il legame che avete costruito, anche se probabilmente cambierà un po’ la dinamica quotidiana. Sentirsi travolti dai dubbi è normale; attraversare questo distacco richiede tempo e pazienza, ma vedrà che passo dopo passo riuscirà a sviluppare una maggiore indipendenza emotiva, senza perdere l’affetto e il sostegno della sua famiglia.
Riguardo al rapporto con la sua attuale psicologa, mi dispiace che non si senta accolta e compresa. L’esperienza psicologica dovrebbe essere uno spazio sicuro, in cui si senta ascoltata e sostenuta senza giudizio. Potrebbe essere utile valutare altre opzioni se si trova in una città con servizi per studenti o chiedere un consulto per cercare una figura professionale più affine alle sue esigenze.
Resto a disposizione se volesse approfondire alcuni aspetti in un percorso personale o se avesse domande su come affrontare meglio questa fase. Ricevo a Bergamo, ma anche online.
Le auguro di trovare serenità e coraggio per affrontare questo cambiamento.
29 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile utente, innanzitutto sento di ringraziarla per la sincerità che ho percepito leggendo quanto ha scelto di condividere. Capisco perfettamente il momento difficile che sta vivendo; certo, non è facile allontanarsi dalla propria famiglia d'origine per intraprendere una propria strada, in autonomia. Penso che il primo passo lei l'abbia già fatto dal momento in cui ha sentito di volersi trasferire. Ora che il momento del trasferimento definitivo si avvicina è giusto e più che normale provare quello che lei ha descritto. La paura e l'incertezza fanno parte di questo momento del ciclo di vita che lei sta affrontando; non si senta sbagliata per questo. Provi a pensare ai suoi genitori come un porto sicuro, un faro: lei intraprenderà una rotta ma le basterà cambiare direzione dello sguardo per poter ritrovare il suo faro, il suo porto di partenza. In ogni caso, resto a sua disposizione. Le auguro di stare bene!
28 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Ele, innanzitutto ci tengo a dirle che esprimere ciò che si prova non è da "deboli" e chiedere aiuto per la propria emotività non è da "forti", spesso nella nostra società c'è il collegamento "no emozioni=forte" ma non sono d'accordo personalmente. Chiedere aiuto, mostrarsi, buttarsi, esprimersi sono fonte di coraggio e di forza. Quindi riformulerei dicendo che si sente legata ai suoi genitori e non si sente indipendente emotivamente e vorrebbe ottenere questo tipo di indipendenza, senza sminuire ciò che prova, cosa a quanto dice purtroppo frequente nel percorso psicologico in cui si trova. A tal proposito immagino che avere un supporto psicologico gratuito si sia un grande aiuto per il portafoglio ma allo stesso modo a parer mio se non ci si trova bene con uno psicologo e ci si sente criticati e sminuiti, andrebbe subito interrotto il percorso e trovato un professionista più incline a lei. Immagino che trasferendosi il lato economico le pesi ma possono esserci altre soluzioni, glielo assicuro. Innanzitutto complimenti per la scelta, come dicevo anche prima, prendere in mano la situazione, cercare di ottenere ciò che si vuole e cercare di fare il meglio per se stessi è un gran atto di coraggio. Si sta buttando in una cosa nuova e da un lato è quel che vuole e ammirevole, dall'altro è inevitabile che spaventi. La spaventerebbe anche se si sentisse completamente emotivamente indipendente. Tutto questo a parer mio sarebbe da affrontare e a quanto dice magari non con la sua attuale psicologa. Se vuole può contattarmi e rimango disponibile per ulteriori chiarimenti o altro.
27 OTT 2024
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Cara Ele,
è comprensibile che tu stia affrontando una tempesta emotiva in questo momento di cambiamento. La decisione di trasferirsi per l'università è un passo importante, e le paure e le insicurezze che provi sono del tutto normali. Un legame stretto con i genitori può offrire una grande sicurezza, ma può anche rendere difficile il processo di distacco e di costruzione della propria indipendenza.
Il fatto che tu sia riuscita a organizzare il tuo trasferimento, lavorando per sostenerlo, è un segno di grande determinazione e maturità. Tuttavia, è altrettanto naturale provare ansia di fronte all'ignoto. La tua sensazione di debolezza è un'esperienza condivisa da molti giovani adulti che si trovano a fare il salto verso l'autonomia.
Riconoscere che questo distacco è difficile è un primo passo importante. È possibile che tu stia vivendo una serie di emozioni che meritano di essere esplorate e comprese. La crescita personale richiede tempo, e il fatto che tu desideri diventare una persona più forte è già un segnale di impegno verso te stessa.
In questo periodo, avere un sostegno emotivo è cruciale, soprattutto quando ci si trova di fronte a cambiamenti così significativi. La tua ricerca di indipendenza è un passo importante, e riconoscerlo è fondamentale. Potresti considerare di esplorare nuovi modi per affrontare queste sfide e trovare spazi in cui le tue emozioni siano accolte con comprensione e rispetto.
Non dimenticare che il viaggio verso l’indipendenza è un processo. Anche se al momento può sembrare difficile, ci sono risorse e strumenti che possono aiutarti a costruire la tua sicurezza e a sviluppare la resilienza necessaria per affrontare il cambiamento. È possibile scoprire nuove strategie per gestire l'ansia e i timori, permettendoti di approcciare questa nuova fase con maggiore serenità.
La tua determinazione e il tuo desiderio di crescere sono qualità preziose che ti accompagneranno nel tuo percorso. Con pazienza e impegno, potrai affrontare queste sfide e creare un futuro che rispecchi davvero chi sei e chi aspiri a diventare.
Resto a disposizione, pronta ad offrirti un supporto e un ascolto, nel caso avessi bisogno di approfondire ciò che stai vivendo.
Cordiali Saluti Dott.ssa Bombino Jessica
25 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Ciao, deve essere molto dura vivere con queste emozioni. Consiglio di parlarne con la tua psicoterapeuta per migliorare il vostro rapporto. Inoltre mi sento di dirti che è naturale provare emozioni spiacevoli dinnanzi a un cambiamento così radicale delle abitudini di vita. Sono a disposizione, un grande abbraccio
25 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Ele, comprendo come per lei possa essere un momento difficile: il trasferimento è spesso un evento che ci smuove emozioni contrastanti (eccitazione per il nuovo, tristezza per ciò che si lascia), soprattutto se, come nel suo caso, potrebbe rappresentare una sorta di uscita formale dal nido familiare verso la vita adulta.
Cerchi di darsi un po' di tempo per assimilare questo cambiamento, consapevole che i suoi genitori saranno sempre pronti a riaccoglierla ogni volta che lei lo desidererà.
Mi spiace che si trovi male con la collega, avete provato a discutere insieme delle criticità che lei ha notato nel percorso condiviso?
Rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
Dott.ssa Francesca Gastaldo
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buonasera Ele,
Quello che sta provando è comprensibile, in quanto il trasferimento rappresenta nella sua vita un passaggio importante verso l’età adulta. Pensieri ed emozioni contrastanti sono normali, poiché questo cambiamento comporta sia un motivo di crescita ma anche di separazione dai suoi genitori.
Mi dispiace che non si trovi bene con la sua attuale psicologa e non conosco il tipo di lavoro che state svolgendo al momento, però è possibile aiutarla ad affrontare questo svincolo familiare, per cui se è interessata rimango disponibile ad essere contattata.
Dottoressa Ilaria De Mola,
Ricevo a Milano in presenza e online.
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buona sera Ele, diventare grandi tante volte è molto faticoso. Chissà come tutti voi avete vissuto il precedente trasferimento. Chissà se i suoi genitori hanno sentito il distacco come fragilità, chissà come lei si è sentita lontano dalla famiglia allargata di origine.
Adesso ha questo sogno che si sta realizzando e sta adesso vivendo le emozioni ad esso legate. Ne ha parlato con i suoi? È importante condividere queste preoccupazioni con chi le sta accanto. Potrete trovare insieme delle soluzioni che le permettono di vivere questo passaggio in modo più dolce: decidere come e quando sentirvi o videochiamarvi, quando lei rientrerà a casa, se i suoi possono venire a trovarla; questi sono alcuni esempi che le daranno chiarezza e l' aiuteranno a gestire con maggiore serenità le emozioni.
Un abbraccio
Michela Romano psicologa psicoterapeuta
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentilissima Ele, grazie per la profonda condivisione! Capisco la situazione che descrivi, e comprendo le fatiche che stai vivendo e sperimentando a causa di questa poca indipendenza che senti. Credo che parlare direttamente con la tua terapeuta, essendo già seguita, sia di queste difficoltà che stai vivendo, sia nel non sentirti compresa da lei nell'ambito della vostra terapia.
Resto a disposizione!
AV
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
La situazione nella quale si trova è del tutto normale, non giudico la collega dalla quale è stata seguita, ma non credo assolutamente sia idonea alla sua situazione. Tutti siamo bambini anche nell' età adulta, anzi parliamo di " Fanciullo". Lei sta vivendo per la prima volta il vero distacco emotivo dalla sua famiglia, per di più come specifica ha solo quelli di parenti. Perderli, le sembrerà un dolore enorme, ma sono convinta che lei non perderà mai la sua famiglia. Magari ora sono arrabbiato, hanno paura anche loro del distacco. Parli con loro in modo sereno esponga le sue paure e capirà che infondo sono anche le loro. Segua la sua strada, ma inizi ad istaurare un rapporto più solido con la famiglia, solo ponendo forti radici lei poi dopo potrà volare senza paura di cadere. Cordiali saluti
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Ele,
posso comprendere la confusione e la difficoltà della situazione che vive.
Quello che in questo momento sta affrontando è un importante momento di transizione, ed è legittimo sentirsi spaesati, nostalgici o preoccupati; allo stesso modo è legittimo che dubbi e timori distolgano un po' il pensiero dall'entusiasmo per un progetto di vita che sta per concretizzarsi.
Le emozioni che riporta sono importanti, le comunicano che ciò che sta per lasciare ha per lei un grande valore.
Tuttavia è importante ricordare che le relazioni significative non cessano di esistere quando ci si allontana fisicamente, e "casa" può rimanere un luogo in cui tornare anche mentre coltiva altrove il suo desiderio di indipendenza.
Le auguro di potersi prendere cura dei suoi vissuti e pensieri, che non andrebbero sminuiti ma accolti e compresi.
Un caro saluto.
Dott.ssa Diane Zanella
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Ele! Mi sento di dirle questo.
L’esperienza della separazione è un vissuto profondo e difficile da valutare specie in età adulta, a partire da una vera possibilità di sperimentarlo. Se compresa nelle sue manifestazioni ha comunque risvolti transformativi.
Per il suo problema, se vuole può prendere in considerazione il concetto di “angoscia di separazione” come qualcosa di biologicamente determinato. Consideri che è l’espressione della tendenza innata della bambina/o a stabilire un intimo contatto emotivo con la madre o chi si prende cura di lei/ lui , tale angoscia e’ conseguenza diretta della rottura di tale legame. Ma dal momento che lei non è più una bambina la separazione stabilisce, nel suo caso, la capacità di “esser da soli” come una delle conquiste evolutive più difficili, ma al tempo stesso essenziali al raggiungimento della maturità affettiva. Può sembrare paradossale ma è un processo importante e necessario che ha bisogno di un innesco.
E’ un processo graduale da cui formarsi una immagine interna capace di rappresentarsi autonoma senza il bisogno di una figura rassicurante ma capace di tollerare certe frustrazioni che una madre inevitabilmente e senza volontà di nuocere può provocare. A conseguenza di ciò vorrei farla riflettere però che in realtà potrebbe essere proprio un bisogno di sua madre, che difficilmente può tollerare questa separazione fisica da lei, a cui lei stessa, inconsapevolmente, si sente in dovere di aderire. Ma questa è solo una mia ipotesi, su una situazione che andrebbe approfondita con delicatezza fino a quando le ansie ad essa connesse non siano state chiarite. In fondo per sua madre cosa significherebbe una tale separazione? Può una madre separarsi dalla sua bambina che ha cullato e nutrito con tanto amore per tanto tempo?
Un cordiale saluto.
Francesco Maria Tarasi, psicologo.
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Ele03,
Ti ringrazio per aver condiviso con noi questa tua sensazione.
I grandi cambiamenti (e questo lo è!) nascono sempre da un moto di necessità e di crescita che senti nascere dentro di te, come naturale desiderio di evoluzione, ed è esattamente ciò che hai detto esserti successo. Ricorda anche l'impegno che hai dedicato affinché tale cambiamento avvenisse, scegliendo di lavorare e studiare contemporaneamente, è una decisione che richiede grande convinzione.
La paura che stai percependo è il naturale risultato del passaggio da una situazione di certezza, una confort zone, ad una di cui non conosci l'andamento e ti è ignota persino la buona riuscita. Questa situazione comporta un grande stress, che però - voglio rassicurarti - è più che sano percepire, e che si manifesta in differenti modi.
Il timore che hai espresso circa l'educazione all'indipendenza emotiva data dai tuoi genitori è un argomento su cui sarebbe opportuno discutere diversamente, ma, da ciò che racconti, sembra tu sia capace di distinguere il tuo bene da quello degli altri e la debolezza che percepisci di avere ("come se non riuscissi a camminare con le mie gambe") potrebbe essere espressione di una paura che ti immobilizza.
Esattamente come la tua vita, in piena fase di evoluzione e cambiamento, anche il rapporto con i tuoi genitori è arrivato al punto di doversi trasformare nella forma, pur rimanendo lo stesso per intensità e amore. Dovrete imparare nuove forme per esprimere il vostro affetto, ma il risultato sarà sempre lo stesso, se lo vorrete.
Inoltre, se con la psicologa della tua città senti di non riuscire a lavorare nella maniera a te più affine, ti segnalo comunque la possibilità di rivolgerti ad uno di quei professionisti che utilizzano prezzi calmierati per le proprie terapie. Potrebbe essere utile sperimentare un nuovo approccio e vedere se ti è più affine.
Se dovessi aver bisogno di parlarne ancora, sarò lieta di aiutarti in questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Claudia Cianchi
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Mi dispiace molto per quello che immagino stia vivendo e provando.
Sicuramente alla radice della sua difficoltà ci sono paure - sostenute da pensieri e credenze - specifiche, che necessiterebbero di essere guardate e ascoltate più profondamente e attentamente. Cosa significa per lei il suo "non sentirsi in grado"? Come si immagina trasferita, con quali difficoltà? Sicuramente uno spazio di supporto psicologico potrebbe aiutarla nella misura in cui vada a lavorare sul suo senso di autoefficacia e sull'elaborazione degli aspetti più profondi che strutturano le sue paure.
Ha bisogno di "immaginarsi in grado": di affrontare situazioni e di risolvere eventuali problemi.
Resto a disposizione se necessario (ricevo anche online)
Un saluto,
Dott.ssa Federica Favro
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Ele,
le sensazioni che sta vivendo sono comprensibili e naturali: lei sta affrontando un grande cambiamento, che la porterà lontano dalla sua famiglia e, come per tanti momenti di passaggio, deve ancora prenderci le misure. Ogni cambiamento richiede tempo per adattarsi ad esso e la sua famiglia sarà, anche se in modo diverso , sempre presente per lei.
Provare ad affrontare una tema così doloroso in terapia è sicuramente la scelta giusta, ma se non si sente capita e sostenuta dall'attuale professionista, provi a guardarsi intorno: non siamo fatti per tutti e sicuramente troverà un professionista più adatto alle sue esigenze.
Saluti,
dott.ssa Alessia Foronchi
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno, è completamente normale sentirsi spaventati di fronte a un cambiamento così significativo come il trasferimento per l’università, soprattutto se hai sempre avuto un forte legame con i tuoi genitori. La transizione verso l’indipendenza può essere molto difficile e spesso comporta sentimenti contrastanti.
È importante riconoscere le proprie emozioni, quindi, accettare e validare i tuoi sentimenti di ansia e tristezza, stai affrontando un grande cambiamento, permetterti di sentire ciò che provi è il primo passo per affrontarlo.
Potrsti considerare di condividere con i tuoi genitori le tue paure riguardo al trasferimento. potrebbero non essere consapevoli di quanto ti senti vulnerabile e potrebbero offrirti il supporto di cui hai bisogno.
Prima di trasferirti, prova a connetterti con altre persone nella tua futura città, come compagni di corso o gruppi studenteschi, le piattaforme social possono esserti molto utili in questo caso. Avere amici e collegamenti nella nuova situazione può rendere la transizione più facile.
Inoltre ti consiglio di stabilire piccoli obiettivi alla volta, quindi invece di vedere il trasferimento come un passo gigantesco, suddividilo in obiettivi più piccoli e gestibili. Ad esempio, potresti concentrarti inizialmente solo sul sistemarti nella nuova casa.
Per quanto riguarda il tuo rapporto terapeutico, se ti senti sminuita dalla tua attuale psicologa, potresti considerare di cercare un altro professionista, la terapia dovrebbe essere un luogo di supporto e comprensione, non di giudizio.
Ultimo e non per importanza prenditi Cura di Te Stessa: Trova attività che ti rilassano e ti fanno sentire bene, come praticare sport, meditare o dedicarti a hobby. Questi momenti possono aiutarti a mantenere un equilibrio emotivo.
Ricorda, la crescita personale spesso richiede tempo e affrontare la paura dell’indipendenza è un passo importante nel tuo percorso. È normale avere dubbi, ma ogni piccolo passo verso la tua autonomia è un passo verso la persona che desideri diventare.
Ti auguro il meglio, cordialmente,
Dott.ssa Velia Morati.
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Ele03,
La separazione dalla famiglia è sempre un evento molto delicato, soprattutto quando si tratta di andare a vivere in una città diversa da quella d’origine, lontano dalle proprie radici. Quelle che senti sono preoccupazioni molto comuni ma non per questo di facile gestione per una ragazza della tua età. Sarebbe molto utile capire meglio e approfondire il tema della “indipendenza emotiva” di cui ci hai parlato.
Per quanto riguarda il percorso che stai facendo ti consiglio di parlare in modo aperto con la collega affinché possiate rafforzare la vostra relazione terapeutica e cooperare al raggiungimento di quelli che sono i tuoi obiettivi.
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno,
Quello che lei descrive è del tutto normale, fa parte del processo ed è importante vivere anche questo dolore per affrontare meglio quello che verrà dopo. Si ricordi sempre della sue motivazioni che la spingono ad andare a vivere da sola nei momenti di difficoltà e poco a poco sono sicura che sarà in grado di costruire la sua autonomia e indipendenza.
Potrebbe anche condividere queste paure con i suoi genitori, che sono certa le ribadiranno la loro presenza così da sentirsi più sicura nel processo di distacco. Le emozioni non sono 2positive2 o "negative", tutte sono valide e tutte hanno bisogno di essere esplorate ed attraversate. Si ricordi che la vita è sempre un processo e che momenti come questo sono fondamentali per la sua crescita personale. Per quanto riguarda la sua psicologa, tenga a mente che questo supporto è necessario proprio per sentirsi ascoltati e compresi, per avere un accompagnamento nei processi della vita, ma senza nessun giudizio (già ognuno è giudice di se stesso ed è abbastanza difficile da gestire). Inoltre, voglio rassicurarla sul fatto che non c'è una graduatoria dei traumi o delle cose meritevoli di attenzione più di altre, con questo voglio dire che se lei vive in questo modo questo processo non è infantile, anzi complimenti per aver esternalizzato queste sensazioni ed essere stata capace di chiedere aiuto.
Le auguro una buona giornata ed un buon processo di cambiamento!
Dott.ssa Martina La Gamma
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 10 persone
Buongiorno Ele03.
È profondamente comprensibile la sua situazione.
Noi, in linguaggio tecnico la chiamiamo "ambivalenza", cioè quando la nostra psiche è combattuta tra due istanze e sentimenti contrapposti, entrambi validi.
Sembra rappresenti quello che sta vivendo Lei;
- da un lato l'esigenza di diventare autonoma, di diventare 'grande'.
- dall'altra il desiderio di continuare a godere di quell'appoggio e rassicurazione affettiva rappresentati in molti casi dalla famiglia d'origine.
Entrambe queste opportunità hanno però dei punti deboli.
Se Lei opta per l'autonomia, dovrà rinunciare al suo nido caldo e ad un quotidiano "rapporto molto stretto con i genitori",
se sceglie di rimanere in famiglia Lei si blocca in una fase adolescenziale.
E dunque vediamo che ogni scelta comporta dei vantaggi e degli svantaggi, delle gioie e delle fatiche..
Il problema è riuscire a capire se gli svantaggi le fatiche hanno una loro ragion d'essere, se vanno a vantaggio di una maturazione e di una progettualità evolutiva della persona.
Alla luce di tutto ciò sembrerebbe preferibile andare, uscire dal nido; anche se questo comporterà sicuramente fatiche, ansia, lacrime, solitudine iniziale. Ma nella prospettiva di crescere e diventare adulta.
Nell'ambito del Suo Ateneo potrà chiedere aiuto allo sportello psicologico (gratuito, presente in ogni Università), in modo da essere supportata nel primo periodo di ambientamento.
Potrà approfondire questa importante problematica leggendo "Brunialti, La relazione complessa tra figli "giovani adulti" e genitori" (in rete, gratuito).
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno Ele,
capisco bene cosa stai vivendo. Questo è un passo importante e, avendo finora contato sulla presenza costante dei tuoi genitori, è normale che emergano queste paure. 'Sarò in grado di cavarmela da sola?' 'Riuscirò a prendermi cura di me?', immagino questi siano i tuoi interrogativi più frequenti, magari accompagnati dal timore di provare senso di solitudine.
Ma la tua mente profonda già sa qual è la strada giusta per te e sono strasicura che hai tutte le risorse, tutte le carte in regola per farcela. Così, quello che tanto ora stai temendo, si trasformerà sicuramente in una bella avventura che ti permetterà di renderti conto che ce la fai a cavartela da sola.
Tutti i cambiamenti spaventano perché si va incontro a qualcosa di ignoto e, se non si ha fiducia in sé stessi, la credenza di fondo è quella di non farcela. Ricorda che il legame con i tuoi genitori rimarrà bello saldo, nonostante la distanza, e che sicuramente potrai contare su di loro, oltre a costruirti delle relazioni sociali di condivisione e di supporto con altre persone.
Questa è la crescita, che prevede ad un certo punto di lasciare andare la parte bambina di noi bisognosa di essere accudita, per diventare adulti.
24 OTT 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Elena, credo sia normale quello che sta provando. Il cambiamento è un processo, un sentiero ricco di tante novità che ci possono condurre verso la direzione che vogliamo prendere.
Ma come ogni cosa nuova, seppure desiderata e tanto attesa, può fare paura.
Si conceda la possibilità di provare ciò che sente. Sia disponibile a muovere un passo alla volta lungo il sentiero che lei vuole percorrere.
E se vorrà rallentare o fermarsi, lo faccia.
Si ricordi sempre che è lei a decidere il passo.