Indipendenza emotiva dai genitori #2

Inviata da Ele03 · 23 ott 2024 Terapia familiare

Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni, frequento il secondo anno di università e fino ad ora ho fatto da pendolare, ma questa situazione non va più bene.
È da quando ho iniziato a frequentare la città dove studio che ho capito che volevo trasferirmi, e sapendo che i miei genitori non riuscivano a sostenermi economicamente ho iniziato a lavorare. È stato un processo abbastanza lungo, ormai è passato un anno ed è tutto pronto, tra una settimana mi trasferisco e non mi sento più in grado.
Ho sempre avuto un rapporto molto stretto con i miei genitori, anche perché i miei parenti sono lontani, ed essendoci trasferiti molte volte loro per me sono stati un punto di riferimento. Ho l’impressione però che non mi abbiano insegnato ad avere anche solo un po’ di indipendenza emotiva, mi sento completamente debole in quel frangente, come se non riuscissi a camminare con le mie gambe nel mondo. Ormai sono terrorizzata, sento di non volermi trasferire più perché non avrei più il loro appoggio per come ce l’ho ora, ma so anche che non è sano per me rimanere, un po’ perché mi chiuderei in una bolla, e un po’ perché io sogno davvero di essere una persona un po’ più forte; vorrei solo che questo distacco fosse un po’ meno difficile, piango tutto il giorno tutti i giorni e neanche mi sono trasferita ancora.
Aggiungo che io attualmente sono in cura da una psicologa, vado da lei perché me la offre la mia città gratuitamente, ma in realtà non mi trovo molto bene, mi critica sempre e sminuisce i miei problemi chiamandomi “bambina”, non so cosa fare

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Miglior risposta 24 OTT 2024

Buongiorno Ele03.
È profondamente comprensibile la sua situazione.
Noi, in linguaggio tecnico la chiamiamo "ambivalenza", cioè quando la nostra psiche è combattuta tra due istanze e sentimenti contrapposti, entrambi validi.
Sembra rappresenti quello che sta vivendo Lei;
- da un lato l'esigenza di diventare autonoma, di diventare 'grande'.
- dall'altra il desiderio di continuare a godere di quell'appoggio e rassicurazione affettiva rappresentati in molti casi dalla famiglia d'origine.

Entrambe queste opportunità hanno però dei punti deboli.
Se Lei opta per l'autonomia, dovrà rinunciare al suo nido caldo e ad un quotidiano "rapporto molto stretto con i genitori",
se sceglie di rimanere in famiglia Lei si blocca in una fase adolescenziale.
E dunque vediamo che ogni scelta comporta dei vantaggi e degli svantaggi, delle gioie e delle fatiche..
Il problema è riuscire a capire se gli svantaggi le fatiche hanno una loro ragion d'essere, se vanno a vantaggio di una maturazione e di una progettualità evolutiva della persona.

Alla luce di tutto ciò sembrerebbe preferibile andare, uscire dal nido; anche se questo comporterà sicuramente fatiche, ansia, lacrime, solitudine iniziale. Ma nella prospettiva di crescere e diventare adulta.
Nell'ambito del Suo Ateneo potrà chiedere aiuto allo sportello psicologico (gratuito, presente in ogni Università), in modo da essere supportata nel primo periodo di ambientamento.
Potrà approfondire questa importante problematica leggendo "Brunialti, La relazione complessa tra figli "giovani adulti" e genitori" (in rete, gratuito).

Un abbraccio. Stia serena.
Dott. Brunialti
Psicologa europea, psicoterapeuta, sessuologa clinica

Dott. Carla Maria Brunialti Psicologo a Rovereto

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24 OTT 2024

Buongiorno cara
Comprendo le tue difficoltà, non e facile
Andare a vivere da sola.
E un grande salto significa essere autonomi
Vedrai che c'è la farai devi solo credere in te stessa.
Rivolgiti ad uno psicologa che ti aiuti s credere in te stessa a farti riacquistare la tua
Autostima. coraggio.
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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24 OTT 2024

Buongiorno, i cambiamenti anche quelli che vengono programmati implicano sempre paure e ansie. Provi a concentrarsi più su quello che lei ha desiderato, desidera e che fa parte della sua progettualità. Il "distacco" come lo chiama lei, fa parte del percorso di crescita di una persona e insieme ai suoi genitori troverete sicuramente delle strategie per gestire insieme questa nuova situazione di evoluzione.

Cordiali Saluti

Dott.ssa Valeria Amaro

Dott.ssa Valeria Amaro Psicologo a Palermo

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24 OTT 2024

Buongiorno!
L'inizio del percorso universitario e il trasferimento in un'altra città porta con sé molte situazioni, ciascuno può vivere questo cambiamento in maniera variabile. Non tutti si sentono pronti ad effettuare un cambio del genere per vari motivi. Da notare è la tenacia e la perseveranza per aver resistito un anno nonostante la difficoltà da pendolare, questo fa comprendere che era qualcosa di molto importante.
Nonostante la distanza, la famiglia continuerà ad esserci, quel legame non si perderà; ad oggi ci sono stati strumenti tecnologici con cui potersi sentire spesso, magari fare videochiamate o chiamate ogni sera.
Un'ulteriore aspetto è che se fino ad ora lei ha fatto da pendolare vuol dire che non è troppo lontana da casa, questo le permette di tornare spesso a casa durante i weekend.
Quando inizierà questo nuovo percorso è importante ritrovare la propria routine, le proprie abitudine e crearsi delle amicizie che possano far sentire meno la distanza dalle persone care.
Per quanto riguarda il percorso psicologico, c'è da dire che non tutti i professionisti si adattano bene agli utenti; capisco la questione economica, che è sicuramente importante, potrebbe provare a cercare un'altra professionista, ad esempio online sicuramente i prezzi sono ridotti; inoltre, molti hanno delle convenzioni e trattandosi di spese sanitarie, è possibile detrarre una parte.
Resto a disposizione per qualunque dubbio e le auguro un buon inizio di questo nuovo percorso
Cordialmente,
Dott.ssa Angelica Venanzetti

Dott.ssa Angelica Venanzetti Psicologo a Roma

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24 OTT 2024

Decidere di trasferirsi e lasciare la casa familiare è un passo importante, ma è proprio nel momento in cui avviene il tutto e si materializza, che le paure e i dubbi possono aumentare e farsi sempre più assordanti, questo però non significa che debba essere messo da parte quel desiderio e quell'obiettivo che si era mantenuti fino a quel momento, ma anche riconoscere di poter aver paura di perdere i propri genitori, di allontanarsi da loro, vista la sua storia legata ai tanti trasferimenti, ma è anche importante tenere a mente che i genitori sono le nostre radici, la base da cui poi creare dei progetti e da cui è necessario a un certo punto del proprio percorso di vita distaccarsene, per far sì che la persona che pensa di voler essere, possa realizzarsi. Andare da uno psicologo che non la fa stare bene, nonostante sia gratuito, è un qualcosa di debilitante, perché è vero che le questioni economiche sono sempre importanti soprattutto quando c'è un trasloco in alto, ma anche la salute mentale deve avere la sua spesa adeguata e a volte il non pagare può essere anche il prezzo per non stare bene.

Dott.ssa Emanuela Grosso Psicologo a Salerno

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24 OTT 2024

Gentile Ele, in realtà tutto quello che hai fatto finora è l’espressione di un percorso di emancipazione in cui il trasferimento è solo un passaggio anche se comporta un allontanamento fisico più stabile rispetto alla pendolarità vissuta finora. È comprensibile la difficoltà a fare questo passo e che sia accompagnato da tanta emotività. La paura di perdere l’appoggio delle figure di riferimento quando si fanno scelte di autonomia, è un momento cruciale che si supera quando ci si rende conto che i legami affettivi rimangono invariati anche a distanza. È più difficile, non necessariamente diverso, se il passaggio avviene in un clima di conflittualità.
Insisti con la psicologa sull’approfondimento di questi punti.
Un cordiale saluto.
Dr. Patrizia Mattioli

Dott.ssa Patrizia Mattioli Psicologo a Roma

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24 OTT 2024

Buongiorno Ele03,
comprendo il tuo stato d’animo e mi dispiace per l’esperienza non positiva con la collega.
Ti stai accingendo a concretizzare questo passaggio, così desiderato, ma chiaramente anche temuto, perché porta con se’ tutta una serie di cambiamenti che andrai a fronteggiare.
Cambiamenti che ti destabilizzano, che ti portano fuori dalla tua zona confortevole, nota, abituale, conducendoti verso il nuovo, al quale, secondo i tuoi tempi, ti adatterai individuando la condizione di equilibrio più funzionale per te.
Il fatto stesso che tu abbia scelto di prendere questa decisione, per emanciparti, in un certo senso, dalla tua famiglia, ed acquisire la tua indipendenza, come è normale che sia, mi fa pensare che hai tutte le risorse cognitive ed emotive per fronteggiare al meglio questo momento per te complesso.

Saluti
Dottssa Matilde Ragno

Dott.ssa Matilde Ragno Psicologo a Avellino

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24 OTT 2024

Buongiorno. È normale sentirsi sopraffatti quando si affrontano grandi cambiamenti come un trasferimento, soprattutto dopo aver mantenuto un legame così stretto con i suoi genitori.
La sua paura di perdere il supporto emotivo dei genitori è del tutto comprensibile, e il desiderio di sentirsi più forte e indipendente è altrettanto legittimo. Trasferirsi e iniziare una nuova fase della propria vita può suscitare ansia, ma è anche un passo importante verso la crescita personale.
Riguardo alla sua attuale esperienza con la psicologa, è essenziale sentirsi ascoltati e supportati. Se sente che le sue preoccupazioni non vengono prese sul serio e che le vengono assegnate etichette poco utili, potrebbe essere il caso di considerare un altro professionista con cui sentirsi più a suo agio.
Le consiglio di esplorare le sue emozioni, sia quelle di paura che quelle di desiderio di indipendenza. Potrebbe essere utile iniziare a costruire piccoli passi verso l'autonomia, come gestire piccole decisioni quotidiane o stabilire obiettivi a breve termine. Questi possono aiutarla a costruire fiducia in se stessa.
Inoltre, mantenere un contatto regolare con i suoi genitori, anche dopo il trasferimento, potrebbe alleviare parte dell'ansia. Ricordare che la distanza fisica non significa la fine del supporto emotivo può essere confortante.
Se desidera, potrebbe anche esplorare gruppi di supporto o attività nella nuova città per iniziare a creare una rete di contatti e supporto. Questo potrebbe aiutarla a sentirsi meno sola e più integrata nel nuovo ambiente.
Infine, ascolti le sue emozioni e non si giudichi per quello che prova. È un processo e va bene prendersi il tempo necessario. Le auguro il meglio per il suo trasferimento e per questo nuovo capitolo della sua vita. Se desidera ulteriori consigli o approfondimenti, sono qui per aiutarla.
Cordiali saluti, Dott.ssa Camilla Persico

Camilla Persico Psicologo a Carrara

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