Buonasera a tutti,
ho 28 anni e mio padre è mancato da quando avevo l'età di 8 anni. Da allora ho sempre vissuto la mia vita sentendomi come "appesa a un filo", vedendo mia madre che faticava per permettermi di studiare, quindi io ho pensato solo a studiare e cercarmi un lavoro con molta ansia trascurando le relazioni con gli uomini. Mi sono laureata e alla fine ora ho un lavoro che però non è qualificante e nella mia azienda non ci sono prospettive di miglioramento. 2 anni fa ho iniziato una psicoanalisi per pesanti disturbi psicosomatici e sono finalmente riuscita ad instaurare una relazione con un ragazzo, dura da ormai un anno. 3 settimane fa ho ricevuto un'offerta di lavoro da una azienda importante, mi avrebbero offerto uno stipendio più alto, un lavoro più qualificante e opportunità di carriera. Non me la sono sentita di accettare perché avrei dovuto trasferirmi (solo in settimana) e quindi non avrei potuto continuare la psicoterapia che sto facendo, inoltre sarei stata esposta ad un maggiore stress (anche maggiori stimoli professionali, il che mi avrebbe motivata tantissimo), per cui ho temuto di non farcela da sola, anche il mio analista mi ha detto che attualmente ho un equilibrio mentale molto vacillante. Da allora sono caduta in una profonda depressione e sento che ho perso l'ultima opportunità che la vita mi ha offerto. Non riuscirò mai a perdonarmi per questa scelta. Mi domando se forse avrei potuto essere più forte, rinunciare a curarmi e pensare a garantirmi un futuro, ma non mi sentivo nella condizione mentale per farlo, quando ho pensato di cambiare lavoro mi è venuta un'ansia tale che dovevo prendere ansiolitici giorno e notte ed ho perso 5 kg in 3 settimane. Ora sono così depressa che sto rovinando anche la relazione che avevo con il mio fidanzato, non faccio altro che piangere non mi interessa più nulla, non provo gioia per nulla, la mattina il contatto con il mondo è terribile e vorrei solo scomparire. Penso solo a quale sarebbe il metodo più indolore per suicidarmi. Ero già depressa a causa della morte del padre di 20 anni fa, che non avevo mai elaborato seriamente, in pratica questa disgrazia si sta mangiando tutta la mia vita senza consentirmi di avere un futuro. Non voglio neanche uscire e dalla depressione perché tanto la mia vita non potrà mai essere quella che volevo. Vi prego, aiutatemi, secondo voi avrei dovuto accettare l'altro lavoro?
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Amanda,
è comprensibile che vivere senza la guida e il sostegno di un genitore possa aver causato in lei paure e fragilità per cui ha fatto bene ad avvalersi di una psicoterapia che però dopo due anni non mi sembra l'abbia aiutata molto.
Se lei avesse accettato il trasferimento ed il nuovo lavoro forse avrebbe potuto chiedere al suo terapeuta di continuare la psicoterapia a fine settimana e, in caso di indisponibilità dello stesso, rivolgersi ad un altro terapeuta più vicino e/o più disponibile.
Tuttavia, se non ce l'ha fatta ad affrontare questo stress non deve farsene una colpa perchè i sensi di colpa non fanno altro che peggiorare il suo stato depressivo che potrebbe essere contrastato anche farmacologicamente almeno nella fase più acuta quale sembra essere quella che sta ora attraversando.
Parli di come si sente ora con il suo terapeuta e se continuerà a non riscontrare miglioramenti prenda in considerazione l'idea di rivolgersi ad altro terapeuta di diverso orientamento teorico ( ad es. cognitivo-comportamentale).
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Amanda,
all’età di otto anni lei ha subito un trauma che nonostante ne siano trascorsi altri venti,è rimasto tale e necessita di un’eleborazione,che le permetta di riappropriarsi della sua vita. Alcune tecniche psicoterapeutiche, come Emdr, lavorano molto bene in questo senso. Lei da anni è in terapia e questa sembra averle dato dei frutti...ora le si era presentata un’opportunità lavorativa (una non l’unica ed ultima),ma lei porta la terapia come una delle motivazioni per non apportare cambiamenti, oltre a non sentirsi evidentemente in grado in questo momento. Lei ha semplicemente fatto una scelta e sia felice di aver scelto dandosi delle priorità. Utilizzi questo tempo per lavorare sul suo trauma,sulle paure che permangono e le creano le ansie di cui parla e si prepari anche alla prossima opportunità,cercandola e predisponendosi ad essere più capace nel trovare delle alternative e dei compromessi anche rispetto alla terapia...non deve risuonare in lei come “o accetto quest’occasione,ma non mi curo più o perdo l’occasione,ma continuo a curarmi”.
Auguri di cuore.
Dott.ssa Elena Pellizzari.
Bassano del Grappa.
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Amanda, quanta delusione e sofferenza per come sta andando la sua vita....ovviamente non esiste una risposta "giusta" universalmente rispetto a se avrebbe dovuto accettare o no quel lavoro. Arriva, peró, una voglia di cambiamento e miglioramento pur nella crisi generale. Ha fatto molto bene ad intraprendere una psicoterapia, percorso che dovrebbe portare alla crescita, alla fiducia in se stessi, all'indipendenza, al riconoscimento delle proprie risorse....per questo parlerei francamente con chi la segue, per capire dove siete e dove state andando. Seguo molte persone anche nel fine settimana perché il lavoro non permette loro di fare diversamente, quindi mi chiedo se non si sarebbe potuta trovare una soluzione diversa....detto questo, le faccio un grosso in bocca al lupo di cuore e sono sicura che avrâ altre occasioni. Lei ha la forza e tutte le risorse possibili per farcela!
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Amanda ciao. Vado sul punto della situazione, certo tutto condiziona e perdere una persona importante é un impatto forte nella vita, ma tutto é sistemabile. Quello che vedo é che dovresti fare altri pezzi nella tua psicoterapia che nn hai fatto. Sei arrivata a un punto ma ora bisogna riprendere la strada per trovarti. Scoprire bene chi sei e chi vuoi essere. E probabilmente o trovi le risorse o cerca uno psicoterapeuta che abbia la qualità per fartele. trovare. Nulla é perduto tutto é lì ti si é solo chiusa la vista e le emozioni. Ci sono se hai bisogno per qualunque informazione
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Amanda ,
Quando un lutto non riesce a seguire il suo naturale processo di elaborazione cio comporta l"imossibilità di giungere all 'accettazione del significato emotivo della perdita .
In questi casi si parla di lutto complesso in cui si verifica un blocco delle elaborazione dell evento lutto so che ne intralciare lo sviluppo naturale echeggia pregiudica le facolta di adattamento e di coping della persona, aumentandone il disagio e portando a quadri sintomatologia anche gravi .
Esistono tecniche psicoterapeutiche specifiche e mirate alla elaborazione del lutto .
Nel qui e ora ritengo che lei abbia fatto l unica scelta che gli strumenti a sua disposizione le consentivano di fare , ha scelto ciò che poteva sostenere che equivale ad aver fatto il meglio che poteva .
Resto a sua disposizione
Dott.ssa Brutti -Roma
Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
EMDR Pratictioner
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Amanda, leggo la sua richiesta con estremo interesse, forse perche toccano anche a me le sue esperienze dolorose, in quando vissute anche dal sottoscritto. La depressione che lei vive le sta dicendo forse che qualcosa è perso, un segno reale di mancanza. Ancor di più l'ansia è un conflitto intrapsichico profondo. Pertanto le consiglio di seguire una psicoterapia con l'EMDR, in quanto non vi è stata verosimilmente una reale ed efficace elaborazione dei lutti che lei parla nella sua lettera. Pertanto partirei da questo in quanto esperienza traumatica e non naturale dei lutti che lei descrive. Cordialmente
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Salve, i lutti in età giovanile portano con se una grossa sofferenza che a volte ci accompagna anche in età adulta. Per la sua domanda non esiste una risposta ovvia. Sicuramente realizzarsi sul lavoro aiuta a sentirsi meglio anche nella vita di tutti i giorni, ma è anche vero che a volte se siamo in un periodo fragile le grosse responsabilità che ci vengono date possono farci male. In questo momento la cosa importante da fare è capire con il suo terapeuta se tutto il dolore che questa scelta ha portato era evitabile o meno. Sicuramente se il terapeuta ha lavorato con competenza e onestà saprà capire con lei come uscire da questa situazione
25 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Amanda buon giorno.
Quanto dolore e quanta sofferenza.In questi anni ha dimostrato di avere notevoli risorse. Ha lottato per non aumentare la sofferenza di sua madre ed ha raggiunto gli obbiettivi che si era prefissata.
Ora ha anche un compagno da un anno e desidererebbe fare un salto professionale economico e qualitativo.
Anche questo è un cambiamento che crea stress ma si tratta di uno stress costruttivo, eustress, che ci porta a metterci in gioco per aumentare le risorse disponibili ed avere una percezione positiva di se stessi.
Il dolore che prova ora probabilmente è dovuto al fatto che si sente delusa da se stessa.
Non si arrenda, anche questa esperienza le è stata utile a restituirle una parte di se per riscattarla e per crescere.
Sono certa che ci saranno altre opportunità.
24 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile ragazza,
forse avrebbe dovuto accettare il nuovo lavoro, forse no, ma in ogni caso potrebbero esserci altre occasioni. Considerata la sua reazione attuale tuttavia forse lo psicoanalista doveva rimanere più estraneo alle sue scelte personali che tali sono e tali resteranno, qualunque psicoterapeuta la dovesse seguire.
I traumi, anche seri, si superano molto facilmente con la terapia breve, per cui trovo molto deleterio che dopo due anni di terapia lei invochi il trauma della perdita del padre come fattore all'origine dei suoi problemi, lo avrebbe dovuto superare da tempo.
cordiali saluti
24 OTT 2017
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Amanda,
non dev'essere stato per niente facile vivere senza padre e sentendosi in dovere di darsi da fare per non far sprecare risorse alla mamma.
Ha fatto bene a ricorrere all'aiuto di un terapeuta se il suo equilibrio era instabile e senz'altro questo l'ha portata a stare meglio.
Se ha scelto di rimanere nella sua città, in un ambiente conosciuto, avrà avuto le sue buone ragioni. Non si condanni per la scelta fatta. Tanto più che l'ansia era quasi insostenibile al solo pensiero di trasferirsi.
Parli di questo malessere con il suo terapeuta e se non si ritiene soddisfatta lo faccia presente.
Se ha aspirazioni verso un lavoro migliore, si muova in questa direzione.
Se la sta storia non è finita, faccia qualcosa per sé stessa, per il suo compagno, se è ciò che vuole. Con lui ha parlato della situazione? Forse conviene forzare un po' la mano per venir fuori da questo momento?
Cordialmente, Dottor Savasta Antonino, Pistoia.