Non riesco a trovare lo psicologo giusto

Eppure a me piace l'idea che lei non trovi il terapeuta giusto. Spesso le persone vanno in terapia portando grandi sofferenze e rischiando di pendere dalle labbra del proprio terapeuta come fosse il maestro illuminato di turno. Brava che non si fa bastare ciò che non le basta.

Buonasera Alessia,
lei sa cosa sta cercando, quindi per prima cosa può parlare di questo con la sua attuale terapeuta e valutare ciò ce le viene risposto in merito.
Quindi se dopo un poco di tempo il tipo di relazione rimane insoddisfacente o immutata e lei ha fatto ciò che le veniva consigliato di fare, allora può cercare altrove mettendo subito in chiaro le proprie esigenze in merito a ciò che desidera in una relazione terapeutica e valutando cosa dice in risposta il/la professionista al/la quale si é rivolta.
L'importante é che non interrompa questa ricerca su sè stessa, anche perchè, come dicevo, lei sa di che cosa ha bisogno come modalità di relazione di sostegno ed è importante che la trovi in un setting che la metta a suo agio. Nel frattempo scriva molto di ciò che prova, di ciò che si sente, di ciò che vorrebbe approfondire e lo condivida con la sua terapeuta,questo può risultare un'occasione di svolta nel vostro rapporto. Un percorso clinico dinamico, costruttivista o comportamentale possono essere alcune indicazioni orientative.
Cordialmente
Dott. Giancarlo Mellano

Buongiorno Alessia,

Non so se sia a conoscenza del tipo di approccio terapeutico dei professionisti che l'hanno presa in carico precedentemente; tuttavia, personalmente mi viene da consigliarle un approccio cognitivo comportamentale.

Io resto a disposizione qualora interessata,
Un saluto,
Dott.ssa Federica Favro

Lo studio della propria autostima non è un fatto vitale, ma a volte dipende anche dall'ambiente sociale e spesso lavorativo. Gli ostacoli ed i demoni sono presenti fuori dalle mura della nostra domus, casa natale, dove ci sentiamo più protetti ma il primo strumento da utilizzare il mattino prima di uscire fuori a contatto con la vita reale è il Daimoku. Bisogna inginocchiarsi dinanzi ad una parete bianca con la schiena dritta e le mani giunte, focalizzare un puntino rosso immaginario e pronunciare pedissequamente le parole nam Myo ho Renghe kyo, con musicalità e continuazione minimo per un quarto di ora. Verificare l'influenza di causa ed effetto fuori. Sulle cose e sulle persone, che cambiano alla nostra presenza, la negatività si allontana e la trasformazione del veleno altrui in medicina è spontanea. Prova questa tecnica e fammi sapere. Grazie.

Buongiorno Alessia,
l'aspetto più importante di un percorso terapeutico è proprio quello relazionale, poiché va ad incidere e condizionare tutto il contorno della terapia. Per funzionare bene insieme bisogna sentirsi a proprio agio e per farlo, a volte, quello che serve è proprio l'autenticità di quello che si sente, si prova e si sperimenta in quella stanza.
Ha mai provato a parlare con i suoi terapeuti di come si sente, del fastidio provato durante i momenti di lunghi silenzi e del bisogno di cercare dialogo e spazio di ragionamento? Questo potrebbe essere un buon punto di partenza per iniziare a ragionare su determinate questioni che le riguardano.
E' complicato trovare un terapeuta che riesca a rispondere ad ogni personale esigenza, credo però che le sensazioni che nascono in lei durante il colloquio conoscitivo e i successivi primi, siano i miglior indicatori per comprendere se quel professionista sia adatto a lei.
Le suggerisco comunque di portare queste sue considerazioni al futuro terapeuta, così da riflettere insieme sui bisogni a loro sottesi.

A disposizione.
Dott.ssa Sara Borroni

Gentile Alessia,
esistono tanti approcci terapeutici alla psicoterapia: ognuno di essi ha i suoi tempi, le sue tecniche, il suo setting (psicoanalitico, psicodinamico, costruttivista, sistemico-relazionale, cognitivo-comportamentale e tanti altri).
Il disagio che sente è prezioso e può diventare esso stesso materiale terapeutico, da condividere ed elaborare in seduta.
Alcune volte, infatti, può capitare di avvertire delle "scomodità" e può nascere la tentazione ad allontanarsene, per evitare questi disagi.
Può domandarsi se l'aiuterebbe passare da un professionista all'altro alla ricerca di un luogo che la soddisfi al 100% o se invece potrebbe esserle utile scandagliare la sua difficoltà nello "stare nei silenzi", il suo bisogno di ragionare sulle cose per scoprire lati di sè, la necessità di ascoltare il punto di vista dell'altro sul suo mondo.
Tutti aspetti reali, legittimi e potenzialmente utili, che possono essere condivisi all'interno del setting, col suo terapeuta.
Già questo "molto", implicherebbe un lavoro personale, un modo per far luce su desideri e bisogni attuali, un motore per la terapia e la relazione terapeutica da instaurare.
La psicoterapia e il lavoro su di sè implicano sempre una porzione di disagio e difficoltà che ci porta, a volte, a difenderci e resistergli: ma è questa stessa carica che mette in luce zone complessuali e lavorabili su cui bisogna stare, che chiama in gioco la nostra capacità di rischiare e di cambiare al meglio per trovare il benessere che ricerchiamo.
Allo stesso tempo, se desidera saperne di più, potrà sicuramente fare una ricerca sul web e leggere qualcosa in merito ai principali approcci terapeutici e cercare di sentire e "contattare" quello che le risuona di più, che le arriva più diretto, che sente essere più vicino alle sue esigenze.
Lei fa riferimento anche a persone che parlano più approfonditamente con il proprio terapeuta: ogni relazione è a sè e i paragoni sarebbero solo fuorvianti, tuttavia potrebbe confrontarsi con queste persone per per saperne di più sui loro percorsi e raccogliere qualche informazione.
Per concludere, quello che può fare per orientarsi in questo momento di confusione e indecisione è informarsi attraverso una ricerca e il confronto con amici E contemporaneamente (le 2 cose non si escludono affatto) portare questi suoi timori, insoddisfazioni e bisogni al interno della sua terapia.
Resto a disposizione
Dott.ssa Maria Torri
Psicoterapeuta piscodinamica (anche online)

Buongiorno Alessia
La maggioranza delle persone si aspetta di trovare sollievo immediato quando si rivolge ad uno psicologo.
Inoltre ci si aspetta di ricevere veri e propri consigli pratici sul cosa fare per risolvere i propri problemi.
Bisogna che sfatiamo questo mito perché non è proprio così.
Noi lavoriamo principalmente sulla presa di consapevolezza.
E’ normale che una persona che come si definisce lei, ansiosa, abbia bisogno di trovare un po’ di tranquillità. Per cui le consiglio di parlare con la sua terapeuta e dirle cosa secondo lei le gioverebbe.
Spero di essermele stata utile!
Buon proseguimento

Ciao Alessia. Beh immagino la tua frustrazione se non trovi una risposta a quello che cerchi. Probabilmente non è l'approccio che fa al caso tuo, o lo stile dello psicologo non è quello che desideri. Sono convinta che affrontare un percorso personale non possa prescindere dall'esplorazione di sé, che permette una più chiara consapevolezza dei propri bisogni e dei modi in cui si cerca di soddisfarli, se questi sono funzionali per te oppure no, e il cercare un'altra strada, accompagnata passo passo, qualora se ne ravvisi la necessità, per godere di una vita più soddisfacente e serena. Hai mai sentito parlare dell'approccio della Gestalt? L'ho scelto per la mia formazione per la prospettiva con cui si guarda la persona e le sue difficoltà, senza giudizio e con l'obiettivo di rendere la persona artefice del proprio percorso di vita.
Spero di esserti stata utile.

Cara utente, a volte trovare lo psicologo giusto per noi può richiedere tempo. Il mio invito è di non fermarsi a due tentativi andati male e di condividere con il suo psicologo questa sua necessità di ricevere delle interpretazioni e spunti di riflessione. Di approcci per questo ce ne sono molti e sono tutti validi, io personalmente uso un approccio psicodinamico mirato ad approfondire come il paziente viva il suo malessere e riflettere insieme a lui su possibili significati e strategie da adottare. Magari una cosa che potrebbe fare è approfondire cosa prevedono i principali approcci psicologici e scegliere quello più adatto a lei. Di sicuro qui su Guida Psicologi potrà trovare psicologi di tutti gli orientamenti, quindi la scelta non le manca. Spero di esserle stato d'aiuto.

Distinti saluti, dr. Morgione Massimo

Gentile Alessia, la psicoterapia deve essere un luogo sicuro in cui esprimersi ed esprimere e dare nuovo significato a ciò che si vive. E' una relazione che permette confronti e scambi utili per cambiare prospettiva e provare a vedere il mondo, sè e gli altri diversamente per approcciarsi differentemente. Le consiglio una terapia cognitivo comportamentale ACT con un terapeuta compassionevole e aperto. Sono a disposizione, un abbraccio

Non tutti gli approcci psicoterapeutici sono ugualmente efficaci Dei disturbi psicologici.

Ci sono psicoterapie più strutturate che seguono un percorso preciso per arrivare a una soluzione ed altre non strutturate che lasciano molto spazio alla persona di parlare di quello che si sente.

Molto dipende dal tipo di approccio Terapeutico non tutti sono efficaci allo stessa maniera nella cura dei vari disturbi.

Per i disturbi di ansia è considerata molto efficace l’approccio cognitivo comportamentale.

Resto a disposizione

Ti inviterei ad interrogarti sulle tue aspettative in merito alla terapia e alla figura del terapeuta altrimenti rischi di passare da uno all'altro aumentando il tuo livello di insoddisfazione di frustrazione e una sfiducia nei confronti della categoria. Talvolta non troviamo ciò che va bene per noi perché lo abbiamo idealizzato, così come accade per il partner gli amici o altro.
Credo che affrontare questo discorso con la tua attuale terapeuta possa essere un primo passo di crescita e reale messa in discussione e comprensione di te stessa.
Resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso

Buongiorno Alessia
Puoi e devi sicuramente informarti bene sul professionista che scegli, ma secondo me non tanto su quelle che sono le tecniche e le scuole che segue, quanto su quello che la persona ti suscita in termini di impatto sensoriale e interiore.
Perché alla fine è la relazione che conta, non le sue sovrastrutture, per quanto utili possano essere. Certamente nel tuo caso eviterei gli psicologi poco interagenti e quelli ipertecnici.
Poi è anche da considerare che lo psicologo perfetto non lo troverai mai, ma non mi sembra che tu abbia questa aspettativa irrealistica, invece quello che potrebbe riguardarti, e che non so se hai mai pensato, è che si impara anche dalle esperienze poco soddisfacenti. Si impara per sottrazione, in altri termini.
A disposizione

Dott. Giacomo Sillari

Buongiorno Alessia ,
Il percorso terapeutico più adatto in primo luogo, si sente sulla base di una sintonia che si instaura nella relazione tra te e il terapeuta ,oltre ad altri fattori come anche il sentirsi
a proprio agio anche nel silenzio (serve anche quello )in terapia .
Una relazione terapeutica si basa soprattutto sula fiducia,che tu offri in primo luogo a te stessa nel poteri mettere in viaggio in diverse parti di te e poi nel terapeuta e nel setting .
Una terapia funziona ed e' efficace in primo luogo se ti affidi anche al processo in atto.
Da ciò che condividi potrebbe essere utile per te un percorso transpersonale che lavora sui livelli del corpo/ mente in modo integrale e ti accompagna ad ascoltare e a stare a contatto di ciò che senti potendo esplorare la tua ansia e potendo a seguito avere un rimando osservativo da parte del terapeuta sul lavoro che si muove insieme e che potrai elaborare in un processo di trasformazione continua.
Per ulteriori approfondimenti non esitare a contattarmi .
Cordialmente .
dr.ssa Alessandra Petrachi

Buongiorno Alessia, trovare il terapeuta giusto non è facile, in quanto dipende da diversi fattori legati sia alla personalità e carattere del professionista sia al suo approccio terapeutico. Mi sento di consigliarle un professionista con un approccio cognitivo-comportamentale, dal momento che quest’ultimo è caratterizzato da un ruolo attivo e collaborativo del terapeuta e del paziente, oltre che da obiettivi condivisi ed esplicitati su cui lavorare insieme. Questa modalità, infatti, le permetterà di conoscere il suo funzionamento, gli aspetti da migliorare e i progressi effettuati, dandole una sensazione di maggior padroneggiamento della terapia.

Resto disponibile ad essere contattata,
Ricevo a Milano e online,

Dott.ssa Ilaria De Mola

Buongiorno
Provi a fare una terapia cognitivo comportamentale per la sua ansia, e per le altre tematiche, che presenta
Dottoressa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma