Non so che scelta prendere, sono a un bivio
Buongiorno,
Mi chiamo Giada, ho 21 anni e frequento il primo anno di Medicina. Purtroppo, e contrariamente alle mie previsioni, sto passando un periodo di profonda crisi. Sono sempre andata bene a scuola, non ero tra le migliori ma studiavo tanto e me la cavavo. Avevo tanti interessi, infatti oltre allo studio, ho fatto 13 anni di danza classica in cui ho avuto molte soddisfazioni, partecipando a concorsi, vincendo borse di studio e superando brillantemente gli esami annuali di danza. In terza liceo però, a causa dello studio, mi sono trovata ad un bivio. O danza o lo studio. Ho scelto lo studio, ma non volendo abbandonare il mondo artistico sono entrata in una scuola di canto. Anche in questo ambito ho avuto soddisfazioni, ma di certo non potevo né volevo basare la mia vita solo su quello. Dopo la maturità, ero molto indecisa su quale percorso intraprendere all'università, sebbene ho avuto sempre interessi in ambito biomedico. Spinta dalle pressioni di mio papà, scelsi giurisprudenza, ed dopo due mesi mi resi conto che non era affatto la mia strada. Abbandonai e lavorai qualche mese per chiarirmi le idee presso uno studio medico come segretaria. Così quell'interesse per le materie biomediche si fece sentire nuovamente e più forte. Decisi di studiare per affrontare il test e, a settembre l'ho superato, e sono entrata a Firenze (non era la mia prima scelta). Ero entusiasta perché dopo tanti mesi di sacrificio e studio ero fermamente convinta della mia scelta e se non lo avessi passato mi sarei iscritta a Biologia. Mio padre era molto orgoglioso di me. Ora il primo semestre è finito e ho dato tutti gli esami tranne uno, superandoli al primo colpo. Ma fin da subito, assolutamente contro le mie aspettative, avvertivo una voce dentro di me, un forte dubbio. Amo le materie di studio, ma forse il problema è che amo le materie, ma non la professione del medico. Ho cercato di analizzarmi, ma non riesco a capirmi. Ho preso consapevolezza del fatto che nutro sensi di inferiorità rispetto alla sorella maggiore che sta affrontando brillantemente i suoi studi in economia, dando molte soddisfazioni. Forse mi sono impuntata ad entrare a medicina solo per riscatto, per far vedere agli altri, alla mia famiglia e soprattutto a mio papà che ci sono anche io, che valgo anche io. Mi rendo conto che non mi ero mai soffermata su questi pensieri prima di entrare. C'è comunque da sottolineare il fatto che nella città in cui sono entrata mi trovo malissimo, mi trasmette inquietudine. Non ho legato con nessuno e vivo in un convitto universitario femminile di suore. L'università di questa città e i professori mi hanno delusa tanto. Avevo alte aspettative. In questi mesi ho azzerato la mia vita sociale, mi sentivo come in gabbia. Mi mancava avere un momento di svago, mi mancava cantare, ballare, socializzare e ridere. Ogni volta non vedevo l'ora di tornare a casa e quando dovevo partire stavo male. Non ho mai voluto dire niente ai miei, perché mi convincevo che col tempo mi sarei abituata. Invece è sempre peggio,. Ho sempre sofferto di ansia ma ora sta nettamente peggiorando. Dormo male, sudo in continuazione, ho tachicardia, piango ogni due giorni, non rido quasi più.... In questi mesi ho avuto alcuni attacchi di panico (ne soffro dall'età di 18 anni) soprattutto quando mi trovavo in pullman o nell'aula universitaria. Ho cercato di comprendermi, perché l'ansia è sempre un messaggio che il nostro corpo ci sta mandando, e tocca a noi avere la capacità di interpretarlo. Probabilmente sono quello che vorrei essere, e non quello che veramente sono. Forse non ho la stoffa per fare il medico, tutti questi anni mi spaventano, e tutto quello che verrà dopo...mi spaventa la competizione. Io avrei voluto fare ricerca o diventare professore, e quindi facendo medicina avrei potuto fare ciò, ma inevitabilmente sarei anche medico, e fondamentalmente non credo che sia un lavoro che mi appartenga. Credo che sia anche colpa del contesto ambientale. Cercando di autoanalizzarmi, penso che avrei dovuto fare Biologia. Sarei stata anche più vicino a casa, in una città che conosco già. Condurrei una vita più routinaria e avrei un po' di tempo per me. Non sono adatta agli imprevisti, sono una persona tanto ansiosa e che vorrebbe avere tutto sotto controllo, ma pensavo che sarei potuta migliorare con il tempo. Ma la mia vera me è calma, ha bisogno dei suoi tempi. Ora non so cosa fare, sono giorni che ci penso. Continuare medicina anche se solo il pensiero di dover tornare là mi fa star male, oppure abbandonare, lavorare qualche mese e poi cominciare biologia? Ne ho parlato con mio papà, ho avuto tanta paura di dirglielo perché ha fatto molti sacrifici per permettermi di studiare medicina. Ho paura del giudizio altrui. Sembrerei una persona volubile e leggera siccome dicevo di essere fermamente convinta di studiare medicina. Appunto, studiare medicina, non fare il medico, che è ben diverso. E solo ora lo capisco. Sarei andata anche all'estero per studiare medicina. E ora mi crolla tutto. Magari è solo un momento di sconforto, ma non credo che sia così. I miei sono preoccupati perché mi vedono tanto giù e vogliono che vada a fare una visita da uno specialista. Secondo me questo umore depresso e questa ansia incontrollabile nascondono tanta energia che non riesce a fluire, perché sto andando in una direzione sbagliata.
Ringrazio di cuore chi mi risponderà
un abbraccio sincero
Giada