Sto sbagliando qualcosa?

Gentile Anacleto89, grazie per essersi aperta con i dottori della piattaforma!
Mi spiace molto per la situazione che descrive, senza commentare lo stile terapeutico della collega dalle sue parole appare evidente che lei non si senta ascoltata e compresa, principi fondamentali per la buona riuscita di una terapia.
Parlarne con la terapeuta dovrebbe essere il primo passo, ma mi sembra di capire che è una strada che ha già provato a percorrere senza successo: valuti la possibilità di riaffrontare il discorso e/o procedere con l'individuazione di un nuovo professionista che la segua.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

Gentile Anacleto89,
comprendo il suo disagio riguardo la situazione che sta vivendo.
È importante che il rapporto terapeutico sia basato su ascolto attivo, empatia e una comunicazione aperta e bidirezionale. Il fatto che lei si senta inascoltata e sovrastata dai discorsi della sua psicologa è un campanello d'allarme significativo.
La comunicazione aperta con il proprio terapeuta è fondamentale. Tuttavia, se lei ha già provato a esprimere il suo disagio senza ottenere risultati, potrebbe essere utile prendere in considerazione la possibilità di cambiare terapeuta. Ogni persona ha diritto a un trattamento adeguato, e il benessere del paziente deve essere sempre al centro del percorso terapeutico.
Sono a disposizione per chiarimenti
un cordiale saluto
Daniela Rega

Buongiorno, mi sembra evidente che questa situazione non sia per te assolutamente terapeutica. Soprassiedo e non esprimo giudizi sulla terapeuta logorroica. Vorrei invece concentrarmi su di te, sui tuoi bisogni che sono quelli di avere a disposizione uno spazio in cui poter parlare dei tuoi problemi (e per il quale paghi) . Quindi è assolutamente legittimo pretendere di occupare questo spazio. Tu NON lo fai, quindi non stai accudendo il bisogno che ti ha portata a fare una scelta importante (ricercare un professionista). Stai invece accumulando risentimento, irritazione e ansia. Dici di sentirti intrappolata. Devi riflettere prima di tutto su questa modalità rinunciataria che è quella sulla quale mi concentrerei io per lavorare con te, perchè riflette un aspetto caratteriale che influisce sul tuo benessere. Oltre naturalmente ai problemi oggettivi del lutto e della separazione dei tuoi. Ma prima di tutto devi interrompere questo circolo vizioso. E, visto che hai già provato a "spiegarti" con la tua terapeuta senza alcun risultato, adotta un atteggiamento diverso: interrompi senza troppe spiegazioni. Un cordiale saluto Dott.ssa Marzia Mazzavillani Psicologa clinica - Forlì

Buongiorno, giusto per fare il punto della situazione, mi chiedo e le chiedo: "cosa le impedisce di esprimere in primis alla sua terapeuta il disagio che in modo chiaro ed esauriente esprime in questo contesto di professionisti e colleghi della stessa" ? Sarebbe più coerente che lo facesse quanto prima con la collega in questione sulla quale cui, personalmente e deontologicamente , giammai potrei esprimere un giudizio basandomi sulla mia esperienza, peraltro mai scontata." Se non è chiaro il mio commento, sono assolutamente disponibile a ripeterlo in modo più comprensibile, restando a sua disposizione e sperando di essere sufficientemente utile.

Salve,
il momento della terapia è un momento dedicato interamente al paziente, mi stranisce che la collega attui questo comportamento, perchè come sottolineato da lei, così facendo non le permette di portare in terapia ciò che vorrebbe. La base del nostro lavoro è quella di creare subito un ambiente all'interno del quale il cliente possa sentirsi accolto, a proprio agio e non giudicato, tanto meno paragonato ad altri clienti. Mi pare di capire che ciò è venuto meno. Le chiedo, a questo punto, dentro di sè lei cosa farebbe? continuerebbe o meno con la collega?
Non esiti a contattarmi se ne sente il bisogno

Buongiorno cara utente,
il rapporto relazionale tra psicologo e paziente è molto delicato e soprattutto molto importante .
E' necessario creare un rapporto di sintonia e fiducia, ed è compito del professionista cercare di creare il piu' possibile un ambiente accogliente e confortevole e soprattutto protetto dove all'interno dello spazio di campo terapeutico il paziente e in questo caso lei dovrebbe sentirsi accolta ascoltata e libera di poter utilizzare lo spazio come necessita .
Da come racconta non deve essere semplice per lei venire a contatto con un setting così tanto denso , se ad oggi riscontra una difficoltà nel sentirsi "libera" di poter portare ciò che è necessario come contenuto terapeutico per lei e non riscontra un ambiente accogleinte e limpido , visto che il setting è condito da "troppo " , la inviterei a condividere questo suo sentire con la psicologa e contemporaneamente a intraprendre una nuova strada terapeutica con un professionista che più le aggrada .
Le auguro di trovare la sua strada , confidando di esserle stata utile.
Cordialmente .
Dr.ssa Alessandra Petrachi

Gentile Anacleto89, la relazione terapeutica è una parte fondamentale della terapia e dipende molto dalle persone che si incontrano, non sempre si viene a creare una sintonia tra terapeuta e paziente. Se non sente di riuscire a trovare spazio per lei nella stanza di analisi, può comunicarlo e cercare un incontro diverso con un'altra professionista, visti gli scarsi risultati ottenuti nel comunicare questa difficoltà alla psicologa di cui ci parla. Sarebbe interessante capire cosa le impedisce di abbandonare la terapia o glielo rende complicato.

Buona ricerca!

Gentilissima,
Comprendo e immagino che sia una situazione per lei difficile. Si ricordi che un terapeuta è come una scarpa...quello che va bene per altri, non significa che "calza" bene su di lei...
Se non si trova bene e ha l'impressione di non fare progressi è suo pieno diritto condividere questo pensiero col suo terapeuta. Sarà a quel punto dovere del suo terapeuta concordare eventualmente un invio ad altro collega "più adatto" per lei.

In bocca al lupo!
Dottoressa Veronica Angeloni

Buongiorno,

da quello che emerge l'unico sbaglio sarebbe quello di continuare la terapia con questa psicologa. Le auguro di trovare una/o professionista che la sappia ascoltare e che le dia lo spazio e lo sguardo necessari per elaborare il suo lutto, la separazione dei suoi genitori e l'ansia che ne derivano.

Dott.ssa Francesca Orefice

Buongiorno,
penso che la risposta alla sua domanda si trovi in quello che lei ha scritto "mi sento peggio di prima da quando ci vado perché mi è peggiorata l'ansia tantissimo e mi sento intrappolata in una situazione". Se il percorso da lei intrapreso suscita queste sensazioni perché continuare a stare in una situazione che ci sembra una trappola?
In terapia bisognerebbe sentirsi accolti e ascoltati in primis, le consiglio quindi di esprimere e condividere con la sua terapeuta come si sente in seduta. Questa apertura potrebbe portare ad una svolta in termini relazionali e di comunicazione, nel caso non venisse accolto il suo sentire e il suo malessere lei è libera di andare dove sta bene.
Non rimanga in una situazione iatrogena e si affidi ad un/una professionista che le trasmetta serenità.

Un caro saluto,
Dott.ssa Elisabetta Zanin

Buongiorno,
mi spiace per questa esperienza che sta vivendo, se ha già provato ad affrontare l'argomento con la terapeuta probabilmente non siete riusciti a trovare quella compliance necessaria per la terapia. La terapia è un luogo dove il paziente è l'esperto di se stesso e il terapeuta è colui che guida nell'esplorazione della storia di vita con altri "occhiali". Il mio suggerimento è di provare ancora con un confronto con la terapeuta e poi eventualmente di decidere per una chiusura concordata.

Dott. Stefania Vigada
Ricevo a Torino, online.

Salve, io credo che la risposta è nel suo sfogo.
Prova a parlarle, a dirle queste cose qui.
È un suo diritto ma anche un suo dovere chiarire.
Cordiali saluti

Gentile utente, per dirla brevemente, ogni psicologo ha il suo personale modo di impostare le terapie e gli stili di approccio sono molti. C'è chi parla molto, chi poco e chi sta quasi sempre zitto. Capita spesso che un paziente non si trovi bene in terapia. Questo non è necessariamente solo colpa sua o della sua psicologa. Quello che posso dirle è che lei ha la libertà di scegliere il terapeuta che vuole. Se proprio non si trova bene e non riesce a farsi ascoltare non c'è nulla di strano volerlo cambiare psicologo, è una cosa che capita spesso. Spero che nelle mie brevi parole le sia stato d'aiuto.

Distinti saluti, dott. Morgione Massimo

Gentile utente, provi a parlarne con la collega. Un atteggiamento positivo e aperto aiuta sempre. Un abbraccio

Buonasera
vi è una corrente modalità terapeutica, che ha introdotto Erickson, e serve a far passare delle comunicazioni alle persone (in genere ragazze/i fino all'adolescenza) in cura: lui raccontava storie e in questo modo aggirava le resistenze della persona in cura. Vi è anche un libro, "storie che curano".
Ma questo non mi sembra proprio il suo caso. Mi sembrano più prevaricazioni verbali più che storie e, visto come si sente lei dopo l'incontro, tutt'altro che curative.
In genere é la persona che é a colloquio che parla ed ha modo di trovare la pace e la serenità ed i suoi tempi per poter parlare di ciò che la angustia o che le provoca malessere o blocchi al momento di fare qualcosa che desidererebbe. Questo comportamento da parte della professionista non le si addice e non le é utile, da come lo descrive, ed anzi aumenta il suo disagio e l'impossibilità di elaborare il lutto subito. Inoltre non l'aiuta a affrontare l'ansia.
Le consiglio vivamente di cessare il rapporto e trovare un/a professionista con la quale si senta a proprio agio, già dopo poco tempo si capisce se può crearsi un'alleanza terapeutica o meno. Un'alleanza che la porti a fidarsi completamente della/o professionista che ha scelto, sentendosi capita nelle sue urgenze, nei suoi bisogni e quant'altro avvenga nella seduta psicologica. Deve sussistere un dialogo tra le due realtà e i due ruoli, e la sensibilità e professionalità del/della professionista é quella di capire quando intervenire o no. Il centro dell' attenzione deve essere lei non la psicologa.
Per questi motivi le auguro una buona ricerca ed un buon lavoro correlato.
Cordialmente
Dott. Giancarlo Mellano

Buongiorno,
mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo. Da quello che descrive, il comportamento della sua psicologa non sembra rassicurarla ed è fondamentale che lei possa esprimersi liberamente e sentirsi ascoltato.
L’Ascolto attivo è fondamentale per comprendere i suoi pensieri e i suoi sentimenti senza interruzioni inopportune. Il terapeuta dovrebbe rispettare i suoi tentativi di parlare e se ha già provato a esprimere il suo disagio senza successo, questo è un segnale che la terapia dev’essere rimodulata. La terapia può essere emotivamente difficile, ma non dovrebbe peggiorare la sua ansia in modo costante.
È importante che lei si senta rispettata e ascoltata nel contesto terapeutico. Trovare il terapeuta giusto è essenziale per un percorso di cura efficace.

Gentile utente, ciò che è "normale" (e funzionale) è che lei senta la voglia di crescere e di evolvere al di là della sua ansia; motivo, questo, che spingerebbe a pensare che in realtà lei abbia già la risposta alla sua stessa domanda (ha infatti fatto anche paragoni con colleghi passati e lei stessa trova delle differenze che probabilmente potrebbero farla stare meglio).
Al di là del comportamento della collega, mi chiederei e le chiederei perché sente di essere ingabbiata a spendere i suoi soldi e il suo tempo in una terapia che lei non trova soddisfacente. Ricordi che lei ha, metaforicamente, le chiavi per questa gabbia, le usi pure, è un suo diritto :)

Gentilissimo,

in terapia è importante sentirsi a proprio agio e sopratutto stare bene.
Se avverte dei peggioramenti e ha già parlato con la Psicologa provi a contattare un altro professionista.
Non demorda!

In bocca a lupo!!
Dottoressa Lucia Mellini

Gentilissima, il suo disagio è comprensibile. A volte capita di affidarci ad un professionista che non è attento e risolutivo alle nostre richieste. Se ha provato già a parlarle e non è arrivato il suo messaggio le consiglio di spostare la sua scelta cambiando professionista. Non è lei che deve crearsi i problemi del perché non ci sia una buona alleanza con la collega. Può capitare, le auguro di trovare conforto alle sue preoccupazioni e soprattutto soluzioni.Le auguro ogni bene
Cordiali saluti
Dott.ssa Croitoru Catalina

Cara, se ha provato a parlargliene e la cosa non è cambiata se ha l’impressione di perdere danaro è suo diritto dropppare e lasciare la terapia.

Gli psicologi, cosi come tutti i professionisti sono umani e tra tanti bravi qualcuno che non fa per lei o anche che non sia ‘risolto’ c’è!

Per quanto la comunità professionale con il codice deontologico e gli obblighi di formazione continua cerchi di avere standard molto alti questo lavoro richiede anche un gran lavoro su di se, che umanamente non puo essere ugualmente profondo per tutti.

Le auguro di trovare il professionista giusto per lei.

La saluto cortesemente

Dott.ssa Barbara durand
Ricevo a Torino e Online

Salve buongiorno, da quanto letto manifesto uno dei suoi principali malesseri ovvero l'inquietudine ed è evidente che il suo stato d'animo sia molto turbato in quanto provocato dall'atteggiamento a mio parere del tutto sbagliato della sua terapeuta, ma è chiaro che ognuno di noi ha una sua metodologia d'approccio. Con tutta franchezza in una seduta ci dev'essere dialogo, il quale consiste nel confrontarsi reciprocamente, essendo un modo per poter dare all'altro la parola e per comprendere al meglio il suo reale stato d'animo, così da arrivare alla risoluzione della problematica, per cui non trovo risolutiva la terapia. Il mio consiglio è sicuramente quello di cambiare terapeuta in modo tale da poter avere la possibilità di esprimersi liberamente e con tutta serenità, senza aver alcun timore e soprattutto di non essere bloccati nella comunicazione verbale giacché la conversazione tende a sciogliersi e a sbloccarci, non essendoci vincoli.

Se dovesse averne bisogno sono disponibile per la terapia online,
resto a sua disposizione.

Cordiali saluti

Dott.ssa Maria Pia Arianna

Buongiorno,
a mio parere, da quello che riporti, non stai sbagliando nulla. Ti sei rivolta ad una professionista per affrontare delle situazioni personali che non ti fanno stare bene. Il fatto che tu ancora non abbia avuto modo di parlarne durante le sedute, perché parla lei e cambia discorso, non mi sembra una cosa corretta nei tuoi confronti. Il fatto di portarti degli esempi può essere molto utile in alcune situazioni, ma se sono inerenti alla situazione personale. Il suo modo di agire sicuramente avrà delle fondamenta e ci saranno delle motivazioni precise per cui decide di agire in questo modo. Se però non ne trai alcun beneficio e la situazione è diventata frustrante, dovresti sicuramente cercare di parlarne chiaramente con lei e riportarle le tue sensazioni ed emozioni. Se non te lo lascia fare continua a tornare sull'argomento fino a che non riesci ad esprimerti. Può darsi che il suo metodo di intervento non si sposi con il tuo modo di essere e in questo caso dovresti valutare di cambiare professionista. Non perché lei sbagli, ma semplicemente perché non tutti gli approcci vanno bene per tutti. Spero di esser stata un minimo d'aiuto.

Buongiorno,
mi addolora sapere della sua difficile situazione con una collega. Posso confermare con certezza, secondo la mia esperienza e conoscenza che non conosco nessuna/0 collega che si comporta così.
Capisco la sua frustrazione. Le posso consigliare di comunicare il suo disagio e cercare altrove aiuto.
Un caro saluto
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
Se lo desidera sono disponibile online e in studio

Buongiorno no, a mio parere non è normale perché quando si parla con un paziente bisogna essere totalmente centrati su quello che ci porta il paziente stesso . Lo psicoterapeuta è giusto che parli per facilitare la persona ad aprirsi, Può anche raccontare qualche aneddoto ma il 90% del tempo deve essere completamente dedicato a chi si rivolge a noi . Forse sarebbe importante che provasse a cambiare psicologo o psicologa per vedere come si trova. Non penso proprio che sia lei a sbagliare
Buona giornata
Dottoressa Cristina Zinnari