Attacco di panico: quando il corpo ci parla
Sono in tanti che mi chiedono: che cos'è l'attacco di panico? E perché avviene? La risposta a queste domande è forse più semplice di quanto si possa pensare.
Sono in tanti che mi chiedono: che cos'è l'attacco di panico? E perché avviene? La risposta a queste domande è forse più semplice di quanto si possa pensare.
L'attacco di panico è una richiesta di aiuto, il nostro corpo chiede quello che noi non riusciamo a tradurre e ad esprimere con le parole.
Dietro l'attacco di panico c'è sempre una sofferenza, un problema insoluto, una difficoltà a continuare il nostro percorso di vita. Ma è anche il campanello di allarme di qualcosa sulla quale dobbiamo intervenire.
Molte volte è addirittura "funzionale", funzionale alla nostra vita perché quello che proviamo o qualunque altro malessere anche di tipo organico può essere letto da un punto di vista psicologico.
Nello specifico nell'attacco di panico si accompagnano una serie di sintomi di tipo somatico come per esempio la tachicardia, il senso di svenimento, il tremore dei muscoli, la mancanza d'aria che lasciano sottintendere le paure che ci portiamo dentro, la paura di lasciarsi andare.
Ma l'attacco di panico può essere il sintomo di un disagio per un problema specifico. La psicologia è una materia complessa perché si occupa della persona in modo olistico. Solo e soltanto prendendo in considerazione il soggetto nella sua complessità si riesce ad elaborare e a superare i blocchi che ci portiamo dentro.
Spesso tratto pazienti che riferiscono di avere attacchi di panico notturni. È chiaro che, quando di presenta una crisi di questo tipo, nel corso della notte e senza un motivo apparente, può essere ancora più invalidante perché interferisce con la qualità del nostro sonno. Un esperienza di questo tipo mette sicuramente il paziente in uno stato di allarme e di forte ansia, fino ad arrivare a fare pensieri negativi. Per esempio quello di avere un disagio ancora più complesso, se non addirittura una malattia seria.
È lecito pensare che di notte ci si possa sentire ancora più vulnerabili e non è nemmeno così insolito che un paziente possa vivere una tale esperienza. Ma l'attacco di panico notturno è ancora più preoccupante, perché ci rimanda all'angoscia di come affrontare la giornata. La persona si chiede se riuscirà ad essere vigile, presente e produttivo nel suo lavoro.
Così spesso si crea un circolo vizioso. Il soggetto si impone di dormire, magari legge o accende la televisione o cerca di distrarsi. Durante il giorno prova a fare delle attività che lo portano a stancarsi e prova a rispettare in maniera rigorosa l'orario del sonno. Si instaura quindi un problema diverso ma che si somma al disagio precedente: l'ansia di dormire.
Quando si arriva a forzare lo stato di addormentamento, le cose possono peggiorare. Si attiva il controllo sul controllo con il risultato di provare una grande frustrazione. La paura di non dormire può diventare un esperienza devastante, addirittura può portare il soggetto ad avere la paura di impazzire. In questi casi sarebbe opportuno confrontarsi con un terapeuta che attraverso un percorso, talvolta anche breve, possa riuscire a farvi ritrovare l'ottima qualità di vita che meritate.
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