Disturbo di panico: l'allarme è reale
Semplici falsi allarmi? Le palpitazioni, la fame d´aria e le vertigini potrebbero sottostare ad anomalie dei sistemi cardiorespiratorio e vestibolari del disturbo di panico.
Disturbo di panico: l'allarme è reale?
Secondo l'ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5, APA, 2013), il disturbo di panico è un disturbo d'ansia caratterizzato da ricorrenti attacchi di panico inattesi.
I sintomi fisici dell´attacco di panico comprendono palpitazioni, dispnea, vertigini, vampate di calore, sudorazione , tremori, ecc. I sintomi cognitivi comprendono paura di perdere il controllo e di morire, o di fare un gesto sconsiderato.
Tutti questi sintomi possono comparire bruscamente dal nulla o essere preceduti da uno stato d´ansia e raggiungono il loro picco in pochi minuti, provocando intensa paura o disagio. Oltre agli stessi attacchi di panico, che sono il segno distintivo del disturbo, un'altra caratteristica chiave del disturbo di panico è la paura di avere futuri attacchi di panico.
Tale paura può portare a importanti cambiamenti disadattivi nel comportamento. Ad esempio l´ansia anticipatoria di un futuro attacco può portare ad un attento monitoraggio dei segnali corporei. La persona inizia così a controllare il battito cardiaco, oppure si spaventa al minimo segno di vertigine. Oppure a evitare luoghi e situazioni in cui si è verificato un attacco o in cui la persona teme possa verificarsi.
Il disturbo di panico si verifica spesso in comorbidità con altri disturbi mentali, come l'agorafobia, il disturbo depressivo maggiore e il disturbo bipolare, può essere cronico e invalidante e compromettere la qualità della vita.
Cosa scatena il disturbo di panico?
Il disturbo di panico ha una prevalenza nel corso della vita di circa il 3,5% nella popolazione generale e del 5-8% nelle strutture di assistenza primaria.
L'eziologia del disturbo di panico non è stata completamente spiegata. Tuttavia la ricerca suggerisce l'interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali specifici. Il disturbo di panico è considerato un disturbo mentale perché: (1) Gli attacchi di panico sono considerati falsi allarmi. Sono passati più di 20 anni da quando le prime teorie hanno postulato l'esistenza di sistemi di allarme ipersensibili nel disturbo di panico.
Le principali teorie del disturbo di panico
Secondo la teoria del falso allarme di Klein, gli attacchi di panico si verificano quando il sistema di allarme di soffocamento viene attivato erroneamente.
Il modello neuroanatomico di Gorman ipotizza che gli attacchi di panico sono risposte di paura condizionata, che scaturiscono da un´eccessiva sensibilità di alcune aree del sistema limbico, come l´amigdala.
Clark considera attacchi di panico interpretazioni errate e catastrofiche di sensazioni corporee innocue.
Tutte queste teorie condividono il presupposto che gli allarmi sono falsi perché gli individui con disturbo di panico siano fisicamente sani.
Tuttavia, si è discusso se considerare il disturbo di panico solo un disturbo mentale. Oltre ai sintomi cognitivi, le persone con disturbo di panico spesso lamentano diversi sintomi somatici tra cui difficoltà respiratorie, battito cardiaco irregolare, vertigini e fotofobia.
Quando una persona arriva al pronto soccorso per un attacco di panico, di solito i medici, dopo aver condotto le procedure standard (come test fisici e /o clinici), la rassicurano sul corretto funzionamento del loro corpo e attribuiscono i sintomi somatici interamente all'ansia.
Esistono anomalie dei sistemi cardiaco, respiratorio, vestibolare e visivo nel disturbo di panico?
Numerose scoperte scientifiche suggeriscono invece che gli individui con disturbo di panico potrebbero soffrire di piccole anomalie di funzionamento dei sistemi organici.
Ad esempio alterazioni dei sistemi cardio-respiratorio e dell´ equilibrio possono essere associate a iperreattività a inalazioni ipercapniche e ipossiche (come l´anidride carbonica), e a ipereccitabilità del sistema nervoso autonomo simpatico.
E allora, siamo proprio sicuri che la sensazione di allarme nel panico non sia reale?
La respirazione nel disturbo di panico
I sintomi respiratori sono molto frequenti tra gli individui con disturbo di panico, sia durante gli attacchi di panico spontanei che durante la vita quotidiana. Questi sintomi costituiscono un segno distintivo sia degli attacchi di panico che del disturbo di panico.
Innanzitutto, è nota un'associazione tra disturbo di panico e l´iperventilazione. Fino al 40% delle persone con disturbo di panico soffre di iperventilazione.
Tuttavia l'iperventilazione cronica non sembra essere distintiva del solo disturbo di panico. In realtà è anche prevalente negli individui che soffrono di altri disturbi d'ansia.
In secondo luogo, è stata trovata un'associazione tra disturbo di panico e malattie respiratorie. Fino al 40% delle persone con disturbo di panico ha una storia di malattie respiratorie, in particolare asma e bronchite. La natura di questa associazione rimane in gran parte sconosciuta.
Non è chiaro se gli attacchi di panico precedano l'insorgenza di malattie respiratorie o se le malattie respiratorie o polmonari portino allo sviluppo di attacchi di panico.
In alternativa, un terzo fattore (ad es. il fumo di sigaretta) potrebbe aumentare il rischio di soffrire sia di malattie respiratorie che di attacchi di panico.
In terzo luogo, gli individui con disturbo di panico hanno mostrato anomalie subcliniche del sistema respiratorio. Ciò potrebbe causare difficoltà respiratorie, iperventilazione e, infine, un attacco di panico. Inoltre, le persone che soffrono di panico presentano irregolarità respiratorie, che possono essere un fattore di vulnerabilità per gli attacchi di panico.
Sistema cardiovascolare e disturbo di panico
Le palpitazioni cardiache o il battito cardiaco accelerato e il dolore o il fastidio al petto sono tra i principali sintomi somatici che caratterizzano gli attacchi di panico. I soggetti che soffrono di attacchi di panico sono spesso preoccupati di soffrire di una malattia cardiaca o di morire di infarto e per questo accedono ripetutamente al pronto soccorso.
Sebbene spesso gli esami cardiaci di routine portino a risultati negativi, i sintomi che questi soggetti sperimentano sembrano così reali che la rassicurazione dei medici non è sufficiente per convincerli che il loro sistema cardiovascolare funzioni normalmente.
La maggior parte delle persone che soffrono di panico, infatti, ritiene che potrebbe esserci qualche anomalia non rilevata nel loro sistema cardiovascolare. Di conseguenza tendono a preoccuparsi degli attacchi futuri e sviluppano ansia anticipatoria, che influisce negativamente sulla loro qualità di vita e sul funzionamento quotidiano.
In realtà, un legame tra disturbo di panico e disturbi cardiaci sembra esserci.
Ad esempio, molti studi hanno riportato una ridotta variabilità della frequenza cardiaca nei pazienti con disturbo di panico. Infine, ripetuti attacchi di panico possono disturbare il sistema cardiorespiratorio e possono contribuire nel tempo ad aumentare il rischio cardiaco in questa popolazione.
Disturbo di panico e sistema vestibolare
La prevalenza di sintomi vestibolari, come vertigini e instabilità, è elevata negli individui che soffrono di disturbo di panico. Fino al 75% degli individui con disturbo di panico manifesta instabilità posturale. Inoltre, i disturbi vestibolari sembrano essere più prevalenti nei soggetti con disturbo di panico e agorafobia che nei soggetti con solo disturbo di panico.
La respirazione e il sistema di equilibrio sono intrecciati e tali connessioni possono in parte spiegare l'associazione tra iperventilazione e instabilità posturale in soggetti con disturbo di panico (che si trovano di fatto in uno stato cronico di iperventilazione). L'iperventilazione cronica contribuisce all'instabilità posturale e potrebbe aggravare le vertigini nei soggetti con disturbo di panico.
In conclusione, gli individui con disturbo di panico possono presentare anomalie subcliniche nel loro sistema di equilibrio. Tale instabilità vestibolare può essere collegata a cambiamenti nelle risposte omeostatiche autonome che a loro volta innescherebbero risposte affettive ed emotive, tra cui il panico.
Equilibrio e sistema e apparato visivo nel disturbo di panico
Il mantenimento di un corretto equilibrio e postura dipende in parte dalle informazioni visive. È stato dimostrato che negli individui con disturbo di panico possono insorgere ansia e disagio quando le informazioni visive sono imprecise.
Gli individui con disturbo di panico, in particolare quelli con agorafobia, potrebbero essere ipersensibili all'influenza del sistema visivo periferico.
Fotosensibilità e disturbo di panico
La fotosensibilità (ovvero una sensibilità anormalmente elevata all'esposizione alla luce) sembra contribuire sia all'eziopatogenesi sia alla risposta alla terapia nel disturbo di panico.
Infatti, gli individui con disturbi di panico hanno una ridotta soglia di tolleranza alla luce e sviluppano la tendenza ad adottare comportamenti fotofobici rispetto ai controlli sani. Ad esempio tendono a proteggersi dalla luce, indossando occhiali da sole e / o evitando di uscire durante il giorno.
Conclusioni e implicazioni cliniche
Gli individui con disturbo di panico spesso lamentano sintomi somatici,soprattutto a livello cardiorespiratorio e vestibolare. Hanno una minore forma fisica, una maggiore variabilità respiratoria durante una lieve attività fisica, maggiori irregolarità respiratorie, se confrontate con individui senza disturbo di panico.
Questi risultati contraddicono in parte l'assunto che gli attacchi di panico siano falsi allarmi.
Invece, gli attacchi di panico possono essere veri e propri allarmi e riflettere una ridotta adattabilità ai cambiamenti e una vera e propria instabilità omeostatica, che possono aumentare la vulnerabilità al panico e accompagnarsi ad ansia anticipatoria e alll'evitamento fobico delle situazioni temute.
In conclusione, gli individui con disturbo di panico potrebbero essere fisiologicamente diversi dai soggetti sani e che i sintomi cardiaci, respiratori ed vestibolari possono essere il risultato dell'incapacità di questi sistemi di relazionarsi in maniera adattiva all'ambiente.
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