Separati, ma sempre genitori
Impariamo a considerare la separazione non un fallimento, bensì un'evoluzione verso un nuovo periodo della nostra vita, al pari di altri eventi che sconvolgono la vita di un individuo.
Molto, e troppo spesso direi, ci capita di sentire da amici, parenti e conoscenti, storie di separazioni tra coniugi avvenute in maniera repentina e traumatica. Esperienze di grande sofferenza per genitori e figli. Ne ascoltiamo così tante che, ahimè, la separazione nell'immaginario collettivo corrisponde ad un'esperienza irrimediabilmente e fortemente dolorosa. Quasi come se, in definitiva, sia "normale" che due persone che mettono fine alla propria relazione amorosa, si facciano la guerra a vicenda in tribunale e nella vita privata, fino ad arrivare a coinvolgere i propri figli in questioni che non li dovrebbero riguardare.
Due persone che hanno condiviso parte della loro vita e hanno dato inizio ad un progetto di vita insieme, improvvisamente dimenticano tutto questo e cominciano a detestarsi, ad incolparsi a vicenda del fallimento del loro matrimonio e della sofferenza che stanno infliggendo ai figli. Un circolo vizioso dal quale si pensa di non poter uscire.
Il punto è proprio questo: imparare a considerare la separazione non un fallimento, bensì un cambiamento, un'evoluzione verso un nuovo periodo della nostra vita, al pari di altri eventi che sconvolgono la vita di un individuo. Un cambiamento, sicuramente, che comporta fisiologicamente della sofferenza psicologica, la definizione di nuovi ruoli e la stabilizzazione di nuovi equilibri.
Tuttavia gran parte di tale dolore potrebbe essere alleviato da una migliore gestione dei conflitti con il proprio ex coniuge. Elaborare rabbia e rancore può essere utile sia ai genitori stessi sia, indirettamente, ai loro bambini. Al di là dello scioglimento del legame coniugale, infatti, permane quello genitoriale, con le sue responsabilità.
Non è, infatti, la separazione in sé che determina sofferenza nei figli, quanto la qualità delle relazioni all'interno della famiglia divisa.
I bambini spesso vengono strumentalizzati, più o meno consapevolmente, dai genitori per farsi per male a vicenda; tutto questo ha delle conseguenze estremamente negative sia sull'umore che sulla formazione della personalità del bambino, che potrebbe sentirsi responsabile della separazione dei genitori e che potrebbe sviluppare un senso di sfiducia nelle relazioni e altro ancora.
Molti genitori separati sono consapevoli dellereazioni dei propri figli e ne sentono a volte la responsabilità. I sentimenti di colpa però, il più delle volte, si mostrano sterili e non portano ad un reale cambiamento di atteggiamento.
Una proposta d'intervento potrebbe essere quella di gruppi di confronto tra genitori separati o divorziati. Non si tratterebbe di un percorso né di psicoterapia né di mediazione familiare. Bensì cio' di cui essi avrebbero bisogno è uno spazio emotivo per sensibilizzarli ad una "buona" separazione e sostenerli nel raggiungimento di un nuovo equilibrio familiare.
Dott.ssa Annalisa Cigliano
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